giovedì 30 novembre 2017

Centottanta gradi

Non so come ci sia finito dentro (forse da ambiti gasistico) da alcuni anni ero iscritto ad una lista di distribuzione di anarchici - non saprei come definire - diciamo di impostazione marxista (la galassia dell'anarchismo ha anche anime di tutt'altro pensiero, ad esempio queste). Insomma, qualche giorno fa mi arriva una mail in cui si proclama l'ennesima giornata "antifa" con la solita tiritera sui poveri migranti, sulle politiche  neoliberiste che impoveriscono blablablabla e alimentano "i fascismi", le xenofobie, blablablabla. Insomma, la solita pila di scelleratezze che più sono cazzate e lontane dalla realtà e più questi si ripetono acriticamente, pedissequamente.
Ho risposto all'autore riportando alcuni semplici fatti:
  • Le risorse e i servizi sono in quantità e qualità finite e limitate e l'afflusso di milioni di persone dall'esterno che competono con i locali, non può che sottrarli a questi ultimi (li impoverisce).
  • Gli anti sono il duale di ciò che proclamano di combattere, semplicemente non possono esistere senza di esso e ne assumono quasi tutte le caratteristiche; gli antifascisti sono il duale dei fascisti e peggio di questi perché dissimulati.
  • Karl Marx è riuscito a riempire la testa di molte persone di ciò che egli chiamava oppio dei popoli, insieme di credenze tanto più lontane dalla realtà tanto più martellate.
Il kapò mi ha buttato fuori dalla lista.

Intanto vedo che qualche accenno di resistenza alla distruzione sociale implementata con la guerra migratoria, inizia a manifestarsi. I resistenti sono andati proprio da quella parte della società - fanatici con pulsioni masosadiche e criminali dissimulate dalla bassa tensione -  che lavora alla frantumazione, alla sirianizzazione, alla balcanizzazione, all'immiserimento, all'imbarbarimento di questo povero paese.
La cosa grottesca, paradossale, che i ruoli si sono proprio invertiti: la sinistra si sta rivelando sempre più ostile a ciò che essa chiama classi subalterne, è guerrafondaia, sta implementando un colossale accumulo di violenza, perché più gli innesti di elementi ostili nell'organismo si protrarranno più la reazione immunitaria, per la sopravvivenza sarà violenta.
Un gruppo di neofascisti diventa un nucleo di  resistenza a questa invasione decisamente apologizzata, propagandata e implementata dalle oligarchie e realizzata dagli squadristi, dai fanatici rossastri, utili idioti abilmente manipolati. E' sorprendente come anche l'iconografia, l'estetica, si sia invertita (si veda la foto a corredo). Tutto indica, urla, manifesta - tutto è! - una chiara inversione.

Le parole del capo del PD rimbombano nella loro demenzialità, sembra di assistere ad un grottesco teatrino kafkiano in cui, artatamente, si invertono i ruoli causa - effetto, si deprecano violenze inesistenti, i "senza se e senza ma" della stupidità acritica e dogmatica tornano a essere trombonati, si ignorano violenze e coercizioni reali, si scambiano vittime e carnefici. I rossi si sono sostituiti ai neri, prossimi alle elite più antidemocratiche e lontane, sono diventati complici di sfruttamenti sempre più intensi, fini, diffusi, organizzati, industrializzati e ingegnerizzati, a violenze e criminalità sempre più intense e sistematiche, diffuse socialmente, i neofascisti stanno iniziando una qualche resistenza a questo abominio,a questa catastrofe dolosa.

Io sono alquanto pessimista, arriveremo alla guerra civile e più in là e peggio, più violenta e cruenta essa sarà: o schiattano gli europei oppure schiattano gli invasori e i violenti, criminali, collaborazionisti e squadristi sinistranti che li stanno usando contro le genti europee.
La ruota della storia procede e continua a ruotare, siamo vicini ai centoottanta gradi.


In salmì prima, dolce poi - 2

(In salmì prima, dolce poi)

Sono arrivati in ritardo ma meglio così che pure io ero indietro col lavoro ai fornelli.
Bel convivio. Anche le donne stavano bene: lungo il tragitto per arrivare a casa mia mi avevano chiesto di fare caldo e così... Vai con un fuoco gagliardo e... perfino col riscaldamento acceso. Beh, io dopo un po' ho iniziato a sudare, non sono abituato a quelle temperature, esse stavano bene, ad un certo punto la più freddolosa si è messa pure in maglietta.
Dopo il pranzo _civa si è arrampicata di nuoo nel mio letto. Ci appisoliamo abbracciati, con qualche carezza.
Poi via, alla Instabile. Ah, quel posto di Grande Bellezza non finisce di stupirmi. E' un luogo epicurea, di arte, grazia, con la gloria dei secoli.
Musica che sprizzava energia (quella del TJ – tango DJ- è un'arte sfuggente, osservi i risultati, camomilleschi, bromurici o caffeinici, elettrizzanti ma non riesci a trovare un algoritmo ! - conoscenza ma non scienza). Donne belle da far girare la testa, labbra rosse, curve, vite da vespe, arte in corpo, dicevo che sono intellettuali coreutiche, col corpo danzante. Vola il tempo, arriva la fine, sorrisi, abbracci e i commiati, un velo di stanchezza e malinconia per la fine della gioia, della bellezza, della dolce vita.
La notte è buia e tersa, fredda di stelle azzurrine ci fagocita. Gli altri tre dormono già, io sono ipnotizzato dal lampeggiare quasi psichedelico dei tratti di bianco della segnaletica orizzontale sul nero pece del catrame. Sento i cavalli fremere nel motore, esso canta e accompagna la danza di bianchi e nero. Sono sempre incantato da quella autostrada meravigliosa e ora quasi vuota.
Poi usciamo e via, su per stradine di boschi e selve. Vado piano, il traffico lì è di cinghiali, tassi e cervi.
Mio figlio e _zzzino sono a casa, ci salutiamo con abbracci forti, maschi gli altri quattro vanno.
Mi siedo accanto al fuoco.

Ah, dolce vita, tango, tu ci rapisci, ci rendi folli di te, nel turbine di bandoneon, di giri di piano e di corpi, abbracciate labbra rosse e voliamo, poi arriviamo a casa, ci si chiudono gli occhi, felici.

domenica 26 novembre 2017

In salmì prima, dolce poi



Giornata di riposo ieri, di piccoli lavori casalinghi. Come adoro questi rallentamenti nella mia amata tana...
In tardi pomeriggio sono uscito per un minimo di spesa e sono passato a prendere un bio coniglio da un gasista che è diventato allevatore (ha capre, conigli, galline, per il momento) ridando vita ad un vecchio podere, alla stalla, al fienile. Egli, leggendo  e studiando (qui, se ricordo bene), per i conigli ha utilizzato un metodo di pascolo controllato: ha realizzato una specie di copertura a capanna con rete che sposta regolarmente sui prati intorno a casa, sotto la quale mette alcuni conigli a brucare l'erba: quando quei buoni animali hanno sbaffato per bene un certo posto, li sposta da altra parte. il nomadismo cunicolare è veloce, diurno direi: i conigli non fanno tempo a scavare cunicoli, la sera tornano nei gabbioni.
Insomma, ho acquistato un bel conigliaccio da 1.8kg che è in salmì di barbera da ieri sera, tra un paio di ore inizierò a cucinarlo. Ieri ho preparato già i crauti, e oggi arriverò una buona polenta bio di Marano, tirata in paiolo di rame per almeno un'ora e mezza e una tartara di carciofi, altro piatto quasi rudimentale e fantastico. Polenta: mi diverto sempre a vedere i fanali di coloro che, giustamente prevenuti per le polentine schifide precotte industriali di mais cazzari, quando assaggiano 'sta polenta fatta come Dio comanda e i sapori di mora, mandorla, affumicato che si trovano in bocca. Ahaha, fanno di quelle facce poi iniziano a mandibolare di brutto. :)
Il mais Marano è una delle meraviglie dell'agricoltura italiana e io lo prendo bio dal contadino della bassa (un'azienda gioiello che mi dà felicità a vedere ingegno e passione e amore per la Terra Madre) del quale sono referente per i GAS locali.
Saremo in sei a pranzo, il mio bipede mi darà una mano (dobbiamo anche tagliare un po' di legna e imbottigliare un po' di vino).
Vedremo qualche fiocco mentre mangeremo accanto al fuoco?
Ah, che meraviglia!
Ad una certa ora, in quattro (il bipede rimarrà qui a casa con _zzzino) e ce ne andremo in quel di Firenze, in una meravigliosa milonga, che si svolge in una pieve romanica recuperata, in cima ad una collina di prato e ulivi. Donne splendide, tango di ottimo livello, musica bella, il fascino di andare al di là delle selve appenniniche, dolce vita arriviamo!
Sono felice.

sabato 25 novembre 2017

Demagogie del venerdi (per ebeti)

Insomma, ieri a metà pomeriggio, assemblea sindacale in azienda, quella per cui lavoro, una del gruppo. Con eletta sindacale aziendale e sindacalista CGIL. Io sono curioso e penso che la partecipazione sia sempre importante. Mi siedo e ascolto.
Sento la solita sfilza di belinate, di dirittismi e di demagogia per cretini. Ad un certo punto non ce la faccio più, mi bolliva il sangue in vena per la serie ciclopica di mezze verità, intervengo.
  • La lotta al capitalismo globale di Merd amazon si fa acquistando da commercianti e aziende locali, evitando che miliardi di dollari si spostino dalla tua economia locale ai conti di Jeff Bezos e altri ultracapitalisti sìglobal. Troppo difficile e grave il sacrificio per la gente ieri eccitata (persino code sul GRA a Roma, a Milano, ascoltavo alle info traffico della radio, ieri) da questa nuova cacca importata dagli SUA, cretini consumisti del diritto al tutto e al contrario di tutto, difendiamoilavoratoriaPiacenza 'spettachefiniscodiacquistarelamammadaamazoncheèinoffertaoggi. Le lotte si fanno col consumo critico etico. Di kompagni rivoluzionari apparsi al GAS e poi spariti dopo due volte ne ho visti a pacchi.
  • Il sistema pensionistico se non è sostenibile non è sostenibile (una cosa che non si sostiene, casca, crolla).
  • Aumenti? (sempre molto appetiti dai colleghi che poi si svuotano il portafoglio in consumismi per ebeti e non sopportano l'assorbimento, deciso dall'azienda, degli aumenti del contratto nazionale nei superminimi assorbili, già, la moderazione salariale, quella è per gli scemi tedeschi dai quali poi acquistiamo i prodotti, no!?). Lavoriamo in un mercato che si sta impoverendo da tempo, se saremo ancora aperti tra dieci anni sarà già un risultato.
  • Dove era il sindacato quando garantiva ai lavoratori che non lavorano poi più le pensioni a 15 anni sei mesi e un giorno? Dove è il sindacato quando inserisce i macchinisti (e i loro blandi turni, inframezzati da pause notevoli) nei lavori usuranti!?!?

Sento alcuni colleghi e discorsi di dirittismi fuori dal mondo. Le persone hanno perso la capacità di andare oltre la punta del proprio naso, non hanno alcun raziocinio, alcun collegamento tra idee, pensieri, parole e azioni. L'aritmetica rimane fuori dalla propria mente e dal proprio orticello angusto in cui baloccarsi.

Comunque ieri l'ho detto, chiaro e tondo, che io NON sono di sinistra.  Un collega lo ha riportato poi in ufficio, qualche battutina al rientro Allora non sei comunista!? Io non sono comunista consumista e tanto meno marxista. Io non sono niente, sono un libero pensatore.

A me sembra di vivere in un mondo di de-menti.
Il venerdì è e rimane proprio un giorno di festa per koglioni completi.

P.S. Ho riso fino alle lacrime per l'intervento di Diego Fusaro a La Zanzara, ieri sera. Io non riesco a capire come una persona brillante e colta come lui possa essere un marxista. Comunque egli ha sottolineato la follia del venerdì consumista. Quel pagliaccio, indegno, meschino di Parenzo, un cicisbeo della sinistra al caviale, quello del cachemire e i diritti dei lavoratori, ha fatto una figura peggiore del solito.

venerdì 24 novembre 2017

Culto sconfitto

Il mio bipede è in fase adolescenziale nonmangioaglioecipollaperl'alito, mimettoprofumodeodoranteprofumante, mifaccioladocciaseivoltealgiorno. Un po' iperbolico ma rende l'idea. Così non vuole più che accenda il fuoco in caminetto perché poi c'è qualche sentore di fumo (sui vestiti). Però ieri sera, dopo cena, ho combinato il fattaccio e ho acceso il fuoco.
Beh, dopo un po' il bipede ha ceduto e si è avvicinato al caminetto a goderselo. Per una volta il piacere antico del caldo, delle fiamme colorate e allegre ha sconfitto il culto dell'apparire. Sorrido.

Continuo a non usare il riscaldamento d'inverno e ci sto bene, anche perché in collina è, nel male (estivo) e nel bene (invernale) assai più asciutto che nel catino padano o anche nel fondovalle là sotto.
Stamani osservavo l'immagine qui sotto. Beh, ecco, è ciò che io desidero da sempre, fin da bambino (anche se, idealmente montanaro, io immaginavo qualcosa del genere sulle erte pendici delle alpi scandinave). Stare col fuoco dentro, fuori il bianco candido, fantastico, ovattato, arrotondato. E' venerdì e mi lascio andare. Le previsioni meteo, ieri, già cambiate oggi, mi avevano illuso per un apparire della bianca signora domenica. Non sarà così.

martedì 21 novembre 2017

Maometto pedofilo - 3

(Maometto pedofilo - 2)

Bimba di nove anni ricoverata per emorragia (v. qui, qui, etc.).
Sul quotidiano della socio meticcizzazione razzista anti, La Repubblica, non una menzione del fatto.
Del resto multietnico, multiculturale, arcobaleno etc. è bello a priori, a prescindere, senza se e senza ma. Dei gioiosi fratelli dell'islam religione di pace si può parlare solo bene.
Dunque parola a
  • spaghetti alle vongole perfetti
  • su duello Bersani - Orlando
  • di una madre che fa arrestare  il figlio latitante e gli scrive  una lettera: "Odiami pure, ma ti ho tradito per salvarti la vita
  • "Veleno", la strage dei gatti neri, quinta puntata
  • Pagati con pizza, birra e lezioni di sci al posto dello stipendio: la protesta dei giovani medici - Le testimonianze nel gruppo social creato per dire no allo sfruttamento
  • Integrazione - Mameli in tutte le lingue: i 'nuovi italiani' cantano l'inno
  • L'amore che abbatte anche i muri: nozze al confine tra Usa e Messico
  • Moschee femministe e matrimoni gay: il volto nascosto dell'Islam
  • Imola, muore a 17 anni per meningite
  • Pirozzi e l'elogio di CasaPound: "Ne parlerò sempre bene, vennero ad aiutarci dopo sisma
  • blabla
  • blabla
  • blabla
Non una parola per questo atto di barbarie.
L'integrazione è solo quella lucida e a metà: le lenticchie fagiolate per legge che cantano l'inno di Mameli in berbero o urdo, il centodueenne sopravvissuto all'olocausto, le moschee coi matrimoni gay, quanto sono cattivi i poliziotti che sgomberano i poveri migranti.
Il bambino siriano sulla spiaggia martellato per mesi, la bambina di nove anni e gli orchi islamici a Padova semplicemente sparita.
Già, i falsi e le bufale in rete. E le omissioni.



Cinici, disillusi, realisti

Ieri sera si è fermata a casa mia.
E stamattina abbiamo scopato.
Siamo cinici e disillusi, viviamo il momento. Io trovo che rispetto ai tatticismi e alle finzioni degli enti o degli enta, sia meglio così.
Penso, però che, come ricordava Pornoromantica (Carolina Cutolo) i cinici siano anche grandi realisti (ella usava il termine di romantici). Anche solo per il fatto di eliminare tutte le convezioni, le edulcorazioni e lasciare solo la realtà.
E' venuta lei, poi sono venuto io. Poi colazione e via, ciascuno per la sua strada.
Così, leggero e improvviso, inaspettato, a me non piace, non posso dire di no.

domenica 19 novembre 2017

Come amici meglio

Sono stato bene con _zzz, con _mtura, con _ara, ex compagna di studi di tango, con _rio, tesoriere del GAS, l'alter ego anarchista di sinistra di Lorenzo. E con _civa. Dopo la milonga, stanotte, è salita anche lei, con _zzz, per la passeggiata odierna.
Così ci siamo addormentati abbracciati, con qualche carezza, con qualche bacio, nel letto. Per un certo momento, prima di crollare, e anche stamani, ho avuto anche un po' di desiderio fisico. Anche stamani. Stroncato dalla stanchezza ieri, dal preparare colazione, per noi tre, stamani.
Non posso non osservare come il mio eros si trovi nell'incudine  di un paradosso: ti desidero solo se sono libero. Non è una novità, per me, il potere erotizzante dell'assenza di legami, di vincoli.
In fondo, penso, che sia meglio che rimanga un'amica, cara e, a volte, sexy.
Una scopata non vale tutti i viscosi pantani che ciò comporta.
Come amici è più libero, più bello. Non sono capace di sostenere un legame erotico, meglio lasciar perdere.

C'erano gli odori buoni



Ieri abbiamo fatto tardi (ma non troppo) in milonga.
Abbiamo camminato, nelle ore centrali, da mezzogiorno fino alle quattro, lassù. Sulla stradina di crinale, di un mammellone sfasciato di argille plioceniche così comuni nell'Appennino “di due terzi” la parte più a monte di quello centrale. Che piacere, dopo mesi e mesi di polvere, secco, aridità, osservare quei fili, quei rivoli di acqua di scioglimento della neve.
Una terra fragile (frane da tutte le parti) e povera, arida d'estate e pantano nella stagione “invernale”. Beh, cielo blu, le foglie giallo-brune-arancioni delle farnie e sole, ce la siamo goduta proprio. Considerato che abbiamo fatto relativamente tardi (siamo arrivati a casa, dopo la milonga, alle due e mezza, questa notte) ce la siamo presa comoda, più una passeggiata che un'escursione, con panorama mozzafiato.
C'era ancora qualche chiazza di neve e qualche resto dei cumuli creati dagli spazzaneve.
L'Appennino sta diventando un deserto umano, pieno di vita animale, ma senza più umani. Case di tutti i tipi, categorie, fatture, vuote, che vanno in malora.
Come gli animali ci siamo imbevuti del basso sole novembrino,
Ho ricordato le parole di Gianfranco Bonaldi (Gianfri), quando in Val Grande, ci raccontava come tutti gli animali (caprioli, camosci, cervi, etc.) si mettessero, in inverno, sui versanti al sole, i prati tra faggi, larici e betulle, a prendere quanta più luce, calore possibile, del sole.
Ora che sono a casa, ho un'immagine con me, il sorriso sdentato di un contadino, ormai di una certa età, che era apparso, per poco, uscendo dagli edifici di quella fattoria. C'erano le galline, le capre e poi tre pingui scrofe, i loro simpatici grugniti, che ci osservavano curiose, poco sopra la strada. C'erano gli odori buoni di terra, animali, vita.
Andando non abbiamo visto nessuno, tornando mi sono portato a casa quel sorriso di quell'apparizione fugace.
Penso che sarei dovuto andare lì, stringergli la mano e dirgli :- Lei forse non lo sa, ma è un eroe di retroguardia, uno di coloro che conoscono la terra, la sanno lavorare, producono, creano ricchezza, anno dopo anno,  e la forniscono, in forma di prodotti buoni, di legna, di grani, a tutta la comunità. Mi permetta di stringerle la mano.

venerdì 17 novembre 2017

Simil contadinesco

Così si apre questa pagliacciata. Fabbrica contadina è un ossimoro. I contadini dell'eccellenza, alcuni dei quali li frequento per il GAS, sono ostili a questo teatrino disneyano, a questo parco dei divertimenti. Rendere tutto uno spettacolino con brillantini, artificiale, divertimentificio.
Ciò distrae dalla cultura contadina, dalle difficoltà che le piccole e medie aziende contadine affrontano, con una normativa vessatoria fatta per aziende enormi, da ciò che conta che è ricostruire una qualche relazione, un qualche rapporto empatico tra mondo contadino e consumatori inurbati. Vi dicevo (!?) del contadino cattococomeriano del GAS che non può più prodursi i pulcini in proprio?! Deve andare a prenderseli col proprio pick-up in una certa azienda. Questa sarebbe una norma contro l'aviaria. Come mandare i bambini a prendere la merendina confezionata al distributore del tubercolosario per proteggerli dalla salmonella. Siamo alla follia. Avrei una bella sfilza di norme vessatorie da raccontare, che, zeloti burocrati in regione o a Bruxelles, si inventano nel loro zelo progressista “come possiamo rendere la produzione più igienica/standard/sicura/migliore/industriale/a norma/... ?”

Così si inventa questo format (il termine del lessico della scatola inquina-menti mi fa cagare ed è quindi appropriato) per cittadini in cerca di emozioni leggere pseudo contadinesche da consumare dopo l'ape o il cross-fit. Invece di andare al cinema, a spippolare sul faccialibro o al buling, si va al teatrino simil rurale. Corso di un'ora per imparare a fare il formaggio o qualcosa del genere. A me sembra talmente cretino per cretini da farmi quasi sorridere.
Dopo il Merdpo meneghino 'sto divertimentificio bolognese.

giovedì 16 novembre 2017

Asprezze materne

Lunedì sera ho tentato di parlare con mia madre. Le ho chiesto se sarebbe possibile, durante le vacanze natalizie, andare qualche giorno nella sua casa di montagna con gli _zzz. E' sempre un momento critico: mia madre ha un rapporto morboso con la sua casa, così ha sclerato anche lunedì sera.
Basta una semplice domanda “Potrebbero venire gli _zzz?” ed è iniziata una filippica via più lunga e dura ad ogni mmh del mio essere basito, ammutolito. Peraltro _zzz e _zzzino sono persone garbate, fini, ospiti encomiabili. Emerge il potere e ciò che esso porta con sé, tra cui, non ultima, la volontà di far male, anche di umiliare. Mia madre non è diversa da altri esseri umani e gli anelli del potere, per dirla tolkenianamente, stravolgono anche lei.
Inutile tentare anche solo un blando tentativo di convincimento sul fatto che la casa rimanga disabitata 48 o 49 settimane all'anno nuoce ad essa stessa. Io la considero una completa insensatezza e non sono andato al di là di questa parola, pronunciata un paio di volte. “No la casa è mia e tu con gli amici e le morose non ci vai!” è stata la risposta ripetuta ossessivamente (a questo giro è stato aggiunto “le morose”, rispetto agli scazzi precedenti). Qui non c'è raziocinio che tenga, è la psicologia a comandare, una “cosa” che condiziona mia madre invece di essere gestita da lei.
Dopo le intemperie in risposta alla mia domanda è passata oltre, quella casa rimarrà a mio fratello che mi darà la metà in contanti. Io alzo le spallucce, le eredità sono delle rovinafamiglie e, in genere, non me ne frega un pipo. Però a me piace quel luogo e il paesello remoto, poco turistico, a quella casa sono affezionato, non per il valore venale, ma per quello affettivo.
Io mi sto allontanando da tempo dal paesello, considerato che ci vado sempre meno. Anche il passaggio generazionale, a mio figlio, non si compie. UnBipedinone si rompe le palle di venire su da solo e  comprendo questa sua ritrosia.
Mia madre sa che ci tengo a quella casa e ad andarci qualche giorno all'anno. Possibilmente non da solo, visto che vivo già la gradita  solitudine per buona parte del tempo.
Non ha esitato minimamente a girare il coltello nella ferita, ribadendo, con una certa soddisfazione, che quella casa andrà a mio fratello. Ripeto: io non voglio dire una sola parola sull'eredità, l'ho sempre detto  e pensato che è giusto che ella decida autonomamente, è giusto sia così. Ciò nonostante mi ha fatto male: sono anni che spero di poterci andare con qualche caro amico alpinista.
Io sono riuscito a rimanere calmo. La, casa è sua e io devo rispetto ai miei genitori. Tuttavia i genitori non sono essere perfetti e, come scrissi in passato, l'educazione è, quasi sempre, un rapporto dialogico. Cosa posso fare? Nulla. Anche solo una garbata domanda l'ha mandata in crisi (“sclero” e “sclerare” sono neologismi ma rendono bene l'idea).
L'impotenza è  dolorosa e lo è stata anche questa volta. Io sono ben allenato alla rinuncia ma non è questa parte del mio carattere che devo ulteriormente rafforzare. A me piace una certa durezza asburgica e questa volta essa presenta i suoi aspetti meno gradevoli.
Così mi allontano.
E dalle radici trentine e pure da lei.
Sono amareggiato, addolorato.

mercoledì 15 novembre 2017

Mille miliardi

Vado a ballare un po' di meno. Un po' che proseguendo con lo studio del tango miglioro il mio livello e certe milonghe da ciniali (come dicono al di là dell'Appennino) e dimenamenti non mi attirano più, un po' per il fatto che partecipare ad alcuni eventi speciali, straordinari, come lunghe o maratone o festival rende le milonghe ordinarie, appunto, ordinarie.
Però voglio sempre bene a Flora e ai suoi due  covi milongheri, originali, creativi. Quello di San Vitale, la Milonga Sì, periodica, rimane la milonga del cuore, quella alla quale sono più legato emotivamente, con un bel tango creativo, salon, ricco, fluido, elegante. Durante la settimana frequento il Mikasa, un piccolo antro un po' oscuro, assai originale nello stile. L'atmosfera è quella di una milonga di amici, comunque con un livello alto, direi tra le due o tre  migliori della città, tra quelle ordinarie. Il posto del martedì ha una piccola e singolare clientela cosmopolita: vicina al centro, attira visitatori da tutta Italia (ieri dei visitatori di Roma), europei e anche extra continentali. Svetana, bulgara di Varna, Eli, turca, etc. . Il tango nacque ambiente cosmopolita e tuttora rimane tale. Ma la sublimazione (come la pressione elevata necessaria per la generazione dei diamanti dal carbonio) avvenne in ambienti nei quali gli immigrati erano forzati ad integrarsi, a rispettare le regole della comunità nella quale entravano, tutt'altro rispetto all'inversione grottesca attuale, razzista anti, secondo la quale sono gli ospitanti a doversi adeguare alle regole degli immigrati.
Venerdì, in un'altra milonga di bel tango salon, osservavo un bouquet di tanghere, un gruppetto di donne belle, curate, eleganti, su tacchi, vicine all'ingresso alla sala, in attesa di essere “mirate”. Curve sinuose, gambe lunghe, la grazia in corpo, sederi a mandolino. Esse sono intellettuali del corpo, possiedono una cultura coreutica “alta” e questo le rende ancora più belle. Sì, ti viene voglia di amarle tutte.

Ieri ho ballato anche con Eli, di Adana, ballerina di danza classica, principiante col tango. Certo, asprezze e imprecisioni e bisticci col ritmo. Però, nell'abbraccio, superate le distanze iniziali ed entrati un poco in confidenza, in comunanza in questo breve progetto a due, sentivo il suo cuore battere forte. Il batticuore di coloro che si affacciano a vette e precipizi del tango.
Sono passati sei anni e questo è ancora mi emoziona, mi stupisce, mi meraviglia, un piccolo cuore che batte forte sulle note di D'Arienzo o De Mare, abbandonato in un abbraccio.
Mille miliardi di euro di valore.

Nuovismo e manutenzione

Da queste parti è piovuto e pure nevicato: sulla sella della mia bici, uscito dall'ufficio, prima che la rimuovessi, c'erano cinque centimetri di neve bagnata. eravamo quasi tutti felici ed eccitati, in ufficio.

Ho bazzicato mattina e sera due stazioni della città. Le pensiline erano in uno stato pietoso, scrosci di acqua ovunque. Non parlo di grandi cose, ma di pensiline che dovrebbero proteggere i viaggiatori e non tentare di imporre loro delle docce violente e delle gimkane grottesche. Bisogna segnalarle 'ste robe (un po' come segnalare al mugnaio che c'è della farina in giro o ad uno sportivo nuotatore che l'acqua è bagnata, già). Anche nel vialetto che conduce alla mensa che bazzico spesso in pausa pranzo, una pensilina colabrodo. Pluviali e grondaie intasati, mai puliti, bucati dalla ruggine. Sono bastati alcuni centimetri di neve e una quota rilevante dei treni locali sono stati soppressi.

Il ritorno di ieri è stato, parzialmente, in auto. Buche, strade da terzo mondo, canaline piene, fossi  di scolo colmi di rifiuti (la discarica diffusa lineare, alimentata dai doni e risorse e da non pochi italiani, purtroppo, ha anche questi effetti) che traboccavano, intasati , di acqua. Intere frazioni con interruzioni della fornitura della corrente elettrica. Semplicemente le linee in collina e in montagna non hanno più la manutenzione, che consiste anche nel tagliare gli alberi o i loro rami troppo vicini alle linee aeree.

Osservo le opere in CA delle autostrade e i ferri scoperti, ossidati, mangiati dalla corrosione: evidentemente le pingui società regine del citrocapitalismo (se vi dà a noia leggete citrosocialismo, sono uno il duale dell'altro) che hanno rubato le galline dalle uova d'oro allo stato e a paesani e cittadini che le hanno pagate con le loro tasse, sono troppo impegnate a contare i miliardi di euro di utili per occuparsi della manutenzione. Non parliamo del baraccone pubblico peggiore, più nefasto, che è l'ANAS. Poi succedono brutte cose e tutti si mettono a piangere.

Il sottopasso tutto lucido di figaggine per la clientela TAV ha un tot di punti in cui lo stilicidio strideva con tutto il resto. Il lucido fuori con la merda dentro. Il sottopaso lucido o... la carta d'identità  tech uau meravigliao, lucida e kafkiana, ecco il nuovismo luccicoso...

Non parlo di tecnologie difficili, di frontiera, con problemi avanguardistici.
Parlo di cose banali come pensiline che non siano colabrodo, di pulizia delle grondaie, di gente che non getta rifiuti ovunque, di non finire in crisi per tre e o quattro centimetri di neve.
Io mi chiedo 'sto progresso trombonato da mane a sera in cosa consista.
Io non apprezzo una persona con vestiti griffati che non si lava il culo o con un dito di nero di lerciume sul collo.
Così non posso che detestare questa ostilità per la manutenzione doverosa, semplice, delle strutture e il nuovismo tecnofilo del “più nuovo, patinato e con più brillantini, fiocchetti e campanelle è più fico” che la sostiene.


Quelli sì, questi no

Ieri a Radio 24 hanno martellato, la sera, con il naufragio della nave dei bambini.
Nessuna menzione della strage del Bataclan.
Sono di fretta in questo periodo e ho sbirciato senza approfondire alcuni quotidiani in linea: ancora, molti articoli di vario genere di apologia del multi(in)culturalismo, di quanto sono brutti e cattivi libici con i migranti (il 14 dicembre p.v. scadrà l'accordo con i libici, necessario “preparare” le masse), del brutto cattivo ragazzo che fa il saluto romano in una partita della pedata emiliana, poco o nulla sul Bataclan.
La propaganda semplicemente rimuove quanto scomodoe propone quanto utile ai suoi fini.
Le centinaia di vittime francesi sono un cazzo, il GIP che NON concede l'archiviazione per il naufragio di bambini di invasori, invece, quello deve esserti martellato dalla radio confndustriale decine di volte. I bambini invasori sì, i ragazzi francesi no.
Il razzismo anti è veramente sconcertante, la propaganda in questa dittatura soft sempre più grezza e  soffocante.

venerdì 10 novembre 2017

Fortune e ipocrisie



Da lontano mi giungono i clangori del politicamente corretto sessuale. Il ciarpame, quello infimo, proprio infimo, viene sempre dagli SUA; anche questa volta. Mi ricordo ancora la campagna bacchettona del quotidiano cattocomunista, La Repubblica, mesi contro B. per le sue esuberanze sessuali. Le questioni genitali innalzate a politica, già. Non per nulla, anche in quel periodo, i ravanelli nostrani scimmiottavano i "democratici" statunitensi e il loro fondamentalismo politicamente corretto per cretini. Del resto B. che  avrebbe potuto rompere questa ipocrisia perbenista non lo fece per non scandalizzare parte dei cattolici dei quali prendeva i voti.

Ora ci sono molte donne che hanno approfittato della fortuna sulla quale sono sedute per fare carriera. Un Do ut des, ti dico bocca, fica e/o culo, tu mi fai fare carriera. Beh, non particolarmente favorevole al merito ma, tutto sommato, equo. E naturale. Da sempre è così: bellezza delle femmine e potere dei maschi. Ora che tutte 'ste attrici che, a distanza di lustri, a carriera consolidata o consumata, vengono a propinare i loro piagnistei lacrimococcodrillosi, mi dà noia.
Se non vuoi Do ut des rinunci al potere, non sei obbligata a certi scambi. Nessuno è obbligato ad alcunché non siano le proprie esigenze vitali. Men che meno sei obbligata a far carriera nel cinema, non te lo ha ordinato il medico, eh!? Mi fan sorridere pure gli eccessi opposti, quelli di Valentina Nappi, che adotta un approccio basato, ideologicamente, su un ugualismo tra generi: avvocare che le femmine la smollino, specie con i loffi, diseredati, brutti, sfigati, etc. per togliere il potere sessuale ai potenti è una controcazzata colossale.

Che questo filth, come direbbero gli anglofoni, venga proprio da quel mondo patinato, progressistoide, della sinistra al caviale, dei kompagni marxisti milionari ollivudiani, non è affatto un caso. Essi sono i più falsi, i più ipocriti e lo sono in modo dissimulato. Il peggio va sempre a braccetto e 'sta roba non farà certo eccezione.
Ora qui arriva il merdame islamico che, essendo massimamente moralista, in fatto di ipocrisie e corruzione, metterà sotto i rossastri, anche da questo punto di vista.
Del resto oggi c'è uno sciopero del venerdì. Ipocrisie... già.

martedì 7 novembre 2017

Mi ha buttato fuori

Wind mi manda, qualche giorno fa, un messaggio informandomi che una tale offerta Big Info Pillo Pallo (o qualcosa del genere) a 21.xy euro al mese, di rispondere con NO BIG  al 4033 nel caso non fossi interessato.
Che diavolo sarà 'sta  BIG Pillo Pallo? A ventun euri al mese? ma sono pazzi!? Chi ha mai chiesto nulla del genere!? A me va bene il mio contratto da dieci euri e otto centesimi al mese, 400, 400, 1G. Alzo le spallucce... ma che messaggi mandano...
Ieri scadeva il mio periodo mensile. Mi arriva un messaggio, stamani :- Come da sua richiesta l'offerta  Pillo Pallo non è stata rinnovata.
Rinnovata!? Mai acceso qualcosa del genere. Bah.
Stamani faccio una telefonata cazzabubola a meccanico e mi arriva un "Costo della chiamata: 0,47 euro".
Eh!?!?

Mi hanno buttato fuori dal contratto lasciandomi a piedi in mezzo alla pianura. Calcolando il costo della telefonata di stamattina con la tariffa precedente, è come se essa fosse passata a 270 o 300 euro al mese.
Ora devo perdere tempo per cercare altre offerte, altri contratti, etc. .
Che modi sono!?
La cosa buffa è che in questi periodi di offerte tipo '900, 900, 2G, oppure 1000, 1000, 5G etc. io NON ho cambiato contratto. A me non interessa di spremere i miei interlocutori come dei limoni, ritengo che le tariffe eque debbano essere premiate. Questo nonostante da qualche mese la copertura sulla linea ferroviaria fosse diventata, per il 60% del percorso, un vero e proprio gruviera.
Già.


Acqua... gioia!

E' una cosa istintiva, che viene su dal profondo. Sento la musica della pioggia sul tetto e torno ai tempi di infanzia, adolescenza e giovinezza nei quali il tempo era.. variabile.
Non c'erano queste fasi mostruosamente stabili, monotone di tempo fisso per mesi e mesi: sempre solatio (e siccità, come qui dalla primavera del 2016)  ma anche sempre piovoso, come nell'estate 2014 (l'estate senza sole, piovve tutti i giorni, sempre effetto del cambiamento climatico, il blocco anticiclonico era a oriente, le pianure russe e slave bruciavano dalla siccità).
Io detesto la mancanza di acqua e quindi mi ricordo i prati verdi, quando nei boschi e in montagna trovavo rii, fonti e ruscelli, il colore era il verde d'estate e il bianco d'inverno.
Piove copiosamente, ora. La mia casetta diventa il ventre, fuori l'acqua amniotica. Sarei stato a casa volentieri, accendermi il fuoco e sentire la musica dei due elementi, fuoco accanto e acqua intorno a farmi compagnia, a scaldarmi e a dissetare la mia sete, acre di sale e polvere, sete di acqua, sete di pioggia.
Domenica 29 avevo fatto una sgambata con amici nel medio appennino. Una cosa estremamente sgradevole, tutto giallo, terreno talmente secco da essere diventato crosta oppure, nel bosco, talmente secco che era diventato polvere, nessuna coerenza più.
Quasi due ore di pioggia domenica. Pensavo che nelle mie annotazioni, ormai così rare sul calendario, dovrei passare dalle generiche indicazioni "Pioggia" (sta(va) per "giornata di pioggia") a segnare il numero di quarti d'ora di pioggia: un paio nell'unico temporale di ottobre, 6 quarti d'ora il primo settembre, etc. . Come nel deserto, di fatto. Che orribile cosa! Che sciagura!

Dopo lo strombazzamento giornalistico (il sensazionalismo imperversa anche sui siti metereologici, anche quelli di una qualche serietà che campano di numero di contatti e di pubblicità) ero malmostoso dopo le due ore scarse di domenica. Zio lurido, vuoi vedere che anche questa volta... poco più di una spruzzata... dopo un anno e mezzo...
Ieri a tratti ma è continuato tutta la giornata. Mi alzavo, in ufficio, per andare alla finestra e osservare quella pioggia benedetta. Ahhh, che goduria!!
Da ieri sera, piove copiosamente.
Stamani ho visto che è tornata acqua nel fiume. C'è acqua nel fiume Mbeh, che notizia sarebbe!? Infatti... Il fiume... non più il rigagnolo marcio di reflui fognari.
Basta poco e sono felice.
Acqua... gioia!

lunedì 6 novembre 2017

_civa: fine

Quando ci eravamo visti martedì, mi ero accorto che non andava (il non l'ho aggiunto oggi, mar 7). Ero andata a prenderla alla stazione ed era arrivata completamente avvolta di lana. Sembrava vecchia. Il raffreddore  e la condizione fisica così così non è che abbiano aiutato.
Avevamo fatto una serata di cointegro insieme, aveva bisogno di alcune dritte da parte del mio istruttore. Era uscita dalla doccia (spogliatoio femminile) e indossava una puzza un profumo di caramella alla ciliegia dozzinale, dolciastro. Orribile. Quando una persona non ti piace più, leggevo, iniziano a darti fastidio i suoi odori.
Sabato 28 era arrivata a casa mia. Avevo lavorato. E me la sentivo un po' in mezzo ai piedi. Mie insofferenze. Semplicemente avrei preferito non fosse lì. Non avevo e non ho più trasporto per lei. Domenica 29 aveva tentato di spompinarmi, ma io non avevo voglia. Ci è rimasta un po' male. era venuta a casa mia mezza catorcia: ma se un* non sta bene, perché va dallo/a amante? (*). Io avevo organizzato un giro con amici la domenica mattina: ella è rimasta, io sono andato. Alla sera, era rimasto _zzz, io ero impegnato ai fornelli, ad un certo punto è andata via precipitevolmente. Non mi sentivo a mio agio - mi scrisse. Capisco.
Così l'altro ieri (sabato 4) sono andato da lei, alla sua città e le ho detto che la storia non va, non sono innamorato, non mi va di essere freddo con lei. E' stato un commiato con garbo. _civa si era accorta e non aveva una gran birra pure lei. Abbiamo così ufficializzato la relazione di buoni amici nei quali eravamo finiti.
Stasera avremo lezione di tango insieme. Io voglio bene alle mie amiche. Con loro è più semplice che con le amanti, per me.
Devo dire che ho percezione di un qualche potenziale con le femmine, in milonga. Le milonghe sono luoghi che... danno alla testa. Beh, perché resistere?
Martedì 31 ho rivisto una tanghera riminese molto carina. Ero con _civa e guardavo l'altra. Mentre ballavamo, la riminese, mi mise, leggermente, una mano sul collo, solo qualche istante, un tocco tanto garbato, molto intimo, quanto erotizzante, erotico. Ci guardavamo da una parte all'altra di quel piccolo e creativo locale.
Mi alletta molto l'idea della caccia, del mistero nemesi in sé: quando lo sveli svanisce. Sono stato un bravo, irreprensibile,  ragazzo, giovane, marito per tanto di quel tempo che... non ne ho più voglia.

La settimana enigmistica

Dunque sono alcune settimane che sono (anche troppo) piacevolmente, appassionatamente travolto dal lavoro. Anche a casa, questo fine settimana mi sono divertito a usare algebra e ingegneria per modellare una parte di sistema. che è gestita, senza voler essere cattivi, un po' alla buona, con ciascuno che si reinventa tutto da zero ogni volta.
Uno scienziato col quale lavorai e dal quale imparai molte cose, ai tempi nei quali ero ai vertici mondiali (azienda precedente) osservava questa modalità un po' naif. Per spiegare la povertà concettuale di alcuni strumenti usava una metafora efficace: è come voler scrivere un romanzo avendo a disposizione un vocabolario con venti o trenta lemmi.

Nessuno penserebbe di costruire, oggi, un edificio complesso (pensate ad un nuovo edificio civile o industriale, o commerciale) presentandosi con
  • carriola
  • badile
  • acqua
  • betoniera
  • cemento e mattoni
  • doppino di rame
  • tondini
  • interruttori per la luce
  • prese elettriche
  • tubi di varia natura
  • assi di legno.
Anche oggi sono qui a risolvere un problema, in un sistema che funziona bene ma è privo di componenti ben definite e con un livello concettuale riconoscibile. Insomma, come entrare in una centrale elettrica e cercare di capirla avendo a disposizione un libro basato solo su termini come contatore, rame, accumulatore, condensatore, ... . Si diventa matti a capire cosa faccia una certa parte. Immaginate la manutenzione. E la qualità complessiva di un grande sistema realizzato così.

Sono letteralmente sparito, da sabato pomeriggio, in un appassionante vortice di algebra e ingegneria, appunto, che ho cavalcato e domato ieri verso le 17. Poi alcune cose un po' più ordinarie, ho sistemato piccole mancanze in mio lavoro precedente.
Alle persone perplesse di come si possa avere piacere in un lavoro così cercavo di spiegare che l'ho fatto per diletto, per pura passione. Ecco, come se mi fossi passato i due giorni di fine settimana a giocare con la settimana enigmistica, travolto dalla settimana enigmistica. Sì, una sorta di settimana enigmistica matematica, ingegneristica.
Mi dà molta soddisfazione lavorare per trovare soluzioni brillanti. Ecco, io non so se questo lavoro verrà apprezzato, in azienda.
Non mi interessa neppure.