giovedì 5 luglio 2018

Mamma li turchi!

Renaud Camus la indica con il termine di Grande Sostituzione: a volte penso che sia un termine eufemistico rispetto alla gravità di ciò che è stato pianificato e che stato fatto succedere,  persino ottimistico in  quanto evidenzia il rimpiazzo fisico, quello più diretto, degli autoctoni da parte degli alloctoni ma non considera tutti gli altri.
Il meccanico delle biciclette e il piccolo negozietto nei pressi della stazione sono in crisi: un bravo artigiano di una certa età, equo nei prezzi e competente nel lavoro,  è stato messo in crisi dal proliferare dell'apertura di negozi di riparatori invasori più o meno improvvisati. Uno dei molti casi di lavori che gli italiani facevano e vogliono fare.
Sabato un giovane criminale pachistano ha rubato la bici alla madre di mio figlio: era tra i teppisti che iniziai a correggere, quella volta in treno. La madre di mio figlio mi dice che oltre che drogato ha iniziato anche a spacciare. E' di questa merda che ci riempiamo che mi viene da bestemmiare!! Lo hanno ripreso con le videocamere e la madre della risorsa è stata messa alle strette ha  recuperato la bici nella piazza della ricettazione di questa città (bravi acquirenti universitari italiani, eh!?) e l'ha restituita anche se danneggiata.

L'antipolitica della sinistra e dei cattolici ha stabilito di rimpiazzare le classi più deboli, indifese di italiani con milioni di stranieri. Quale meccanismo più feroce, nei guanti bianchi di un disgustoso terzomondismo ipocrita d'accatto, quale meccanismo più razzista (anti italiano) può essere concepito e inculcato alle vittime? Come potrebbe “riqualificarsi” un piccolo artigiano così, a quella età? E' la condanna ad una vita di inedie, di miseria facendogli terra economica bruciata intorno.
Per quello io reputo altamente etico e morale resistere a questa sostituzione immorale, illecita, criminale in ogni modo.
Il governo ha iniziato a mettere mano a lustri di politiche razziste anti, criminali, inquinanti.
C'è tutto da rifare, tutto da disfare ad iniziare dal livello europeo.
Una delle litanie più ricorrenti da parte dei sinistranti radical liberal chic è che l'Italia sarebbe isolata in Europa. Ciò è evidentemente falso: è vero, finalmente ci sono frizioni col governo Macron, un personaggio al quale non affiderei mio figlio e braccio operativo di George Soros, i socialisti in Spagna  hanno iniziato a recitare il loro ruolo antidemocratico contro gli spagnoli, finché dureranno. Ma Austria, Cechia, Polonia, Ungheria, Slovacchia, la Baviera, la parte viva e vivace della Francia ora l'Italia e il cuore democratico di molti paesi e regioni hanno una visione comune sulla guerra migratoria in corso, sono il nucleo di una nuova Europa leale, filoeuropea, democratica. Ci saranno nuove alleanze. Ancora una volta la catechesi progressista sparge il suo pattume, le sue falsità, Italia isolata in Europa. Questi credono di parlare a dei cretini, pensano che siano tutti come i militanti che hanno formato, plagiato.
Voglio solo evidenziare alcuni  punti fondamentali per affrontare prima e ridurre il problema poi, un  intervento legislativo ad ampia scala che demolisca l'insieme di leggi razziali anti (qui dagli scafisti giuridici ne trovate un buon campionario).

A livello europeo è necessario sostituire la direttiva che favorisce i ricongiungimenti con una norma che li vieti e ad adottare un lessico adeguato per gli immigrati, indicandoli come lavoratori ospiti. Il linguaggio è sempre importante e non è la guerra migratoria a fare eccezione.

Stabilire il divieto di professione pubblica dell'islam, un piano di chiusura e demolizione delle moschee e il divieto di nomi islamici nelle anagrafi e che non siano quelli della lingua del rispettivo paese: quindi niente Mohammed e neppure Maometto, il divieto del velo, il divieto di aprire o continuare l'esercizio di macellerie halal, il divieto di modifica dei menù scolastici in senso islamicamente corretto , la chiusura delle scuole coraniche, etc. L'obiettivo è quello di rimarcare in ogni modo che i paesi europei rimarranno laici e che gli islamici saranno lavoratori ospiti a tempo determinato, in un patto etico di relazione economica lavorativa: sei qui come ospite per lavorare  temporaneamente, questa terra, come islamico, ti sarà sempre scomoda e sgradevole. I tuoi risparmi li mandi in patria a migliorare là le condizioni del tuo paese di origine, se vorrai. Un capitolo non potrà non riguardare la magistratura rossa e collaborazionista che non può continuare ad agire in modo sovversivo, agire antidemocraticamente contro le proprie genti.

Infine, attuare una politica di rimpatri sistematici: questo è il punto di gran lunga più importante. Gli invasori devono avere la certezza che, appena acciuffati, verranno rimpatriati. Il tam tam delle comunità farà il resto: non gettate via denari – dovranno telefonare in patria – perché appena vi prenderanno sarete rimessi su un aereo, o una nave, verso l'Africa o l'Asia.
Funzionerà, eccome!
Qui l'Europa può trovare nuove forze e sinergie con provvedimenti comuni contro i paesi che non accettano il rimpatrio dei propri connazionali, in un crescendo delle misure fino a che non iniziano a collaborare. Misure anche costruttive come collaborazioni solo con i paesi che realizzano politiche di contraccezione, anche la politica del figlio unico, ad esempio, accettando come lavoratori ospiti solo figli unici, ad esempio (*).

L'esplosione demografica dei paesi islamici porterà, inevitabilmente, a ciò che alcuni ecologisti, ecosistemisti, studiosi, osservatori, nei forum relativi, indicano come le nuove guerre puniche. Non c'è nulla di strano, il bubbone giovanile, come ha osservato Gunnar Heinsohn, è la più fantastica fonte di guerre.
Avere intere basi nemiche incistate (banlieue, periferie, paesi islamici come quello vicino a casa mia, come Sassuolo, etc.) è di quanto peggio può avvenire.
Ci sarà comunque un macello, un gioco a somma zero e io ritengo doveroso che i politici europei, il cui mandato etico è di rappresentare gli interessi della popolazione europea e non di agire contro di essa, agiscano in direzione di difendere la popolazione locale  contro i nemici stranieri ed islamici.
L'innesto forzato da parte degli Ottomani dell'islam nei Balcani ha portato a violenze che, noi agiati e pacifici, abbiamo dimenticato, ferite ancora aperte. Sarà comunque un bagno di sangue, pulizia etnica contro gli europei (come già dimostrato con le migliaia di morti nelle stragi islamiche) o contro gli invasori islamici. Ignorare la storia è un altro segno dell'arroganza e della hybris più tronfia e becera di questo mondialismo razzista antieuropeo.

La Politica dovrà iniziare a rimuovere le basi islamiche internamente e, ai bordi, a sistemi di difesa contro i paesi da sempre ostili, i paesi del Nord Africa, la Turchia. Una visione a medio termine dovrà pensare ad un rafforzamento della marina, dell'aviazione e alla ricollocazione di truppe o la creazione di nuove truppe verso le coste e il sud del paese, a presidiare isole e coste del Mediterraneo.

E' tutto da rifare, ci sono centinaia e centinaia di norme, risultato di lustri di razzismo anti, a livello sovranazionale e nazionale, che devono essere smantellate e sostituite con normative e governo opposti, anche da tempo di guerra.


11 commenti:

  1. Questa misura, sebbene "mite" e ragionevole è inattuabile: in molti paesi non ci sono anagrafi oppure non sono affidabili e, come successo in Cina, i riproduttivi compulsivi arrivano a violare con ogni sotterfugio possibile le norme.
    Quindi l'unica alternativa è quella di osservare le legislazioni nazionali e, sul campo, con degli osservatori, che le politiche di contraccezione e del figlio unico, vengano attuate realmente.

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    1. Uomo trovo il tutto condivisibile... se arrivi in un paese sei ospite e devi rispettare le regole di quel paese e non impormi le tue. Solo non capisco: perché dici che vengano a lavorare qui e poi mandino i soldi là? Se lavorano qui paghino le tasse qui e contribuiscano ai servizi di cui essi stessi usufruiscono come tutti noi cittadini. Quindi no agevolazioni speciali ecc., questo lo trovo ingiusto nei confronti di tanti italiani in difficoltà. Parità di doveri in tutto e per tutto.

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    2. Io penso che sia il dovere di ognuno di migliorare questo mondo e questo vale anche per africani ed asiatici.
      Le loro rimesse possono migliorare le condizioni del loro paese e dei loro congiunti: non è il massimo per l'economia italiana ma è sostanzialmente coretto.
      Come fecero alcuni miei parenti, lavorararono all'estero e mandarono i soldi alla famiglia in Italia. Questo al netto di tasse e tributi con i quali i lavoratori ospiti sostengono i servizi e le strutture dei quali usufruiscono durante il periodo di lavoro in Italia.
      Non c'è parità di doveri né di diritti perché così è con gli ospiti che, da sempre, hanno meno oneri e meno onori.
      Insomma, il falegname o l'installatore di tende, a casa tua, non sono affatto pari a te, nei diritti né nei doveri.

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    3. Spiritessa, il tuo diario non esiste più!
      Prego,fammi sapere quale è il tuo nuovo, per cortesia.

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  2. La demografia è un problema planetario.
    Tu pensi che la distruzione degli ultimi polmoni verdi del pianeta (Amazzonia, foreste equatoriali africane, foreste del sud-est asiatico) dovuti alla esplosione demografica in quelle zone non ti riguardi?
    Pensi che i milioni di rifiuti che Africa e Asia cacciano nei fiumi e quindi nei mari non siano problemi nostri?
    Le orde di giovani supertestosteronici disposti a tutto pur di far carriera, di avere, possedere, consumare, pensi che non saranno un problema?
    Islam e cattolici (i primi, come sempre peggio) sono da sempre in prima linea a boicottare, affondare, ostacolare la contraccezione e il risultato è questo tumore umano.
    Se per gli islamici è comprensibile visto che lo fanno come arma di conquista, per i masochisti europei cattolici è una follia suicida completa.

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  3. La fregnaccia del "ci pagheranno le pensioni" è uno dei falsi con i quali i sinistranti hanno sostenuto lo tsumami migratorio.
    Come osserva Giampaolo Rossi in "L’Europa sarà africana. Lo vuole l’élite" i vertici nei loro piani di geoingegneria socioglobale scellerati, con milioni di invasori voraci di consumismo cercano milioni di nuovi consumisti disposti a indebitarsi e quindi a conferire loro nuova linfa e potere.
    Gli immigrati saranno ospiti a tempo finché sarà utile agli italiani/europei e finché riterranno utile rimanere qui come lavoratori ospiti, nelle condizioni limitanti di un ospite.

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  4. L'Amazzonia trasformata in campi di soia per i merdburger e poi in savana per gli scorpioni, le foreste dell'Indonesiane incenerite per il merdolio di palma e quindi i milioni di "risorse, doni, pagatori di pensioni, facitori di lavori che gli italiani vogliono fare, fratelli gioiosi dell'islam religione di pace" sono i vari risultati del tumore antropico.

    Evidentemente te ne servono altri cinquanta milioni prima che tu inizi a far due miliardi più due miliardi.
    Stolto!

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  5. Gli slavi saranno utili e inaspettati alleati, amici, nella lotta contro genti molto più lontane e nemiche.
    Ascolto rumeni e albanesi, in treno o a La Zanzara, che sono schifati dal buonismo perdonista cattocomunistoide italiota, non sono corrotti dal politicamente corretto progressista. Essi hanno già provato sulla loro pelle e dei loro antenati sia il paradiso comunista che quello islamico.
    A differenza di questi ultimi essi si integrano.
    Ci sono delinquenti? Sì, ma c'è molto di peggio in altre comunità di invasori.

    Tu ci hai ricordato, più volte, come nacque l'Europa.
    Ci sarà un rinascimento europeo.

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  6. Tu hai sempre sottolineato che tra balordi e delinquenti "comuni" e coloro che ti vogliono "salvare per il tuo e loro bene" i primi hanno un'ecologia, da essi ci si può difendere, dai secondi no.

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  7. Byoblu sta facendo un eccellente lavoro.
    Marco Guzzi è stato esemplare per chiarezza e precisione. Ecco, la Unitas multiplex delle genti europee contro la tirannide islamo-[afro]asiatica e delle castalie progressiste transnazionali.
    Me lo sono visto stamani, prima delle otto. Grazie per averlo condiviso.

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