(unuomoincammino)
Venerdì 16 u.s. ci siamo recati a Pisa, per la luminara, evento che cade nella notte che porta dalla vigilia a San Ranieri, patrono.
Direi una forma sincretica del cattolicesimo, che si sovrappone alle feste pagane solstiziali.
Così ho colto al volo la proposta di Rosa Canina: ci siamo alleati per sostituire i nostri eventi "fisici" (camminate, alpinismo, escursioni, danza, etc.) con eventi più tranquilli, culturali, etc. .
La bellezza di questo evento, a mio avviso, consiste, in maggior parte nel ritorno emotivo alla oscurità: la folla sente (temo che non lo comprenda) il fascino dell'oscurità, uno dei tabù della contemporaneità. I nostri ritmi naturali, sonno-veglia, sono massacrati da un profluvio di luci che hanno, per la maggior parte delle persone (ovvero gli urbanizzati) semplicemente eliminato la notte sostituita da una sorta di luminescenza diffusa giallodiarroica (lampade ai vapori di jodio) ora via via più spesso azzurromerdina (delle luci a led).
Direi che non sono i lumini più o meno organizzati in decorazioni ma proprio la notte e una illuminazione tenue, di qualità, umana ad esercitare il fascino.
Era sufficiente passare per alcune bancarelle illuminate in modo parossistico per rendersi conto della differenza abissale di qualità (peraltro abbiamo acquistato qualche dolcetto in una bancarella che, invece, aveva capito e fatto proprio il contesto, con una illuminazione teneu, in linea col contesto, esprimendo esplicitamente ai venditori il nostro apprezzamento).
In tutto questo osservavo, allibito, numerose persone che vagavano colla luce del proprio furbofono accesa, furbofono usato a mo' di torcia; mi veniva da chiedere loro :- Se siete qui per questa luminara ovvero la festa dei lumini nella oscurità, perchélaannullatecollalucedelvostrofurbofonodelcazzochepropriononavetecapitounacippa!?
Insomma, una sorta di incapacità, una minorazione sensoriale e intellettiva per cui, un po' di oscurità questi vagolavano cretini a far luce nel luogo in cui erano venuti per lumi e un po' di oscurità (tenue, non era certo buio pesto!).
Mah, siamo ridotti male.
notte scura, notte senza la sera
RispondiEliminanotte impotente, notte guerriera...
Guerriera mica tanto: folle di piacioni, piccioncini, pacciocconi, curiosi, famigliole.
EliminaIo l'anno scorso subii improvvisamente il fascino della notte e delle sue stelle. Per questo mi sono deciso a leggere "Inni alla notte" di Novalis. Sfortunatamente la poesia perde quasi tutto nella traduzione...
RispondiEliminaComunque, scorrendo rapidamente i miei appunti, qualche verso:
"[...] da allora sento un'eterna, immutabile fede nel cielo della notte e nella sua luce, l'amata."
E sulle luci della città: "[...] costui davvero non torna al travaglio del mondo, alla terra dove la luce abita in eterna inquietudine."
Comunque anche "luce giallodiarroica" e "azzurromerdina" non saranno altrettanto poetici ma rendono bene l'idea! :-)
Il buio è solo una forma dello horror vacui a sua volta espressione della inquietudine liquida.
RispondiEliminaL'oscurità ormai è una preziosa rarità. :(