martedì 3 luglio 2018

XIV milonga solidaria

(XIII milonga solidaria - 2: l'inizio)

  • Quel contrasto tra nasi forati di punkabbestia, popolane di porto tattuate e piccoli e medi borghesi eleganti,in nero e tacchi vertiginosi e scollature sulle anche di ochos o dissociazioni a cercare un ristoro tra i relitti dell'orrido modernista è stato anche il piacere.
    VIII milonga solidaria

Nel mio calendario personale tengo libero, ogni anno, l'ultimo fine settimana di giugno.
Quanti anni è? mi chiedeva _civa. Mmh, sarà la quinta volta. Sbagliavo, è la settima volta.
Ci eravamo appollaiati in mezzo al bosco, in quel vecchio podere, sui clivi del Montenero, ospiti di  due contadini con i capelli d'argento, deh!
Eravamo scesi, per tempo. Perché il rito inizia prima. Inizia sedendosi e concentrando ogni senso, ogni osservazione, ogni tuo capacità di captazione estetica sulla Grande Bellezza. L'aspetto attuale si deve al lavoro intrapreso a partire dal 1925, una delle buone cose rimaste del fascismo. Attraversando un paio di dozzine di chilometri della Val d'Arno e la indicibile bruttezza del caos edilizio della contemporaneità democratica, liquida, mi accorgevo dell'abbuffata estetica di sabato e del impattante contrasto con il brutto visto lunedì. Quello è così straordinariamente bello perché questo è così aberrantemente brutto!
Eravamo seduti, col sole ancora alto a nord-ovest, la Gorgona paradiso di galera e la gente del tango che si accingeva a celebrare il suo rito. Indossare le scarpe con i tacchi, rassettare le camicie, i sorrisi, l'adrenalina, il sole, la luce ambrata che precedeva il tramonto, il batticuore che arriva.
Seduto, lì, godevo tutta la bellezza di quel luogo baciato al mare, abbracciato al tango, benedetto dal sole grande via via più arancione.
Come dico sempre, non è un evento di tango, il tango è solo la tessera più brillante del mosaico.
Ma quando abbracci un'anima, lì, al cospetto di Re Tirreno, e danzi due in uno con lei, abbracciati, allora tutto trascende, diventa il fiato e i capogiri e il cuore che ti portano via.

Ballato con _civa, Annalisa di Firenze,  Marinella di Empoli, Tania di Lucca, Edvige di Milano, Simona di Siena, Rita di Modena, Giovanna di Milano, Francesca di Lecce.
E' arrivata l'ultima tanda e, ormai, avevamo il ritmo, il compass, come dicono sul Rio della Plata, e non riuscivamo a fermarci. Allora abbiano visto di nuovo le anime sedute, a togliersi le scarpe con i tacchi, le camicie un po' stropicciate, la stanchezza, la gioia e la nostalgia per un altro anno di attesa. Era rimasto solo il suono delle deboli onde e la città, finalmente, più silenziosa.


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