C'è un amore tra un padre ed un figlio eccessivo d'estremi che tolgono la patina di cera, di aggiustature conformanti, tolgono la lacca, lasciano solo un amore selvatico tra un padre ed il suo cucciolo. Una sferzata maschia politicamente scorretta. Mi sono emozionato e inorridito del mio inorridire, scoprendo quanto abbiamo perso, in noi, il valore iniziatico e catartico della rudezza.
Perché un padre, infine, nei modi truci, nelle apologie di superumanità e di violenze che la vorrebbero realizzare, è giusto, solidale, è una guida nelle asprezze della vita, spirito fatto di adolescenza rotta a capocciate, prende a cuore uno sfortunato, a pugni chi lo spregia, prende a pugni pluto che viola l'umanità minore, padre di valori spartani.
Un lupo ed il suo cucciolo. Alla scoperta dei sentimenti del loro ventre tenero, della loro anima, infine, passato di poco il confine con la morte.
Ecco, la follia, la pazzia ed il dolore, solipstico, di Quattro Formaggi, del plagio porno che gli divora la mente, che gli fa divorare Faby, la piccola fiammetta di Cristiano Zena, iniziatrice di questi nel primi passi nel viaggio di eros, il dolore, l'impotenza ferocia per la morte ineluttabile, per quella tempesta, nella notte fradicia e fredda, sfuggono ad una visione, ad ogni semantica laica.
Questa volta Salvatores, con cosceneggiatura dello stesso Ammaniti, mi è piaciuto. Quasi eccessivamente.
Scopro ora con orrore che.. non recensii Educazione Siberiana.
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