p. 8:59, _za
9:18 1291, _sal, +180 18'
9:34 1457, passo _sna, +163, 16'
11:10 1993, cima _iole, +536, 1h 46'
(-100m ca., passo anonimo)
11:49, 2417, _espitze, +414, 39'
ristoro, p. 12:03
12:20, 2252, passo T_ da V_, -165, 17'
13:09 2656, _enspitz, +404, 49'
p. 13:49
14:38 2252, passo T_ da V_, -404, -49'
15:10 1925 rif. M., -327, 32'
p. 15:18
16:52, 1111, _za, casa, -824. 1h 36'
Alle 8:30 mio fratello e la sua morosa hanno rinunciato, sono partito da solo.
Prima uscita in solitaria dell'anno (da quando organizzo i gruppi mi manca questo). Anche se temperatura più invernale, il 90% della salita in t-shirt e braghe tecniche nella versione accorciata. Il piacere di vincere la fatica (mentale, momento di "crisi" dopo il passo _sna la fatica è quasi esclusivamente mentale) e di sentire il corpo potente. In estate, col caldo, non avrei potuto fare 'na cosa del genere, il caldo è almeno i 3/5 della fatica!
Ho abbracciato tre valli, non un'anima viva, neppure tirolesi (temevano l'arrivo della perturbazione?) solo a 200m dalla terza vetta sopra di me un corsaiolo ("runner" nonché "trailer") lombardo che... mi sono "mangiato" eheh, poi abbiamo fatto il ritorno insieme, solo due camosci e tre pernici svolazzate via quando sono arrivato a pochi metri da loro, sbucando da un mugheto. Il contatto con la selvaticità e l'immersione in spazi infiniti e silenziosi sono sostanzialmente inesprimibili (Abraham Maslow ha coniato, appunto, il termine "esperienza di vetta").
In vetta n° 3 ( _enspitze) finalmente un po' di inverno, stavo mandando qualche messaggio di saluti mi sono raffreddato le mani fino a sentir gli spilli, vedevo le virghe di neve sulle cime a nord della valle e il vento anche se moderato era assai molesto. Ero buffo, coperto molto sopra e con le braghe corte sotto, non avevo voglia dell'ambaradan per mettermi le parti inferiori dei calzoni. Mi sarei goduto per ore la vista su un mare di valli e vette (Presanella, Cevedale, Ötztaler Alpen, Alpi Aurine, Großglockner, Dolomiti, Dolomiti di Brenta) e solo quando ho iniziato a tremare, sono stato costretto a iniziare a scendere. Mi sono serviti almeno 15' di discesa tecnicamente impegnativa per un canalone instabile di sfascioni per tornare a sudare e ad avere le mani e togliermi i guanti.
Tre cime e oltre 1900 metri di dislivello (probabilmente di più contando deviazioni grandi e piccole per foto e altro). Avevo bisogno di un segno di un corpo-mente ancora forte, snello, agile, capace, audace e l'ho avuto. Questo è un dono in sé.
Così la sera ero felice e cotto, buona cena noi tre in allegria, auguri ad amici, ho resistito fin dopo le dieci e poi a nanna felice.
Dislivello: +1900 e rotti, -1900 e rotti
RispondiEliminabeh, sei quasi un trailer allora !
RispondiEliminaIl tizio lombardo usava quel termine che, se ho capito bene, significherebbe fondista su terreni accidentati. Può essere?
EliminaSnobbo e barbaro.
RispondiEliminaBuon anno Uo'.
Mi mancava. Buon inizio per 2016 per me, già! :)
EliminaGrazie Clo', anche a te!
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina