martedì 14 ottobre 2025

Poeti del corpo

 Sono passati quasi due anni. E così, amore , mio, un po' con te, un po' lontano da te. Sono passati anni e non riesco più ad averti, onorarti nei giorni della settimana: altro da fare nella vita e forza ed energia non sono quelli di prima, potevo dormire poche ore e andare nella vita, a faticare e lottare, prima.
L'anca nuova mi ha riportato con te, come per una donna aMAtA, ora è un po' più fine, sottile, intesa e felicità al posto di irruenza e gioia.

Sono tornato alle mie maratone ed eventi , più o meno lontani e così vicini, ancora con piccoli impulsi adrenalinici quando il pensiero torna, per qualche attimo, a ciascuno di essi. 800 tango party, Supersonic Tango, Teodora, Marathonguera, Eroica, le lunghe alla mia amata Milonga Sì, .... Maratone ed encuentro sono armi a doppio taglio. Il livello è (un po' più) alto e le milonghe vicine, quelle delle fini di settimana, sono più modeste. Non ho più voglia di andare a serate così così.

Ve lo dico, quando t'incontro, anima danzante, donna con la grazia, quegli amori dodici minuti, tu ed io in cima al mondo, al centro dell'universo. Siete poetesse del corpo, non con gli endecasillabi, non cogli accordi in sol, ma con fuori assi, con le sincopi, con le braccia nelle mie, con la mano e la mia, a trovarsi per combinarne un'altra, un'altra meraviglia inutile, non le rime ma i passi dissociati, non i silenzi, le pause.

Amo tanto quando il tango rotola, sobbalza, cammina, stringe, respira su altre note. Amo il tango fino a Piazzolla e poi quello che non è tango. Allora il tango si estende a danza, dove un uomo e una donna sono tutto di quella dolce vita, per una tanda. Sono tutto. Ancora meglio, mille possibilità diventano di più.
E quando succede, allora, ecco la felicità passa a gioia, amo voi, poetesse, amo me e sono felice, felice, felice.

Qui questi due mi piacciono tanto e sono, poeti del corpo, quanto ho tentato di scrivere, quanto succede. Mi batte il cuore forte.

(tymoteuszley, milavigdorova)

giovedì 9 ottobre 2025

Pace dei forti

Il volere la pace può essere sentire autentico solo per i forti, per i violenti, i prevaricatori. Non per i deboli e coloro che subiscono. Anche se nel pensiero comune è quasi blasfemo, sono i forti che possono avere discernimento per fermarsi, per scegliere tra odio e violenza e pietas, possono volere la pace. Non c'è volontà senza possibilità di scelta, discernimento.
Un motivo in più per uscire dalla lagna apologetica, molto in voga nei mondi al contrario, che esalta i deboli e criminalizza i forti.

Ora, dopo la lezione ad Hamas, bisognerebbe impartire una lezione ai tumori coloni che si espandono a danno dei contadini indigeni palestinesi.

In ogni caso, i due bubboni demografici sono destinati solo a terribili disastri e nefaste conseguenze.