Zio petardo, sono passati dieci giorni dall'ultimo aggiornamento di questo diario. Cosa è successo?
Pensavo che il fatto che mio figlio sia stato qui per due settimane di seguito è stata una delle conseguenze belle di questa epidemia. Ci siamo trovati proprio bene: durante il giorno sgobbavamo duramente entrambi, egli in telelezione, studio, esercizi con i suoi compagni d'università, io in telelavoro. La sera era bello cenare insieme. Abbiamo fatto tanti giorni senza neppure uno screzio, un litigio, mi meraviglio ancora.
In circa i due terzi di questi giorni qui c'è stata anche... Rosa Canina. Sì, forse un po' stretta la casa per tre, considerato che l'ho vissuta gran parte di questi diciotto anni da solo. Ma per molti giorni qui si è formata una famiglia di tre e siamo stati proprio bene.
Sabato e domenica sotto, in valle, c'è stato un traffico infernale. Posso immaginare che sabato siano passare alcune decine di migliaia di motociclette, un fracasso orribile tutto il giorno. Io non ho mai capito coloro che si aspettavano cambiamenti drastici nelle persone (alcune in meglio, altre in peggio) in seguito alla pandemia. Ma perché dovrebbe succedere? La natura umana è molto più profonda di qualsiasi modifica indotta da fatti per quanto cruenti. Insomma, dal silenzio del fermo siamo ritornati al solito rumore giornaliero, cambiato un cazzo. Un'altra categoria di persone si è scandalizzata per il fatto di osservare che anche quest'epidemia, come tutto del resto, ha lati positivi e negativi. Il lato positivo era che c'era un meraviglioso silenzio, ormai ricordo da molti giorni ormai. Molte persone si sono abituate a vivere in condizioni precarie od oggettivamente scadenti e lo considerano la normalità.
Martedì 19 ha piovuto, qualche quarto d'ora: dopo mesi un accumulo che, per quanto piccolo, è stato meglio di nulla. La siccità ventosa ha già ripreso il sopravvento, secco, sole e vento da quel giorno. Nulla pare cambiare neppure in questa infausta situazione.
Sono tornato a fare due camminate in montagna, domenica 17, su fin in cima al monte sopra casa, domenica 24 ce ne siamo andati alla riserva di Sassoguidano. Uno degli scorci incantevoli di questa Bella Italia dove arte, agricoltura, colline, pievi, mulini, torri, boschi, rupi, fonti, campi, campanili si tessono in un arazzo di ineguagliabile bellezza.
Bello!
RispondiEliminaC'erano delle dolci selle pratose, circondate da boschi sui controsni un po' piu' erti, pievi del Duecento, il profumo del letame di stalle, le acacie in fiore, piccoli casali e mulini in pietra, castagni millenari, piccole edicole dedicate alla Madonna (della Neve), torri. Ecco, se io potessi immaginare un paesaggio piu' bello e bucolico della Contea degli Hobbit, quello sarebbe il candidato non ideale ma reale.
EliminaSai quanti angoli di Appennino sono così, Jajaclaudia!?
Purtroppo non lo so, ma ti credo!
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