venerdì 9 giugno 2017

Le note, commozione e odio

Ieri sera saggio della scuola di musica della valle (alta e media). Non mi piacciono i saggi, non di rado le esibizioni sono patetiche. Esitavo ieri; mio figlio però ci teneva; dato che la frequentazioni si sono rarefatte, considerata la sua maggior autonomia, ho vinto la mia ritrosia.
Sì, alcune esibizioni sono state di piccoli musicisti acerbi, alcuni proprio 'un gliela posso fa', premiamo la volontà. Altre no: ci sono stati ragazzi* che hanno suonato con maestria, flauto traverso, piano, clarinetto, voce, violino, ... in un bel repertorio jazz, popolare, classico, contemporaneo.
Io mi emozionavo, a tratti mi sono commosso. C'era maestria e un primo fiorire di capacità di interpretazione, colorare le suonate con la propria anima, oltre la tecnica andando allo spirito, primo segno di eccellenza.
Anche il fratellastro di UnBipede (non parlerò del mio prodotto qui) ha suonato al piano un pezzo di Bach con arte e interpretazione; poi una clarinettista accompagnata dal suo maestro al piano.
Che meraviglia!
E' stato un lungo bagno nell'acqua fresca e cristallina di un buon mondo che esiste ancora, che c'è e lavora con arte, disciplina, grazia, impegno.
Pensavo a questa somma arte della musica, al bel canto di una giovane ragazza  (un po' schiva mi ha detto, quando mi sono complimentato con lei, che non può studiare canto, mi ha un po' rattristito questo), all'arte che riceviamo dal passato e che abbiamo l'obbligo morale di tramandare.
I figli degli invasori che arrivano al il 40% in alcune classi  (dei quali una buona metà se non i due terzi islamici) non c'erano, non: uno.
Eppure non mancavano i ragazzi di alcune famiglie italiane modeste, certamente avranno fatto fatica a sostenere l'impegno economico. Ecco il segno della Cultura e l'abominio della barbarie, la Grazia che sposta le montagne e l'abrutimento.
La barbarie avanza, il merdame islamico, le masse di bruti obnubilati da quel libro scritto da un poveraccio problematico che avrebbe versato piombo fuso nelle orecchie di chi ascolta musica, la feccia barbara iconoclasta, articida cresce.
Cosa succederà alle nostre arti quando questo tumore avrà reso il nostro Giardino, Italia ed Europa belle, come gli orridi , squallidi inferni dai quali ci invadono? Questo è il destino (francamente la follia permea pure il Regno Unito, il caos, lo sbandamento crescono anche là).
L'odio per i sinistranti che apologizzano, sostengono la sirianizzazone cresce.

45 commenti:

  1. mia figlia avrebbe fatto compagnia ai musulmani, ma neanche sotto tortura la portavi a sentire musica classica. al massimo guè pequeno

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    1. Non solo classica, ieri, anche molti altri generi.

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    2. c'era guè pequeno? o similare? sennò stava a casa sua. magari a spippolare

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    3. No, c'era il fratello di uomino che suonava il pianoforte, era andato là per lui. È una cosa carina.

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    4. Ah che bello, e che strumento suona?

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    5. Il 99% degli adolescenti ascolta rock, hiphop e musica commerciale. Io stesso ascolto solo musica rock e pop, straniera e italiana. Ed è 50 anni che è cosi.

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    6. Bisogna fare i conti con la realtà

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    7. Ad essere onesti: forse in casa mia c'è un bias: ascoltiamo anche musica classica... se la musica classica è orecchiabile (non Rachmaninov per dire) allora piace.
      Ho scoperto oggi che a scuola mettono musica in certe ore. Alla parete c'erano le seguenti copertine: arie d'opera, Bach, Vivaldi, Mozart, Beethoven, Chopin, e altri che non ricordo. Cioè: la maestra di mio figlio, turca, gli mette su la musica CLASSICA EUROPEA quando devono, per esempio, disegnare. I bambini apprezzano.

      Ovviamente, i bambini sono esposti a tutto il resto quindi vai di giochini (Minecraft (da anni ormai) e compagnia bella) e musica moderna (noi ci becchiamo tutto: pop e trash americana, turca, italiana, tedesca, ... anche qui anni fa andava PSY e gangnam style come in Europa. Nelle grandi metropoli non c'è alcun gap per musica e stronzate, tipo la stress sarki (non so il nome inglese, ora mi sfugge... insomma quella specie ti trottola da dito), i loom (anni fa ormai), lo slime fai-da-te con il borace, ...

      Io lo so chi è Gue Pequeno, anche se ascolto Bach... diciamo che lo conosco per via di Rovazzi.
      Secondo me, tutti, anche Fedez (per dire un nome), hanno cominciato con Bach e Mozart da piccoli.

      Bach è molto importante perché ha stabilito le regole dell'armonia. Un mio amico musicista (e matematico) mi spiegava che "Bach dimostrava teoremi con le sue opere" (vabeh, era un po' drammatico, ma rende molto l'idea).
      Le regole dell'armonia di Bach sono usate da TUTTA la musica occidentale (anche quelle ultra-moderne). Invece, le musiche turche e orientali che vi fanno tanto ridere hanno la loro base in una diversa armonia. Purtroppo non ne so molto di più, ma è un argomento molto interessante (per me almeno).

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    8. Ah, sì, vero.

      Qui hanno 8 zampe. Come sono i bias lì da te?

      Dai, riformulo: in casa mia c'è una propensione ad ascoltare anche musica classica e in genere ci piace.
      Quindi, i miei figli sono esposti alla musica classica anche tramite me.
      Non gliela impongo, però la sentono e indubbiamente piace loro.

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    9. Lorenzo mi duole senza finta ironia farti notare che Francesco generalizza sugli adolescenti in egual modo e misura tua quando generilizzi sulle donne.

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    11. Lorenzo, se tu avessi un figlio come minimo ti accoltella nel sonno

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    12. di quello che vuoi. uno incapace di rapportarsi col mondo col figlio si comporterebbe anche peggio. parlo di te, qualora non te ne fossi accorto.

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    13. Mah... in un campione statistico mi domando quanti adolescenti preferiscano ascoltare musica moderna e quanti lasciati liberi si scegliere si recherebbero ad un concerto di musica classica. Ammmetto che Allevi (per quanto mi riguarda un borioso incompetente) abbia riportato in auge una certo interesse... ma anche al netto del fenomeno dubito che la percentuale sia superiore al 10/15.
      Non vedo nemmeno per altro perché sia necessario classificare la musica moderna come inferiore.
      Per quel che mi riguarda io, nipote di pianista, ho studiato a mia volta musica e piano per anni (costretta) e mi piace particolarmente la musica da camera, con il violoncello che rimane il mio strumento a corda preferito. A 17-18 anni però ascoltavo tutt'altro eh, e ancora nel mio quotidiano ascolto pop, lasciando quartetti, suite e leader a momenti di concentrazione ben diversi.
      Da notare che ho diversi amici diplomati in conservatorio che di preferenza ascoltano anch'essi pop e che nel contempo hanno una cultura musicale notevole.

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    14. Ma dai Lorenzo!
      Lo so che tu avvochi il giudizio universale da padre padrone veterotestamentario, ma non ha senso, specie in questo contesto.
      Tra il proporre un ventaglio di conoscenze e l'imporre una specifica c'è un abisso, così come c'è tra il padre padrone e il padre amico.
      Una volta che hai trascinato il diciassettenne di turno ad un concerto orchestrale o a sentire la Boheme che cosa hai capito? Hai allargato i suoi orizzonti in modo costruttivo o hai ingenerato una ulteriore chiusura rispetto ad una eventuale successiva proposta?

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    15. A maggior ragione Lorenzo. Hai proposto le varie alternative prima (ed alcune imprescindibili le hai imposte). Dopo 17 anni ottieni un adolescente a cui puoi pure permetterti di far scegliere se andare o non andare ad assistere all'Aida o a sentire Wagner senza farti cadere la corona. Non credo che a parte rarissimi casi l'adolescente scelga il concerto.
      Il dialogo non è tra pari fino ad un certo punto, poi i ruoli cambiano ed i rapporti pure.

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    16. Purtroppo non ho letto tutti gli interventi, per mancanza di tempo.
      Mio figlio ha avuto un'educazione musicale varia, non approfondita (sua madre e io non siamo musicisti, musicologhi o esperti) ma neppure banale o commerciale.
      Musica buona non è mai mancata fosse jazz, popolare tradizionale, classica, techno, strumentale, elettronica, europea o esotica, profana o religiosa.
      Alle orecchie di UnBipede arrivano Ghali (si chiama così?) e il trap, canti gregoriani, i Queen, Dvorak e Ziggy Marley, Chopin e le tarantelle del Gargano dei Cantori di Carpino, la techno di Jeff Mills e mille autori suoi che mi presenta.
      Nei vari generi, ha gusti abbastanza precisi e tende a riconoscere tessiture e ricchezza da banalità e commercialate.
      A volte ascolta anche le commercialate come succede che, di fronte ad un morso di fame, uno si pigli un pugno di patatine fritte: ci sta anche quello, no!?

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  2. Io amo la musica in generale e quella classica in particolare (specialmente la musica barocca). Non ho però un'educazione alla musica, non suono alcuno strumento. Ho solo un buon orecchio e sono intonata, ecco.
    È successo che, nell'ultimo mese, mio figlio si è messo da solo a imparare melodie ad una specie di pianola giocattolo. Al momento, sa suonare la sonata alla turca (un classico di Mozart) e varie altre. A settembre lo manderemo da un'insegnante di piano... in realtà, potremmo anche mandarlo come privatista alla scuola di musica (dove lo prendono solo se reputano che abbia potenziale a riguardo) ma la cosa è capitata inaspettata, un mese fa nemmeno lo guardava quella pianola.
    Io non credo avrei avuto gran talento al piano ma sicuramente sapere suonare è una grande cosa in sè. Io non so cosa farei se non potessi cantare per me stessa, è qualcosa che mi rilassa e mi riempie di gioia.
    Allo stesso modo, immagino che il saper suonare e tirare fuori la melodia che si vuole da uno strumento sia qualcosa che dia un'enorme soddisfazione, indipendentemente dall'esibirsi o meno.
    Comunque, condivido in pieno il fatto di avere una grossa eredità lasciataci dai musicisti europei (dove italiani e tedeschi hanno avuto un ruolo determinante) e che tale patrimonio vada valorizzato, conoscendolo, studiandolo. Non per essere una parruccona retrograda, ma c'è tantissima bellezza nella musica di Bach e di Vivaldi (per dire).

    Cosa suona tuo figlio? (se lo vuoi dire)

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  3. Oggi parto per la Val Badia, sette ore in macchina con Mozart, Coldplay, Gorillaz, EL&P, Bach, Keith Jarrett e altre robe. Ai giovani d'oggi manca lo spaziare. Sono a compartimenti stagni. perché spaziare giova alla mente, ma non ai mercati.

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    1. Sono del "ramo" e ti posso assicurare che è tutta solo ignoranza (nel senso descrittivo, senza intenzioni moralistiche) -- non sanno che certe cose esistono. Quando li indirizzo, quelli che scoprono motivi di interesse in "materiali musicali" che paiono snobbati sono più di quelli che potreste credere. Del resto, e hai ragione da vendere, quali sono i "canali" di massima penetrazione tramite i quali passa la "informazione" sull'esistente musicali? Che finalità hanno? Che fonti di finanziamento? Non stupiamoci che seminino solo l'immondizia che vendono, cercando di nascondere sotto allo zerbino quel materiale di valore che non fa capo al loro "giro d'affari". Del resto sbaglieremmo a credere che sia una novità di questi tempi -- anche quand'ero ragazzo io, negli anni '70 e '80, era così.

      Ah, prima che qualcuno si scandalizzi e mi dia del "purista", son solito spaziare alquanto e trovo motivi di interesse (sottile ma non troppo la distinzione tra interesse, entusiasmo e coinvolgimento) praticamente in ogni genere, purché sia "roba" di qualità. Sì, esistono cose almeno argute anche negli ambiti di genere solitamente considerati più monnezzosi! E' che "non tirano" (ovvero non fanno capo agli ambienti dove girano i soldini, il primum movens dei nostri tempi).

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    3. Per dire... nel 2013.

      Poi, certo, andando più indietro si trovano cosette tipo questa, o questa o, inarrivabile, quest'altra. D'accordo che il livello è ancora più elevato, ma non è che perché il platino ha grande valore allora l'oro non vale nulla!

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    4. e cosa c'entrano PFM e Garbo con la musica classica? ai nostri tempi erano l'equivalente di Guè Pequeno e Marracash. è proprio che capisci poco, ma proprio poco. anzi un cazzo

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    5. ma grazie a dio non siano della stessa categoria. ringrazio il cielo di alzarmi al mattino ed essere diverso da te. oddio, tutti sono diversi da te, a ragion del vero. non ti lascio il diritto di dire minchiate in solitaria. la PFM aveva per, per dire, la chitarra elettrica. Verdi non ne poteva disporre. se vuoi provo col disegnino, caso mai non ci arrivassi.

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    6. Guarda, se mi davi del coglione era più azzeccato di inadeguato. Detto da uno che vive alle spalle e ai margini della società suona così ridicolo....

      Tornando alla parte grosso modo normale del discorso, 40 anni fa un nostro coetaneo avrebbe detto che Claudio Villa e il quartetto cetra erano più bravi, più capaci della pfm. Noi adolescenti li avremmo sfanculati. Tu oggi pretendi di ritenere ghali, coez, salmo il nulla, il vuoto pneumatico. Si chiamano gusti, tempi, mode. Possono non piacerti, ma vanno rispettati. Oddio, tu non rispetti nessuno, che pretendo....

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    7. Scusate mi intrometto in questo discorso (reale vs virtuale ingegnerizzato, estremamente interessante) e scusate anche che vado piuttosto di fretta quindi lascio lì alcune osservazioni (frettolose anche queste).

      Premetto: come si è passati dai computer a schede perforate a quelli attuali, probabilmente c'è ancora ampio margine per ulteriori salti tecnologici in avanti (etc).
      Comunque mi trovo spesso a sbattere contro (per via del mio lavoro) con i limiti del digitale.
      Tipo, quando si parla di riconoscimento di immagini e pattern, io che mi scrivo da sola i miei codicini (script in qualche linguaggio apposito per processare una serie di immagini) vedo quanto l'occhio umano (inteso: occhio più tutto il sistema percettivo nel cervello) sia estremamente più sofisticato rispetto al più sofisticato algoritmo di riconoscimento.
      Certo, io non sono un'esperta di riconoscimento di immagini, ma mi ritengo piuttosto brava. Oh, davvero, ogni volta che provi un algoritmo che ti dovrebbe riconoscere un set di cose, spingendo i vari parametri al limite (tipo: diminuendo il contrasto, aumentando il noise/signal ratio, etc) si trova sempre una condizione che un umano riconosce ma un algoritmo no.

      Inoltre, avete mai provato a falsificare dei dati? Non che io lo faccia, eh, ma di solito si riconosce subito cosa viene fuori da un esperimento e cosa viene fuori da una simulazione.
      Nel caso della musica, mi aspetto che per quanto sofisticato sia il programma per "produrre il suono", un orecchio fino riesce a percepire le differenze tra esecuzione reale ed esecuzione artefatta. Se un orecchio non è abituato, certo che no, sono dell'opinione che ci sono vie di produrre brani interamente digitalizzati che suonino molto realistici... ma se uno fa attenzione si sente come la voce di un cantante sia "affascinante" proprio per il fatto di avere qualche sorta di "imperfezione" (magari una voce un po' rauca, leggermente "ruvida"... ). La voce di qualcuno dipende da un sacco di fattori, per esempio la forma stessa del cranio e delle sue cavità la influenzano.

      Insomma: se uno ha l'occhio o l'orecchio allenato, riesce a distinguere cosa è reale e cosa è "virtuale ingegnerizzato".

      Certe bellezze reali sono difficilissime da riprodurre in modo ingegnerizzato. Con l'ingegnerizzazione hai un protocollo che ti produce cose (magari molto sofisticate e ben fatte) che devono tutte rispettare un certo standard. L'esecuzione di una musica "reale" invece è meno omogenea, più prona all'interpretazione personale.
      Se io ascolto passivamente, forse il brano sempre uguale da' più sicurezza.
      Se invece la musica è cosa viva e si vive come cosa da suonare, cantare, tramandare, allora è impensabile affidarsi solamente ad una riproduzione sempre uguale.

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    8. Linguaggio? Articolazione del pensiero? Ora, va bene tutto, ma io in italiano mi esprimo quanto se non meglio di te. Rispetto a te le differenze sono tante. Alcune ci stanno, e si chiamano divergenze di pensiero. Ci sta meno il tuo ergerti a eletto, ma ci passiamo sopra. Sono evidenti a tutti i tuoi disturbi mentali e relazionali. Quello che reggo meno, ed è l'unico motivo mi diverto a replicare, è come possa pontificare una persona per la quale il martedi è uguale alla domenica. E bada bene, non lo faccio per te, stante questa sia palese la tua inutilità sociale e umana. Lo faccio per tutti coloro che ogni tanto ti danno ragione, perché magari un secondo dopo possano dire "ho dato ragione a Lorenzo, ma Lorenzo che minchia fa nella vita? Che contributo gli ha dato?".
      Ciao napalm 51, salutami ammammete. Augurandole tanta salute.

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    9. Lorenzo, a parte il diverbio con Francesco (che non mi interessa), dici tante cose che considero giuste, però sei un po' troppo radicale.

      Mi spiego brevemente: fare musica col mezzo digitale non ha niente di negativo in sè, il mezzo digitale è uno strumento e come tale può essere impiegato bene o male, con intelligenza o meno, con scopi benevoli o malevoli. Aggiungo pure che è uno strumento che ha messo nelle mani di tanti musicisti "come si deve" delle possibilità prima impensabili e, fattore non secondario, a costi letteralmente risibili.

      Il flusso di lavoro, poi, non è detta che venga modificato dall'impiego del mezzo digitale, ma avere la possibilità di modificarlo non fa che ampliare la "tavolozza dei colori" tra le mani di chi fa musica.

      Il problema non sta nello strumento, sta nelle INTENZIONI di chi lo usa. E, lo ammetto, anche nelle sue potenzialità artistiche (ma qui si apre tutto un capitolo di opinabilità, quindi lascio perdere).

      Ah, un altro problema, colossale, sta nelle intenzioni di chi pilota il musicista quando intende tentare la strada della notorietà. A quel punto parlare di arte diventa improprio, come hai giustamente osservato. E questo vale ogni volta in cui si passa dallo spessore artistico della realizzazione alla sua dimensione monumentale -- la monumentalità, da sempre, richiede la movimentazione di risorse assurdamente (insensatamente) enormi e, da sempre, tende ad essere implacabilmente nemica dell'arte. Anche quando la monumentalità sta semplicemente nella mole delle vendite d'un "prodotto" musicale (termine che non per niente detesto e rifuggo).

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    10. "Il problema non sta nello strumento, sta nelle INTENZIONI di chi lo usa. E, lo ammetto, anche nelle sue potenzialità artistiche [...]"

      "Sue" non è riferito allo strumento, bensì a colui che usa lo strumento stesso. Ho usato un'espressione ambigua.

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    11. Dai che ora tocca a te essere attaccato dal napalm51 di Cinisello!

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    12. C'è del vero in quel che scrivi, ma la casistica è molto più ampia. Esiste quel che descrivi ed esiste anche altro. Ad esempio... sul finire degli anni '80 ci "consorziammo" in tre amici per acquistare un registratore a 16 tracce. Non un apparecchio ultraprofessionale, diciamo un apparecchio amatoriale avanzato. Con mixer dello stesso livello. Niente effetti. Niente "monitor". Totale, dodicimilioniquattrocentomila lire tonde tonde. Una cifra! Ogni nastro (mezz'ora di registrazione) costava la bellezza di novantacinquemila lire!

      Passano trent'anni.

      Oggi registro con qualità migliore e possibilità molto più avanzate che emulano uno studio professionale del 1988 usando un PC da cinquecento euro e una scheda audio da duecento! Con un hard disk da un tera (diciamo un'ottantina d'euro) ho a disposizione uno spazio di registrazione che, a sedici tracce, si aggira sulle dodici ore, cancellabili e riregistrabili una quantità ennesima di volte. Volendo posso sovrapporre non sedici, ma trentadue, quarantotto, anche sessanta e più tracce prima che il PC cominci a mostrare la corda. Il tutto con programmi gratuiti o addirittura open source che per un uso amatoriale avanzato (o professionale non troppo ambizioso) sono semplicemente ottimi.

      ...e potrei elencare mille altre preziose caratteristiche che non sostituiscono quelle già disponibili con i registratori a nastro del 1988, bensì le potenziano, le amplificano e le integrano al meglio abbattendo i costi. Abbattere i costi significa aprire potenzialmente la strada alla creatività di una miriade di persone che altrimenti ne sarebbero escluse.

      Impeccabile, invece, il tuo ragionamento in merito all'importanza dell'acquisizione manuale e non troppo "assistita" delle abilità di base (oggi si ama dire "delle competenze): solo dopo aver capito cosa si sta facendo si mette veramente a frutto la "magia" delle apparecchiature attuali; diversamente ci si lascia 1. dominare e 2. sostituire dagli automatismi. Il che, anche secondo me, è MALE.

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    13. Adesso ai concerti usano l'Auto-tune, che è l'ultima evoluzione del macchinario per modificare la voce. L'Auto-tune corregge l'intonazione in tempo reale, quindi la "stecca" è diventata impossibile. Così facendo hanno appiattito verso il basso il livello dei cantanti e anche quelli mediocri possono vantarsi di essere degli "artisti". Ringraziamo la tecnologia, R.I.P. talento.

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    14. Ah beh, di sicuro in questo caso l'auto-tune sarebbe un investimento sprecato.

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  4. Il rap in Italia è esploso molto tardi, ma è nato in America negli anni '70 ed è fiorito a New York nel '77 insieme al punk e alla disco music. Gue Pegueno non è un fenomeno musicale degli ultimi anni, fa rap da più di 15 anni. Il fenomeno musicale che scimmiotta un genere serio come il rap (che può piacere o meno) è un altro e Gue Pegueno non c'entra nulla con loro. Non so spiegare il motivo per cui ai ragazzini piace così tanto il genere, sono usciti anche tanti rapper nuovi, ma di nuovo non c'è nulla. Musicalmente non valgono niente e non apportano freschezza. In pratica in Italia ultimamente è diventato pop uno dei generi musicali meno mainstrean della storia della musica.

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    1. Il condizionamento invasivo è stato concretizzato negli anni '80, con l'iper-trofia del mezzo televisivo.
      { vabbé, Ray Bradbury lo aveva preconizzato nei dettagli già nel 1953, in “Fahrenheit 451” }.

      Guè Pequeno dovrebbe essere [ questo tamarro qua ].

      Fa figo atteggiarsi a boss di quartiere ma dei boss c'è ne sono pochi, la selezione della giungla condanna i più a mansioni subalterne e servili, se non all'esilio in altri territori urbani liberi oppure nei quali la Legge di strada è lasca.

      C'è però da dire che i personaggi socialmente negativi attecchiscono, da alcuni decenni, nell'immaginario di una borghesia occidentale viziata e viziosa, decadente, in cerca di emozioni in prestito che le esistenze noiose a cliché non pompano nel sangue e nei muscoli avvizziti.

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    2. Mio nonno, il pianista di cui sopra, era del '13. Impediva a mia madre del '50 di ascoltare i Beatles perché "sono dei capelloni che non dicono niente".
      Ti suona familiare?;P

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    3. Lascia stare Lorenzo che con la mia famiglia caschi malissimo in questo senso.

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    4. Alla base di tutto il discorso (non solo di questo filone sui Beatles) c'è la volontà o l'assenza di volontà di fermarsi un momento a pensare con la propria testa. Questo cerco di insegnare ai ragazzini: pensa con la tua testa! Con successo alterno, però mi pregio di buttare lì qualche semino -- tanti seccheranno, probabilmente la maggior parte, qualcun altro germinerà e diverrà una persona diversa da me, magari opposta a me, ma proprio per questo autonoma. A quel punto, forse, mi lascerò andare a un fugace istante di speranza. Appena prima di tornare coi piedi per terra.

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    5. Giusto, Lorenzo, e non dimenticare un altro ingrediente importante: l'attitudine a mettere in dubbio le cose e gli eventi con i quali ci si trova ad avere a che fare. Se non dubiti, non c'è approccio analitico. Se non c'è approccio analitico non c'è comprensione. Senza comprensione è impossibile il pensiero autonomo.

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    6. Lorenzo: "sarei curioso di sapere dove sono finiti i famosi 500 euro del 'bonus' renziano"

      Facile: a ingrassare il debito pubblico, come un'infinità di altri provvedimenti non veramente finalizzati agli interessi degli Italiani.

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    7. Vabbè, ridurre Il conte di Montecristo a un romanzo di “vendetta mafiosa” è una riduzione della riduzione della riduzione ... fino a perdere il senso ... tipica di chi è ossessionato dalla ricerca dei minimi comuni denominatori.
      Giusto per tenere il mondo lontano dalla propria torre d'avorio, paventando in un contesto virtuale di sapere = avere capito tutto.

      { onfrontare il personaggio del conte con Gué Pequeno, per farsi una idea }.

      Le vicissitudini del conte sono situazionate tra il Mediterraneo e la Francia, e gli intrighi della restaurazione post-napoleonica.

      Il personaggio di Robin Hood sarebbe intercalato nella crociata in Terra Santa nella quale era impegnato RIccardo Cuor di Leone, e la sua azione avrebbe avuto connotati politici, anche declinati nella nota giustizia sociale eseguita attraverso la re-distribuzione di parte del bottino ai bisognosi.

      Ma non è nato come prodotto mainstream.

      Le sue origini sono piuttosto dubbie, la codifica in eroe eseguita spontaneamente dalla parola popolare, sono attestate “ballate” che ne cantano le gesta ... fino a varie interpretazioni, alcune riprese anche nel formato cinematografico.

      Quello che è pure cambiato, tra queste storie e quelle dei rapper, è l'ampiezza panoramica e storica : le metropoli sono cresciute in modo abnorme, ogni sudicio vicolo è diventato la Terra di un piccolo boss che canta a raffica il proprio ego ipertrofico.
      E la storia di un giorno è diventata La Storia.
      Tutto, anche il protagonista, è vittima dell'urgenza del momento.
      Che pressata dalla voglia di quattrini dell'industria, diventa banalità.
      Ogni cagata di questa tempesta di meteore musicali – qualcuno si ricorda di Eminem ? – viene promossa dall'industria musicale, con tempi sempre più rapidi tra l'evidenziarsi di un “talento” e la sua promozione a big.
      Tanto che, presi dall'emergenza di arrivare prima della concorrenza, e di saturare le vite della gente di cazzate, s'è perso per strada il talento : guardate le varie trasmissioni televisive dette talent show.

      Mentre la letteratura mainstream aveva un finale moraleggiante per educare il popolo, con l'hard boiled – da cui l'europeo noir ... prima cosa che mi viene in mente – prende concretezza il fascino del crimine sanguigno, meno mediato e intellettuale, quindi adatto alle masse.

      Il criminale è un cliché osannato, vedi – ad esempio – le centinaia di milioni di dischi dei rapper, venduti e scaricati.
      Smercio di emozioni pre-confezionate, per gente timorosa di farsi anche solo qualche graffio.

      ===

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