Non servono miglia e porti lontani. Gli odori forti di spezie, di vita sono qui, dietro di te. In cammino verso l'oltre, terre così vicine e inesplorate. Passo dopo passo.
domenica 29 gennaio 2017
L'amaro amaro
Nell'approssimarsi a venerdì sapevo che sarebbe stato un fine settimana loffio. Un po' perché non sono ancora in forma. L'influenza, per quanto ci paia banale, fece morti a milionate tra le popolazioni amerinde che non erano abituate e quindi non immuni a questa virulenza. Chissà se maya, incas, poi gli aborigeni ebbero qualche stregone boldrinesco invasato marxistoide, sìglobal, progressista che avrà cantato loro la gioia, la ricchezza e le straordinarie opportunità dei doni europei, cazziandoli duramente ogni volta che tentavano di difendersi.
Questo è finalmente un inverno, con temperature decenti per la stagione, ma arido. Qui in Italia settentrionale è un inverno arido (già nella quinta foto dall'alto qui si vede un principio di incendio boschivo). La mancanza del bianco non mi mette gran voglia di uscire, devo dire. Ho visto alcune foto di paesaggi dell'Appennino centrale e sono fantastici. Mi manca molto la neve e la magia che essa reca seco.
Così me la sono presa con calma. Ho avuto ritmi di lavoro pesanti la settimana scorsa e le prospettive non sono rassicuranti. Allora, tirare i remi in banca, concedersi alle mollezze della vita, ai piaceri della casa, ricarica.
Ho preparato una trippa alla fiorentina divina. L'avevo acquistata, quella grigia di una volta, in quella piccola e rinomata macelleria di montagna che lavora bestie felici semibrade ancora nel modo tradizionale: molto lavoro di lavaggio, poca chimica aggressiva. Costa!? Chi se ne frega, qualità e non quantità! Beh, con un prodotto così è oggettivamente difficile che escano piatti men che buoni.
Ho spento lo stereo e acceso il fuoco, il suo canto, la sua musica, il suo calore.
Sabato mi sono comprato anche una bottiglia di Fernet-Branca. Devo dire che mi sono strarotto le palle di questi amari sempre più dolciastri, omologati, liscio-patinati, gusto marketing tivù non ce la faccio più. Una volta acquistavo un eccellente amaro artigianale prodotto da una gasista. Col tempo poi ho avuto sempre più problemi con quella famiglia cattocomunista fanatica e filoislamica e ho rinunciato a quell'amaro.
Penso che la società stia regredendo (Lorenzo direbbe infantilizzandosi, io aggiungo anche il femminilizzandosi) anche dal punto di vista gustativo.
Gli yogurt devono essere sempre più facciamo l'amore con la plastica cremosa, tolti gli Acidophilus perché fattori di aspro oltreché di salute. Le lenticchie fagiolate, i mammi e le babbe diversamentesessuali che si baloccano l'ego con dei bimbi prodotti e/o acquistati su catalogo, i bambini transgenderizzati, i piccoli centrafricani ugualizzati gusto bellaciao, poi gli amari dolcizzati, gli amari deamarizzati. Insomma, il Fernet Branc è ancora un po' amaro, qualche diversità esiste ancora.
Stasera tornerò nelle braccia del tango. Nella milonga, démodé, un po' anziana organizzata da _nni, il mio (ex) maestro dei monti che ci tiene tanto e mi diceva che ora me la tiro e che non li cago più.
Anche nelle milonghe ci sono differenze. Meglio viverle per apprezzarle.
allora come amaro ti consiglio l'unicum
RispondiEliminaamaro del capo :)
EliminaBuono l'unicum!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaProverò l'unicum.
EliminaMa in realtà sono tutti prodotti industriali che devono andare incontro al gusto medio.
Amaro del capo... troppo dolce.
A me il fine settimana tranquillo non dispiace
RispondiEliminaMeglio se condiviso con qualcuno, in effetti...
Avevo organizzato un risotto con un amico sabato sera prima del cine ma poi il mio bipede ha richiesto un intervento di trasporto (non stava bene) ed è saltato.
EliminaDomenica me ne sono stato invece tranquillo per i cazzi miei. E' una cosa che mi piace molto e che mi mancava nello stare insieme con una (_mlero).
Devi sempre mediare, anche le pause, anche le solitudini.
Ma perché non stiamo insieme?
Oppure
Ma se io stessi da solo, poi ella se la prende, mi pianta giù 'na pippa e poi inizia a chiedermi perché percome perquesto perquello?
Così questo fine settimana proprio goduto la solitudine.
Poi la sera milonga, con altri.
Servono tutte e due, solitudine e socialità.
Ma per le lenticchie normali e'un casino! Io non trovo più quelle che comperavo in una Coop Tirreno,erano delle Marche, non erano blasonate, erano lenticchie vere.
RispondiEliminaLenticchie e ceci abbiamo il nostro biocontadino, nelle colline proprio al di là del confine con la provincia accanto.
EliminaL'Italia NON è autosufficiente nemmeno per il cibo che importa almeno per il 25% (in alcuni settori, come quello ittico, importa il 75% delle risorse).
Siamo alla follia.
Leggevo che i limoneti siciliani chiudono e poi nei supermercati trovo quelli sudafricani.
Merda merda e ancora merda.
Perché la_ggggente vuole risparmiare anche sui limoni e poi si va a sfondare con BMB, aifone, si svena per SKY e la pedata, etc.
Siamo alla follia!
ho avuto un fine settimana troppo intenso...
RispondiEliminaed ora necessiterei di (tanto) riposo, ed è già domenica sera
:)
EliminaNe sei contenta, Patalice?
Uomo io sapevo che gli indigeni del sudamerica furono sterminati soprattutto dal vaiolo...
RispondiEliminaRiguardo agli amari da un po' non ne bevo ma ricordo che ce ne sono diversi di non affatto dolciastri...lo Jeger ad esempio o anche un altro con la bottiglia a forma di frate che non mi ricordo bene il nome.
Poi non e' corretto che il dolce piace solo alle donne, questa e' una generalizzazione. I gusti sono individuali. A me per dire piu' che il dolce piace il piccante salato. I romani ad esempio facevano larghissimo uso di miele ecc.
Buonissime le trippe. Alla fiorentina come sono? In bianco o con il sugo?
EliminaJäger Meister: mi sembra che l'abbiano deamarizzato, anche quello.
EliminaNo, alle donne piacciono i liquori dolci. Ora non ho statistiche ma la crema di whiskey, il fragolino etc. sono gli alcolici che sento pronunciare quasi sempre.
Ovviamente ci sarà qualche donna con gusti diversi, certamente.
Alla fiorentina, secondo la ricetta de La Cucina Italiana (non so se si trova in linea).
Con un po' di rosso (bio passata integrale di mia produzione, 'na cannonata! :)
Ti aiuto io, Spirito, perché ricordo bene quella bottiglia che comprò mio padre quando avevo una decina d'anni scarsa. Pensa, saranno 40-45 anni fa! Il nome dell'amaro era (e spero sia ancora) "Diesus". Non lo assaggiai mai e, magari distratto, non ricordo di averlo mai visto sugli scaffali in tempi "moderni".
EliminaAh ecco..grazie mrkeysmasher :) anche io jo vaghi ricordi di infanzia di quella bottiglia che vedevo su una credenza di mio nonno.:) Mazza come passa il tempo.. 😁
Elimina@Uomo: di sicuro con quel pomodoro la trippa deve essere venuta uno schianto👍👍
EliminaEcco 'sto amaro Diesus.
No, non fu solo il vaiolo.
RispondiEliminaLa semplice influenza decimò intere tribù.
Ora non ricordo dove lo lessi. "Armi acciaio e malattie" di Jared Diamond, a naso.
Fermo restando che furono alcuni tra i nostri antenati Europei a infestare le Americhe con violenza inaudita, e non il contrario, è opportuno ricordare che non mancano numerosi esempi di perniciosissime schifezze che i commerci e il via vai portarono (e portano) verso l'Europa e che fecero non meno danni. Questo tipo di cose comporta sempre un processo a doppio senso. La biologia è così, chi non ne prende atto è un pirla (se ignorante, come la cosiddetta "opinione pubblica" [manipolata]) o un criminale (le dirigenze, che ignoranti non sono per definizione, dunque fanno intenzionalmente quel che fanno, ben consapevoli delle conseguenze).
RispondiEliminaNon fatemi fare degli esempi, che li conoscete in gran parte più di me.
Ad esempio, un insetto parassita del castagno, impropriamente detto "vespa cinese" è arrivato dalla Cina. Perché? Perché hanno tentato di aumentare la dimensione dei marroni nostrani con degli incroci con castagni da frutto cinesi. Con le piante sono arrivati i parassiti e la "vespa cinese" (che non è affatto un imenottero) ha messo in ginocchio la castanicoltura italiana.
RispondiEliminaLe dirigenze sono sempre le stesse, cercano di sfruttare coloro che sono sotto. Ora siamo passati ai soviet progressisti transnazionali che cercano di globalizzare il processo.
Da ieri è un coro di multinazionali statunitensi (tra le quali alcune note per il più schifoso sfruttamento di lavoro schiavile nei paesi del terzo mondo, come Nike, Starbucks, etc.) che trombonano contro Trump e per l'immigrazione di massa.
Ovviamente col plauso dei kompagni, militanti sinistranti al servizio dei soviet che li usano per i loro disegni di sfruttamento e distruzione globale.
Osservo che anche gli SUA sono pieni di cretini.
Il fatto (innegabile, fai bene a osservarlo) che queste pericolosissime pratiche siano antiche non le rende certo meno pericolose. Il punto non cambia.
RispondiEliminaHo letto velocemente.
RispondiEliminaRecupero delle vecchie varietà di frutta e altro. Mi sembra una buona cosa.
Ma cosa c'entrano i compagni?
Forse ho letto troppo velocemente e solo in parte.
Io stesso ho trovato un contadino che produce mele Rosa Romana di una vecchie varietà e ormai compro solo quelle che sono di un altro pianeta rispetto alla plastica chimica tipo melercia etc. .