La cucina della mia abitazione è stata temporanea come lo fu... la maturità (esame di) precedente alla attuale. Una soluzione provvisoria durata molto a lungo, nel caso della mia “cucina” sedici anni.
Le situazioni di mezzo: non sono granché, funzionicchiano, senza infamia e senza lode. Per questa “temporaneità” assai poco temporanea ho una scusante: mi farò la mia cucina (quella che desidero) quando avrò il tempo di progettarla e farla realizzare.
In effetti, dopo l'ultimo giorno di lavoro (il 20 giugno u.s.), avevo lasciato passare qualche giorno di ferie e poi ho iniziato il lavoro. Le mie supposizioni si sono rivelate del tutto fondate: questi sedici giorni di lavoro (certamente non dieci ore al giorno, ma sicuramente intensi, mi sono preso l'unico lusso del riposino pomeridiano – ah che figata della vita! - e di qualche spippolamento in rete, nelle pause, come ora [pagina scritta stamani, NdUUiC], che ho portato l'auto in officina e ho dovuto attendere quasi un'ora il primo treno utile) sono serviti tutti: sono a tre quarti della fase progettuale e organizzativa.
Scelta dei materiali, della cucina a legna, dei fornelli, delle forme, preventivi, sopralluoghi degli artigiani, rettifiche, correzioni, adattamenti, verifica dei tempi di consegna (prima dell'incubo deserto agostano, nei quali l'Italia economica, del lavoro collassa al nulla per molti giorni), visita alla segheria che fornirà il legname per un pezzo della cucina, dal fabbro stamane per un altro pezzo, stasera in un deposito di materiale siderurgico, organizzare il trasporto di questi pezzi unici a casa mia, spostamento di alcuni punti funzionali sulla parete, pensare a montaggi parziali all'interno della mia abitazione (c'è il limite di sagoma imposto dall'uscio di casa), etc. .
Ora devo organizzare anche la logistica dei trasporti per il legname. Beh, nel gergo dei GAS si dice diventare co-produttori, entrare in qualche modo nell'attività, nel rischio, nell'organizzazione delle produzioni. Certo sarebbe stato più comodo non doversi occupare anche di 'sta briga ma questo è una delle conseguenze del mio voler far lavorare questi piccoli. Sono proprio felice di poter dare lavoro alle industrie italiane (questa, questa, questa, ad esempio) e, specialmente, ai questi piccoli artigiani.
Parte rilevante del mio trattamento di fine rapporto andranno a questo lavoro, a questi arte-giani, a sostenere un'economia locale e nazionale.
Confido che il risultato sia funzionale (a me che piace lavorare in cucina la sua funzionalità è la cosa più importante), secondo il mio stile (due pezzi unici da me progettati con il loro aiuto), unica.
Ho sempre desiderato una cucina economica a legna, da quando ero piccolo, da quando andavo nella tenera, semplice e accogliente cucina dell'amata nonna materna in Trentino, realizzo anche questo sogno. Devo tirare giù la canna fumaria, come scrivevo, realizzata in modo criminale e rifarla ex-novo, soldi investiti a suo tempo gettati alle ortiche.
Però scopro e ho un senso di grande piacere, di stima, mi rallegro per queste persone appassionate del lavoro, che hanno l'arte nel loro lavoro: certo, mi sono andato a trovare quelli bravi che sono pochi, rari, me li tengo cari, come il meccanico a pochi metri da questa stazione. Ma questo mondo, questa parte sana, esiste, pulsa, lavora, ha una propria eccellenza. Siamo agli antipodi della cialtroneria così diffusa e che affligge parte rilevante del paese e, pur-troppo o ancor-più, il settore pubblico. Cerco di consolarmi affermando che senza l'infamia, la mediocrità non ci sarebbe l'eccellenza.
Insomma, questo tempo serve tutto: non avrei potuto realizzare questo progetto senza avere questo periodo di nove settimane.
Altrove ipotizzai una questione legata a una delle tante persone che guadagnano cinque euro l'ora e tu mi rispondesti che la soluzione è cambiare mestiere. Sulla stessa linea ti dico che la soluzione è cambiare zona: dalle mie parti trovi appartamenti sui 70 mq in zone pienamente dignitose, con cantina e box auto, a cifre comprese tra i 25000 e i 30000 euro (prezzo "di vetrina", poi ovviamente ad affare concluso occorrerà aggiungere una qualche quota che non so quantificare). Se stai sulle case vecchie, con la stessa cifra nei paesi più decentrato puoi acquistare addirittura una casa autonoma con un paio di migliaia di mq tra cortile e giardino/orto (e lì l'autostrada non la vedi neppure col binocolo -- tutt'al più ti svegliano i cani del vicino o i trattori in certi periodi particolari).
RispondiEliminaAvevo arredato casa, mi mancava giusto la cucina ina ina...nel mega mercato del mobile ho fatto la fila e mi hanno dato l'addetto più scemo, svogliato, tant'è che Apua per vendetta fece lì la pipì!
RispondiEliminaIl tuo came/la tua cagna ha un nome che mi piace ed è tutto un programma!
EliminaSara ha usato il passato prossimo: pensavo ad un (nuovo) quadrupede canino (vivente) con stesso nome.
EliminaMKSS, col fatto che l'Appennino si sta spopolando (e in alcuni posti magrebizzando) da queste parti ti puoi comprare una casa che costa meno di una Panda.
RispondiEliminaL'urbanismo comporta dwgrado, formucai megalopolitici senza limiti e prezzi insensati.
A naso direi che la maggioranza delle femmine NON vuole stare in ambienti non cittadini.
Le case sono fatte male come l'80% delle cose, Lorenzo.
RispondiEliminaA me, un paio di gg fa, mi ripotavano che il mercato è depresso, pessimo per chi deve solo vendere, ottimo per chi deve solo comprare.
Corridoio di 50m...
RispondiEliminaAhah
:)
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RispondiEliminaForza lavoro (mi rifiuto di chiamarle maestranze) attirata come mosche sulla cacca negli anni della più aberrante speculazione edilizia (2000 - 2009) dalla quantità abnorme di denaro che impestava l'edilizia.
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Architetti pazzoodi che sfogano hybris, incompetenza e pulsioni creative sulla committenza/clienti.
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Mode (come sempre cretine), vezzi assurdi (casa da 70mq con 200mq di autorimessa per lo Hummer da utilizzare per stare in coda ogni gh pervandare in centeo) nelle persone/acquirenti.
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Pressapochismo e incapacità diffusa di fare le cose BENE e di manutenerle.
I risultati sono ciò che descrivi.