martedì 28 dicembre 2021

Si allentano - 2

 (Si allentano)

Vuoi firmare contro la droga?
Diamine, sta piovendo e mi ha assalito in mezzo alla piazzetta, sotto la pioggia.
Andiamo qui, sotto alla tettoia!... poi le dico ancora :- Non ha alcun senso firmare... contro la droga!

Commissioni, dicevo, ieri prima sera. All'ingresso del supermercato trovo la ex cocainomane che... mi assale. vuoifirmarecontroladroga mimettequasilabiroinmano epoicilasciquarantaeuroperlanostracomunità.
La guardo :- "Entro e ci penso" le rispondo, "mica firmo così a caso!".

Il tempo tiranno. Ecco, oggi ho tempo per fermarmi ed ascoltarla, quando uscirò. Così ho fatto domande e mi hanno risposto sulla varie comunità dei Lautari, esse sono di quella di San Casciano, al di là dei monti. Ho fatto domande e ho ascoltato, con attenzione, mi hanno detto e raccontato.
Che indicibili casini in cui si fiondano, 'sti qui. Uscirne deve dare forza, perché si esce da una sabbia mobile che ti fagocita e superare problemi così enormi dà forza e autostima.
Qualche accenno alla sua storia, Rosa, la cocaina ed essere "diventata un'ameba". I demoni, mi dice, ci sono ancora, ma ora so gestirli, sono rinata.
Un piccolo aiuto economico e l'augurio di forza e autostima per le difficoltà vinte.
Il tempo ritrovato, i ritmi che si allentano, mi hanno permesso dii osservare qualcosa del ribollire del mondo e pure questo contatto con queste persone e il loro cammino ha avuto un che di gradevolezza. Io trovo piacere, una piccola gioia, quando osservo persone che riescono a vincere grossi casini, superare enormi difficoltà.



11 commenti:

  1. In concreto:
    Da anni va avanti la campagna per "liberalizzare" e quindi "legalizzare" non tanto il consumo di droga, che è già "legalizzato", quanto la produzione e il commercio. In questi giorni sono state raccolte le firme per un referendum che verrà quindi sottoposto alla Cassazione, credo.

    La motivazione apparente per la "legalizzazione" è su due linee.

    La prima linea ovvia è quella di togliere il monopolio della produzione e commercializzazione alle organizzazioni criminali, sulla linea del "Proibizionismo" negli USA, guarda caso tutte le mode, inclusa la moda della droga, arrivano da li, come detto in altro commento sul ruolo della CIA nella ricostruzione della europa (min.).

    La seconda linea è quella della "ingiusta detenzione" che poi causa lo "affollamento carcerario" che si configura come "tortura". A questo si aggiunge il fatto banale che una percentuale rilevante di immigrati trova conveniente il mestiere dello spacciatore di droga e quindi finisce per contribuire in maniera esagerata alla popolazione carceraria.

    La motivazione reale invece è nella prosecuzione del "liberalismo" americano.
    Il liberalismo ha lo scopo di creare, sempre all'interno del solito "meticciato", l'individuo-monade, isolato da tutto e da tutti, senza passato, senza futuro, che esiste solo in funzione del GODERE.
    L'individuo DEVE godere, è l'unica legge e l'unico imperativo.
    Deve godere in tutti i modi concepibili, quindi qualsiasi cosa che attiene al godimento deve essere "liberalizzata" e quindi "legalizzata". Non esistendo ne passato ne futuro, non c'è nemmeno una morale, esistono solo le direttive generali degli Apolidi e le grida emanate dalla loro amministrazione-burocrazia. Non esistendo una morale, si parte dal presupposto che qualsiasi fine genericamente associato al godere giustifichi letteralmente qualsiasi mezzo, quindi non solo si "liberalizza" e quindi "legalizza" il suicidio, la autodistruzione ma si "liberalizza" anche la distruzione altrui, l'omicidio, anzi, prima ancora la riduzione dell'essere umano a mero oggetto e risorsa materiale, che a sua volta si produce e si commercia. Non fa differenza tra la droga e, che ne so, un rene o un feto o un "utero in affitto" che poi è la versione moderna dello schiavo.

    Più tutte le cose che stanno in mezzo tra gli estremi.
    Per esempio, un trucchetto ovvio è quello di procedere per gradi. Liberalizzi le "droghe leggere" e poi dici vabè ma qual è la "quantità" o la "qualità" che discrimina tra "leggero" e "pesante". Quanta aberrazione è giustificata in funzione di quanto godimento?

    Infine, chiudo dicendo che un altro trucchetto è quello di proporre il godimento come imperativo e poi metabolizzare le conseguenze pratiche tramite lo "approccio sanitario", per cui chi si droga è un malato cronico che manifesta sintomi e che riceve delle cure. Anche questo, dato che siamo tutti malati di qualcosa, serve a "normalizzare" tutta la faccenda. Come ho detto, non limitatamente alla droga ma per qualsiasi comportamento singolo e poi collettivo che in qualche maniera è collegato all'imperativo del godere.

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    1. Forse sono stato un tantino criptico e allora vado a spiegarmi.

      Lo imperativo categorico sul godere, come ho detto, riguarda qualsiasi cosa, qualsiasi aspetto del vivere.

      Facciamo il caso banale del mangiare e bere.
      Chi ha qualche amicizia americana sa che quando quei poveretti vengono in Italia una delle prime cose contro cui vanno a sbattere sono LE REGOLE sul mangiare e sul bere.
      Cose che per noi sono tramandate nell'infanzia quindi sono praticamente innate, per loro sono inaudite, inspiegabili e anche intollerabili.
      Per esempio, che ci sia un momento nella giornata per mangiare e bere, che ci sia una associazione tra un dato momento e alcuni cibi e bevande invece di altri, che indipendentemente dall'ora, certi cibi e bevande debbano essere associati a certi altri cibi e bevande piuttosto che altri, che ci sia UNA STRUTTURA che procede dalle REGOLE. Quindi, che tutti si muovano all'interno di questa struttura, che ognuno abbia un tempo e un luogo e un modo.
      Il primo, il secondo, il contorno, il dolce, a colazione si mangiano certe cose, a pranzo altre, giovedi gnocchi, eccetera.

      Viceversa, gli Americani e ormai anche molti Europei nel frattempo piallati dal lavaggio del cervello, assumono che in qualsiasi momento, luogo e modo uno abbia voglia di mangiare o bere una qualsiasi cosa, questo deve essere GARANTITO, come parte necessaria dell'esistere. Perché appena viene posto un limite, una regola, questo va a diminuire l'esistere-godere o godere-esistere dell'individuo e di conseguenza dell'insieme. E' una specie di paradosso, nel senso che la "società" invece di darsi delle regole e quindi una struttura, deve adoperarsi per darsi la regola di non avere regole ne struttura. Poi, dopo avere garantito che si possa mangiare la banana intinta nella maionese insieme alla salsiccia alle tre di notte mentre si guida la macchina e bere latte di yak al gusto menta, quindi nella macchina ci devono essere porta-tutto riscaldati o raffreddati, bisogna anche impegnarsi a produrre IL NUOVO, quindi ricombinare gli "n" elementi e quando si finisce con le combinazioni, inventarsi altri elementi, che sia andando a scovare la tale pianta in Amazzonia o tramite la ingegneria genetica. Insetti, alghe, che ne so.

      Come ho detto, vale per tutto.
      Come ti vesti, come parli, cosa credi, che sessualità hai, che mestiere fai, che interessi e amicizie hai, eccetera. Il solo fatto che entri a Decathlon e c'è il reparto uomo e il reparto donna è una aberrazione che diminuisce il godere-vivere come dire che non puoi mettere il formaggio sopra il caciucco o che il panettiere apre alle quattro. Io devo potermi "identificare" come donna anche se ho il corpo uomo, quindi perché Decathlon infame mi propone vestiti da donna solo nelle taglie donna e quelli uomo sono blu o marroni o verdi invece che rosa? Se voglio partorire? E' inaccettabile che l'universo carogna non mi abbia dotato di utero, quindi devo poterne avere uno. Poi boh, metti che mi piace il formaggio sopra il caciucco cosi come mi piace l'erotismo coi minori, che regola assurda è che mi sia vietato?

      Eccetera eccetera.
      Basta fare un passo indietro per vedere il disegno.

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    2. > banana intinta nella maionese insieme alla salsiccia alle tre di notte mentre si guida la macchina e bere latte di yak al gusto menta,


      Ahah, muoro dalle risate! :)

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    3. Nessuno, voi siete piuttosto spartano e questo vi fa onore come l'essere fuori da questo mondo sempre meticcio, bastarti, mediocre.
      Quindi apprezzo la vostra tensione morale su giusto e sbagliato.
      Tuttavia questo spirito non è l'unico possibile. Il valore del discernimento, per me, è superiore al valore della norma, nel conseguimento del bene.
      Il problema NON è il vizio, per me, ma l'essere dipendenti, essere succubi dell'ambiente, subirlo e non determinarlo.

      Questo a parte, devo dire che il degrado, la corruzione che viene dal gabinetto culturale degli SUA è incredibilmente vario e sistematico nelle proprie perversioni. Spesso voi avete fatto notare che gli SUA sono il primo esperimento di distopia multiculturale. Un esperimento ben riuscito, ogni quatteo mesi rischia di esploderw la guerra civile.
      Cosa succede se sul tavolo del rinfresco cade merda e olio esausto di motore? Succede che tutto si degrada massimamente e all'istante.
      Il sinistro-arcobalengo pensiero unico dominante è che komtaminazione è kultura e altre scemenze del genere, nei più disparati ambiti.

      La criminalità prospera sul mercato clandestino delle droghe. Questi avviene anche se il drogarsi è ancora percepito come problema, non sono tutti ancora fottuti.
      Io sarei per radicalizzazione il sistema: ti puounprendere la sostanza sotto controllo e mano pesante sul traffico clandestino. Sapete che sono favorevole alla pena capitale, la flagranza di detenzione e spaccio di droghe sarebbe uno dei cadi nei quali liberarsi di questi criminali.
      Io sono agnostico e vorrei vedere, dopo un paio di lustri, come sarebbero i risultati ottenuti.

      Infine, il problema filosofico, educativo, culturale, è il TABÙ dell'essere forti, non appecoronati, dire di NO a tutte le possibili e dissennata dipendenze che ti spacciano come libertà, icspiriens, emoscion, progresso,, etc. .
      Sono capace, discerno, rinuncio e non cado nella tentazione.
      La tentazioni sono del mondo, non possiamo abolirle dobbiamo sapere affrontarle.

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    4. Coso, non ci capiamo per una ragione evidente.

      Tu sei stato programmato con l'imperativo del godere e infatti su questo blog quando non ti lanci in qualche invettiva, racconti dei tuoi momenti di godimento. Quando ti faccio notare che al contrario e come dicevano gli antichi, la virtù, cioè la forza virile, si manifesta con la scelta della moderazione quando non del sacrificio, tu parti con la subroutine che ti hanno preimpostato, quella della "infinita complessità" e del "compromesso", che ti serve per conciliare le tue invettive con la tua continua violazione dei principi che tu stesso affermi in momento prima. Quindi cerchi (pateticamente, secondo me) di aggirare paradossi e contraddizioni continui. Non specificamente tuoi, ormai di diverse generazioni. La tua idea di "normale", cioè secondo la "norma", la regola, è che si vive per godere e per arrivarci bisogna stare in equilibrio tra il massimo godimento e il minimo danno conseguente con lo strumento del compromesso. Che è un po' come dire che puoi rubare fino a che non ti fai scoprire oppure, leggendola come il magistrato-eroe Davigo, gli innocenti sono colpevoli che non sono ancora stati condannati.

      Viceversa, la mia idea di "normale" è esattamente il contrario e cioè che il godimento è possibile solo nei tempi, luoghi e modi resi disponibili dalla regola e quindi si vive per subordinare con la volontà il godimento ad uno scopo ulteriore e/o superiore, se vuoi "strategico". Lo scopo della vita ADULTA è esattamente questo, subordinare il proprio "io" infantile che reclama il godimento alla disciplina che consente di gettare in avanti il pensiero, cioè di progettare e di perseguire un fine.

      Per me la questione della "liberazione" e quindi "legalizzazione" orgiastica di qualsiasi cosa è solo una conseguenza meccanica ed inevitabile della re-ingenierizzazione dell'essere umano perché non sia più padre e figlio, non sia più eroe o codardo, probo o criminale, perché non abbia responsibilità quindi non conosca il senso proprio della libertà. Viceversa, non ci sarebbe esigenza della droga o di qualsiasi altro strumento del godere, come, che ne so, il drive-in mcdonalds aperto di notte, perché quel godimento sarebbe da tutti classificato non come "normale", anzi "lo scopo dell'esistenza" ma come ABERRAZIONE e/o come PERVERSIONE.

      Torno a dire, se si fa un passo indietro, si vede chiaramente il disegno.

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    5. Vediamo se mi spiego col solito esempio.
      Qualsiasi idiota, nel senso etimologico, può scopare e può buttarsi in una ammucchiata. Anzi, visto che si dice che i sesso non vuole pensieri, più sei scemo, meglio ti viene.
      Viceversa, ci vuole volontà, impegno e capacità per coltivare le zucchine.
      Quindi nel mio scemometro Coso ottiene un punteggio MOLTO più alto se scrive che coltiva le zucchine piuttosto che se scrive che fa le ammucchiate. Anche le lumache possono ammucchiarsi ma chi coltiva le zucchine può andare sulla luna o che ne so.

      Sempre se assumiamo che fatti non fummo a viver come bruti.

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    6. Nessuno, ho la sensazione che spesso siate terrorizzato dal godere e dalla attrazione che esso esercita.
      Come scritto numerose volte ci vuole una disciplina anche nel godere, misura, discernimento, intelligenza.
      Non ho alcun problema nel non godere ovvero nella pratica del vuoto estetico, dei sensi: digiuno, buio, silenzio, solitudine, astinenza, stasi.
      Anzi, passo la maggior parte del tempo con questi buoni amici della vita. Che mi rendono molto gratificante passare al loro opposto.
      Leggo spesso e, a ragione, tenete il piacere e vobspaventa, lo vorreste... quasi eliminare dalla società, dal vivere.
      Come edonista io vedo, quotidianamente, assenza di piacere e mediocrità, limbo, sofferenza.
      Che piacere avrà avuto la giovane donna della cocaina? Forse le prime uno o due volte. Poi la perdita di efficacia della droga è quindi via via più sofferenza, problemi, abrutimento.

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    7. Anni fa erano state svelate certe realtà ma non gli si è voluto dato ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=Sz9rJowh0pY

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    8. Coso, la tua prosa involuta e l'evidenza che ti circondi di gente che o ne sa meno di te o è leccaculo, ergo non ti prende a calci nel sedere quando serve, non mi terrorizza, mi disgusta e mi avvilisce.

      Non nel tuo caso singolo, ci sono ben altri mostri in giro ma perché, anche questa è una cosa che fai finta di non capire, è uno stereotipo, una eco che viene ripetuto all'infinito.

      La droga che andremo a "liberalizzare" e quindi a "legalizzare" è si una forma di godimento ma, come tutti i godimenti, è uno degli elementi necessari ad un certo tipo di socialità, non è qualcosa connesso all'eremitaggio. La gente si droga perché lo fanno gli altri, vai all'evento nell'attico vista Duomo e passa il vassoio di bamba, assumi la droga sia come timbri il biglietto di ingresso alla metro, sia per entrare nel "mood" di quello che poi succederà all'evento, cioè, come scriveva uno dei tuoi collegamenti a destra, sodoma e gomorra. Più sodoma.

      Cose vecchie come il mondo.
      Solo che una volta si diceva semel in anno licet insanire, adesso è alla rovescia, la regola è nessuna regola e la eccezione è la regola. Vedi i tatuaggi di Fedez che lasciano libera solo la faccia, come se spuntasse da un bagno di inchiostro o da un foglio di scarabocchi.

      Vabe, è una tautologia, se tu fossi in grado di capire queste cose non avresti bisogno che io te le scrivessi.

      Ah, la cosa spassosa è che ti aspetti una medaglia per il digiuno e l'astinenza.
      Senza capire, ancora, che il digiuno e l'astinenza sono la eccezione "meritoria" di uno che normalmente, come regola, mangia e tromba in eccesso. Ennesima contraddizione, che ovviamente non percepisci nemmeno, figurarsi comprenderla.

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    9. Nessuno, colle medaglie, coppe, premi e riconoscimenti altrui, come direste voi, io ci incarto le cozze.
      Ci manxherebbe che io viva o scriva perché Tizio o Caio mi debbano dare un riconoscimento...
      Forse perché sono compagni quotidiani e quindi ordinari che non scrivo di digiuni, silenzi, astinenze. Non ci sarebbe, peraltro, molto da scrivere.

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    10. > La gente si droga perché lo fanno gli altri

      Sì. Un altro dei mille mila casi del "Così fan tutti" che io non capisco. Mah.

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