- Il popolo non vuole viaggiave sui tveni da incubo? Date lovo delle Mevcedes.
Sulla linea che utilizzo quotidianamente e dalla quale scriv(ev)o ad ogni corsa c'è il controllo dei "titoli di viaggio".
Cinque ore e cinque treni, non si era vista anima viva di controllore/controllatrice. Sull'ultimo treno appare il controllore, finalmente. Gli chiediamo il perché dell'assenza di controlli. Tergiversa un po' e poi si apre.
Non solo rischio di incolumità personale ma anche altro: te li ritrovi due giorni dopo perché il/la giudice l'ha rilasciato, te li ritrovi fuori, vicino all'auto, quando passeggi con la famiglia.
Non pochi islamici non riconoscono autorità/ruolo alle/delle controllatrici in quanto femmine. Alcune di queste sono giovani donne che non si avventurano in carrozze sulle quali viaggiano quasi solo energumeni alloctoni senza documenti [e traboccanti di testosterone]. [...] Può succedere di tutto. La violenza è frequente anche con poliziotti e carabinieri che hanno le mani legate.
Non hanno alcun documento, sono tutti "Mohammed Alì", le multe sono dei pezzi di carta da stracciare.
A pranzo mi ero cucito la bocca: un fratello di Rosa Canina aveva apprezzato l'intervento di una giudice "contro la barbarie giuridica, [Decreto sicurezza] una brava giudice della Corte di Appello di Firenze".
Pakistano violentatore, la giudice pro Ong lo aveva protetto perché lui dichiarava di essere gay
La giudice Luciana Breggia & C. col loro bon ton giuridico, lavorano quotidianamente, contro noi sue vittime, meschini , vozzi e infeviori italioti, la magistratura si arroga potere esecutivo e normativo (nell'accezione di interpretazioni autoreferenziali delle leggi, fino a stravolgerle, annullarle o a renderle operativamente opposte).
In effetti ci vuole coraggio per viaggiare sugli spostapoveri...
RispondiEliminaEfficace espressione.
EliminaInfatti io obbligherei i Lerner, le Bonino, i Fico, gli Orlando, le Boldrini, le Breggia a viaggiare senza scorta sui mezzi pubblici in certi orari, su certe linee, verso certe direzioni.
Sarebbe un esperimento estremamente interessante.
Quando ero ragazzino, ascoltavo [ questa musica ] e le copertine fantasy di Roger Dean mi facevano sognare.
RispondiEliminaPost perfetto. C'è nulla da aggiungere.
RispondiElimina===
Dei settantoni progressive pazzeschi, Marco.
RispondiEliminaA me garbavano i Genesis fino a quando Phi Collins non li americanizzò, non li popizzò.
Hai detto bene.
RispondiEliminaLa fine ( artistica ) dei Genesis fu proprio quando Phil Collins scoprì che fare il simpaticone e scrivere canzonette dal ritmo accattivante bastava e avanzava per vendere decine di milioni di dischi in tutto il mondo.
Il suo ego di frontman ne godette, mentre la musica, che era stata sontuosa ( cerca su YouTube i brani dal vivo dei concerti ''Genesis revisited'' di Steve Hackett, chitarrista della band fino al 1977 ) passò in secondo piano.
Gli altri due componenti storici superstiti - Rutherford e Banks - smisero di arrangiare i brani, che rimanevano allo stato di bozze ( ma, come detto, per il fottuto Mercato andava bene, anzi benissimo ).
I fedeli turnisti Stuermer ( chitarra, basso ) e Thompson ( batteria ) non vennero fatti entrare nel processo compositivo.
La cassaforte con i denari doveva rimanere a disposizione dei tre volponi.
E ci sono due generazioni di fan imbecilli dei Genesis che li adorano per le canzonette.
Sì ...
amerikanizzati è il termine giusto.
L'unico disco da salvare della formazione a tre, è ''Duke'', 1980.
RispondiEliminaVi si riconosce una direzione artistica, una diversa impostazione di canto unita a un uso sapiente di quelle che erano le più recenti tecnologie elettroniche.
La fase creativa era ancora compartecipata, mentre nei successivi album ognuno dei tre portava le proprie canzonette appena abbozzate nello studio di casa, e, come detto, bastava.
A quel punto, meglio e più ''onesti'' gli album solisti di Phil Collins, di cui quelli dei Genesis degli anni '80 sembravano brutte copie.
E comunque, non sono stati l'unica band progressive a rinnegare il proprio stile cercando la miniera d'oro del pop.
Con esito penoso.
* artisticamente penoso. Ma di successo commerciale.
RispondiEliminahttps://jacobinitalia.it/quelli-senza-biglietto-genesi-del-razzismo-ferroviario/
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