mercoledì 12 marzo 2014

Colle vite degli altri

  • La libertà è preziosa e quindi costa.

Mentre i mezzi di inquinamento di massa portano l'attenzione sulla questione delle quote rosa nel porchitalicum renzusconico che il parlamento sta con fatica evacuando - l'antipolitica che si autonutre del peggio - passa in sordina l'ennesimo attacco alla libertà (delle donne).
Avrei potuto scegliere anche un'altra frase per aprire questa pagina. Se lo stato e le masse democraticamente democratiche in val di Susa fanno i froci col culo dei valsusini, qui abbiamo i cattocattolici che fanno i moralisti con le vite degli altri.
La storia di Valentina e del suo compagno è paradigmatica: obiezione di coscienza all'aborto falsipocrita, leggi liberticide che impediscono le diagnosi preimpianto, un panorama desolante in cui intere province non hanno un nosocomio pubblico in cui poter abortire. 2014, Italia, stato clericale del vaticancro.

Il pensiero monoteista, quello cattolico in particolare, si rivelano, ancora una volta, morali, anti etici.
Qui, ora, io sono favorevole alla rupe tarpea, all'aborto come extrema ratio in quanto atti ecologici; non capisco perché uno stato dovrebbe entrare nella vita delle coppie e nell'utero delle donne e stabilire cosa esse debbano (non) fare. Uno dei motivi per cui io considero estremamente pericolosa l'immigrazione di massa islamica, è il ritorno alla teocrazia che essa comporta (il merdame cattolico poca cosa è rispetto a quello islamico).
La libertà (di coscienza) è preziosa e quindi costa.
Lo avevo anticipato ieri: obiezione di coscienza dei medici cattolici nelle strutture sanitarie pubbliche?! Fosse per me non sarebbe semplicemente impossibile: fai il il medico cattolico se eserciti in strutture cattoliche con fondi e stipendio cattolici, altrimenti se sei in una struttura non deista, laica, con stipendio laico, fai gli aborti che ti vengono chiesti, altrimenti dal giorno dopo sei fuori a pedate nel culo e vai a cercare posto nei nosocomi cattolici.
La tua libertà di coscienza deve avere un costo, altrimenti diventa ipocrisia moralista. Ci sono alcuni eroi civili che pagano salata la loro resistenza No TAV. Poi ci sono questi farabutti marci.
Detto questo, assumendo anche una posizione cattolica - non dicono solo stronzate e falsità - non è mica obbligatorio avere un figlio naturale. Valentina e Fabrizio forse non si sono accorti che esistono pure le adozioni, no!? Cazzo è 'sta fregola smaniosa di procreare a tutti i costi?


10 commenti:

  1. Pienamente d'accordo con te.
    E guarda che è un bel caso :-)

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  2. Egregio compagno Baffus
    Sai, il mio compagno è più quello degli anarchici e dei radicali che quello dei comunisti ma...
    Detto tutto ciò è molto semplice: la libertà delle donne inizia con la libertà nel gestire la propria sessualità e questo, biologicamente, significa autonomia e sovranità sulla propria biologia e sulla riproduzione.

    Quindi il metodo più efficace per sottomettere le donne (parlo di grandi numeri, ovviamente, parlo statisticamente) è quello di toglierne la libertà sessuale, sentimentale ovvero riproduttiva.

    Le strutture ideologiche delle religioni patriarcali hanno come fumo negli occhi tutto questo e da SEMPRE si oppongono a emancipazione e libertà delle donne.

    Poi quando le libertà fonfamentali - reddito, salute, mobilità (per le donne) riproduzione, contraccezione, aborto - sono assicurate, garantite, si può pensare alle libertà che stanno a livelli superiori nella piramide maslowiana.
    Insomma, 'na casa è robusta se ha buone fondamenta, inutile pensare al decoro del bagno se mancano le fondamenta, no!? Eppure, guarda cosa sta succedendo...
    Su questo, compagno Baffus, siamo d'accordo.
    E quindi ci scappa un bell'abbraccione vigoroso. :)

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  3. è lo scotto che si paga per essere se stessi, parlando di coscienza.
    chi poi insiste (a suon di fatica psicologica e money) ad avere una cosa che madre natura non t'ha concesso.. bah..

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  4. La coscienza è preziosa e quindi costa.

    Infatti, c'è anche da dire che questo accanimento riproduttivo non è che sia meglio dell'accanimento cattocattolico contro gli aborti, detta in tutta sincerità.
    Se madre natura non ti ha concesso...

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  5. Anche su questo, come sui rapporti tra le persone di sesso maschile e femminile che citavo in un mio commento precedente, il medio sentire comune si è allontanato alquanto dalla norma, cavalcando l'onda sulla scia delle leggende/allucinazioni condivise. Le religioni, in parte spontaneamente ricercate e in parte imposte dall'alto, hanno sicuramente un peso enorme sull'accaduto. L'ignoranza ad esse correlata, anch'essa in parte spontaneamente coltivata da ciascuno e in parte imposta dall'alto, fa da condimento e rende il tutto più gustoso ed indigesto al tempo stesso.

    Una domanda: quando la comunità cessa d'essere un vantaggio per l'individuo e diventa, invece, un ostacolo, un danno, cosa se non la costrizione può tenere insieme la comunità stessa? Ebbene, soffermiamoci per un attimo a riflettere sul modo e sulla quantità in cui ci costringiamo reciprocamente ad essere quello che a nessuno conviene. Fatto? Bene, ora passiamo a chiederci perché siamo costretti ad accettare la costrizione. Trovare una risposta non è così facile come sembra, quindi non sono domande banali.

    P.S. Il fuori tema è solo apparente. L'ambiguità è intenzionale, giacché non voglio rischiare di "condizionarvi" con le mie risposte.

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  6. a parte l'ultimo capoverso su Benni, TAV e dintorni, sul resto son d'accordo

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  7. x MrKeySmasher:
    Sempre di altissimo livello, i tuoi commenti. Mi fa piacere di averli qui!
    Conflitto, vecchio come il mondo, tra interesse collettivo e interesse individuale.
    Allora, da etico, da relativista, ti dico che è il contesto e l'intervallo temporale che determina la soluzione.
    Se prendi l'economia, il capitalismo, allora viene accettato che l'interesse di pochissime persone si riveli una sciagura per l'ambiente e per tutte le altre, leggi l'eccellente
    contributo di Jacopo Simonetta in Effetto Cassandra sul disastro del "marming" nelle Alpi Apuane (qui una pagina precedente sulla questione in questo diario).
    Allora per il capitalismo citronesco, interesse individuale a prescindere.
    Se però entri nella sfera di ciò che è molto personale, allora no., alora lo stato deve importi quali sostanze (non) usare, se e come fare un figlio, ti obbliga a non abortite, etc., ingerenze morali di vario tipo contro il tuo interesse individuale,

    La società è complessa e contraddittoria e ciò che tenta di regolarla è animato, quasi sempre, da intenzioni tutt'altro che nobili, anti ecologiche, immorali (nel senso della (ir)responsabilità personale e nei confronti della comunità) e finalizzata a scopi di varia natura, in genere di potere di pochi e sfruttamento e dell'ambniente e degli altri e dalla disonestà intellettuale o, per dirla alla De Benoist, non certo dalla morale dell'onore ma dalla immorale del disonore.

    Poi scriverò di Dallay Buyers Club, capita a fagiolo.

    x Francesco:
    Eh lo so che tu non accetti la morale della lotta valsusina.
    Ricordarsi la definizione laica di morale, detta con le parole di Michael Douglas in Wall Street.

    "Morale è quando uno paga per le conseguenze delle proprie azioni."

    Ciò che avviene al danno dei valsusini è massimamente immorale (appunto, fare i froci col culo degli altri).

    Un po come pontificare su come uno debba o non debba fare figli o debba o non debba subire accanimento terapeutico. Scelte immorali che cadono sulle vite degli altri.

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    1. Una comunità che ama rimarcare il proprio rispetto per l'individuo dovrebbe essere culturalmente attrezzata per riconoscere che esiste un valore che sovrasta tutti gli altri, essendo esso stesso alla base del benessere tanto dei molti quanto dei singoli: l'equilibrio, declinato in tutte le sue varianti ed applicazioni.

      Per rincorrere religioni deiste e laiche fingiamo di non renderci conto del modo in cui ci stiamo pestando i coglioni nel mortaio, lasciando così spazio di manovra a chi ha mentalità dirigenziale (il tuo filtro passamerda, ricordi?) e abilità e mezzi per trasformare i molti in troppi onde ricavarne maggior utile anche tramite l'aizzamento all'ostilità reciproca. Costoro (i dirigenti), nonostante fiumi di belle parole, non hanno la benché minima inclinazione ad un pensiero inclusivo e paritario, e applicano con la massima spontaneità tecniche di ispirazione bassamente zootecnica nei confronti dei molti (troppi).

      Noi bestiame, dal canto nostro, per qualche oscura ragione, abbiamo introiettato quel modo di sentire fino a percepire come ben chiara la natura individuale di chi appare in testa alla piramide, essendo nello stesso tempo disponibili a trasformarci in ciechi nei confronti della natura individuale di chi, sconosciuto, sta al nostro stesso livello o più sotto.

      Penso che sia un sottoprodotto di questo atteggiamento a renderci invisibile anche l'innegabile verità per la quale, reggiti forte, troppe individualità non possono esistere senza confliggere. Il mito della comunità numerosa nella quale albergano concordia e cooperazione è uno dei miti delle religioni laiche alle quali facevo cenno poco sopra. Ne derivo che fintanto che i nostri numeri non declineranno in modo drammatico e sostanziale non vedremo modificarsi d'una spanna la situazione -- è il nostro essere massa a renderci schiavi senza possibilità di fuga.

      P.S. Non son mica sicuro d'esser riuscito a spiegarmi, nè...

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  8. Sono d'accordo con te. Non ho altro da aggiungere.

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  9. Guarda, questa cosa è gravissima per le donne e quindi per la società.
    Tantricamente penso che solo certi aspetti femminili possano salvare il mondo, anche se sarà necessario combattere virilmente per consentire che essi si affermino, risanino 'sto mondo che è malconcio.
    Paradosso pure qui, ma i paradossi sono la via per il piano superiore.

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