Martedì è morto in aula durante le lezioni nel paese vicino, per
un malessere fulminante, un compagno di medie inferiori di UnRagazzo.
C'è rimasto male. Mercoledì sono dovuto andare a prenderlo a casa
perché era piangente e, peraltro sotto il Grande Utero della madre
che, cercando di tenerlo lì fermo e al caldo umido non faceva altro
che peggiorare il malanimo. Ho dovuto anche alzare la voce visto che
_ina non concepiva che... andassimo a piedi alla stazione, ca. 6/7
minuti perché "non sta bene". Bisogna ricordare l'acqua
calda ovvero che un po' muoversi corrobora e che stare fermi deprime.
Insomma, sempre più convinto che per i bipedini sia necessaria la
presenza del maschile E (congiunzione) del femminile.
Osservavo poi le dinamiche dei regaz raccontatemi dal bipedinone.
Essere messi a muso duro di fronte alla morte, a quell'età, di uno
di loro, è... brutale. Non è un geriatrosauro che muore, uno di
quei parenti vecchi bacucchi che manco si conosce. A quell'età hai
il piede a fondo sull'acceleratore della vita rombante in
accelerazione, semplicemente non è prevista la morte, uno schianto
col grande muro. E invece...
Notavo alcune cose.
Un sorta di iperattvità quasi scaramantica: incontri cene
partitine, ritrovi visite, etc. quasi a voler dimostrare che la vita
va avanti.
Paradossalmente al centro delle attenzioni dei regaz il ragazzo. E
invece il dolore più grande, penso un dolore che si avvicina ai
limiti della sopportabilità, è quello dei genitori.
La comunità locale si è stretta ai genitori marocchini del
ragazzo. Io penso che sia un bel segno di umanità, la mia
convinzione è veramente quella di pari dignità, la morte ci rende
tutti comuni e pari e l'integrazione porta all'umanità, all'empatia
reciproca. Togliendo ovviamente di mezzo azioni egemoniche.
Ieri altra festa e UnRagazzo mi ha raccontato che hanno steso, in
un parco, centinaia di tappeti e che alcune centinaia di fedeli
islamici si sono messi a pregare insieme. UnBambino è rimasto
commosso, colpito. Io non amo quella religione della prostrazione.
Osservo allora un rito collettivo che cerca di demonizzare la morte,
un rifugiarsi nel collettivo per trovare un sollievo al mistero che
sconcerta, che lascia attoniti.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLa metafora dell'acceleratore mi ha fatto riflettere. La cosa più dolorosa con cui mi sono scontrata negli ultimi anni è stata vedere un ragazzo di vent'anni rimasto tetraplegico per una bravata. E lì, ho avuto la certezza che sarebbe stata meglio la morte.
RispondiEliminaMi auguro vivamente che tu sia stato sufficientemente lungimirante e sufficientemente poco egoriferito da evitare quest'ultimo commento a tuo figlio.
RispondiEliminaPersonlamente la mia sensibilità è molto diversa; le notizie/immagini che mi hanno colpito di più oggi sono questa https://www.facebook.com/essereAnimali/photos/a.271060099579676.72003.268976423121377/763202640365417/?type=1&theater
RispondiEliminae questa
http://www.corriereadriatico.it/ANCONA/jesi_ubriaco_aggredisce_medici_infermieri_sette_feriti/notizie/629332.shtml
Dopotutto la figura degli zombies può essere approfondita come un rapporto malato della civiltà produttivistica del petrolitico, (ma direi anche del carbolitico, visto che senza carbone la nostra energia disponibile a livello mondiale assomiglierebbe molto ad un profilo anni '50, ) con il ciclo vitale visto anche la sua concezione del tempo lineare, quando anche non progressiva.
Non ci sono parole per descrive cosa si prova per la morte di un ragazzo, sicuramente il bipedone si e' trovato di fronte ad un evento molto grande e di difficile gestione emotiva ma tu hai fatto piu' che bene a spronarlo a camminare.
RispondiEliminaio ho perso qualche amico non strettissimo tra i 16 e i 18 anni. la causa le due ruote. credo che già allora abbia capito che tutto finisce
RispondiEliminaci siamo passati tutti, una parte di noi ha iniziato a morire con quei nostri coetanei che sono mancati troppo presto. Non esistono ricette per lenire certi dolori.
RispondiEliminaDavanti alla morte, ognuno agisce come può, come sa.
RispondiEliminaChe è già un modo, perchè ci sono certi che non possono e non sanno e muoiono un po' anch'essi.
La morte è senz'altro un male (ci pensi bene prima, chi intende "donare" la vita, perché il "pacco dono" ha effetti collaterali non eliminabili), ma la sofferenza è assai peggio.
RispondiEliminaScrive Borges, con arguto calembour filosofico:
RispondiElimina“essere immortale è cosa da poco: tutte le creature lo sono,
giacché ignorano la morte”
Buongiorno a tutti.
RispondiEliminaOra arrivo a voi, brutti musi! :)
x Wannabe Figa:
Certamente firmerei un contratto con i grandi capi lassù affinché mi forniscano il servizio del “Prendetemi nell'Ade” o pure in qualche posto più ameno ;) ma non lasciatemi qui nell'ade vero e reale della tetraplegia. Tremendo quello!
Gliela saluto, Vorressere Nagnocca. :)
x Alahambra:
“Quest'ultimo commento”... Quale? Intendi questa pagina o l'ultimo punto "Osservo allora un rito collettivo che cerca di demonizzare la morte..."
Non ho capito.
Buongiorno mula!
x Fra:
Ecco i due collegamenti che del tuo commento: Essere Animali e Far West all'ospedale di Jesi.
L'allevamento intensivo, la zootecnica intensiva, zoologica o umana è sempre degradante. Paradossalmente rabbini preti mullah così stupidamente antropocentrici, sono i primi che degradano l'umanità a zootecnia intensiva, le donne a fattrici sfornapargoli, donne e prole di proprietà del patriarca coglione e autocastrantesi di turno.
E' sicuramente un rapporto malato, marcio e corruttore. L'abbondanza di energia fossile è una sorta di colossale ubriacatura che ha portato alla demenza di massa che si concluderà con la nemesi del collasso, lo schianto per cirrosi non epatica ma anidridocarbonica.
Gli arabi quando si ubriacano diventano ancora più molesti (In vino veritas!). Sai come la penso: quella persona avrebbe dovuta essere rimpatriata da tempo e tracciato con il DNA. Questa volta, ripreso, zacchete, pena capitale e un problema in meno. Invece verrà lasciato fuori a vagolare criminalmente come prima.
Io non sono vegetariano e tanto meno vegano.
Sono per un rapporto di rispetto con gli animali e per un civiltà contadina sostenibile.
Del tutto impossibile con i numeri del teratoma antropico, come già visto in Il salame senza soluzione.
Grazie sempre per i tuoi commenti arguti e stimolanti.
x Spirita Libera:
Ah sì, è stato uno schiaffone in faccia che per la prima volta lo ha messo di fronte alla morte, alla consapevolezza che la vita finisce ed è assai aleatoria.
Penso che sia stato un momento importante nella sua vita, nella sua evoluzione spirituale.
Buongiorno cara.
x Francesco:
Un mio pensiero è che, regolarmente, bisognerebbe entrare a pieno nei luoghi tabù: reparti di malati terminali, carceri, obitori.
Percepire con pienezza estetica ed emotiva la morte penso che ci aiuti a vivere meglio ogni secondo che rimane.
Come agnostico non so dirti se tutto finisce o continua in altre forme. Il pensiero razionale che osserva che tutto è ciclico mi fa propendere per l'esistenza di in un ciclo di cui non possiamo essere oggettivamente senzienti, consapevoli.
Buondì Francesco.
RispondiEliminax Sara:
No, non esistono ricette che permettano di non soffrire, di evitare quella sofferenza.
Come scrivevo a Francesco, c'è un che di positivo anche in questo dolore quasi insopportabile che è il suo essere catalizzatore di vita.
Buongiorno maestra di flora!
x Amore_Immaginato:
Che non sanno cosa? Della morte?
O fingono di non sapere?
Penso che sarebbe molto triste, riduttivo vivere così.
Passa una buona giornata, Amora_Reale.
x MrKeySmasher:
La morte non è affatto un male.
Senza la morte non ci sarebbe la vita.
In uno dei suoi passaggi in Tantra, Andre Van Lysebeth prova ad immaginare un mondo in cui non ci sia morte. Sarebbe un mondo morto, un mondo di tristezza infinita per una condanna micidiale, il massimo della sofferenza, ad una vita imperitura.
Il grande yogi affronta la questione con maggior respiro rispetto a questo commento di poche righe, ovviamente. Ma riesce perfettamente a rendere l'idea dell'inferno che sarebbe una non vita non morte.
Se vuoi vivere bene devi pensare bene la morte.
Certamente ci vuole molto coraggio e saggezza. La sorella nera invece terrorizza sempre molte persone.
Buondì MKS.
x franco battaglia:
Ignorano per paura, penso.
E ritengo che non sia bene.
Qui si torna anche al commento di Fra e alla sua sensibilità animista - animalista.
Quando tu chiedi cosa differenzia gli animali dall'homo - la domanda è provocatoria visto che io sono di quelli che ritengono che homo non sia affatto sopra agli altri animali come credono i monoteismi - è che gli animali non hanno dimensione spirituale, ignorano il concetto di morte.
Invece sono numerose le testimonianza di femmine che contemplano i loro cuccioli morti, di cani che muoiono di crepacuore per la morte del loro alpha leader bipede, etc. .
Come diceva Amore_Immaginato ci sono persone che non sanno della morte? Lo pensi anche tu?
Franco, buona giornata
No, che non sanno come reagire di fronte ad essa....
RispondiEliminaNon so, non riesco neppure a commentare, la morte di un ragazzo così giovane mi lascia sempre un pò basita....
RispondiEliminaIntendo la parte da "religione della prostrazione" in avanti.
RispondiEliminax Amore_immaginato:
RispondiEliminaSì, non sanno reagire e tentano di fuggire.
x diversamenteintelligente:
Buongiorno diamanta!
Solleva molte domande che non hanno risposte.
x Alahambra:
Certo che l'ho detto a UnRagazzo. In un discorso e con parole diverse.
Egli mi aveva detto che gli avevano fatto impressione "di potenza" tutti quelli che pregavano insieme.
E io gli ho detto che non amo quella religione della prostrazione e che pregando tutti insieme cercano di esorcizzare la morte, di trovare una risposta collettiva a quella cosa che fa paura anche a loro.
Cosa c'è di sbagliato?
Ma la mamma del ragazzo è tedesca, vero? Poi dicono che sono soprattutto le donne italiane ad essere figlio-centriche. Invece, anche lei mi sembra una donna molto attenta e premurosa.
RispondiEliminaSi è sempre incapaci di affrontare la morte. Veniamo sempre posti di fronte a delle domande a cui non sappiamo dar risposta. in questo caso, un ragazzino così giovane...
Sì, bavarese.
RispondiEliminaIo non sarò mai come kweste Mutter italiane sempre con Kinder sotto kwesta sottana.
Seeeeeeeeeee
Penso che si sia ripreso bene. A quell'età riprendono quasi immediatamente con il motore a tutto rombo.