venerdì 6 luglio 2018

Non so che fare

Con _civa non so che fare. Senza lode, senza infamia 'sta storia. Almeno con _mlero mi ero stufato qui non sono ancora arrivato a tal punto.
L'altro giorno mi ha detto che sto con me perché le cucino e la chiavo bene. Io le ho detto che sto con lei perché chiava bene e non rompe. Il non rompe, per una femmina, mi rendo conto sia una gran dote!
Però mi sembra di perdere tempo, se sto con lei non mi permetto di andare a caccia di altre femmine.
Io ho capito che a questa età non c'avrei testosterone abbastanza per innamorarmi, ma così non mi piace. Situazioni di mezzo, le più indigeste per me.

19 commenti:

  1. Risposte
    1. Questo fine settimana lo passerò senza di lei.
      E' ciò a cui sto pensando.

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  2. Io non so quale sia il tuo dialogo interiore.
    Tu sei avvolto in una morale severa, anche nobile per quanto è severa e quindi non si riesce a capire se certi atteggiamenti da crociato siano genuini o l'adeguarsi a un "così si deve fare!".
    Io non mi racconto balle, non divento triangolare o romboidale perché "si deve fare così" e mi chiedo se io sia la forma giusta nel contesto giusto, senza giudizi di merito.

    > ostacolo ci sia a trovarne altre che sottoscrivano lo stesso contratto, cioè chiavare e non rompere.

    Sbagliato
    Nel contratto attuale hai omesso quanto in corsivo: "chiavare solo con me", cosa che rispetto.
    A _civa non va bene perché vorrebbe vita di coppia, a me non va bene perché io vorrei la trombamicizia, visto che di innamoramento non ce n'è e che le buone chiavate non sono nostra esclusiva.

    Nelle situazioni di mezzo ci sto perché ho una certa autodisciplina, una speranza che essa porti a dei frutti cosa che non solo mi sembra improbabile ma che è addirittura incompatibile con l'eros.

    Narcisista?
    Un po', come tutti.
    Le persone che non hanno un po' di narcisismo sono fallate.
    E' proprio perché mi rendo conto anche delle doti di _civa, del bilancio a tutto tondo, dei suoi pregi, che sono rimasto in questa storia nonostante la mancanza di scintille, trasporto, passione, del fatto che quando non sta bene, tre volte su quattro, invecchia e diventa brutta.

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  3. Io sono stato innamorato due volte, nella mia vita, con la madre di mio figlio e con A-Woman.
    Poi ho preso un sbandata con _tra (che non era innamoramento in quanto quella relazione non è potuta misurarsi sul piano fisico, se non per baci e qualche preliminare).
    Se non c'è corresponsione io, nel 2018, la indico come sbandata o come infatuazioni, non come innamoramento.
    Beh, amico mio, quando sei preso da una donna, semplicemente le altre non esistono.
    E' proprio uno dei segni più cbiari dell'innamoramento.
    Le altre te la possono mettere sotto il naso che non ti interessa. Non dura lustri ma alcuni stagioni sicuramente sì.
    Tu sei stato innamorato?

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  4. UUIC innamorarsi, essere amanti, voler bene anche per una breve esperienza d'amore, fare sesso ecc. Non obbliga ad essere un crociato della rettitudine, della morale, dell' ecc. ecc. Come in tutte le cose-eventi della della vita quotidiana: amare, essere amati, sono momenti che succedono e durano il tempo che gli si dedica; poi è un' altro giro del karma...Tu, di tuo, dovresti capire cosa voglio dire. " L'acqua del fiume scorre alla velocità della pendenza che deve affrontare. finita la corsa si ferma e comincia lo stagno..." O NO?

    Buon proseguimento dialettico UUIC...E' preferibile, tuttavia, andare a vedere le carte altrui.

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    1. Grazie Daoist. Ho apprezzato.

      Lorenzo, a volte ti fissi su dettagli insignificanti o di scarsa rilevanza per tentare di smontare delle metafore, perdendo il senso. Come se volessi fare il cretino.
      Mah.

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    2. Precisiamo: la metafora

      "L'acqua del fiume scorre alla velocità della pendenza che deve affrontare. finita la corsa si ferma e comincia lo stagno..."

      è piuttosto chiara e precisa e solo uno sciocco avrebbe da argomentare sul fatto che parte dell'acqua percola nelle profondità o evapora. Nel 99% dei giorni nostri, nel 90% del territorio, l'acqua è allo stato liquido.
      A parte le zone carsiche, la stragrande parte dell'acqua di corsi d'acqua di una certa rilevanza, scorre, solo una piccola parte percola.
      Se uno ti dicesse "Chi va al mulino si infarina" e tu iniziassi un pippone sul fatto che il mulino è depressurizzato oppure che sul tessuto panatlar le particelle di cereali moliti non si attaccano, faresti la figura dello stupido che non capisce l'astrazione e si fissa su dettagli insignificanti o trascurabili.
      Un produttore intelligente di guanti, li fa a cinque dita per mano, anche se ci sono alcuni persone che ne hanno sei o quattro.
      Ecco, continua pure ad affermare che è sbagliato fare guanti a cinque dita.
      Prego.
      I semi analfabeti e i semi intelligenti.

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    3. Il Panta Rei di Eraclito riassumeva l'eterno e irripetibile della realtà, il motto citato da Daoist è relativo all'accettazione di essa, all'adattamento ad essa.
      A proposito di comprensione di concetti elementari.

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    4. Accettazione: l'acqua scende con la velocità definita dalla pendenza (e dagli ostacoli, etc.): sarebbe folle pretendere che essa vada placida, piano, in un erto ruscello di montagna e veloce in un fiume in una pianura.
      Se una persona non osserva e accetta queste regole, queste leggi, queste dinamiche della realtà vivrà male o farà vivere male gli altri, coloro che ne devono subire le demenziali stramberie ideologiche.
      L'umanità non è fatta di copie, di cloni, di uguali.
      Visto che tieni ai motti e ai detti degli avi, ricorda il noto "Chi si accontenta gode" oppure "Il meglio è nemico del bene": evidentemente essi avevano capito che c'è un intervallo di condizioni esistenziali che garantiscono un discreto ben-essere, qualità di vita, etc. con un rapporto benefici/costi interessante.

      Non c'è nulla che tu possa o non possa far passare: si tratta di conoscenza, di logica, di buon senso.

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  5. > L'innamoramento che descrivi tu dura poco, ciccio.
    [...]
    > se vuoi una cosa durevole deve subentrare quel "quid" per cui guardi il culo delle altre ma stai con la tua

    Osservazioni sagge, Lorenzo.
    Ma per me (e gli antichi ritenevano anche per altre persone) le vie dell'eros non sono solo quelle della logica, del raziocinio.
    Anzi, la psicologia è spesso poco logica.
    E anche l'istinto segue le sue strade.

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  6. > fingi di meditare

    Ma quale cazzo di senso avrebbe fingere di meditare?
    Quale sarebbe l'utilità?
    Scusa, ma io dubito del tuo raziocinio, almeno in questo caso.
    Trovami un motivo uno per cui io dovrei fingere di meditare.
    Mah.

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  7. > Io ho capito che a questa età non c'avrei testosterone abbastanza per innamorarmi

    Caro AMan, non fissarti sul testosterone, non trovarti delle scuse. E' vero, la spinta del testosterone a ficcarsi tra le cosce di una donna, a fare di tutto per arrivare e stare nella sua fica cala inesorabilmente. Ma quello è solo l'istinto, la parte più fisica e animale di noi.
    Quello che rimane e anzi evolve è la parte più intima, più razionale se vuoi. La mia esperienza attuale con St.nie mi fa capire che l'amore, la passione, anche fisica, non dipende strettamente dal testosterone, dall'età, ma dalla nostra testa, dalla nostra volontà di aprirsi all'altro, di lasciarlo entrare nella nostra vita, fino anche a ribaltarla.
    Se parti dal presupposto che le donne che incontri devono "non rompere troppo", cioè non entrare nella tua vita, se non all'interno dei tuoi paletti, dei tuoi recinti, dei tuoi schemi predefiniti, incontrerai solo delle altre Cecilie.
    Le persone che incontriamo sono specchio di noi. Rifletti su te stesso, su cosa vuoi. Se vuoi che nulla tocchi la tua vita con i tuoi schemi, i suoi ritmi, se non vuoi rischiare l'imprevisto che una donna che entra nella tua vita rappresenta libero di farlo. Sappi però che probabilmente sarà tutto molto noiso e statico e ciò che è statico, scusa la durezza, appassisce e muore.

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    1. _zzz, la passione non dipende dalla testa, non per me.
      Altrimenti mi arraperei per ogni brillante amica, cosa che per me non succede mai (a meno che l'amica, oltre che brillante, sia anche bella, come scrivevo).

      Sì, il non-rompere-troppo significa anche, inevitabilmente, non-appassionarsi-troppo.
      Con A-Woman facevo delle litigate memorabili e c'erano scintille.
      Voglio stare bene e questo viene prima dello stare con una donna.
      Grazie amico mio (non ho percepito durezza ma franchezza).

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    2. Lorenzo, il tango è un mosaico composte da molte tessere, tra le quali ci sono anche le donne come femmine/potenziali amanti.
      Tu sicuramente non vai in montagna solo per fare movimento fisico, ad esempio. Altrimenti potresti andare in una buona palestra.

      Ho delle amiche che mi interessano, per alcune cose, come persone e non come contorno della patata.

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    3. > il tango ha una sola tessera, la fica

      A volte mi chiedo se tu ti diverta a fare l'imbecille o lo sia.
      E' evidente e rozza la tua castroneria.
      Ci sono dei passatempi e attività ludiche molto più semplici con le quali si potrebbe "broccolare" e poi stantuffare, non serve certo il tango.
      Ridurre il tango alla gnocca è come, appunt, ridurre la montagna al movimento fisico.
      Mah.

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    4. La palestra che frequento è spartana, si svolge in un campo da basket, non c'è null'altro che altri uomini che fanno cointegro.

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    5. E' più che opportuno che, entro gli unici limiti del non far danno, ciascuno pratichi quelle attività che gli permettono di stare il meglio possibile. Ovvio che quel che dà soddisfazione viene interpretato come qualcosa di valore, perché ha effettivamente un valore -- il valore determinato dalla capacità di dare piacere/soddisfazione.

      Ora, come ho già scritto, a me del jazz interessa men che niente, anzi mi irrita, però questo non vuol dire che chi trova soddisfazioni nel jazz debba evitare quel genere perché irrita me, lo pratichi anzi a piene mani! Basta, semmai, che lo pratichi con la moderazione richiesta dall'evitare di impormelo anche solo in forme passive (in caso contrario ho tutte le ragioni per prendermela con lo "appassionato", anche in malo modo).

      Qui il caso è simile. UUIC prova soddisfazione nel "tangare". A me e, Loracolo, direi anche a te del tango interessa men che niente. Personalmente anche solo ascoltarne la musica mi dà l'abbiocco, mentre guardare due che zompettano mi porta a chiedermi cosa possa indurre degli adulti a dedicarsi a cose tanto vacue. Non c'è problema: non ascolto composizioni che rientrino nel genere/forma del tango e giammai rivolgo la mia attenzione a chi si arrotola artisticamente su una pista da ballo (e non vale solo per il tango). Se UUIC dovesse avere i mezzi e la volontà per forzarmi verso il tango o aprisse una milonga nell'appartamento sotto al mio (magari imponendomi pure un incremento delle spese condominiali in conseguenza di ciò) avrei ragioni per reagire anche con modi molto rozzi, financo con violenza. Dato che non lo fa, mi basta scivolare oltre quando ne parla, e non è che mi costi gran che.

      Ergo: perché te la prendi tanto con UUIC quando enumera quelle caratteristiche del tango che per lui sono qualità stratosferiche? Che danno ti provoca? E se anche, sotto sotto, facesse quel che fa per la fica, in definitiva che male ce ne verrebbe?

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    6. Se la cosa gli dà soddisfazione, be', che lo faccia! :)

      Tra l'altro: con la gente soddisfatta è (mediamente) più semplice avere a che fare. Vorrei averne, intorno a me, di gente soddisfatta! E' che la soddisfazione è sempre più rara per via dell'innalzarsi del livello di aspettativa, un po' per un processo fisiologico per cui meglio stai, meglio vorresti stare; un po' per una serie di condizionamento bassamente calati come una mannaia nel cervello della gente per creare insoddisfazione e poterne, in qualsiasi forma, trarre vantaggio.

      Non sono mai stato bene come da quando ho smesso di volere più di quel che già ho (e, anzi, di molte cose mi sono liberato e di altre mi sto liberando -- meno è meglio non vale solo per la quantità di persone che abbiamo intorno).

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    7. In alcuni casi è vero, in altri no. Volendo essere analitici, un po' alla tua maniera (che in parte è anche la mia, bada bene):

      1) ci sono cose di valore che costano fatica
      2) ci sono cose non di valore che costano fatica
      3) ci sono cose di valore che non costano fatica
      4) ci sono cose non di valore che non costano fatica

      Questo al netto dei fattori quantitativi.

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