Di tanto in tanto apro una finestra sul mondo e... non capisco. Mi rendo conto, ogni volta di più, di essere disadattato, sociopatico, (es)stran(e)o. Ieri sera a Radio 24, al posto de La Zanzara, un tale coi suoi argomenti natalizi. Si arriva allo spreco del cibo. Considerando la filiera completa, da studi che facemmo al GAS, un terzo del cibo prodotto viene gettato. Iniziative varie più o meno caritatevoli per ridurre il danno.
Io, semplicemente, non capisco. Non capisco cose e ogni anno che passa sono sempre di più.
Non capisco quelli che entrano al bar per il cappuccino e il cornetto, per giocare il superenalotto, per leggere la gazza e lasciano fuori benna, o camion o furgone accesi. Non capisco neppure perché le persone gettino il cibo.
Ci saranno due o tre volte in un anno in cui, per motivi disparati, mi va a male un piccolo resto di cibo che non sono riuscito a finire. Cos'è gettare il cibo?
Non so cosa pensare. Forse è cibo di scarsa qualità, scadente, di plastica. Tanta roba che poi finisci per buttare, tanto è robaccia. Forse costa troppo poco. Avevo un collega di Benevento che mi diceva che giù è quasi un vanto preparare e quindi gettare grosse quantità di cibo, specie quando ci sono ospiti. Una conoscente statunitense raccontava di questi tacchini mammuth nel giorno del ringraziamento, più erano grossi e peggiori erano, pigliavano a tavola, un boccone, poi buttavano via il moloch mediocre e tutta la sua farcitura. Il buttare via il cibo di plastica sarà uno degli altri peggio ai quali noi colonia degli SUA siamo stati ammansiti.
A me sembra una cosa proprio scema. Anche qui la sciatteria e i comportamenti gregari così fan tutti hanno una incredibile potenza nell'ottenere il peggio dalle persone, come se ce ne fosse bisogno!
Vivere da disadattati sociali comporta lo stare sistematico ben lontani dai flussi di massa. Ha molti lati positivi, richiede una buona organizzazione e forza di volontà. Ha alcuni lati negativi. Come reazionario io ho preparato l'albero di Natale l'8 dicembre e non ho fatto alcun bagordo fino a Natale. Come edonista ho sempre curato il digiuno prima dei banchetti, l'astinenza prima della lussuria, il ritiro prima della festa, il silenzio prima della musica.
Così anche quest'anno non ho neppure assaggiato un boccone di pandoro, solo il 25 mattina, nonostante ne sia molto ghiotto. Anche se, per questi flussi di consumi massificati e cretini, il pandoro era ormai vecchio di almeno un paio di mesi, i primi sono apparsi nei supermercati all'inizio di novembre. Cazzo centra il pandoro con novembre!? Ma perché questo scemi arrivano a Natale con il dolce vecchio e con molte minori proprietà organolettiche., con la nausea per essersene abbuffati prima? Boh. Non capisco.
Fa parte della tendenza al cibo di massa sempre più scadente. Quello che alla fine, viene pure buttato.
Io ringrazio i miei severi, genitori per la loro educazione non so se "prussiana" o arcaica o cattolica, semplicemente, intelligente, per cui il cibo è sacro e non si getta. Mi obbligavano a finire il piatto quando non avevo più fame. Bastava un occhiata severa e finivi e dovevi pure pulire il piatto, altrimenti sarebbe stato peggio, doloroso! Com'erano fasciofassisti! La prossima volta ne prendi di meno, solo gli stupidi hanno gli occhi più grandi della pancia!
Ecco, la buona educazione borghese, si fa con la severità intelligente, fin dalla più tenera età. Ti rende un disadattato sociale, con tutti i pro e qualche contro.
Ci sei o ci fai?
RispondiEliminaTi ripeto, non è lo spreco di cibo, è lo spreco di TUTTO.
Qui scrivo "spreco" ma dovrei dire "consumo parossistico", perché con "spreco" sto già dando un giudizio morale, cioè su come si dovrebbero fare le cose, rispetto al rapporto dare - avere.
Il consumo parossistico è conseguenza di quello che dicevo altrove, ovvero, citando Fusaro, il fatto che all'imperativo "tu devi" del passato, a partire dal "boom economico" o meglio dagli Anni Settanta, si è sostituito l'imperativo "tu devi godere". Il godimento, come ho detto e ridetto, NON AMMETTE REGOLA, non ci devono essere vincoli di tempo, spazio e modo.
Se ti chiedi perché il mega-tacchino, è come per tutte le cose ammericane, la "qualità" si misura in "quantità", più una cosa è grande, smisurata, più "vale". C'è anche la seconda variabile che si incrocia con quella quantitativa, la "qualità" si misura in "novità", quanto più una cosa è nuova, tanto più vale. La conseguenza è che appena hai il tacchino in bocca hai già voglia di qualcos'altro, pianti li il tacchino e ti metti in bocca il taco col poliuretano arancio (il "formaggio") o la banana con la maionese.
Veniamo a noi:
"Come edonista ho sempre curato il digiuno prima dei banchetti, l'astinenza prima della lussuria, il ritiro prima della festa, il silenzio prima della musica. Così anche quest'anno non ho neppure assaggiato un boccone di pandoro, solo il 25 mattina, nonostante ne sia molto ghiotto."
Premesso che il pandoro è come bestemmiare in chiesa, esiste solo il panettone e non il panettone da terroni col cioccolato, senza canditi e con la farcia, il panettone tradizionale. Il resto è buono, per carità, mi piace la pastiera napoletana, per dire ma io non sono napoletano. Dovendo scegliere, meglio napoletano che lappone che mangeranno la renna ma per fortuna non devo scegliere.
Sul tuo edonismo, ripeto, il digiuno e l'astinenza prima della lussuria non ti nobilitano affatto.
Casomai, ti fanno ricadere nel solito sterotipo della regina che gioca alla mite pastorella, decadenza, fondamentalmente assenza di virtù. Per quanto mi riguarda, io mangio quando ho fame, bevo quando ho sete, faccio pipi e pupù quando mi scappa, eccetera. Non trattengo la pupu per poi godermi la cacata, come Freud insegna. Certo, a volte esagero, per esempio mi mangio mezza tavoletta di cioccolato fondente ma è la noia e il cattivo umore.
Il consumismo è incompatibile col piacere. Ovvero lo è per coloro che sono perfettamente consci che passare dal SUV 3.5l a quello 5l con i cingoli dà una gratificazione scarsa e volatile che non potrà che essere peggiore passando a quello a 7l con teatro interno.
EliminaLo spreco è solo assuefazione che si tenta di risolvere aumentando le dosi, le quantità di ciò che assuefa.
Sono meccanismi tanto banali che non capisco come i più continuino a rimanerne abbindolati.
La faccenda del "piacere" è solo tua.
EliminaA nessuno importa e deve importare dei tuoi divertimenti, se non quando vi partecipa e ancora, non deve importare a nessun altro. Qui però ci scontriamo col tuo guardo-esibizionismo evidente, cioè tu di diverti a guardare e ad essere guardato. Diventa un problema non sul tuo lato ma su quello di volente o nolente diventa spettatore delle tue imprese.
Ti devo spiegare, dato che nessuno lo fa, che la faccenda è antica come il mondo e funziona ESATTAMENTE AL CONTRARIO di come la pensi tu.
Il "piacere" implica necessariamente la assuefazione e il continuo aumento dello stimolo. Un mio amico, tanti anni fa, mi diceva a proposito del sesso che l'appetito vien mangiando, una affermazione banale che però se uno ci pensa un secondo è una epifania. Infatti storicamente si è elaborata una scuola di cucina, quella francese, che esiste esattamente allo scopo di fare godere i nobilastri, gente che ne aveva più che abbastanza di tutto, la famosa regina che gioca alla mite pastorella. Cosi come la cucina dell'antica Roma per i banchetti sul triclinio dei ricchi. Quando arrivi a concepire l'idea del vitello imbottito di maiale imbottito di oca imbottita di coniglio imbottito di piccione imbottito di quaglia, con dentro l'uovo, ogni strato coperto di condimenti e salse a parte e giochi di contrasto agrodolce, oppure arrivi a concepire la "cucina stellata" contemporanea, la schiuma di uova di lumaca dell'isola Pinco contenuta nella rosa composta con una riduzione di succo di Bubu malese, lo fai esattamente per la ragione che ho scritto. Cioè perché devi aumentare lo stimolo per gente che si è stufata di tutto il resto.
Storicamente per RIMEDIARE al problema della assuefazione e quindi della FRUSTRAZIONE conseguente al "non basta", sono stati pensati due approcci. Uno è quello della astinenza e l'altro è quello dell'edonismo, che tu non comprendi. L'astinenza non come preparazione al godere ma come rifiuto DEL DESIDERIO punta ad eliminare alla radice lo stimolo che fa partire la ruota della assuefazione - aumento dello stimolo - assuefazione. In questa logica, proprio per il discorso che facevo della coincidenza tra "godere" e "consumo parossistico", l'astinenza DA TUTTO, da qualsiasi forma di godimento. L'edonismo non è quello che pensi tu ma, ancora, IL CONTRARIO, cioè la soppressione della mente razionale per dare spazio SOLO alle pulsioni. Non esiste il pensiero, esistono solo le sensazioni e in questa logica, il bene è il godere, il male è qualsiasi cosa ostacoli il godere, non ci deve essere altro. Eliminando la mente razionale elimini tutta la parte della macchina che è in grado di pensare IL DOMANI o TRA DIECI SECONDI, di fare progetti, di soppesare le cose e in questo modo elimini la frustrazione, perché sei costantemente impegnato solo nel "provare emozioni".
EliminaNon ci inventiamo niente, la prima direzione, per fare un esempio ovvio, è il Buddismo.
La seconda direzione, altro esempio ovvio, è l'Epicureismo.
Non sono psicologo e la psicologia mi annoia o mi infastidisce nella sua parte di manipolazione, però mi dicono che le persone per carattere tendono a privilegiare uno di questi due approcci nell'esistenza. Se vogliamo, secondo i due principi della introversione ed estroversione. Evidentemente io propendo per il controllo delle emozioni, quindi per l'introversione e tu chiacchieri ma propendi per le emozioni e quindi per l'estroversione. Con tutte le conseguenze ovvie, tipo che un introverso tende a pensare che gli estroversi siano degli scemi e viceversa, l'estroverso pensa che gli introversi siano degli sfigati.
Il modello USA che ci è stato imposto è fondamentalmente una parodia, una esagerazione, del mondo come lo vede un estroverso. Quindi l'idea del "successo" e quindi dell'esistere, è esattamente quella di godere A PIU NON POSSO e, stante la difficoltà di apprezzare le finezze senza studiare e quindi senza essere introversi, necessariamente "a più non posso" non può avere criteri qualitativi ma solo QUANTITATIVI. Magari un Bill Gates, pur senza capire, solo per sfizio è disposto a pagare 3000 euro per un bicchiere di vino. Ma lo "ammericano medio" vuole 12 bottiglioni da venti litri di Tavernello in frigo e il mega-frigo pieno di scatoloni e bottiglioni è la misura del "godimento" che può raggiungere. Poi si impegna per compare un frigo mega-ultra dove ci stiano ancora più bottiglioni di Tavernello.
E la sessualità che viene proposta-imposta ai ragazzi è quella del porno.
> Il "piacere" implica necessariamente la assuefazione e il continuo aumento dello stimolo.
Elimina> Un mio amico, tanti anni fa, mi diceva a proposito del sesso che l'appetito vien mangiando, una affermazione banale che però se uno ci pensa un secondo è una epifania.
Tutto ha dei limiti, compreso il piacere.
Per rimanere alla concretezza della realta', l'assuefazione e' proprio la negazione del piacere per suo annichilimento da saturazione.
Epicuro descrisse chiaramente nella sua lettera a Meneceo sulla felicita' la natura duale dolore - piacere che NON ha NULLA a che fare con la stupidaggine del solo piacere e relativa assuefazione che ne e' il risultato.
"Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia.
Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.
Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito. Ad esso ci ispiriamo per ogni atto di scelta o di rifiuto, e scegliamo ogni bene in base al sentimento del piacere e del dolore.
E' bene primario e naturale per noi, per questo non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene tralasciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai piaceri stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo.
Ogni piacere dunque è bene per sua intima natura, ma noi non li scegliamo tutti. Allo stesso modo ogni dolore è male, ma non tutti sono sempre da fuggire."
Quanto avete descritto e' osservabile ma non ha nulla a che fare con l'edonismo "epicureo" se vogliamo indicare in questo modo la reaslt' duale del dolore e piacere.
L'astinenza atarassica fu indicata proprio da Epicureo come una via alla serenita', senza negare che essa appartene alla realta' come la disciplina del dolore - piacere.
Peraltro, nel cervello, le zone di elaborazione dei segnali di dolore e piacere sonon contigue.
Insomma, ci sono vari modi di approcciarsi a questa natura duale. Certamente quella di ingozzarsi e' la piu' stupida, non solo inconcludente ma addirittutra controproducente, come ogni persona che abbia un minimo di capacita' di autoosservazione conosce.
Non bisogna scomodare i filosofi greci per sapere che i viatici migliori per la gola sono un buon appetito e per la lussuria, l'alta tensione erotica, l'astinenza.
Il modello SUA e', per dirla con le vostre parole, una stupida infantilizzazione della realta'. Infantilizzazione perche' un infante crede che il miglior piacere sia satollarsi di frittelle di mele fino a scoppiare. Subito dopo puo' scoprire che ne deriva una assai sgradevole indigestione oppure comprende, con tutti i sensi, che alla dodicesima frittella non c'e' piu' piacere, alla quindicesima inizia ad arrivare il dis-gusto, il dolore.
EliminaPiu' o meno lo stesso livello cretino del frigor famigliare formato albergo con dodici bottiglioni da tavernello oppure col SUV da 7 litri col teatro interno per andasre a fare le vasche in centro.
Tutto ha dei limiti, compreso il piacere."
EliminaIn questo caso il limite si concretizza solo quando ci vai a sbattere contro.
C'è gente che ci lascia le penne proprio perché nel parossismo perde la cognizione delle cose.
Non mi ricordo chi ha definito l'orgasmo come "la piccola morte".
"Per rimanere alla concretezza della realta', l'assuefazione e' proprio la negazione del piacere per suo annichilimento da saturazione."
Non ci capiamo.
La assuefazione è meccanicamente inevitabile, di qualsiasi cosa tu stia parlando.
Se tu di mestiere andassi in giro a svuotare pozzi neri, dopo un po' ti abitueresti alla puzza di merda.
E' un meccanismo di adattamento, come si dice "farci il callo".
Il "piacere" quindi dipende da due cose, dall'aumento dello stimolo o dalla "novità", dal cambiamento.
Chi vede le donne sempre coperte dalla testa ai piedi, troverebbe fantasticamente stimolante vedere una porzione di nudo. Chi le vede sempre nude, troverebbe stimolante un determinato abbigliamento. E cosi via. Io non capisco perché hai la necessità di fare affermazioni che siano contemporaneamente iperboliche e palesemente false. Il "piacere" è un incentivo che serve per portarti a fare cose utili per te e di conseguenza per la specie. Ricavi piacere dallo stare con le donne perché alla specie serve che tu ti accoppi e figli. Se invece della riproduzione sessuata fossimo in grado di sviluppare figli per gemmazione o per suddivisione, le donne ti sarebbero indifferenti. Nota che non solo il "piacere" ti attira verso le donne ma le donne nascondono l'estro, cosi tu gli giri sempre attorno perché non sai quando è il momento propizio per figliare. L'idea che esista una sessualità "naturale" scollegata dalla riproduzione è illogica. E' più una cosa come le mutazioni genetiche che possono essere favorevoli (raramente) o svantaggiose (quasi sempre).
"Epicuro descrisse chiaramente nella sua lettera a Meneceo sulla felicita' la natura duale dolore - piacere che NON ha NULLA a che fare con la stupidaggine del solo piacere e relativa assuefazione che ne e' il risultato."
Epicuro era un cretino. La sua teoria è di una semplicità paradossale. In sostanza per evitare la complicazione dell'esistenza devi non pensare a niente ed esistere come una oloturia.
"Una ferma conoscenza dei desideri..."
EliminaAforisma illogico, dato che i desideri sono irrazionali, cioè non arrivano alla soglia della coscienza e non sono quindi soggetti al censore razionale. Quello che puoi fare è controllare LA REAZIONE allo stimolo del desiderio, cioè se è irrazionale la voglia di fica, è razionale uscire di casa in macchina per andarla a cercare.
"... fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo"
Prego definire "benessere del corpo" e "serenità di animo".
Se intendiamo l'orgasmo e lo stato di rilassamento conseguenti, non c'è nessuna scelta, sono due funzioni meccaniche e proprie di praticamente tutti gli esseri viventi. I maschi delle mantidi trombano mentre la femmina gli mangia la testa.
"... perché questo è il compito della vita felice..."
L'hai presa da Topolino la citazione? Si potrebbe dire che il benessere è lo scopo della vita. Ancora, inteso come orgasmo e quindi il "godere" di cui dicevo. Non il "benessere" come concetto astratto.
"... a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia"
Oh, veniamo al punto.
La sofferenza e l'ansia sono la meccanica conseguenza della CONSAPEVOLEZZA.
Nel momento in cui sei auto-cosciente prendi anche coscienza dei tuoi limiti, quindi, come dicevo sopra, che muori molto prima di raggiungere il limite. Noi possiamo immaginarci di essere Dio ma mentre lo facciamo siamo consapevoli di essere appesi ad un filo, non solo circoscritti ma sopratutto temporanei. Ergo, per allontanarti dalla sofferenza devi allontanarti dalla consapevolezza. Questo è esattamente la funzione delle droghe e, nel caso di Epicuro, della idea di vivere di sensazioni. E' il contrario di come stai dicendo tu, non è una scelta consapevole ma è la RINUNCIA ALLA SCELTA, E' LA REAZIONE ALLO STIMOLO NON MEDIATA DAL PENSIERO.
"Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso"
EliminaQuesta del bisogno come sofferenza per la mancanza è semplicemente una scemenza.
Noi non abbiamo bisogno del piacere, è un incentivo. Il bisogno è quello di respirare, bere, mangiare e dormire. Non soffriamo per mancanza di piacere, possiamo al massimo esserne intristiti ma se provi a non respirare, bere, mangiare e dormire, capisci la (fottuta) differenza. Da questo discende che nella vita ci sono delle PRIORITA e solo un idiota confonde il piacere come incentivo con il bisogno, un idiota che in quanto tale non ha bisogno di vivere con delle priorità, cioè una persone fine a se stessa, auto-contenuta.
"Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice"
Non c'è altro da dire dopo questo.
"... per questo non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene tralasciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai piaceri stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo."
Inutile perché contraddice quanto affermato sopra. Contraddetto anche da quanto segue:
"Ogni piacere dunque è bene per sua intima natura"
Se ogni piacere è bene, non perseguirli tutti sempre e comunque è male.
"... se vogliamo indicare in questo modo la reaslt' duale del dolore e piacere."
Non esiste nessuna "realtà duale". Rifiuto questo concetto per scemi. O se vuoi per bambini.
"L'astinenza atarassica"
Ciccio, anche te, non allargarti. Se sopra dici che dalla mancanza di piacere viene il bisogno e quindi il dolore, la astinenza non può che essere dolorosa, che è il contrario di "atarassia", cioè assenza di dolore. Abbiamo finito con la contraddizioni?
"... senza negare che essa appartene alla realta' come la disciplina del dolore - piacere."
Non esiste questa "disciplina", è un vizio, una perversione sadomasochista.
"Peraltro, nel cervello, le zone di elaborazione dei segnali di dolore e piacere sonon contigue."
Ecco adesso passiamo alla anatomia patologica. Non facciamoci mancare niente.
Lo sai vero che non abbiamo nessuna idea di dove e come si generi il pensiero e la coscienza?
Tutto quello che sappiamo è che se muore una certa località del tuo cervello, certe funzioni sensoriali o motorie sono menomate o alterate.
C'è anche il caso che cambi la tua "personalità" ma già a questo livello non è dato di sapere cosa fa cosa.
"Non bisogna scomodare i filosofi greci per sapere che i viatici migliori per la gola sono un buon appetito e per la lussuria, l'alta tensione erotica, l'astinenza."
Magari non si tratta di scomodarli, i filosofi ma di capire cosa dicono. Non hai scritto una sola cosa sensata in questo commento.
Non funzionano i commenti
Elimina"Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso"
EliminaQuesta del bisogno come sofferenza per la mancanza è semplicemente una scemenza. Noi non abbiamo bisogno del piacere, è un incentivo. Il bisogno è quello di respirare, bere, mangiare e dormire. Non soffriamo per mancanza di piacere, possiamo al massimo esserne intristiti ma se provi a non respirare, bere, mangiare e dormire, capisci la (fottuta) differenza. Da questo discende che nella vita ci sono delle PRIORITA e solo un idiota confonde il piacere come incentivo con il bisogno, un idiota che in quanto tale non ha bisogno di vivere con delle priorità, cioè una persone fine a se stessa, auto-contenuta.
"Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice"
Non c'è altro da dire dopo questo.
"... per questo non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene tralasciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai piaceri stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo."
Inutile perché contraddice quanto affermato sopra. Contraddetto anche da quanto segue:
"Ogni piacere dunque è bene per sua intima natura"
Se ogni piacere è bene, non perseguirli tutti sempre e comunque è male.
"... se vogliamo indicare in questo modo la realtà duale del dolore e piacere."
Non esiste nessuna realtà duale. Rifiuto questo concetto per scemi. O se vuoi per bambini.
"L'astinenza atarassica"
Se sopra dici che dalla mancanza di piacere viene il bisogno e quindi il dolore, la astinenza non può che essere dolorosa, che è il contrario di atarassia, cioè assenza di dolore. Abbiamo finito con la contraddizioni?
"... senza negare che essa appartene alla realta' come la disciplina del dolore - piacere."
Non esiste questa disciplina, è un vizio, una perversione sadomasochista.
Intanto, manco a farlo apposta, oggi ha preso fuoco un negozio nel mio condominio, che vendeva non so cosa di hardware e software. Come niente, avevano collegato degli aggeggi a capocchia. Lo dicevo io, di regolarizzare spine e prese. Porca vacca ladra, sotto il negozio c'era la mia motoretta. Domani devo guardare se è tutto a posto.
RispondiEliminaCome sta la vostra motoretta, Nessuno?
EliminaIn caso di incendio sono le strutture in CA che rischiano danni grossi. Come sta l'edificio?
La motoretta sembra a posto.
EliminaDell'edificio non mi importa perché non ci abito, ci abita gente che mi sta sulle palle e quindi se crollasse sui Filistei senza toccare la motoretta di Sansone, sarei contento.
L'incendio comunque ha fatto molto fumo di plastica ma non credo tanto arrosto. Dato che i nostri edifici bruciano poco, la gente di solito ci rimane per i fumi. Sono venuti i vigili del fuoco e non hanno detto beh.
> se crollasse sui Filistei senza toccare la motoretta di Sansone, sarei contento
EliminaSpesso ho anche io quel tipo di desideri.
Io ho sempre avuto appetito, mica ero una bambina gne gne, pure ora mi devo contenere quando mi preparo la pasta!
RispondiEliminaMi è capitato poche volte di buttare via cibo, quando magari ho preso cose che poi non mi sono piaciute. Ad es. ho in dispensa un pacchetto di amaranto!
Amaranto... mi sovviene solo L'E124.
EliminaOra vado a cercare cosa si fa in cucina con 'sto amaranto.
Mi sembra sia un cibo di moda tra voi vegani.
EliminaUn simile cereale.
Mah.
https://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/amaranto-ricette/
Non so, a me non piace l'idea di sapere che se lasciato nella "natura" non sopravviverei con le mie forze. Non capisco i "vegani", che traggono soddisfazione dalla idea di essere un po' come quei poverini che per vivere devono fare la dialisi e quindi dipendono dalla macchina. Idem, i "vegani" dipendono dal supermercato che mette sugli scaffali le loro robine, ogni giorno dell'anno, robine importate con grande dispendio dall'altra parte del mondo. Sicuramente "sostenibili". Poi, come sentivo ieri su Radio Radicale, per la rubrica "Fortezza Italia" dobbiamo promuovere lo "Jus Soli" raccontando agli Italiani delle "Eccellenze Afro-Discendenti", tipo un pizzaiolo di Trento che viene dal Burkina Faso (non scherzo, proprio cosi). Sono sicuro che il pizzaiolo Bu-Fa-ese farà la pizza vegana. I cani nel passeggino.
EliminaLa pizza e' un piccolo ed efficace laboratorio di sociologia della globalizzazione: ci sono le piu' incredibili depravazioni, i piu' abominevoli accostamenti di ingredienti e modi di cottura che indicano la completa perdita di senso organolettico, filologico, di buon senso.
EliminaIn altre parole la global pizza e' un efficace misuratore di perdita di senso da sradicamento.
Non solo la pizza, eh!?
Pensate che la merdcucina fusion simil giapponese fatta da ciaini per ristoranti di babbei che vogliono mangiare allamoda giapponese sia meglio?
E i merdosi würstel di tacchino, polistirolo, senza pella e farina di matite fatti in Italia e non solo per gli islamici?
Tra i vegani va di moda il seitan che e' un accozzaglia di glutine la cui produzione richiede quantita' spropositate di acqua. Siamo alla perdita di senso completa dettata dal talebanismo servito come moda chic.
Mah.
> Non funzionano i commenti
EliminaErano finiti nello spam.
Li ho riattivati, le molteplici copie le cancellero' dopo.
lo spreco di cibo credo sia un retaggio del boom economico in cui era sinonimo di agio e ricchezza... oggi credo ci sia anche una componente compulsiva dovuta alla psicologia dell'accumulo.
RispondiEliminaUna persona a cui ho fatto notare lo spreco del pane, mi ha risposto: ma NOI possiamo permettercelo!
chiaramente c'è un egoismo di fondo difficile da sradicare
Ieri alla malga era rimasto del oane intonso: che fine farà questo pane? Va alla galline.
EliminaPreso e portato a casa, mangiato la sera.
Io imparai questa cosa da mio pasrw: mia madre si "vergognava".
Ora, mi dice Rosa Canina, è di moda tra i radical chic.
Comportamenti gregari.
Una coppia di amici della madre di mio figlio, quando eravamo in Lombardia, lasciavano un terzi di piatto lì :- Non sta bene far vedere che hai fame.
Io restrinsi sempre più le portate e poi, alla fine, chiesi loro il perché di quella (orribile) abitudine.
Una pessima "buona educazione".
La cosa che manca nel ragionamento è la constatazione che non siamo tutti uguali. La maggior parte sono stupidi. Davanti ad una certa situazione non hanno la capacità di auto-determinarsi, quindi ripetono gesti che gli sono stati insegnati in maniera meccanica oppure hanno una risposta a caso, la prima che gli viene, che di solito è sbagliata. Io posso vedere ogni giorno attorno a me gente che non è capace di funzioni base, tipo aprire una porta o pulire il pavimento. Che poi è la ragione per cui negli USA, si sa, sulle forchette mettono l'avvertenza "non infilartela negli occhi", con tanto di schemino.
Eliminama allora tutte le conquiste che facemmo negli anni 70?
RispondiEliminaUomo, guarda che il bobbolo vuole progredire, sempre, e buttare cibo fa parte del progresso.
Che poi de che cibo se tratta????
Dal verduraio, trovi tutto: melanzane, peperoni, pommidori, faciolini, carciofi
La consorte se lamentava der costo dei carciofi, tutti piccolini tra l'altro, anche essa si è dimenticata che i carciofi a Roma maturano per pasqua e quando saranno bbuoni la gente sarà stufa di mangiarli
Devo controllare il calendario biologico dei carciofi.
EliminaIl Carciofo matura in autunno, da ottobre a maggio al Sud; mentre da febbraio a giugno al Centro-Nord.
EliminaSto osservando il ritorno di una brutta inflazione, una delle cose di cui non avevo alcuna nostalgia.
EliminaIn seguito alla pandemia hanno pompato cataste di miliardi di euri finti nel sistema... et voilà la inflazione è servita.
Deficit, debito e inflazione. Al peggio non c'è limite.
con l'inflazione saranno cazzi amari per il reddito fisso, già dalla lira all'euro perdemmo il 50%, il pane passò dalle 3000 lire ai 3 euro ed il biglietto autobus dalle 1000 lire ad 1,5 euro
EliminaA casa di mia madre, su nei monti, ho visto una confezione di borotalco, con etichetta Despar che indicava 2950 Lit.
Eliminaqui siamo a 1,92€ ovvero 3.717 lire, ovvero 126%.
Ci sono centinaia di questi esempi: tratta autostradale nei pressi di casa, nel 1998 a 1100 lire, ora 1.70€, siamo a 299%, pizza marinara, da 3550 lire a 5€, 277%, etc. etc.
La folle simpatia italica per l'apparenza di guadagni facili (e deficit spensierati!!) e' antica come l'inflazione che essa produce. Il giochetto scemo ha avuto una impietosa lente, l'euro, che lo ha evidenziato come non mai.
Peggio va e piu' son tutti giulivi e contenti.
Una delle cose per cui io sono... un completo disadeguato percora nera, asociale.