Sono anni che ho risposto ad ogni commento (a parte alcuni che mi scapparono e qualche eccezione). Sembra strano ma questo non è scontato quando... ci sono commenti di fatto chiusi o conclusivi. La disciplina di rispondere anche ad essi però esercitava la creatività, mi stimola(va) a cambiare punto di vista, a trovare chiavi di lettura e discussione non ancora utilizzate.
Per ridurre i commenti - non so se abbia senso questo minimalismo - raggruppavo le risposte in un singolo commento, a "livello zero", sotto a quelli a cui le risposte si riferivano. Poco ergonomico con un volume elevato di commenti.
Mi fa molto piacere la presenza di persone che animano il confronto in questo luogo.
L'aumento del numero di commenti mi impedisce di continuare così.
Risponderò a quanti più commenti possibile ma non più a tutti, utilizzando il modello a commenti innestati a due livelli.
In fondo sono e rimango agnostico: studiare, provare, avere dati, misurare. Se le cose non vanno bene, cambiare approccio e ripetere il processo.
Caro Uomo, non fai che confermarci la legge della domanda e dell'offerta. ;-)
RispondiEliminaSi: i commenti sono un problema. E da qui si capisce quanto sia difficile, articolata e complessa una Polis e una sana dialettica democratica...
Voglio dire: bastano 4 persone (qui tutti scandinavi, mica italioti, neh!) e tutto diventa difficile...ahi...;-)
Non sarei così negativo.
EliminaI commenti problema... no, proprio no.
Una volta avevo un paio di troll (qui alcuni riferimenti): andavano fuori tema, alimentavano la polemica, non che sia un male ma quando il fine è la polemica stessa e non la dialettica, dopo che abbiamo giocato e ho soddisfatto la mia voglia di "menar le parole" dissi no grazie, impedii il commentaggio anonimo.
Non è la dialettica il problema ovvero non solo quello. E' la scala, la dimensione che rende alcune cose non più a dimensione controllabile, gestibile.
Scusa, non intendevo che i commenti in sé siano un problema. Mi riferivo al flusso.
EliminaIl problema è consentire un fluido scambio di idee tra tutti, cioè l'accavallarsi di tanti contributi.
Ma su questo punto non basta il ruolo organizzativo del padrone di casa. Occorre una fattiva collaborazione anche di chi partecipa alle discussioni.
Diciamo che la maggior parte delle persone riesce a gestire bene 5±2 ovvero [3-7] interazioni.
EliminaNel nostro caso le interazioni sono... ciascun commento.
ne hai diritto
RispondiEliminaVediamo un po' come andrà con la nuova modalità.
EliminaBuondì Francesco.
Ebbi un problema simile nel vecchio blog. Secondo me non è tanto la quantità di commenti ma le persone. C'è gente che lo fa non per portare punti di vista utili al confronto, ma solo per polemizzare in modo sterile e provocare soli per il gusto di vedere le reazioni altrui alle proprie "perle" di saggezza...evidentemente non hanno una vita e si sfogano così.
RispondiEliminaIo questi commentatori di solito li ignoro. Non rispondere in questi casi è una risposta.
Risposto un po' a te come a nottebuia.
EliminaAggiungo che l'esperienza mi ha fatto intuire che i tentativi di confronto dialettico sono sostanzialmente sterili, ovvero lo sono
1 - a breve e medio termine
2 - se non c'è capacità autocritica e di mettere in discussione i propri punti di vista e schemi mentali (i propri, non quelli altrui)
3 - se non c'è percezione dell'ecologia del confronto propositivo (anche se duro, anzi, se duro, meglio)
Il processo è faticoso e lungo.
Alcuni pensatori - cito spesso Sartre - sono pessimisti e (penso abbiano ragione) postulano che NON ci sia comunicazione profonda, non esista. Questo è anche una posizione di teorie più recenti sulla comunicazione.
Non puoi non comunicare, non puoi comunicare profondamente.
Certamente ignorare la comunicazione non gradita può servire.
Però, come nel caso del trollaggio, essa può essere ingombrante, infastidire anche se ignorata.
Non sopporto i blogger che non rispondono ai commenti, li giudico arroganti.
RispondiEliminaPer parte mia evito di rispondere solo in cado di provocazioni o polemiche.
Ci sono molte persone che non hanno il tempo per rispondere commento per commento; posso capirle.
EliminaAltri ancora sbagliano proprio approccio: usano i diari (blog) come se fossero siti.
Sono incappato in uno di questi personaggi, che io reputo peggio degli scafisti in quanto il loro agire è più criminale, su scala più vasta e profonda e sono ammantati da una luminosità preoccupante che distrae quasi tutti dalla gravità di ciò che commettono, è Gabriele Del Grande: il suo diario (Fortress Europe), luogo apologetico, per una neocatechesi di massa è chiuso ai commenti.
Ovviamente questi figuri temono di confrontarsi con la realtà, con l'ostilità accesa che il loro agire provoca diffusamente.
Quello è proprio un caso di abuso della diariosfera: cacciare in essa ciò che dovrebbe essere un sito, una vetrina di esposizione come è e non un luogo di interazione.
Finora c'è stata solo una persona a cui ho avuto la tentazione di non rispondere, oppure cancellare in toto i suoi commenti LOL
RispondiEliminaPer il resto mi piace, ma alle volte mi trovo indietro. Che sarà mai...
'sta persona ti esercita, Wannabe Figa.
EliminaProva a non rispondergli.
Oppure prova a sfancularlo, insutala, lasciati andare. Per quanto virtuale, è utile per riprendersi autonomia nell'agire, rompere le convenzioni.
No, è stato divertente per un po'.
EliminaPoi mi è venuta noia e ho bloccato i commenti anonimi...
Dietro c'era la frustrazione fatta persona.
Diciamo allora di mancanza di identità virtuale.
EliminaContano le idee.
EliminaBypassando l'evidenza che in dozzine di Paesi nel mondo ( inclusi gli USA ... il Santo Patrono della internet ) l'opinione può essere un reato e condurre direttamente alla galera ...
a Pummarola abbiamo visto già certi show sull'argomento, espletati da politicanti quali la Boldrini.
Da vomito.
Politically correct o galera ?
No, grazie.
Rifiuto la posta dell'alternativa e disprezzo i paladini dell'ipocrita politically correct per Legge : sono maggiorenne, il mio linguaggio lo ragiono io e lo forgio come pare a me.
- - -
P. s. : no, nemmeno sei l'unico che qui dentro si firma con il suo anagrafico.
Anzi.
EliminaDi solito, l'anagrafico è composto da nome e cognome.
x Lorenzo:
EliminaIo non mi riferivo a possibili risvolti penali.
> Capirai cosa vale la identità virtuale, te ne puoi creare una ogni 30 secondi.
> Volendo io potrei venire qui ed interpretare 10 personaggi diversi che dialogano tra loro.
Io mi riferivo al fatto di avere una identita' che, per quanto poco costosa, e' costosa.
Un simbolo o un nome ti identifica nella relazione.
Il fatto che io possa inibirti (temporaneamente) la possibilita' di trollare costa meno del piccolo costo di crearti l'identita' virtuale. Quindi in breve tempo se tu non ti disciplini tu ti stufi prima di me.
Infatti, nonostante io abbia lasciato la possibilita' di commentare anche con una pluralita' di identita' anche "aperte" (e.g OpenId) basto' solo l'obbligo di essere riconoscibili virtualmente per annullare in zero giorni il trollaggio.
Diventa impegnativo, costoso anche fare il giochino dei 10, una volta che costa metter su 10 identita' e cambiarle ogni volta dopo essere stati banditi.
Quella importantissima, incontenibile tensione dialettica, correttiva, polemica, svanita piu' velocemente di una bolla di sapone.
x Marco Poli:
Il politicamente corretto sta diventando il nuovo assolutismo dispotico.
A sinistra la foga moralizzatrice e censoria l rende quello che sono, piu' "fascisti" (nel loro linguaggio rozzo e impreciso) dei fascisti che essi dicono di voler combattere.
In Neoreligioni ho accennato all'(anti)nazifascio creativo il cui messaggio era censorio della possibilita' di manifestare di cattobigottame illiberale. Non si sopportano perche' sono entambi moralisti violenti.
Penso, ad esempio, al fondamentalismo moderato politicamente corretto di Parenzo, ad esempio, in La Zanzara. Un invasato fondamentalista isterico che non ammette pensieri diversi da quelli standard.
Infatti ho sempre ammirato/invidiato la tua costanza e precisione nel rispondere a tutti. Se torni a ritmi umani non è poi uno scandalo..
RispondiEliminaDiciamo che ci sono giorni nei quali ho più tempo e altri nei quali ho meno tempo.
EliminaPiù che agnostico credo che la definizione più corretta sia quella di empirista costruttivo.
RispondiEliminaConcordo.
EliminaAnche questo è utile.
RispondiEliminaPerò... la mia intuizione è che uno dei problemi attuali è che tutto sia maggiormente collegato, correlato, interfacciato, connesso con ogni altra cosa.
Beh, questo dell'infinitesimo è tutto e tutto è nell'infinitesimo non è un pensiero certo recente, visto che è uno dei fondamenti del tantra.
Allora avere un focus mirato, preciso può diventare un perdere un panorama più ampio.
Sottomesse? è l'ultimo esempio: ma perché 'c'è questa tendenza alla sottomissione? è solo una questione religiosa? psicologica? di genere? o più vasta, riguarda forse l'umanità più che una sua parte specifica.
Insomma, a volte ci sono cose complesse che non è possibile affrontare in modo semplice.
Grazie Lorenzo per i suggerimenti. Buona pragmatica.
Grazie Fra per l'osservazione.
RispondiEliminaEssermi definito come 'agnostico' in effetti può essere improprio.
Relativista razionale? materialista? Mmh.
Anche empirista (aderente all'empirismo) non va bene, in quanto ritengo importanti le leggi della scienza, dell'ecologia, della sociologia, etc. e il metodo scientifico, con i suoi limiti, visto che sistemi complessi non possono essere formalizzati.
Osservare il contesto, utilizzare scienza e conoscenza per trovare vie a possibili soluzioni o mitigazioni di problemi, loro applicazione, osservazione attenta e misurazione dei risultati, riverifica e modifica di obiettivi, strategie, metodi. Come va? Siamo al risultato? se no, si ripete il ciclo.
In realtà il processo è molto articolato.
Strada facendo possono essere cambiati perfino gli obiettivi.
A volte sei conscio che obiettivi diversi sono incompatibili oltre ad avere strategie, azioni, etc. incompatibili.
Pensa che io devo sentire ogni giorno le cretinate di massa sulla crescita che io reputo uno dei problemi di questo paradigma e della crisi.
Qualche tempo fa mi ero riservato (pubblicamente) di limitarmi a ringraziare per il commento lasciato; la cosa ha funzionato bene. Tuttavia ho deciso ultimamente di rispondere , evitando di approfondire(?) qualora eventuali commenti non mostrino competenza sui contenuti del blog, che rimane comunque un "diario personale" e che i commenti servono esclusivamente da contributo all' arricchimento mio personale e di chi è interessato al Tao-taoismo.
RispondiEliminaPerchè fasciarsi la testa, quindi?
Come dice il maestro Chuang-tzu: Le parole, una volta dette, seguono il vento, le persone restano e si evolvono...aggiungerei "a loro discrezione".
Penso che si sviluppi, nel tempo, anche un sano distacco ed una saggezza, almeno un po', anche operativa anche nel gestire le interazioni in un diario.
EliminaMi piace la menzione al proprio arricchimento personale. E' ecologico.
Una persona che trova giovamento e migliora con una sana interazione poi sara' miglore anche nel rapportarsi con altri in casa loro.
Mi piacciono sempre molto le tue citazioni tao.
Grazie! :)
A questo punto, tanto varrebbe aprire un forum anziché un blog.
RispondiEliminaPost elaborati e complessi di questo, possono essere scomposti dagli utenti sui loro blog e collegati alla radice del discorso.