A Cremona un tale ha parcheggiato il proprio SUV nell'area riservata ai disabili. A fronte delle proteste del marito della disabile, gli è passato sopra col baraccone uccidendolo.
Questo, in due righe, quanto successo l'altro ieri a Cremona.
Io detesto razionalmente e visceralmente i SUV. I SUV in ambiente urbano sono indice di una dipendenza da esibizione di censo e di idiozia completa. Come andare con gli scarponi da sci alpinismo, gli sci con le pelli in una spiaggia, come andare con pinne, bombole, fucile a maschera da sub ad una conferenza odontoiatrica sui problemi della parodontosi. La pubblicità cra queste piccole menti scadenti: gira quella di un suvaro forrester, col papà scemo che chiede al figlio un suv perché devono andare in montagna, come se in montagna servissero i SUV, in Europa, in Italia.
Ecco come il degrado mentale e culturale di questo mondo di greggi consumisti viene instillato in una molteplicità di modi a partire da antipattern marchetingari.
Il robo grosso non lo sai dove mettere in città, lo metti nel posto riservato a coloro che hanno problemi. L'ingombranza della mediocrità è anche fisica. Quei robi ingombranti e scemi entrano nello spazio altrui. In questo caso causandone la morte.
Merdame violento che ti ammazza.
Sembrerebbe uno slogan e invece è cronaca.
P.S.
L'ingombrante era pure parassita, ex titolare di una finanziaria. Mosaico a peggiori tessere.
e pure vecchio, era pure un vecchio, se è per questo. a che cazzo gli serviva il suv che manco gli tirava più?
RispondiEliminaSUV ed erezione...
RispondiEliminaMh.
Intuisco la dinamica.
E non mi piace.
pari pari ai cacciatori che tirano ai fringuelli...
RispondiEliminasuv o non suv, un uomo privo di se.
Ho letto del solito bracconaggio nel Bresciano.
RispondiEliminaLa caccia aveva senso in società arcaiche di cacciatori/raccoglitorie e anche in tempi più recenti nei quali
1 - NON c'era questa capacità tecnologica distruttiva
2 - la pressione antropica era un decimo se non un centesimo dell'attuale
3 - il selvatico aveva ampie risorse e spazi per la ricostituzione delle risorse.
Ma ora è una sorta di insensato meccanismo collettivo di distruzione di ciò che non è umano - artefatto.
Siamo incapaci di valutare l'insostenibilità complessiva, del fatto che un bracconiere in una provincia non influisce più di tanto, centinaia o migliaia sì.
In ogni caso l'incultura è quella di non sapere valutare né rispettare i propri limiti per non entrare e distruggere ciò che è altro, umano e non-umano.
Persone abbruttite e miserabili, spesso tanto miserabili proprio per la capacità di avere mezzi e risorse per fare più danni e di qualità peggiore.