Eravamo riusciti a lasciare l'albergo presto e così fendere, al fresco della mattina, alcune dozzine di km da Montemonaco fino alla Forca di Presta, una sorta di doccia scozzese, i primi 4/5 da soli, solo noi, il sole, il blu, il verde dei boschi, il cinguettio degli uccelli (viaggiavamo scoperchiati) e poi, ecco il traffico, quasi una bolgia fino alla Forca di Presta.
Siamo saliti bene, in due ore (meglio del passo CAI).Che bello vedere tanti ragazzi, tanti giovani salire e stringere i denti. Ancora è maestra di vita, la montagna e vederla incoronata di gioventù mi ha dato tanta gioia.
Vedevo il mio amore affaticato, sulla prima rampa, quella sotto al bivacco Tito Zilioli (*). In silenzio, non ha detto una parola, Rosa Canina, è salita stringendo i denti e tenendo quel passo. Che bella!
Qualche ora dopo eravamo all'auto, ignari della terrificante bolgia che ci avrebbe impestato per tre ore, per arrivare in Val Nerina. Decine di migliaia di persone nella piana di Castelluccio per la fioritura. Traffico infernale, 3h per quello che avrebbe dovuto essere 43'. Temevo quell'inferno, purtroppo il meteo ci ha concesso solo la domenica e così eccoci negli ingorghi del ritorni della domenica sera, sole martellante e un caldo torrido che ha reso le code proprio penose.
Doccia scozzese, montagna e natura selvagge, poi bolgia e traffico. Questa gioia ha avuto i suoi costi.
Eccolo, lassù |
Cima del Redentore e Pizzo del Diavolo dalla Sella di Ciaule |
Cuscino di muschio in fiore |
Monti della Laga, a sud |
Monte del Redentore dalla strada verso Norcia |