Rosa Canina è tornata a casa per qualche ora, tornerà domani pomeriggio. Dopo cinquantacinque giorni di isolamento da quarantena, mi sono ritrovato la casa allegra di tre, UnBipedinone, ella ed io per una settimana. In effetti è un po' piccola per tre ma... ci siamo organizzati bene. Lunedì avevo preso ferie e la mattina ero andato nei prati sopra casa a raccogliere un bel mazzo di fiori: salvia dei prati, creste di gallo, margherite, orchidee maggiori, ranuncoli, delle splendide e ricche gramninacee selvatiche con le loro spighe. Quanti anni erano che non raccoglievo fiori per una donna? Si è così rallegrata!
Tornato il convivio, il preparare i pasti, goderceli insieme. Nei lustri di singolitudine mi chiedevo sempre se sarei riuscito a sopravvivere alla quotidianità. Ora, dopo gli eccessi, gli estremi di questi lustri, godo questa normalità come non mai. Così è proprio per le cose più semplici, manuali, fisiche. Forse anche perché io mi "spacco la testa" tutti i dì, con il lavoro, che trovo ancora più soave questo ristoro di semplicità e fisicità. Rosa Canina ha confessato che in questo periodo è stata inquieta, intendo che il fermo a casa, in città, l'ha messa in una sorta di iperattività mentale. Qui, in questo angolo di appennino verde e silenzioso, trova una pace che mette il corpo al centro della vita.
Conosco tutto ciò ed è il motivo per cui io amo, io adoro questo angolo in cui il nulla è tutto.
Abbiamo fatto qualche acquisto dal vivaista, comprese una calla e due lobelie con il loro blu infinito che tanto amo e tanto non riesco a tenere. Che strano quell'angolino in loggetta: calla, lobelie, basilico genovese e basilico di montagna, sembra un'accozzaglia senza senso e invece diffondono la loro bellezza florida. Stamani, al ritorno, piccola trasgressione e ce ne siamo incamminati a piedi verso un borgo abbandonato, a meno di un chilometro e mezzo, in linea d'aria, da casa, una passeggiata in questa aridità orribile ma sempre bella di una primavera ancora incomprensibilmente vitale, lussureggiante. Poi a casa, per la polenta e la seppia con i piselli, che abbiamo sgranato e preparato ieri. Ora c'è di nuovo silenzio, dopo il traffico. A volte, c'è ancora il silenzio, una delle cose più belle che mi mancherà nel proseguire di questo ritorno alla normalità. Speriamo che domani piova un po': il fondo del bosco, abbiamo visto, è ormai polvere.
questa notte qui nella periferia romana è piovuto, cioè ha fatto 4 gocce di fango proveniente dal deserto africano, forse perché avevo appena lavato la macchina. Il bello è che le previsioni dicevano di una grande tempesta proveniente dall'atlantico, per fortuna che per NOI maschioni esiste almeno la fica a lenire questo doloroso passaggio ed i fiori, si sa, aiutano
RispondiEliminaIeri solo vento. Vento, vento, vento, qui.
EliminaNella notte di lunedi' su martedi' ha "piovuto" sedici secondi, non è riuscito neppure a bagnare la strada.
Cazzo di merdosa siccità!!
Bello.
RispondiEliminaAlla Pennola ha diluviato per due giorni a partire da domenica notte. Un abete della nostra abetaia si è spezzato. Un castagno di 300 anni è caduto in Cornecchio. Al faggio una salamandra gialla e nera si è infilata nella teca del faggio.
RispondiEliminaMi ha fatto sorridere questo commento. :)
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