giovedì 23 marzo 2017

Cognizione, dolore, odio

Per tornare a ciò che sottostà alle polemiche sulle donne dell'Est e italiane..
Sono seduto in treno: seduta alla mia sinistra una giovane donna penso tra i diciotto e i vent'anni: è indaffarata e passa quasi quaranta minuti a cipollarsi con trucco, rimmel, capelli, etc. (non sono esperto, io stavo studiando altro). Io mi sarei rotto dopo qualche minuto, questa è stata lì tra scossoni, balzi e frenate quasi tutto il tempo.
Direi l'allegoria quasi picaresca de Appaio e quindi appaio.
E' la parodia della liquidità, del vivere di plastica dei paesi consumisti, dove il nuovo feticcio è la moda e l'apparire insincero, artefatto, fino agli estremi, mode e i condizionamenti pesanti che ciò reca seco.
Di fronte a sinistra una giovane donna velata. Incinta (il primo figlio è a pochi passi, gioca col proprietario di entrambi, padre e marito padrone). Velata, in abiti scelti casualmente, senza alcun criterio se non l'apoteosi del brutto globalizzato: scarpe da ginnastica Nike sgargianti, un palandrano grigio, il velo tra il rosa e l'aragosta (nulla c'entra col resto), grassa, senza un nanogrammo di trucco, direi piuttosto sgradevole. Invece che lo sgradevole della plastica della prima, lo sgradevole autentico.
L'invaditrice non ha tolto gli occhi dalla vanesia nostrana. L'ha odiata, disprezzata per tutto il tempo. Non aveva due occhi, aveva due bocche di cannone puntate sulla puttana. Ella è insarcofagata in un ruolo semplice, fattrice di figli e sottomessa: non deve truccarsi, non deve scegliere le scarpe, non deve scegliere come vestirsi anche questa mattina, non deve andare a lavorare. E' semplice, banale, deresponsabilizzante. E comodo.
E' anche umiliante, indegno: la tua dimensione come essere pensante, con arbitrio, discernimento, respons-abile e responsabile è, ufficialmente, annullata (forse, in privato...). Solo che la dignità, un qualche anelito ad identità, autonomia, responsabilità e il dolore della mancanza di tutto ciò, esistono ancora e sono ravvivati, come sale grosso pigiato a forza nella ferita e in esso strofinato con energia, dal confronto con la giovane vanesia italiana. Non molto più libera, in sostanza, visto il condizionamento e la dipendenza nella quale si è reclusa in modo più leggero, più garbato, più soft. Essere libere o meno vincolate è difficile. Libertà significa agire, confrontarsi con altre donne, con altri uomini, competere, dà spazio anche a propri limiti, anche debolezze e difetti, dipendenze escono  con te, quando esci di casa. Oggettivamente oltre che femmina e madre devi essere anche donna, persona, consumista, alla moda, sexy, condizionata, truccata, lavoratrice, sportiva, vanesia, artista, ingegnera, banale, maschile, sostegno economico, ...

Osservavo quegli occhi belligeranti, armati, il formarsi, su un treno della mattina, della cognizione, per contrasto, della differenza, quindi l'avvertire il dolore che deriva dal prendere atto della propria condizione semplice, comoda e ignobile, e quindi lo sgorgare del disprezzo, dell'odio.

37 commenti:

  1. Truccarsi in treno è un modo per passare il tempo. Le ragazze si truccano. La seconda avrà invidiato a mostro la prima.

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    1. Uno dovrebbe anche chiedersi: perché le ragazze si truccano? Forse anche perché ai ragazzi è stato ficcato in testa a forza che una ragazza truccata è più appetibile di una al naturale. Ovviamente alle ragazze è stato simmetricamente ficcato in testa a forza che i maschietti sono più appetibili se hanno certe caratteristiche predeterminate che in realtà non hanno alcun peso, e i ragazzi giù a rincorrere quelle caratteristiche. E così via all'infinito, come tanti perfetti imbecilli incapaci di pensiero autonomo. Grandioso!

      Postilla: di queste cose ci si comincia a rendere conto quando si supera una certa età, e neppure è vero che capiti a tutti; siccome tendo a dare ragione a Lorenzo quando dice che niente succede per caso, ciò mi porta a domande, risposte e considerazioni molto personali. Ve le risparmio di buon grado, per buon cuore.

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    2. Truccarsi dovrebbe essere un modo per rendersi più belle e quindi interessanti, seducenti.
      La decorazione, abbellimento, modifica del proprio corpo è una caratteristica etologica (quindi di tutte le culture, vado a memoria, dovrei controllare alcune fonti di etologia).

      Il trucco può essere anche inutile o controproducente (per donne belle senza trucchi), eccessivo, fatto male, efficiente (anche troppo) nell'abbellire (ciò che evidentemente, senza, non così bello è). etc .

      Io ho sempre schifato trucchi inutili, eccessivi, fatti male, volgari, anche quando ero un adolescente con ammassi testosteronici.

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    3. Evidentemente ficcare cose in testa ai giovanotti (di entrambi i sessi) è pratica che risale almeno al neolitico. Più probabilmente è pratica ancor più antica.

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    4. Attenzione, messer Pigiatasti, che l'etologia NON è la cultura.
      Altrimenti si arriva alle aberrazioni di costellazioni varie di diversamente sessuali che, culturalmente, si dichiarano "genitori", accampando presunti diritti alla genitorialità e si fanno poi fabbricare dei prodotti umani da qualche macchina organica.
      Oppure alle artificializzazioni spinte, per cui tu dovresti vivere stipato in formicai e sempre più stipato e non arrabbiarti, non reagire "come una bestia" per le quali si nega l'etologia più basilare.
      Oppure alle fanfaluche per idioti per cui gli invasori sarebero doni opportunità blabblablablabla e tu sarescti "bestiale" blablablabla a proteggere il territori in cui sei.

      Eccetera eccetera.

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    5. Il troppo scoppia.
      Anche se è divertente.

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  2. Nel testo ho indicato quella donna per una delle sue caratteristiche, ovvero di invaditrice, ovvero una donna che in-vade, come realmente è.

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  3. mamma mia che UUIC moralisticheggiante, altro che liberale.... (e sto parlando del giudizio sulla ragazza nostrana....)

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  4. Sì, un po' moralisticheggiante lo sono stato.
    Ma è anche vero che sono libertario e, oltre ad osservare l'eccesso e a definire la giovane donna italiana "vanesia" non vado.
    Perché penso che quella donna sia libera di apprendere anche i limiti nel truccarsi, di capire che esagerare non le fa bene perché sottrae tempo ad altro, etc. .
    Scusa, rimane l'osservazione che una che fa così, qualche problema ce l'ha. Trovami un altro termine meno moralisticheggiante: truccodipendente? mah. Prego.


    Nota, per differenza, i rigidi e anacronistici precetti religiosi che invece condizionano la dirimpettaia insarcofagata".

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    1. Ovviamente la portazione dell'invaditrice, oltre che a nuocere agli invasi, nuoce ad essa che, sradicata, viene a contatto con ambienti e stili di vita che, come successo, la disturbano (eufemismo).
      Sai come la penso sugli invasori e su cosa deve essere fatto.

      No, passare decine di minuti, a truccarsi, certamente tutti i giorni, non è positivo. Non fa bene rincoglionirsi di furbofoni ma neppure di trucco o di qualsiasi altra cosa.

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    2. Truccodipendente?!Vanesia?
      Ma come fai a dare i giudizi morali su una persona basandosi sul fatto che si trucca?
      Passare decine di minuti a truccarsi non va bene?
      E chi lo dice?
      Allora anche il tango o le passeggiate per i monti.

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    3. La tipa ha passato 40' a truccarsi e, quando io ero salito, stava già cipollandosi.
      Quindi, per i miei criteri, visto che scrivo il mio pensiero, ella ha dedicato un tempo eccessivo a quell'attività.
      Scusate, ma se vedeste un tale che si lustra le scarpe per 40' o ancor più, cosa direste?
      Peraltro, truccodipendente è un termine preciso.
      Vanesia è un termine preciso, visto che ella agisce esageratamente per vanità ovvero per ostentare le proprie (presunte) qualità fisica (bellezza?).
      In italiano le parole hanno un senso.
      E' un giudizio morale? Boh. Non mi interessa.

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    4. Fare una ricerca in merito alle "attività sostitutive" secondo T.J. Kaczynski può aiutare ad approfondire il concetto. Il signore in questione era (forse) un pazzo, ma d'un tipo molto lucido e, tra indiscutibili vaneggiamenti, ha enunciato diverse cosette interessanti e addirittura condivisibili.

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    5. Non c'è nulla di più importae (necessario) del superfluo diceva Wilde, odiato da tutti i moralisti.
      Fin qui la prima metà.
      La seconda metà della verità è che - egli aggiungeva - Bisogna avere MOLTI vizi affinché nessuno prevalga.

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  5. Penso che più che odio l'intabarrata provasse invidia per la cosiddetta (da loro) puttana occidentale, ovvero la donna libera che fa quel cazzo che vuole in treno, a casa, per strada... come leggere un libro o truccarsi o andare in giro in minigonna o con un casco di banane in testa..cosa che lei non puo' fare. Se potesse, vorrebbe essere come lei, ma non puó e questo scatena risentimento.

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  6. e comunque una cosa è certa. la figlia della musulmana tra 15 anni vorrà la minigonna e truccarsi come una puttana. e con queste cose che si fa l'integrazione

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    1. "Adesso, sperare che i figli degli immigrati diventino tutti drogati, smidollati, metrosexual, che le figlie diventino tutte zoccole, un po' come i vostri figli, in modo da "neutralizzarli", mi fa veramente ridere, per l'assurdità e l'excusatio non petita su livelli multipli.

      Anche io non mi capacito di come si possano scrivere e pensare certe cose, da fette di kebab sugli occhi. Sono allibito.

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    2. Francesco, ma dove vivi?!?!
      Non ricordo se ho già scriito che in treno vedo giovani donne che, da un giorno all'altro, iniziano a velarsi, MAI il contrario.
      E' noto che il radicalismo è un problema diffuso nelle seconde o terze o ennesime generazioni.
      Il velo e le leggi islamiche diventano segni e agire identitari per "segnare" il territorio.
      Ci saranno casi di emancipazione ma sono minoritari rispetto a quelli di ripresa e rafforzamento identitari e religiosi.
      Probabilmente tu vivi nel tuo mondo, poco a contatto colle masse nei luoghi di imposta convivenza come, appunto, i mezzi pubblici.
      E non è certo questione di classe, alla quale qualche patetico sociologo marxistoide da strapazzo vorrebbe "coreggere" la realtà, visto che molti "doni, ricchezze, opportunità" assassini, stragisti furono, sono e saranno di censo medio o elevato.

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    3. Leggo ora che Lorenzo aveva fatto osservazioni simili.

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    4. Quello che vale oggi non vale domani

      Ma magari mark renthon porta ancora i pantaloni a zampa di elefante

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    5. Invece per i tuoi amici kebabbari quello che valeva 1400 anni fà vale anche oggi. Si sono inventati pure il burkini pur di non mandare al mare le donne senza un centimetro quadrato di pelle scoperta e secondo te tra 15 anni andranno in giro vestite da zoccole? Scusa se sono un filino scettico...

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    6. 20 anni fa in tunisia e 30/40 anni fa in afghanistan le donne andavano in giro senza velo. Persino in minigonna. Basta una banale ricerca su Google per saperlo...

      A proposito.... a me il kebab fa schifo. La storia piace

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    7. > 20 anni fa in tunisia e 30/40 anni fa in afghanistan le donne andavano in giro senza velo. Persino in minigonna.

      Appunto.
      Prego, osservare come girano ora le donne nella maggior parte dei paesi islamici.
      Ci sono alcune eccezioni, come Iran, c'era la Libia ma i terrorsiti franco statunitensi lo hanno assassinato e si preparavano a fare lo stesso con Assad.
      Vedre la trasformazione della societa' palestinese che era la piu' laica del vicino e medio oriente.

      Vedre come girano le donne nelle banlieue o in altre basi islamiche come Molenbeek.
      Mah.

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    8. Il mndo islamico non e' tutto uguale.
      La Persia, in esso, rappresenta un'altra via.
      Non per niente c'e' un conflitto tra la merda salafita wahabita sunnita e la Persia.

      Poi inutile che citi la pena di morte a me, sai che posizioni ho.
      In ogni caso non ho alcuna voglia di fare l'avvocato della Persia ne' di esiire un po' di immagini di delizie in altri "paradisi" islamici.

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    12. > non fare l'avvocato di cose, contesti, tempo/spazi di cui non sai niente

      Lorenzo, ti piace fare il tuttologo ma non ti fa onore.
      In giro ci sono centinaia di filmati, video nei quali viene ripresa la società persiana. Un po' come la Turchia, direi.
      Le barbarie saudite o afgane o pachistane, etc. ci sono ma in misura sensibilmente minore. Poi c'è anche lì una distanza tra città e zone rurali.
      L'ugualismo non funziona neppure col mondo islamico.

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    13. Osservazioni pertinenti.
      Ciò nonostante l'Iran non è l'Arabia Saudita o il Pachistan.
      Postmessa: non vorrei vivere in nessuno di quei due paesi. Ma sotto tortura scegliere il primo.

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  7. Era una donna magrebina? Di solito loro non si truccano (o forse quelle che ho visto io non si truccano, in quanto povere). Le donne turche, arabe, iraniane, medio-orientali, abbiano il velo o meno, si truccano eccome. Anche le donne col velo hanno una cura particolare a viso e occhi. Certo, probabilmente non le "popolane", tipo quelle che vanno a fare le pulizie o a lavorare nei campi... probabilmente non si possono permettere trucchi costosi. Ma non credo odiasse l'altra, probabilmente desiderava moltissimo poterlo fare anche lei.

    Essere truccate e ben vestite è una sorta di status symbol, credo in ogni zona del mondo...

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    1. Si, un treno in Emilistan, pieno di robaccia islamica che mi viene da bestemmiare, allahrluridomaiale che li strafulmini!

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  8. Quando ci saranno le prime stragi in Italia, qualcuno inizierà a destarsi.

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  9. Comunque ci stiamo integrando in fretta.

    Oggi poi ho assistito a una scena da delirio.

    Vado all'ospedale e lascio la macchina in un parcheggio a pagamento. Finita la visita esco dall'ambulatorio, pago il biglietto, prendo la macchina e mi incolonno dietro le altre che aspettavano in fila dietro la sbarra. Dopo cinque minuti che la fila non si muove, scruto l'orizzonte e noto che c'è trambusto vicino alla colonnina, ci sono dei tizi che si agitano. Schiamazzi. In quella vedo arrivare di fretta due guardie provenienti dal vicino pronto soccorso, probabilmente allertate da qualcuno. A quel punto scendiamo dalle auto per vedere cosa stava accadendo e scopriamo che due di 'sti merdosi stranieri si erano messi davanti alla colonnina, impedendo di inserire il biglietto se non gli si lasciava l'euro, a mò di tangente. MA PORCOD**!!!

    Bisogna andare in giro con il lanciafiamme.

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    1. In un paese civile si pigliano i due e si applica loro, una prima volta, una pena equa, rieducativa (ad esempio, per 60 giorni recuperare immondizia, differenziarla, un giorno scontato per ogni 5 quintali di rifiuti raccolti).
      La seconda volta li si mette in carcere per tre anni.
      La terza volta entrano in carcere e non escono più.
      Come negli SUA, la pena deve essere progressiva: ti diamo due o tre possibilità, poi vieni eliminato dalla società perché sei nocivo, criminale, molesto.

      Nel caso, essendo invasori, vengono rimpatriati nel giro di 24h, schedatura DNA e pena capitale in caso di rientro in Italia.
      Questo, ovviamente, richiedere azioni piuttosto incisive sui paesi di origine, modifiche del diritto storto, nazionale e internazionale.
      Del resto, in tempi di guerra migratoria, è proprio il cavillismo tecnico pseudogioridico a venir utilizzato per mettere sabbia nella macchina della giustizia per renderla inefficace (o, peggio, semplicemente ingiusta e vessatoria con le vittime/onesti).

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  10. Purtroppo è ciò che succede da mesi, da anni.
    Auguro agli scafisti rossi e bianchi ogni disgrazia.

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