martedì 16 ottobre 2007

Sono nel vento


  • nel freddo giorno d' inverno e adesso sono nel vento,
    adesso sono nel vento...
    Francesco Guccini, Auschwitz
Stanotte è tornato il sonno. Ancora una volta spezzato prima delle cinque dalla scaricaelettrobiochimica che ti accende il cervello di colpo. Ma sono riuscito ad addormentarmi poi.
Le ho inviato un messaggio per ricordarle che ci sarebbe la riunione di squadra stasera, l'associazione per il miglioramento personale, che poi è una questione di armonia corpo e mente. Ero riuscito a convincerla, aveva fatto un corso, uscita gasata per due settimane. Poi si è chetato tutto. L'avrei trascinata al prossimo corso, a metà novembre. avrebbe fatto bene ad entrambi, vitamine ed energiapurasalubre per la mente. Beh, ora il problema non si pone più. Ho cercato ora nel diario il collegamento, arrivo ad Un senso di te ultima canzone del corso quella domenica sera. Per qualche tempo era diventata la nostra colonna sonora quando eravamo nella AWMobile. Somo in ufficio, non è luogo di groppiingola e occhiumidi.

Nella buca delle lettere le ho lasciato una fotocopia del rito di commiato. Le ho scritto a mano (credo che non abbia alcuna mia parola vergata amano) che è importante chiudere dicendosi grazie col cuore per quanto vissuto insieme. Ricordarsi le apoteosi e pure le ombre, chieder scusa anche per gli errori. Se vorrà lo faremo insieme. Se vorrà un po' di meno le ho chiesto di farlo per iscritto e farmelo avere. Se non vorrà non lo farà.
Io lo farò comunque, anche da solo. Sarà una delle utlime pagine del nostro diario.
Oggi è martedì della settimana dopo la nostra frequentazione. Saremmo dovuti essere insieme, stasera.
Lo scaccio questo pensiero perché stritola dentro. Forse uscirà, si getterà nella nuova vita anche lei.
Non voglio vedere. Stasera riunione di kaizen, sarò lontano, in città. Occhio non vede, cuore non duole.
Ci sarà il tempo per portar via rimorsi amari.

P.S.
Domenica sera ho visto che ha messo due vasi di ciclamini sul davanzale della finestra della cucina. Anche a distanza siamo stati uguali, senza saperlo. I fiori... alla fine è importante che ciascuno ami sé stesso, continui a volersi bene. Soppressa cardiaca.

il fumo saliva lento

5 commenti:

  1. Collegamento un po' azzardato, con canzone (argomentazione pesante) e foto al fondo (ancor più pesante)... Ma ad un uomo ancora innamorato si può cercare di perdonarlo.

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  2. mah! Sei malato di lei, spero sia una dolce malattia

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  3. Commento #1 cancellato su richiesta



    x orenove:

    Un po' malato di lei, ancora sì. Ancora un po'



    x melavvelenata:

    son giorni bislacchi. Passo dall'euforia di sentirmi di niuovo libero, di pensare di poter tornare al gioco della seduzione a vivere i momenti di lutto della giornata.

    Non più gli SMS della buonanotte, le pinzillacchere della pausa pranzo, il letto vuoto la mattina (oggi è mercoledì, sarebbe stata una mattina di risveglio a due).

    E così mi vengono i pensieri cupi e pesanti. E li scrivo.

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  4. siamo diversi, non è un bene nè un male, è una constatazione, già.

    c'è chi chiude pensando, scrivendo, parlando

    chi esce e chiude a chiave la porta, point.

    c'est la vie, mon ami.

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  5. Spippolavo molto prima, credo che non sia cambiato molto, ora. ;)

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Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.