sabato 26 novembre 2016

Con meno fichi

Ieri sera alle 19:50 ho raggiunto l'obiettivo che mi ero prefissato. Superando ogni difficoltà. Considera che erano più di dieci giorni che attendevo che venisse "erogata l'energia per testare il mio impianto".
Sedici, diciassette ore di lavoro al giorno.
Ho vissuto un conflitto tra la mia etica professionale e i tempi, la struttura quasi garibaldina, amatoriale aziendale. Non si può costruire una diga con cinque operai con carriola, barile e una betoniera. Un giorno di questa settimana fornisco una componente e... il sistema non va. Controllo e ricontrollo, funziona bene. Così scopro che esiste un errore palese, grossolano in altra parte del sistema. Come i fari che non vanno o il volante che non sterza più di dieci gradi in un'auto. Mai corretta. Non c'è tempo e i miei colleghi non si sono sacrificati...
Non posso non notare che il mercato si è impoverito molto. I vertici hanno inoltre deciso che l'azienda deve essere più redditizia. Fare nozze più sontuose con meno fichi.
Sono in una delle molte meraviglie di questo progresso verso il peggio, verso la liquidità sì global.
Scrivo dal treno e vado in Imponga Sì Milonga Sì. Già mi batte il cuore.

26 commenti:

  1. Risposte
    1. Secondo me va alla Milonga Sì, ma credo che il correttore del suo smartphone abbia corretto a Imponga Sì... o forse va ad un evento per imporre il Sì nel referendum!!!

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    2. Sì, è il distorsore del furbofono che ha sostituito "imponga" a "milonga ". Stavo arrivando alla stazione centrale, non ho avuto tempo di correggere il testo.

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    3. ...ma anche "Imponga Si" non è male, non la correggerei.
      Della serie: Niente è più necessario del superfluo, cit. (Oscar Wilde, se non ricordo male)

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  2. Trovo distonico passare da un atteggiamento quasi ostile verso il lavoro a queste galoppate epiche da sturm und drang. Una sana via di mezzo no?

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    1. La mia etica mi dice che ci sono i periodi di calma, di poco lavoro (nei quali il mio stipendio rimane lo stesso) e periodi nei quali bisogna stringere i denti, nei quali è giusto che lo stipendio rimanga lo stesso. Qui sono andato oltre.
      Nel corso di Project Management alla Cattolica erano stati definiti periodi "eroici". Ci stanno, devono essere rari e di durata limita.
      Lo trovo, tutto sommato, ragionevole. Poi si fa l'analisi post progetto e si analizza cosa migliorare, cosa non è andato. E qui ci sarebbe da dire. Carriole e badili per costruire una diga sono velleitari. Si potrebbe parlare di (in)cultura emergenziale. Siamo in Italia, pro e contro.
      Dall'alto calano direttive folli. Siamo alla Boldrini, ai vertici della sinistra al caviale che calano l'accoglienza coercitive a quelli sotto.
      Direttori della federazione italiana sci che nono sono mai stati su una pista con neve e porte. Ecco...

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    2. Non conosco il progetto al quale stai lavorando ma, generalizzando, c'è anche da dire che si punta sempre più a un malsano gigantismo, a una corsa alla prestazione e all'amazing feature anche quando non ci sono ragioni concrete per aver nè l'una, nè l'altra. Siamo circondati da esempi che evidenziano il fenomeno, spesso siamo letteralmente schiacciati dal fenomeno, eppure chi tenta di tirarsene fuori rispolverando un po' di senso della misura dall'armadio della nonna viene rapidamente agguantato e rigettato suo malgrado "sulla ruota dei criceti" (per usare un'espressione efficace che ho letto in un altro blog). Così vogliono quelli che chiami i vertici, ovvero quelle che io chiamo le dirigenze. Ovvero un'accurata selezione tra gli individui della nostra specie dotati delle migliori qualità e delle peggiori intenzioni. Nell'armadio della nonna ho trovato quest'altra definizione, che si addice alquanto: bastardi.

      P.S. Sempre nell'armadio della nonna c'era anche la categoria, più numerosa, dei pirla che si prestano al giochetto non per forza, ma perché persuasi dall'imbonitore di turno.

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    3. so di persone che non conoscono vie di mezzo.
      fargliele conoscere non per niente semplice.

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  3. Povertà intellettuale e morale sì.
    Su muro lungo la strada che faccio in bici tra stazione e lavoro i kompagni marxistoidi sbraitano kontro la miseria economica.
    Come al solito sono faziosi e cretini. L'uomo NON è affatto solo dimensione economica, molti valori sono spesso incompatibili con una visione economista.
    Infine rimane il problema senza soluzione: non puoi fare le nozze con una scatola di 1kg di fichi secchi. Non puoi fare un bambino in 5 mesi perché "lo chiede il mercato". I bambini nati prematuri hanno, statisticamente, molti problemi e vite più brevi.
    Si ritorna al solido "fretta e bene non vanno insieme" che è incompatibile con l'apologia della liquidità, con il tecnoteismo progressista basato sulle "i-robe".

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  4. > visione economista
    -> visione economicista
    Sempre il distorsore...

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  5. E' un mondo popolato da pazzi drogati con i convincimenti spacciati dal Sistema secondo la volontà e il profitto del Livello Superiore;
    è assurdo, infatti, in un mondo – la nostra parte di mondo, cioè quella occidentale, bianca – in cui abbiamo soddisfatto i bisogni primari, insistere sulla competitività che nei risultati pratici è depauperamento dei diritti e dei salari dei lavoratori ( con una percentuale di cittadini precarizzati e marginalizzati che va crescendo ) per mantenere in carreggiata il capitalismo – cioè un sistema economico GIA' MORTO nella nostra parte di mondo per saturazione di beni materiale e più generale benessere – cioè mantenere i profitti delle famiglie apolidi.

    E' un mondo di pazzi e di lucidi collaborazionisti, come sei tu, Uomo ...

    Ma, in fondo, non ti biasimo : può un essere umano solo affrontare la necessaria Rivoluzione per svincolarsi ed emanciparsi dagli interessi sordidi dell'élite che balocca i popoli del pianeta ?

    Ovviamente no.

    E poi ...

    ''tengo famiglia''.

    ( cit. ).

    ;)

    ===

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    1. Marco, leggo dopo aver scritto il commento qui sopra (h 13:02) e sono colpito da come, con un linguaggio completamente diverso, abbiamo espresso lo stesso concetto (a parte l'attacco diretto a UUIC, che non mi sembra opportuno). Sempre che io non abbia frainteso.

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    2. l'attacco diretto a UUIC, che non mi sembra opportuno

      Non è un ''attacco diretto'', qui inteso come ''metterla sul personale'';
      è – ahimé –quello che ritengo sia lo stato delle cose espresso con franchezza ad un amico che ha il merito di avere posto parecchie questioni e info non allineate ( e nemmeno lineari ) su questo suo blog;
      purtroppo, alla fine della giornata, la verità è che il cambiamento della situazione lo si può fare in tanti, in tanti convinti del medesimo modello di Realtà – qui discusso – e convinti di andare fino in fondo;
      al massimo, come Uomo, puoi portare la croce e scriverlo sul blog, assieme a tanta altra roba che dovrebbe sensibilizzare il lettore.

      ===

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    3. > E' un mondo di pazzi e di lucidi collaborazionisti, come sei tu, Uomo

      Marco, hai colto nel segno.
      Io non ho potuto certo trascurare, ignorare il mio dialogo interiore che si stava chiedendo se stessi "viziando" i miei superiori.
      Ora si può creare il precedente del "Ce l'ha fatta con quel carico!". Le probabilità sono molto alte.

      Allora, che potere ho?
      L'unico potere che avrei è quello di dire: o le cose cambiano o sennò, arrivederci, abbiamo fatto un pezzo di strada insieme, da lunedì prossimo inizierò con l' azienda PincoPalla. Grazie, buona continuazione.

      Devo essere sincero:
      1 - sono anni che NON sto cercando lavoro;
      2 - non è un periodo favorevole;
      3 - in generale, quando la manodopera o la intellettodopera sono abbondanti (rispetto al lavoro) le condizioni sono sfavorevoli;
      4 - ho un dovere nei confronti di mio figlio, direi.

      Infine, ritengo che NON sia un problema di capitalismo. Il capitalismo funziona bene perché, semplicemente, modella, si adatta, come una fine veste di seta, al corpo sottostante che è l'etologia di specie.
      L'etologia è giusta o sbagliata? Potremmo aprire discussioni infinite.
      Io attacco i sinistranti proprio perché si distaccano dalla realtà con dei vaneggiamenti su mondi morali, superiori, non solo inesistenti ma distopici, quando si sono realizzati.

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    4. Il capitalismo funziona bene perché [ ... ].

      Il capitalismo non funziona più in Occidente, e non funzionerà più, a meno di procedere ad un upgrade dell'inclusione delle masse nella Realtà Virtuale ( che, però, non potrà avvenire in tempi brevi a causa del divide generazionale e culturale ), oppure a grandi stragi di esseri umani chiamate usualmente guerre e grandi distruzioni ( dopo, sai, il business della ricostruzione ).
      Ora, il punto è : la gente non lo capisce ?
      Bene.
      Saranno cazzi della gente.

      ^_____^

      ===

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    5. Marco, non dimenticare un corollario che non mi entusiasma per niente: la "gente" siamo anche tu ed io.

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    6. > Il capitalismo non funziona più

      Il capitalismo funziona anche troppo bene. Come affrontato più volte su Effetto Cassandra, esso è un mostro, un leviatano, che divora tutto.
      Dal punto di vista ecologico ciò che non funziona NON è il capitalismo ma la crescita che significa aumento esponenziale dell'impronta ecologico ovvero
      o - crescita esponenziale del consumo di risorse non rinnovabili;
      o - crescita esponenziale della produzione di rifiuti (de facto) non biodegradabili e
      o - diminuzione esponenziale delle "biozone", ovvero terreni a capacità fotosintetica, territori selvatici, riserve di biodiversità

      dovuti alla crescita ed esponenziale della popolazione e del suo tenore di vita/spreco.

      Il discorso sul capitalismo è troppo ideologico: se osservi un semplice condominio, o il traffico, ovvero luoghi informali dove non c'è un'organizzazione politica, economica, ideologica della vita, osservi cose turpi. Ma non è che dietro al delinquentastro che non paga le spese condominiali perché si è fatto la quarta Mercedes nuova in dieci anni, c'è una volontà politica, ideologica.

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    7. > "il capitalismo funziona troppo bene (vedi fanfaluce para-ecologistiche [...]

      Lorenzo, da te mi aspetto che non scrivi cretinate.
      Il degrado ambientale, sistemico, ecologico è del tutto evidente.
      Se vuoi impecoronarti nel gruppo dei tranquillisti negazionisti non sarò certo io a fermarti. Dovrei forse recuperare alcuni tuoi commenti che descrivono il bell'ambiente in cui vivi? Ad esempio cosa osservasti quando cercasti una casa?

      > "cose non rinnovabili" si dovrebbe dire
      Allora, dal punto di vista scientifico sappiamo che l'entropia tende al massimo. E' una realtà studiata dalla fisica.
      Ancora devo spiegarmi su sta menata del non rinnovabile. Anche i bambini quasi deficienti sanno che, ad esempio, lo zinco, o il fosforo, il terreno (superficie agricola o di altro tipo) o il petrolio o... sono in quantità non solo finita ma anche, per alcuni di essi, scarsa.
      Quindi se usi lo zinco o le terre rare per fare cose inutili, come la 6a Bmw cambiata in 10 anni e poi non lo recuperi al 99%, prima o poi esso finirà.
      Con dei conti da aritmetica elementare si può anche stimare quando.
      Le corbellerie solo quelle che negano queste ovvietà comprensibili anche da alunni delle scuole elementari.

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    8. Gli ecologisti (si fa per dire) "millenaristi" fanno molto male a predire catastrofi, ancor più se indicano delle date. In effetti non serve predire un bel nulla, basta osservare le cose e confrontarle con la propria esperienza pregressa (cosa ovviamente possibile solo per chi ha "una certa età"). Difficilmente sarà possibile vedere una catastrofe, sicuramente è evidente un degrado. Degrado + degrado + n volte degrado = scadimento della qualità della vita. Tutti la stiamo sperimentando, anche se ammetto che più opportunamente sarebbe il caso di parlare di trasformazione della qualità della vita, con alcuni rari aspetti in fase di miglioramento e altri abbondantemente in fase di deterioramento più o meno avanzato.

      L'arco della vita umana è troppo breve per cumulare trasformazioni in quantità sufficiente a determinare una vera e propria catastrofe, se non in seguito a cataclismi (anche di origine antropica) locali o a episodi di carattere astronomico. Una sola cosa fa eccezione, e se ne porta dietro tante altre: l'accatastamento di moltitudini umane sempre più ipertrofiche.

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    9. @ MKS : Marco, non dimenticare un corollario che non mi entusiasma per niente: la "gente" siamo anche tu ed io.

      Caro amico, io ho idee dissonanti da quei 2 orientamenti prestampati e memorizzati dalla massa;
      non a caso, vengo non poche volte giudicato ''di Destra'' da parte dei sinistri, e un soggetto ''inaffidabile'', di cui diffidare, da parte dei destri;
      e chissenefrega.

      @ Uomo : il Capitalismo occidentale è finito dal punto di vista di chi sta da QUESTO LATO della società, il Popolo;
      il Capitalismo occidentale ha ultimato il proprio ciclo con la diffusione capillare del benessere, ovvero con la saturazione del mercato interno delle cose materiali e conseguente cessazione del mercato;
      da cui la delocalizzazione che in termini fumettistici per bambini è stata definita semplicemente come l'ennesimo espediente di lucro per il Padronato, ma nella Realtà Concreta è stata lo strumento per portare la produzione là dove c'erano e ci sono Paesi e mercati in evoluzione, siccome non era possibile esportare ai cinesi ( agli indiani ... etc. ) prodotti fabbricati qua in UE, con i costi del lavoro nostro; l'unica alternativa, era il fallimento delle attività produttive.

      Il punto centrale è : cosa è tornato al Popolo ( ai popoli europei occidentali, tranne pochissime eccezioni ) dalla delocalizzazione, e dall'automazione che sì, ha alleviato la fatica ed il tedio del lavoro ripetitivo al lavoratore, ma è sempre doveroso specificare AL LAVORATORE SOPRAVVISSUTO AI LICENZIAMENTI determinati dalla potenza produttiva dei robot e dei computer ?

      { e questa, è una risposta anche al commento di Lorenzo ( che però parte subito all'attacco del ''marxismo'', per dimostrare la validità della propria opinione per negazione dell'alternativa storica ) :

      Mi sfugge cosa possa significare l'espressione "il Capitalismo non funziona" o il contrario "il Capitalismo funziona". }.

      Fossimo una comunità cerebrata, dovremmo lottare non tra noi, ma per la conquista dei mezzi di produzione ( come un barbuto avanti coi tempi asseriva a metà dell'Ottocento ) per la socializzazione del lavoro e dei profitti derivati, materiali e immateriali ( come il tempo vitale ).

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    10. Aggiungo che i relatori di questa nuova Costituzione Turbo-liberista posta oggi al giudizio degli ''italiani'', pure nella situazione di un sistema economico che sta implodendo per consunzione, hanno ricevuto l'ordine di garantire nel punto (e) del nuovo [ art. 117 ] : compagnie assicurative, mercato e austerity.

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    11. Posto che della specie, della evoluzione e di tutte quelle belle categorie per l'analisi della realtà che abbiamo escogitato nel tentativo di capirci qualcosa mi interessa fino a un certo punto, direi che agli individui conviene assai la situazione "congelata" che hai ipotizzato. All'organismo primordiale che hai simbolicamente ricordato poco assai sarebbe importato dei propri discendenti con denti e spine, la sua preoccupazione principale sarebbe stata l'autoconservazione. Per noi, al netto delle panzane culturali con le quali amiamo infarcirci a vicenda l'encefalo, vale lo stesso principio -- quel che conta veramente è poter passare dalla culla alla tomba con meno tribolazioni possibile. Una società competitiva è l'ambiente meno adatto per ottenere quel risultato. La parola chiave qui non è nè capitalismocomunismo né alcun altro -ismo -- la parola chiave è competitizione. Un altro totem culturale che accettiamo con troppa convinzione che isa qualcosa non solo di inevitabile, bensì perfino di giusto e opportuno o addirittura vantaggioso. Mediamente, accettare la costituzione di un ambiente competitivo intorno a sè è un autogol formidabile, a meno di esser certi d'essere colui che vincerà.

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    12. x Marco Poli:
      > il Capitalismo occidentale è finito dal punto di vista di chi sta da QUESTO LATO della società, il Popolo;

      Io non ho mai avuto grandi simpatie per il_popolo.
      Nel senso che per me è una parola che esprime un concetto collettivo, un insieme molto grande di persone di una certa cultura.
      Allora, il popolo è corresponsabile delle scelte dei propri governanti. Torniamo sempre al churchilliano "Ogni popolo ha il governo che si merita.".

      > da cui la delocalizzazione
      Col popolo consumista che va a comprare le cineserie o le berline tedesche di lusso o gli aifon o qualsiasi stronzata esotica... contribuendo all'affossamento della propria economia, a distruggere competenze, conoscenze, etc. .
      Il caso dello spaventoso deficit nei conti sull'estero con la Germania, alla moda più idiota per cretini di possedere auto tedesche (a partire da B. che girava su un'Audi) e alla messa in cassa integrazione di non so quante persone alla Maserati.

      Concordo che si debba lottare per una economia locale, che rimetta qui, nei nostri territori, ciò che da essa preleva.
      Mi sembra di essere all'utopia, direi.

      > socializzazione
      Io tendo ad avere crisi di orticaria quando sento queste parole.
      Cosa significa socializzare? E' sufficiente stare su un autobus o in un condomininio per capire quante deficienti, furbastri e piccoli delinquenti ci siano in giro per capire che non è possibile "socializzare" in quanto significherebbe applicare criteri "ugualisti" che mettano sullo stesso piano onesti e disonesti, capaci e incapaci, laboriosi e fancazzisti, persone di merito e cialtroni.

      Per quello è necessaria la dimensione locale, per RESPONSABILIZZARE le persone, l'unico modo affinché esse diano il meglio di sé.

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    13. x MrKeySmasher:
      > Gli ecologisti (si fa per dire) "millenaristi" fanno molto male a predire catastrofi, ancor più se indicano delle date.
      > In effetti non serve predire un bel nulla, basta osservare le cose e confrontarle con la propria esperienza pregressa.

      Non c'è molto da aggiungere, direi.
      Il degrado ecologico dei sistemi è evidente.
      Non lineare ma il bilancio, complessivamente, è negativo.
      Ci sono mille esempi.
      Le discariche nel rio dietro la curva della frazione che hanno impestato l'Italia dagli anni cinquanta a metà anni ottanta sono sparite.
      In compenso si sono create migliaia di chilometri di discariche lineari stradali con milioni di automobilisti che gettano di tutto fuori dall'abitacolo del proprio veicolo. Parte della plastica viene ora trasformata in un aereosol distribuito dagli inceneritori, dalla forma solida a quella gasiforme. Meglio o peggio?
      Molte industrie che scaricavano in pozzi a dispersione sono state chiuse. Ora però abbiamo un consumismo di prodotti chimici (si pensi ai presidi utilizzati per disinfettare le case, avvelenandole) esagerato che semplicemente non esisteva alcuni lustri fa.
      I boschi sono aumentati in estensione ma si sono distrutti milioni del miglior terreno agricolo già scarso, l'urbanismo è decisamente peggiorato.

      La popolazione è ulteriormente aumentata e una fetta consistente è dovuta ad invasori che hanno un senso civico ed ecologico decisamente peggiore di quello già a scarso di molti italiani.

      Io ritengo che le condizioni siano complessivamente peggiorate.

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    14. > Tutte le specie viventi aumentano di numero se e solo se le condizioni al contorno sono favorevoli, ovvero se c'è surplus di risorse.

      Infatti il deficit italiano in innumerevoli ambiti è sempre più ampio.
      Dal bilancio import export con alcuni partner, al deficit energetico, al dissesto delle casse statali, a quello sul pesce, eccetera eccetera.

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