Non servono miglia e porti lontani. Gli odori forti di spezie, di vita sono qui, dietro di te. In cammino verso l'oltre, terre così vicine e inesplorate. Passo dopo passo.
mercoledì 22 gennaio 2020
Treno saltato
Saltato per guasto uno dei treni che saliva, stamani (mi ha informato Rosa Canina, scesa in città prima di me) ⇒ treno mio saltato.
A casa ho consultato viaggiatreno e ho preso quello successivo. Il treno ha accumulato un po' di ritardo per i nodi, le mappazzone nei pressi delle porte, con difficoltà di discesa e salita, in quanto stipato come una scatola di sardine.
A me ' sta parola continua a significarmi cose sgradite.
Essere in compagnia (v. qui, qui, ad esempio) non mi reca granché conforto.
> non mi reca granché conforto.
RispondiEliminaHo trovato il lenitivo: penso ai merdosi ingorghi quotidiani del traffico, ci puo' essere molto di peggio.
Intanto, lontano da Paperopoli...
RispondiEliminaRicordi quando facevo l'elogio della lentezza, dicendo che anche per le ferrovie non è la velocità il pregio principale (ammesso e non concesso che la velocità, oltre certi limiti, sia una pregio)? Tra le qualità che indicavo come primarie c'erano sicurezza (inclusa l'estromissione dalla clientela, forzata se necessario, di certi personaggi), affidabilità, igiene e confortevolezza (che può significare molte cose, incluso avere a disposizione delle biglietterie e del personale fatto di persone e non di stupidi quanto odiosi macchinari, per di più spesso scassati).
RispondiEliminaMrKeySmasher
Io vorrei mettere le cose in prospettiva. La ATM, l'azienda che fornisce il trasporto pubblico a Milano e comuni limitrofi, riesce a mantenere il pareggio se non a ottenere l'attivo, aumentando il prezzo dei biglietti.
EliminaPlain and simple.
Da casa mia a Milano sono 8 euro per andata e ritorno.
Nota che con 12 euro faccio il pieno alla motoretta.
Il guaio di tanti "servizi pubblici" è che la gente ci vede una "finalità sociale", cioè alla fine pensa che non solo dovrebbero essere gratis ma che anche nei casi in cui il servizio è economicamente insostenibile, lo Stato deve "garantirlo" come una "tutela". La stessa logica per cui lo Stato "mantiene i livelli occupazionali" all'ILVA o in Alitalia oppure nazionalizza le banche.
I treni fanno cacare perché tira la solita aria di Bertoldo, tu paghi col rumore della moneta l'odore dell'arrosto.
Le Ferrovie sono state usate da illo tempore come un altro "refugium peccatorum" dove ci volevano trenta ferrovieri per avvitare una lampadina e poi questi andavano in pensione a quarant'anni.
Non sono cose che capitano per accidente e non sono nemmeno una cosa di adesso, partono da lontano.
Con i treni ad alta velocità, le cose possono solo peggiorare anche dal punto di vista che tiri in ballo.
EliminaA chi ha bisogno di trasporti, non serve il Ferrari, e neppure il Golf GTI, serve la Panda del 1982, sbiadita dal sole e che non ti porta oltre i 70 km/h senza smontarsi, ma che trattata per quel che è ti porta in sicurezza e con affidabilità da qui a lì con quattro soldi in croce.
Sarebbe buona pratica anche ridefinire quanto sia necessario rimanere infilati nel vicolo cieco nel quale ci siamo cacciati, quello per il quale (ci raccontano) se non si schizza a destra e a manca come palline da ping-pong impazzite crolla l'universo. Non crolla un bel niente, da' retta. Anzi...
MrKeySmasher
Non vedo correlazione tra la gestione amministrativa di una linea ferroviaria e la velocità a cui viaggia il treno.
Elimina> ci volevano trenta ferrovieri per avvitare una lampadina
Elimina> e poi questi andavano in pensione a quarant'anni
Una delle sciagure d'Italia.
Del resto, il deficit di 18G€/anno dell'INPS e' dovuto al fatto che quasi la totalita' delle categorie e delle persone prende piu' di pensione di quanto versato.
Uno schifo!
Messer Pigiatasti, il treno saltato e pure gli altri non era/non sono treni AV.
EliminaDiciamo 50km di velocita' commerciale e velocita' ordinarie (penso che nel punto piu' veloce il tratto di linea che percorro non consenta piu' dei 110/120km in rango A).
Coso, in altra sede si diceva che bisogna uscire dalla retorica della "sinistra" per potere proporre una alternativa, che non ha senso giocare con le loro regole.
EliminaIl fatto che le pensioni siano pagate con i contributi o in base ai versamenti passati E' FALSO.
Non esiste nessuna correlazione tra la contribuzione e l'ammontare del vitalizio, la cui tempistica e ammontare sono ARBITRARI.
Il sistema pensionistico è uno Schema Ponzi per cui paghi gli "investitori" della prima ondata con i versamenti degli "investitori" della seconda ondata, senza alcun accantonamento e senza nessun rendimento prodotto dall'accantonamento. Lo Schema Ponzi continua a pagare fintanto che si allarga la piramide degli "investitori", buttandone dentro altri e poi altri. Appena il reclutamento di nuovi "investitori" rallenta o si ferma, per non dire che diminuiscono, il castello di carte crolla perché non c'è niente accantonato e non c'è nessun rendimento da distribuire.
Nel caso del sistema pensionistico l'INPS sarebbe stra-fallito se non fosse continuamente ricapitalizzato dallo Stato attingendo alla fiscalità generale. Dato che le pensioni sono pagate non coi contributi ma con le imposte, che poi includono il "deficit" e quindi il "debito", la tempistica e le somme assegnate possono essere QUALSIASI.
Il compagno dipendente pubblico ti fa il ragionamento folle tipo "se non ci fosse evasione, se tutti pagassero il dovuto", cioè se ci fosse la "giustizia sociale", ci sarebbero più soldi per pagare le pensioni, i servizi sanitari, eccetera. Assolutamente falso, al massimo si potrebbe fare un altro giro dello Schema Ponzi e poi ci troveremmo punto e a capo.
Lorenzo: "Non vedo correlazione tra la gestione amministrativa di una linea ferroviaria e la velocità a cui viaggia il treno."
Elimina"Gestione amministrativa", può darsi che non ci sia correlazione; "costi", stai certo che le correlazioni ci sono eccome.
Uè, ma c'è un limite alle nostre (e insisto, nostre) cavolate?
EliminaIo posso condurre una azienda che porta in giro la gente coi cammelli se la gente è disposta a pagare per il servizio in modo tale che io abbia il bilancio almeno in pareggio.
Una linea ferroviaria non ha il problema della "velocità" del treno, ha il problema di convincere la gente a salire sul treno pagando un biglietto.
Mettiamo che io domani voglia mettere la mia Ferrovia PincoPalla che va da Rimini a Casa di UCoso. Compro i terreni da attraversare, pago i mercenari per sterminare gli indiani, affitto operai cinesi per mettere giù i binari, compro la locomotiva e i vagoni. Adesso devo vedere i biglietti. C'è qualcuno che vuole pagare perché il mio treno porti merci e persone? Si, quanti? Abbastanza da coprire le mie spese? Bene, la FPP Rimini UCosia continua a vivere. No? Ciccia, la ferrovia muore.
L'unica variante in questo discorso è che ad un certo punto UCoso si mette d'accordo con Sara e votano Mario. Mario promette che, siccome la FPP Rimini UCosia è un servizio che ha "valenza sociale", è un "diritto", quindi lo Stato ricapitalizzerà la mia società, qualsiasi sia il passivo che la conduzione della linea andrà a produrre. Per mettere la ciliegina sulla torta, la FPP è anche uno strumento per "garantire i livelli occupazionali" o per ottenere la "piena occupazione", quindi lo Stato pagherà i trenta ferrovieri per avvitare la lampadina.
L'unica cosa che non ha alcuna importanza in tutto questo è la velocità del treno. Perché, prego notare, appena si comincia a dire che il treno è un "diritto", il treno comincia a puzzare e ad arrivare in ritardo, se mai arriva. La ragione l'ho già spiegata. Se UCoso andasse in giro in treno pagando un biglietto da cinquemila euro, il treno sarebbe più veloce della luce. Ma siccome il treno è "tutela in perdita" e il biglietto ha un costo simbolico e abritrario, è già tanto se ogni tanto ne vedi uno in movimento e se non deraglia in ogni scambio.
Vale per qualsiasi cosa, facciamo il caso di Alitalia. Per la sua vera finalità, non può stare "sul mercato" e quindi lo Stato, cioè noi, dobbiamo buttarci dentro qualche miliardo ogni anno. Da molti anni. Se Sara viaggiasse in aereo, ti direbbe che i voli costano tanto e sono scandalosi. Non si domanda, Sara, quanto costa effettivamente fare volare gli aerei Alitalia, il problema non la riguarda e poi la soluzione è la "lotta alla evasione fiscale".
C'è senz'altro del vero in quel che scrivi. Rimane il fatto che un treno veloce costa di più di un treno più "moderato". Chiedi il perché a chi si occupa di carrozze e locomotori, nonché a chi si occupa di binari e massicciate, passando per chi si occupa dell'elettrificazione della linea (anch'essa, comunque, tutt'altro che indispensabile e, in certe condizioni, tutt'altro che vantaggiosa).
EliminaAl pendolare non interessano velocità e lusso, gli interessano la disponibilità e l'affidabilità delle corse, la sicurezza (incluso non incontrare certi energumeni sulle carrozze), l'economicità e un ragionevole livello di igiene e comodità. Le tratte pendolaristiche, che sono quelle dove si concentra il massimo numero di viaggiatori "umani", sono in genere brevi, superando ben di rado il centinaio di chilometri. Attraversano paesi, comportano fermate frequenti per caricare e scaricare gente... a che serve un convoglio da trecento all'ora?
Un treno veloce costa di più di un treno lento? Tecnicamente, no.
EliminaIl treno è una macchina, progettato in funzione di certi vincoli definiti a priori, le "specifiche". In generale un treno "veloce" costa quanto un treno "lento". Si potrebbe dire che spingerlo più veloce ha un maggiore "costo energetico" ma questo vale solo se i due treni sono UGUALI, cioè se è la stessa macchina che va X e "più di X", invece se cambia radicalmente la tecnologia, potrebbe paradossalmente costare meno andare "veloce" rispetto andare "piano".
Facciamo un esempio: quanto costerebbe ad ognuno di noi avere un cavallo e andarci in giro? Quanto costerebbe andare, che ne so, ad Amburgo a cavallo? Adesso facciamo il confronto con altri modi per spostarsi, l'automobile, il treno, l'aereo. Magari scopriremmo che andare ad Amburgo costa meno adoperando la macchina più veloce.
Il "costo" del "treno veloce" non è nella macchina in se ma nel fatto che devi fare un investimento sostituendo quello che hai già. Io ho un cavallo, perché devo comprare una automobile? Il "perché" si può determinare con la famosa "immaginazione" oppure facendo una analisi, definendo le specifiche e quindi stilando un progetto, cioè cosa faremo da qui a tot anni.
La soluzione l'abbiamo già trovata nei riflessi condizionati, quella della "decrescita felice" che poi è sempre il vecchio mito del "buon selvaggio". Il treno lento è buono perché è un atavismo. Più è lento, più simboleggia la regressione allo "stato di natura", il ritorno al cavallo, meglio è. A QUALSIASI COSTO, perché il treno deve essere lento, dato che deve "decrescere" e nello stesso tempo essere un "diritto". Qui arriviamo alla inevitabile contraddizione del fighetta che vuole la "decrescita" ma vuole anche togliersi tutte le voglie o più precisamente esercitare tutti i suoi "diritti".
> Un treno veloce costa di più di un treno lento? Tecnicamente, no.
EliminaNella tratta Bologna - Milano si e' rinunciato a portare l'AV massima da 300km/h a 360km/h perche' la manutenzione di binario e massicciata sarebbe diventata troppo onerosa per i risparmi di tempo ottenuti, anche se il materiale (FR 1000) e' gia' collaudato per quella velocita' massima.
I treni ad AV devono avere caratteristiche che i treni a media velocita' NON hanno (carrelli e sospensioni, intercomunicanti, pressurizzazione degli ambienti, etc.).
In genere caratteristiche che comporano aumento di costi.
L'unica cosa che potrebbe calare e' il costo energetico puro relativo al viaggio rispetto a treni con numerose fermate.
Il treno ad AV e' fondamentale sulle tratte frequentate e lunghe.
la rete dei collegamenti citta' - citta' (e.g Torino - Udine, Pisa - Ancona, Napoli - Taranto, Genova - Venezia, etc.) necessita' di medie velocita' (servizi IC, eg.).
Purtroppo i collegamenti e la rete citta' - citta' sono stati massacrati.
Coso, a me a volte costa una certa fatica descrivere l'ovvio ma se il "treno nuovo" costasse di più del "treno vecchio" saremmo ancora nelle caverne a toglierci i pidocchi a vicenda, perché il cavallo costa più dei piedi, il carretto più del cavallo, il treno a vapore più del carretto, il treno diesel-elettrico più del treno a vapore, il treno elettrico più di quello diesel, il treno a levitazione magnetica più di quello ruotato, eccetera.
EliminaIn questo ragionamento mancano dei passaggi, no?
Certo, se dobbiamo trovare una scusa per l'idea balzana che si debba tornare nell'utero, allora va bene tutto. Siamo sempre ai soliti discorsi sul "teratoma umano".
Quando si arriva a negare l'evidenza per sostenere un'idea, significa che qualcosa non torna. Come mai giri con uno scooter e non con un mezzo più performante, Lorenzo? Sarebbe più comodo, più veloce, più "figo"/moderno e... più economico, da quel che ho capito. Compra una cosa tipo questa, o questa, o (per restare in campo motociclistico) questa no? Con lo scooter sprechi un sacco di denaro, butti via delle opportunità. Non contraddirti, metti i fatti dove stanno le parole.
EliminaNon funziona così, e lo sai.
MrKeySmasher
Mi auto censuro cancellando le prime due righe.
EliminaAndare in moto COSTA DI PIU che andare in automobile per chilometro percorso. Questo dipende dal rapporto tra il costo di acquisto, di manutenzione e delle tasse confrontato con le distanze fisicamente percorse/percorribili durante l'anno. Un "maxi-scooter" si vende al prezzo di una utilitaria, nel caso non lo sapeste. Un mio amico veniva al lavoro con una moto da 30K euro.
Non solo andare in moto COSTA DI PIU al chilometro ma è anche enormemente PIU SCOMODO per l'evidente realtà che fa freddo e piove.
Non solo andare in moto COSTA DI PIU al chilomentro ed è PIU SCOMODO ma è anche molto PIU PERICOLOSO, in un contesto di traffico parossistico di auto e camion, perché qualsiasi incidente si traduce inevitabilmente in traumi di varia gravità.
Io non sono costretto, SCELGO di andare in moto e di pagare il prezzo perché per le mie esigenze è la soluzione migliore. La scelta dipende dalla analisi e dalla progettazione, non dalla "immaginazione", infatti se io immaginassi che andare in moto fosse economico, comodo e sicuro, sarei un pazzo. Nello stesso momento la moto oggi come oggi va IN AGGIUNTA all'automobile, perché non è pensata come il mezzo principale di locomozione, viene usato o per andare al lavoro su brevi distanze oppure come giocattolo. La ragione è ovvia, se io uso SOLO la moto significa che vado MENO in giro che se avessi l'automobile, perché devo fare i conti con gli inconvenienti della moto e quindi vado da A a B solo se DEVO. Per venire al caso nostro, io non farei mai centinaia di chilometri in moto per andare a ballare come fa UCoso. Lui ci va in AUTO mentre immagina un mondo dove si possa andare ovunque col trenino. L'ipotesi di NON ANDARE IN GIRO non lo sfiora nemmeno perché è si "ecologista" ma deve anche godere e ubi major minor cessat.
Qui stiamo affrontando il tema generale della "mobilità" che è un sottoinsieme del tema generale del "vivere" con gli strumenti del bambino, non con quelli dell'adulto. Il "treno" non è una macchina che è progettata per uno scopo, è un OGGETTO SIMBOLICO. Si assume PER DEFINIZIONE che il "treno lento" sia meglio del "treno veloce" perché il "treno lento" è un atavismo che rassicura rispetto al concetto del ritorno nell'utero materno, invece di imporre competenze e decisioni. Il "treno lento" è un sottoinsieme della "decrescita felice" che a sua volta è un ritornello che gira da secoli per l'Europa, da quando i rampolli dell'Alta Borghesia favoleggiavano di quanto fossero felici i "selvaggi" nelle colonie remote, di quanto fossero vicini allo "stato di natura" IMMAGINARIO.
D'altra parte, lo stesso discorso del "treno" si può fare pari pari per la "plastica", che è un altro SIMBOLO della "modernità" a cui si contrappongono vari "atavismi immaginari", come quello di "purificare" l'acqua con il carbone, che è un trucco noto dall'epoca dei Faraoni ma non ha mai evitato il Colera o l'avvelenamento da piombo a nessuno. Ho trattato l'argomento in separata sede, per chi fosse interessato.
Puoi raccontare le cose come ti pare, avvitandoti all'infinito, ma continui a sostenere una tesi insostenibile perché insensata. Un treno veloce ha costi esorbitanti e funzionalità ridotta per le finalità che interessano ai più, rispetto a un treno lento. Dove per "treno" intendo l'intero sistema ferroviario, non il singolo veicolo.
EliminaEsattamente come per consegnare le pizze è meglio un motorino che raggiunge al massimo i 60 km/h e all'occorrenza viaggia anche su stradine da quattro soldi, rispetto a all'Agusta Brutale, che benché viaggi a quasi 300 km/h costa un botto da ogni punto di vista ed è la negazione della praticità per uno scopo utilitario ed è pressoché inguidabile al di fuori di un sistema viario sofisticato come un'autostrada (per la quale è comunque surdimensionata) o dedicato come una pista.
Giustamente osservi che sarebbe poi il caso di chiedersi se e quanto è effettivamente indispensabile andare, andare, andare in un qualsiasi ovunque, o se quella "indispensabilità" è costruita ad arte per garantire profitto ai soliti noti imponendo costi ad altri soliti noti.
Sai cosa c'è? Che questo argomento è molto sopra il tuo potenziale.
EliminaFacciamo prima se cerchiamo di capire di che argomento puoi discutere da personcina adulta cosi non perdiamo altro tempo.
Intanto ti ripeto il concetto fondamentale: il treno è stato inventato per portare quanta più roba possibile quanto più velocemente possibile, non ha mai avuto lo scopo di muoversi lentamente su e giù in funzione del cazzeggio. Nei posti dove c'è tanta roba da portare, si fanno treni super-veloci (v. Giappone) o treni ultra-lunghi (v. Australia, Sud America). Il fatto che in Italia ci siano treni piccoli e lenti non è frutto di saggezza ma della decadenza e quindi del fatto che non c'è niente da portare in giro. I "treni locali" non sono in problema in se stessi, risentono del fatto che i territori che attraversano stanno agonizzando, per via dei cambiamenti demografici ed economici.
Allora il discorso sensato non è dire che il "treno lento" costa meno (meno di cosa?) ma che è più adeguato ad un Paese che si propone di regredire al Terzo Mondo. Lo scopo è decadere, decrescere, morire, estinguersi. Anche il "treno lento" ad un certo punto è troppo veloce e si tornerà al carretto e poi all'asino. Io trovo abbastanza perversa questa goduria masochista che provate voialtri poveretti che giocate al "ragazzo di campagna", perversa e un po' patetica, un po' come sentire i predicozzi di Celentano.
Un po' mi dispiace, al netto della frustrazione, perché non è colpa tua.
Già non avevo dubbi che tu fossi un fenomeno, non c'era bisogno di quest'ulteriore conferma. Comunque grazie per averlo nuovamente sottolineato.
EliminaMrKeySmasher
Singor Connor
EliminaNon mescoli tutto e il contrario di tutto per sostenere la vs. tesi.
L'economia ferroviaria e quella dei veicoli ferroviari ha un dominio in cui la curva costi/benefici ha un certo andamento, dominio al di fuori del quale il costo aumenta rapidamente.
Insomma, farsi fare una versione ferroviaria del riscio a pedali (lavoro del tutto artigianale) costa di piu', per passeggero trasportato per chilometro, di un carrozza UIC da 200km/h. E' vero.
Anche realizzare un convoglio da 500km/h ha costi molti piu' alti, per chilometro/passeggero trasportato, del trasporto con un convoglio a media velocita' (200km/h e' il limite superiore per il dominio della media velocita').
Poi cosa intendete per lenti? La media velocita' (fino a 200km/h) sarebbe lenta, per voi?
Su quali distanze?
Mah.
La mia difficoltà consiste nel fatto che ho a che fare con degli adulti-bambini, alimentati dalla "pseudo-cultura" che usa locuzioni come "società civile" o "politico valoriale".
EliminaIl treno è una infrastruttura come qualsiasi altra, facciamo il caso di una delle "stelle" dei "cinque stelle", l'acqua potabile. Devi scavare una trincea e metterci i tubi, tubi grandi, tubi piccoli, devi mettere pompe e serbatoi, eccetera. Tutto l'accrocchio esiste se esiste la domanda del bene/servizio, cioè se c'è tanta gente disposta a pagare per avere il bene/servizio. La tecnologia impiegata per fornire il bene/servizio, quindi l'investimento della posa in opera e della manutenzione, dipende ancora dalla domanda del bene/servizio, perché se la gente pretende acqua di qualità dovrò assicurarmi di installare i marchingegni che garantiscono quella qualità, se la gente è disposta a bere l'acqua del pozzo devo solo scavare un buco e mettere una corda col secchio.
Costa di più costruire una rete di distribuzione dell'acqua che fa uscire acqua di ottima qualità dal rubinetto di tutte le case oppure scavare un pozzo giù in strada e metterci una corda col secchio? Dipende, se nessuno vuole l'acqua del pozzo, costa di più costruire un pozzo CHE NON USA NESSUNO, perché NESSUNO PAGA.
Il problema si sposta a monte. Il nostro MrCoso qui si vanta di lavarsi senza sapone con l'acqua del pozzo. Lui non presenta nessuna domanda di acqua potabile di ottima qualità, quindi in teoria nessuno gliela dovrebbe portare. Se non che scatta la "stella" dei "cinque stelle" e l'acqua potabile è una "finalità sociale" che deve essere garantita IN PERDITA dallo Stato, non importa a che prezzo.
In Giappone i treni ad alta velocità sono "normali" perché esiste la domanda di portare in giro ogni giorno molti milioni di pendolari. Nessuno ha pensato di mettere il treno ad alta velocità solo per il gusto di farlo. In Australia c'è un deserto sconfinato quindi usano i treni come "navi porta-container" per attraversarlo spostando i minerali verso le fonderie e il legname verso le segherie, in quel caso non conta la velocità ma quante merci ogni convoglio riesce a muovere. Allo stesso modo, nessuno ha pensato di assemblare treni lunghi cinque chilometri per il gusto di farlo.
Veniamo a noi, i treni locali sono lenti non solo per via della tecnologia dell'insieme ma perché si fermano in tutte le stazioni come il tram in città. In teoria ci dovrebbero essere poi dei "nodi di interscambio" dove scendi dal trenino e prendi il trenone per andare più lontano e il trenone non si ferma, quindi, oltre alla tecnologia dell'insieme, va più veloce perché non si ferma. Esattamente come nella rete di distribuzione dell'acqua c'è il tubone, il tubo medio e il tubetto che finisce nel rubinetto e ci sono le pompe e tutti gli aggeggi. Ancora, tutto questo dipende dalla domanda. Se io mi immagino di vivere la "decrescita felice" devo immaginarmi l'acqua del pozzo e la corda col secchio, non l'acqua del rubinetto assolutamente pura e magari anche dotata di proprietà curative. Viceversa, devo anche immaginarmi che ogni cosa ha un costo e qualcuno la deve pagare, se manca la domanda, se nessuno paga, non può esistere il servizio.
Il trasporto locale è caro e vergognoso.
RispondiEliminaPer dire che il trasporto locale è "caro" devi prendere il bilancio della azienda che lo gestisce e vedere quali sono i costi, non devi guardare nel tuo borsellino. A parte la faccenda che dicevo dell'uso dei servizi pubblici come distributore di assistenzialismo, è palese che i servizi "locali" scontano il fatto che il treno e i binari costano uguali ovunque li metti, come aprire una panetteria costa uguale ovunque la metti (al netto del prezzo al metro dell'immobile) ma cambia il "mercato" a cui ti rivolgi, banalmente hai una clientela numericamente minore e con una capacità di spesa minore. Quindi arrivi ad un certo punto per cui il treno o il pane vengono venduti sottocosto, oppure non vengono venduti affatto. Se io trovo una panetteria in cima ad una montagna mi aspetto che il pane costi 100 euro al chilo. Se costa come a casa mia o meno, il panettiere me lo regala.
EliminaQuesta è una di quelle cose che non si possono dire.
Qui poi ci ricolleghiamo al discorso di imporre gli stessi adempimenti amministrativi a contesti del tutto diversi, come se avere una bottega (o un treno) a Casa di Dio fosse uguale che averli a Milano. Che è esattamente la stessa cosa vista dalla direzione opposta. Se il panettiere ha centomila clienti può dividere i suoi costi FISSI per centomila. Se ha dieci clienti, deve dividere i costi FISSI per dieci.
Sulla linea che utilizzo
Eliminao - hanno talmente ridotto il personale
o - c'e' una tale utenza
che e' gia' in pareggio.
Del resto, Connor, coloro che si spostano sulle strade che non siano autostrade a pagamento non pagano pedaggi anche se la costruzione e la (scarsa) manutenzione di esse e' una delle voci piu' onerose degli enti pubblici.
Gli abbonamenti, come in molti altri paesi, offrono tariffe assai interessanti, Sara.
Sono abbastanza stufo di questi discorsi campati per aria. Possiamo dire tutto e il contrario di tutto fintanto che non abbiamo in mano il bilancio della azienda che fornisce il servizio di trasporto. Se tu voi confrontare la ATM di Milano con la ATAC di Roma non devi guardare il colore dei mezzi, devi confrontare i bilanci. La differenza a monte del bilancio è comunque osservabile, la ATM fa il culo a tutti, dipendenti e clienti, i primi devono sbalzare e i secondi devono pagare, mentre l'ATAC ha "funzione sociale" con gli uni e con gli altri.
EliminaI treni locali non ti portano in cima al monte, nel caso qualcuno non lo sapesse.
RispondiEliminaI treni locali non portano nessuno e niente da nessuna parte. Questa è la ragione per cui sono anti-economici e quindi o qualcuno li mantiene in perdita oppure la linea viene chiusa.
EliminaNon è un problema connaturato al treno e ai binari, vale per qualsiasi cosa. Se UCoso domani volesse produrre il miele ha bisogno delle arnie e delle piante fiorite ma se poi lo vuole vendere ha bisogno di un mercato. Il mercato diciamo che è uno spiazzo dove la gente si reca a comprare il necessario. Se questo mercato vede passare dieci milioni di persone davanti al banchetto di UCoso, lui venderà tutto il suo miele, magari ad un prezzo consistente. Se la mercato ci vanno cento persone, UCoso venderà molto meno miele e lo dovrà vendere ad un prezzo determinato dalla domanda/offerta, fino al punto del sottocosto.
Solo che UCoso può prendere su il miele e andarlo a vendere in centro Milano, invece il treno una volta che hai posato i binari, li resta, non puoi andare a cercarsi i clienti. Il treno "locale" vive se il territorio che attraversa "vive" e muore se il territorio che attraversa muore. Nei film dei cowboys il tema della ferrovia è ricorrente. All'epoca serviva per portare avanti e indietro merci e persone da/per territori che veniva colonizzati, si aprivano miniere, si stabilivano allevamenti, si costruivano villaggi, si abbattevano foreste, eccetera. Passa il tempo, chiudono le miniere, non ci sono più foreste da abbattere, la demografia è in declino, viene meno la ragione d'essere dalla ferrovia.
Ci sono solo due opzioni.
Lo Stato paga il servizio in perdita.
I ricchi che vogliono "tornare alla natura" o nel "borghetto pittoresco", pagano il servizio abbastanza per mantenerlo in attività.
Quando il servizio c'e', specie in aree urbane ad alta densita',la domanda di traffico c'e' ed e' pure vorace.
EliminaPotrei citare alcuni casi grotteschi, paradossali, di ecesso di successo.
v. il principio di induzione del traffico.
Se fosse vero questo ragionamento strampalato, appena metti un servizio ferroviario si crea un'area urbana ad alta densità, quindi secondo la tua stessa logica, bisognerebbe togliere il treno ovunque.
EliminaAnche qui mancano dei passaggi ma non ho voglia di metterli.
Le sardine sono carni all'ammasso, hai detto bene.
RispondiEliminaUn movimento finalizzato al sostegno del Governo partecipato dal PD, alle campagne elettorali di quel partito, e alla scrematura di nuovi politici per quel partito.
Poi, il leader declama l'autonomia del movimento, e il bestiame ittico gli crede.
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Singor Marco
EliminaIo leggo spesso le vs. ragionevoli critiche a questo e quello.
Pero' oltre la critica ci vuole l'arte, la sintesi.
Ho capito cosa non volete ma non ho capito cosa volete.
Che indicazioni di voto avreste dato all'ultimo giro elettorale?
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