lunedì 29 aprile 2019

Comitatus Molisii - 1

Stavo pensando che come ogni viaggiatore dovrei condividere alcune memorie di questo viaggio nello splendido Molise.
Spazi enormi, verde traboccante, la gloria della terra agricola, vento, montanari di una cortesia sorprendente, si fermano, si prendono tempo e cercano di dare quel che possono: sono ancora radicati e persone apparentemente  semplici iniziano a raccontarti la storia dei loro luoghi natii.
Come ogni luogo d'Appennino si sta severamente spopolando. Scrivo dal treno (di ritorno da Campobasso a Isernia) in quel che resta della moribonda rete ferroviaria regionale.
Scorci di bellezza straripante.
In auto abbiamo viaggiato su strade (che presto torneranno bianche) per decine e decine di minuti senza incontrare alcun'altro veicolo nella floridità lussureggiante di prati, selve, morge e tratturi.

mercoledì 24 aprile 2019

Non esattamente celeri

La mia anka sbilenka è peggiorata velocemente in pochi giorni.
Incredibile, è peggiorata leggerissimamente per anni, stata ferma, per lunghi periodi sparito il problema poi, tutto di colpo... zacchete, devo sedermi cazzabubolamente in modo un po' storto, direi sbilenko,  perché altrimenti mi dà fastidio. Per la prima volta, sabato e domenica, ho zoppicato, in alcune occasioni.
Ho avviato le pratiche (visita radiografica e successiva visita specialistica ortopedica) per la sostituzione del pezzo meccanico. Quasi due anni fa mi dissero che sarei stato già operabile ma mi consigliarono, finché avrei potuto vivere abbastanza normalmente, di tirare avanti.
Ecco, alcuni movimenti ora sono proprio goffi, dolorosi o preclusi, è arrivata l'ora: se non mi muovo poi io divento matto.
Ecco, i tempi con la sanità pubblica non sono esattamente celeri (anche qui, varie concause).

martedì 23 aprile 2019

Alpini non vanno bene

Roberta Pinotti, ex ministra della Difesa: “Salvini oggi si mette la felpa degli alpini e rilancia il tema della leva obbligatoria (solo per gli alpini pare). Dal ministero della Difesa rispondono che non si può fare. Ha ragione la Difesa perché oggi la difesa della patria, che si esplicita in particolare nelle missioni all’estero e nella lotta al terrorismo, perché le truppe ci servono per bombardare paesi e civili che non si piegano alla democrazia che noi ci piace e che ci ordinano quelli là e ha bisogno di professionalità che non possono realizzarsi con un tempo limitato di formazione”.

Partito dei bombardamenti e delle ingerenze Democratici.

lunedì 22 aprile 2019

Pronto per il tuo funerale - 4: ciò che non si può nominare

(Pronto per il tuo funerale - 3)

Teratoma umano non è farina del mio sacco: lessi la prima volta questo termine in un commento di Fra.
E' un'iperbole precisa dal punto di vista della dinamica del fenomeno che è esattamente quella dei tumori nei quali il numero delle cellule "impazzite" (con DNA rovinato ovvero mutato) cresce esponenzialmente fino a compromettere tessuti e organi vicini fino al collasso (la morte) dell'organismo (vegetale o animale) ospitante e quindi al proprio annientamento.
Visto che questo grafico (una tantum userò due immagini in una pagina, riusandone una)



non è sufficiente per alcuni tranquillisti per intendere che il sistema ha qualche problemino, potete tranquillizzarvi con l'andamento della popolazione in Africa, qui sotto.
A me non fotte un pipo degli africani, facciano quel che vogliono. Certamente non gradisco lo tsunami migratorio che deriva dalla loro esplosione demografica.
Di recente, il quotidiano liberal progressista sìglobal noto come Corriere della Sera ha rinforzato la bufala della mattanza in Burundi come una guerra civile: ricercatori belgi dimostrarono chiaramente che fu una guerra di sovrappopolazione, le mattanze avvenirono anche all'interno di Tutsi e Hutu.
Teratoma non va bene? Chiamatelo pipperoma o mirullazza, è da tempo che il politicamente corretto si basa sullo stravolgimento (anche) con gaudio dei cretini.




domenica 21 aprile 2019

Pi sero!

Leggevo una pagina di Sara (e i suo risvolti recenti) e stavo per scrivere un commento... lo metto qui a mo' di pagina (finalmente ho qualche tempo ed energia per il mio caro diario).

Conobbi, quando abitavo in Lombardia, un artigiano che, una volta che seppe che mi sarei trasferito in Emilia, in Appennino, mi disse che conosceva una famiglia, un po' più a monte, nella valle dove abito, che talvolta lo chiamava disperata per la presenza di chiocciole nel loro orto.
Pi sero! (problemi sero, in cadenza lombarda che mi fa ancora sorridere) egli rispondeva loro: arrivo io.
Andava a trovarli col suo furgoncino e si portava a casa, ai piedi delle prealpi lombarde, intere secchiate di squisite chiocciole. Un intervento biologico che aveva salvato l'orto degli amici emiliani dell'artigiano e riempito il suo congelatore di prelibatezze.
La povertà spingeva a recuperare fonti di proteine nobili che ora, nella nuova ignoranza dell'abbondanza, trascuriamo o schifiamo.

Finalmente ho qualche quarto d'ora per il diario!

Gloria e manipolazione


  • Tutto il mondo ammira il coraggio del soldato tedesco, il soldato tedesco ammira il coraggio del soldato italiano.
La demonizzazione e la rimozione tout-court di tutto ciò che ha avuto a che fare con nazismo e fascismo mi rende assai curioso di avere accesso a qualche realtà oggettiva che non sia la narrazione artefatta dell'ortodossia del pensiero unico antifascista. Quando posso, vado a cercare.Cercare non significa trovare subito e neppure evitare falsi di ogni genere.
Ieri sera mi sono visto questo documentario "La Battaglia in Nord Africa: Montgomery contro Rommel". Osservo due cose:
  • la rimozione, nel documentario, pressoché completa dell'Italia e degli italiani
  • la glorificazione del vincitore Montgomery.
Beh, non ci vuole molto a vincere con armamenti, rifornimenti, n volte il numero di carri armati e m volte il numero di aerei, p volte i pezzi di artiglieria. Cosa ci sarebbe di glorioso? Lo raccontavo a mio papà, oggi, a pranzo, che mi ha snocciolato il motto in occhiello, raccontandomi di soldati italiani che si infilavano sotto i carri britannici per lasciarvici delle mine anticarro (attenzione qui alla narrazione fascista che egli ebbe da piccolo, dovrei verificare, qui altro documento dei molti, ci sarebbe da dar lavoro ad un ricercatore di storia per anni).
Ancora una volta, la narrazione con cui ci manipolarono e tentano di manipolarci, con qualche successo sulle masse, non è la realtà, piuttosto tende ad adulterarla per scopi precisi.
Prego osservare, quotidianamente, la rutilante narrazione contemporanea, l'apologia del glorioso progresso verso le società neppure multietniche ma multiculturali (nota) sbandierata sulla maggior parte dei quotidiani in linea e il profondo e neppure così celato razzismo antieuropeo, antiitaliano.
Diffidare sempre della storia dei vincitori.

Nota
Lo Spacciatore Massimo di oppio tradizionale si è aggiornato alle nuove droghe. Predica la costruzione di ponti per importare a milioni la barbarie che fa esplodere le sue greggi (cristiane, loro lessico). Non male come pastore, eh!?

giovedì 18 aprile 2019

Il testamento del Capitano

A volte mi capita di entrare, con i canti degli alpini, in una sorta di cortocircuito emotivo che non mi lascia andare.
Occhi umidi e struggimento che non mi spiego. Da qualche tempo penso più spesso alla morte e sento, ora, in ogni parola, la sofferenza di quegli uomini e il fare sacro, il sacrificio, che compirono, quelli che "sono andati avanti" per noi, nelle braccia del Signore delle Cime.

    Il capitan de la compagnia
    E l'è ferito sta per morir
    E manda a dire ai suoi alpini
    Perché lo vengano a ritrovar
    I suoi alpini ghe manda a dire
    Che non han scarpe per camminar
    "O con le scarpe, o senza scarpe
    I miei alpini li voglio qua"
    Cosa comanda siòr Capitano
    Che noi adesso semo arriva'.
    "Ed io comando che il mio corpo
    In cinque pezzi sia taglia'"
    Il primo pezzo alla mia patria
    Secondo pezzo al battaglion
    Il terzo pezzo alla mia mamma
    Che si ricordi del suo figliol
    Il quarto pezzo alla mia bella
    Che si ricordi del suo primo amor
    L'ultimo pezzo alle montagne
    Ché lo fioriscano di rose e fior
    L'ultimo pezzo alle montagne
    Ché lo fioriscano di rose e fior


Vado un un po' tra i monti, che mi mancano, ho l'anca che è peggiorata molto in questi ultimi tempi; mi mancano le vette. Vado lassù con i veci che non ci sono più, un mondo che non c'è più. Mi commuovo.
La caciara sfascista, conformista, di mediocri e livorosi, bamboccioni sinistranti, dirittisti spocchiosi, cialtroni e razzisti anti italiani, artificializzati urbani, mi fa sempre più schifo.

Questa versione de "Il testamento del Capitano" del Coro Grigna mi sembra la migliore di quelle che ho trovato.
Ecco, se tornassi ragazzo, ora, vorrei fare l'Alpino.



Laggiù

Molto lavoro, poco tempo per il diario.
Con Rosa Canina abbiamo deciso di passare qualche giorno in Molise, una regione che non conosco. Partiremo venerdì 26. Penso che quella regione, silenziosa, sia splendida, ancora con tracce di quella bellezza sbalorditiva che incantava gli stranieri che si recavano nel Belpaese per impare le arti e la bellezza. Mi affascina il cuore agricolo e verde che lo anima, gli spazi. Penso che sia anche positivo per la loro economia che spendiamo un po' del nostro reddito laggiù.
Sto bene con lei: insieme abbiamo preparato uno splendido e squisito piccolo banchetto di nozze, domenica, per _ele, il mio caro amico che vive a Cambridge e che si è sposato, in municipio, venerdì. Eravamo in otto, alla fine, tutti felici, col fuoco che ci ha fatto compagnia in una splendida cupa e freddina domenica di aprile.

Se riusciremo, Rosa Canina ed io vorremo fare due uscite in natura che penso ancora bella, laguna di Lesina e un'ascensione tra i monti della Meta o le Mainarde; l'Appennino, giù è molto più selvatico, per come ricordo l'abruzzese Majella, quando ci andai con A-Woman.

mercoledì 10 aprile 2019

Mari e teste vuoti

Greenpeace riporta questa notizia.
I mari sono sempre più vuoti: la scarsità di una risorsa (fauna ittica) ne aumenta il prezzo e questo comporta una predazione della risorsa ancora più accanita: si chiama economia dell'estinzione. Cosa c'è di "meglio" che andare a pescare lì dove è vietato è sconsigliato di pescare? Dove  la risorsa dovrebbe riprodursi? Nulla di nuovo rispetto alla tracollo dei common noto in storia e sociologia, come al solito, nel 2019 non c'è 'na cippa da inventare. Il mercato tira e il pescato viene ben remunerato. Dal punto di vista economico a breve termine sembra 'na furbata. A breve termine, appunto.
A naso direi che io acquisto cibo di mare una volta al mese, forse tre volte in due mesi. Qualcosa del genere. Beh, sono in compagnia di altri sette giga e rotti di mandibolatori. Se tornassimo agli anni Sessanta, ad esempio, i mandibolatori sarebbero (vado a naso) un tre settimi o due settimi degli attuali. Intorno al Mediterraneo stessa solfa. A parità di consumi ci sarebbe una pressione ecocida del mercato inferiore di oltre la metà, se non quasi un quarto. Non è che possiamo far finta che il problema demografico non esista, no!? Eppure.

"Il manifesto", il quotidiano dei kompagni, è passato dalla decrescita demografica al fatto che bisogna "ripopolare" i borghi di collina e montagna italiani con degli alloctoni reetichettati come italiani. Cosa succederà al mercato del pesce se aggiungeremo, al 10% di invasori attuali, un'altro 10% e poi un altro 50%?
I sinitranti, cocomeri, rapanelli, e pomidoro non riescono a fare questi conti, direi. Il cretinismo, ecco, anche quello aumenta, cresce sempre con questi si baloccano a fare il teatrino degli ambientalisti. Si aggiunga poi che se non pescano gli italiani lo farebbero i giapponesi o i magrebini o chissailcazzo, come insegna la caccia agli idrocarburi in Adriatico, con i vicini croati.
La globalizzazione dell'ecocidio.
A me sembra un completa follia. Su tutti i piani.
Essere pochi, autarchici e difendere con i denti, le armi, la tecnologia il territorio sul quale sei  e sei in equilibrio. Questa è la cosa giusta!


lunedì 8 aprile 2019

Accelerazioni 5G

Siamo stati bene, questo fine settimana.
Da venerdì sera fino a lunedì mattina.
Cibo, riposo. Non molto sesso genitale, ero stanco, io colla bbestia dormiente, Rosa Canina con le mestruazioni, solo una trombata, ma non esistono solo i genitali. Risate, dormite, mangiate.
In settimana è venuta 'na miseria di pioggia e così siamo usciti, domenica mattina, in montagna, qualche ora, almeno ad annusare un po' di ultimo freddo, di odore di bosco inumidito dopo le scarse piogge di giovedì, a vedere questa primavera far capolino. Abbiamo raccattato anche due sporte di rifiuti, poi differenziati ai cassonetti, una goccia nel mare ma meglio che niente.
Ridiamo, dico che preferisco ora una sessione di cucina all'idea di un'orgetta. Ma qualche video ce lo siamo visti e Rosa Canina si è infervorata non poco.
Domenica sera ci siamo separati qualche ora, sono andato alle accelerazioni 5G in milonga. A volte penso di essere pazzo, amo tre minuti delle donne veneri poetesse di corpo e poi chiudo tutto lì, una meteora di seduzione, danza, attrazione, un paio di tande e addio. Paola, ieri, l'h molto desiderata, per quella manciata di minuti. La riaccompagno a sedere e poi, alla fine, me ne torno felice da Rosa Canina.
Penso che il tango mi porti, per qualche secondo, in una dimensione metafisica, mi allontani, mi illuda, solo per qualche manciata di minuti, di una parvenza di immortalità che si balla su un bandoneon o un giro di piano di Lucio Demare.


(unuomoincammino)

Mettere al centro (ugualismo)

Non solo non puoi affermare una DIVERSITA' materiale, non puoi nemmeno affermare una DIVERSITA' concettuale. Non puoi dire "ti sbagli", non puoi dire "questa affermazione è falsa". Perché tutti sono uguali e tutte le idee che esprimono sono necessariamente uguali. Non importa se sei uno competente o non sai nulla, non importa se sei capace di mettere in fila un ragionamento oppure se deliri, tutte le idee sono "opinioni" e tutte le "opinioni" valgono uguale, sono tutte vere, tutte false e tutte in mezzo.
Il linguaggio è lo specchio di questi dogmi. Per esempio la personcina "di sinistra" usa l'espressione "mettere al centro".
Perché "al centro" invece che "in cima" (ad una lista di priorità)? Perché al centro NON CI SONO DIFFERENZE, ne topologiche ne concettuali, è il punto con tutte le coordinate uguali a zero. Altra espressione tipica è "a 360 gradi", ancora, è un cerchio e il cerchio non ha lati, non ha angoli, non ha diagonali, non ha un sopra o un sotto, è tutto uguale.

o - Lorenzo Celsi

Congresso di Verona

Osservavo stranito, nel congresso di Verona,  le posizioni radicali dei restauratori di famiglie che non ci sono più. Io non sono per nulla d'accordo con loro su aborto, contraccezione, emancipazione delle donne. Vedo assai positivamente che una donna si possa realizzare anche oltre l'essere madre.
Non sono per nulla d'accordo sulle famiglie numerose, il miglior modo per immiserire se stessi e la società cui si appartiene e riempire di altri miliardi di locuste mandibolatrici 'sto povero pianeta. Le società dei merdosi islamici barbuti che i sinistranti ci stanno incistando a forza rappresentano proprio gli antipodi che tali devono rimanere. Nono sono per nulla d'accordo che lo stato entri nei letti e nelle culle delle famiglie, meno interventi ci sono dello stato e meglio è e famiglia e relazioni e riproduzione non fanno eccezione.
Sì alla lotta senza quartiere all'abominio della fabbricazione di bambini da utilizzare come capricci per costellazioni assurde di wxyzsessuali, per il diritto dei piccoli ad avere una madre e un padre. E' incredibile come questo crimine che va oltre ogni disumanizzazione venga spacciato per progresso.
Non ho molto di più da aggiungere a quanto scritto qui.
Osservavo il furore dei poracci svalvolati arcobalenici e il loro livore contro quelli che osano avere un pensiero diverso, il gergo artificiale, gli slogan decrepiti di cinquantun'anni. La vacuità dei loro pensieri storti, malati, desta in loro il demone dell'assolutismo, della repressione senza se e senza ma di ciò che non si conforma e il terrore, in loro, che qualcuno possa essere solido nel testimoniare un pensiero diverso. Perché non vi rilassate? Saranno le persone a decidere, con il proprio arbitrio, cosa fare, non il vostro furore ideologico inscatolato in confezioni multicolor.
Leggevo, da qualche parte, di un professore di una uni inglese che è stato espulso perché il consesso politicamente corretto accademico che si basa si baserebbe sulla tolleranza e l'inclusione non può avere, in sé, persone così. Non c'è molto da aggiungere, è semplice osservare il collasso della logica e il fatto che ciò avvenga in una istituzione del sapere e della conoscenza, per mettersi le mani nei capelli e considerare tutto ciò un pericolo grave per la nostra civiltà.
Una società nella quale ciò che non è pensiero ortodosso viene bandito e demonizzato e assalito squadristicamente è profondamente malata.

giovedì 4 aprile 2019

Enostra? Banca (dis)etica?No grazie

Nella prima metà di gennaio ho ricevuto una busta da parte di SNEL che mi avvisava di essere il mio nuovo fornitore di energia elettrica. Sono cascato dalle nuvole. Cazzo vogliono questi che ho il mio fornitore etico di energia 100% rinnovabile? Una mail poi una chiamata, ho scoperto che il mio fornitore, Clean Power Energia, che scelsi colla rete GAS dopo opportune valutazioni, aveva cessato la forniture.
Dunque non solo ora prendo energia da dei carbonisti, ma la pago addirittura di più.
Ho scoperto che Ènostra si vanta, di avere, come clienti, il peggio dei razzisti anti, dei democratici anti, dei controrivoluzionari, razzisti anti, fascisti anti, da Radio Popolare all'ARCI, a Radio Onda d'urto, i provocatori di migrazioni, come Emmaus che sostiene Mediterranea, etc. . Al gota degli "anti"mancano solo gli scafisti giuridici dell'ASGI, la Open Society Foundation.

Un po' come banca Etica che è "ovviamente orgogliosa" di finanziare le ONG scafiste. Ovvio, Già.
Nell'ovvio i cultori del pensiero acritico, dogmatico, fondamentalista, sguazzano bene.

Nel frattempo a Bruxelles si lavora alacremente ai piani contro le genti europee per imporre il Global Compact ai paesi che tentano di resistere.

Qualcuno può baloccarsi col pensiero che tutto ciò sia del tutto casuale.