martedì 31 marzo 2015

Pyr chiakè - 2

(Pyr chiakè - 1)

Corso per... sette donne, a cui se ne sono aggiunte altre due in seguito e solo _rio ed io come uomini. Bisogna dire che alcune di esse avevano partecipato anche solo perché i rispettivi mariti erano rimasti a casa con i figli.
Insegnanti decisamente frizzanti, hanno inframezzato, in modo brillante, anche osservazioni su danza, corpo, genere, stati d'animo etc. . Ormai col passare degli anni (ri)conosco questi approcci olistici. Ci hanno ricordato, ripetutamente ricordato, l'importanza del contatto visivo.
E' una danza di sfida, di guerra, oltre che di terra e di eros: non usare gli occhi, lo sguardo nella tammurriata e nella danza in genere, è come servire della pasta stracotta senza salsa o ragù. Rende l'idea?
Sul percorso che faccio da casa alla stazione e viveversa c'è un cane incazzereccio che abbaia come un ossesso. La dimensione pavloviana e istintiva del suo agire è evidente e a me pare perfino un po' patetico questo agire compulsivo programmato, un cane in preda al suo istinto. Io mi diverto a tirargli degli scherzi e a studiarne le reazioni. Passo in modo che non mi veda, appaio all'improvviso, passo repentinamente dalla parte opposta della strada alla recinzione e siepe che delimita la proprietà in cui il quadrupede "risiede"... lo guardo negli occhi e lo osservo. Per quasi tutti i mammiferi superiori lo sguardo diretto negli occhi è sfida. Infatti quando lo guardo con fissità - e se voglio provocarlo e divertirmi, anche andando verso di lui - il cane sclera, si agita, si incazza come... una bestia. :) Tammurriata ed... etologia. Già.

Tutti principianti assoluti di tammurriata, a parte me. Per quanto popolare è una danza che ha una tecnica e un repertorio, anzi, rispetto ad altri balli e danze popolari è decisamente ricca. Anche nella tammurriata c'è col*i che conduce e col*i che segue: varie considerazioni a proposito da parte delle insegnanti, osservando come danzavamo.
Io cercavo di rompere gli schemi cercando di condurre seguendo, ovvero decidere di adattarmi, di mettermi in simmetria con le risposte delle donne con cui ballavano. Ma chi guida in questo caso? Il duale è sempre filosoficamente interessante. Anche questo, paradossalmente, creava dei problemi.
Non ci sono registri espliciti ma... la tammurriata può essere ballata bene o male, in modo goffo, scoordinato o elegante, con la musica e col ritmo o contro di essi, col movimento delle mani con le castagnette che è un'arte in sé oppure con delle appendici agitate per far suonare quei robi  di legno.
Come il tango viene esasperato a fini dello spettacolo (tango escenario o tango show) anche la tammurriata può essere teatralizzata, sofisticata. I commenti al vetriolo allo spettacolo teatrale a NYC per la coreografia di Alessandra Belloni (v. video sotto) lo testimoniano. Ove c'è passione ci sono discussioni accese. Anche questo non è una novità. Beghe, polemiche, discussioni furioso su questo stile e su quell'altro. Con tutti i limiti della teatralizzazione e le violazioni anche grossolane ai codici della danza originale ad essa necessarie a me non disgarba.



Intavanata



  • Il pudore fa parte della fede; quando la fede è perduta, anche il pudore svanisce.

Stavamo tornando dalla partita di calcio. C'era una donna nord africana velata che stava camminando.
Ecco una deficiente intavanata! - esclamo.
Mio figlio mi guarda un po' storto, avevo violato la sua mala educazione politicamente corretta.
Ma, papà...
I monoteismi sono rozzi e l'islam è il più rozzo e stupido. Solo degli idioti possono trattare le loro donne così. Anche mia nonna andava in chiesa col velo, ma quei tempi sono passati, fortunatamente. Sì, solo degli idioti possono pensare che le donne siano peccaminose e altre stronzate del genere.
Poi c'è stato silenzio, eravamo quasi arrivati.

Del resto è sufficiente un po' di logica. E mio figlio non ne è privo. Solo che ogni tanto bisogna destarsi, usare la mente, il ragionamento.
Qui, ad esempio, una delle più grosse collezioni di stupidi precetti centimetrico tessili che abbia mai letto. Houellebecq con il suo "l'islam la più stupida tra le religioni" non aveva tutti i torti: fede e spiritualità degradate a stupidità, a dettagli tessili, centimetrici, a pudori, imeni, capelli mostrati o non mostrati. Trovo questa cacca perfino blasfema, per dirla coi loro termini.

Ma anche qui la cacca non manca.

lunedì 30 marzo 2015

Pyr chiakè - 1

Quando sentivo la voce di Enza, durante la fronna (è la parte iniziale della danza, le tammorre sono ancora silenziose, sono i cantori che chiamano i devoti al rito di celebrazione della Madonna) sentivo i brividi scendere fin giù.
Lontani centinaia di chilometri, in un posto incantevole, un vecchio casale emiliano sui colli, recuperato con attenzione. Eppure, la voce di Enza ti riporta indietro, secoli. Una specie di moviola spazio temporale. Un ritorno alla guerra, alla sfida, alla terra, al sangue, eros, amore, morte, rinascita.

Cercavo di trovare qualcosa che documentasse questo rito, la tammurriata è un rito devozionale che comprende anche la danza (musica) e la danza (aspetto coreutico). che non fosse centrato solo sui musicanti (in questa pagina avevo citato un corto, il migliore che avevo trovato che ben documenta la parte coreutica del rito).
Mi sono imbattuto in vari corto, sul voitubo e in vimeo e il più incredibile coacervo di contraddizioni, di modernità e arcaico, di cozzi estetici tra la potenza della musica e lo squallore di molti luoghi in cui la tammurriata si ... manifesta, kitsch antico e kitsch contemporaneo, di cultura alta che si abbassa, di popolo basso che è alto, femminielli puri e malafemmine danzanti, di plasticame e magliette sintetiche di multinazionali dello sport e di tamburi e strumenti antichi, di pelli, di giunchi, la brutalità del patriarcato misogino e la potenza del femminile. Caos, Dioniso; Madonne, sacro, profano. Enza e Cristina raccontavano degli intrecci, dei riti, della storia, delle sette Madonne. Non solo tecnica coreutica e musicale perché non lo è. C'è dentro il Sud, la Grecia (alcuni termini dei testi, a volte di volgarità estrema, hanno proprio etimologia greca, come valle del fuoco, pucchiacca o purchiacca, da pyr, fuoco e chiakè, valle).

Il Sud Italia è la catarsi, la crisi, la maschera greca del sole sopra lo scuro dell'anima (come diceva un amico salentino e _lla, calabrese). Senza questa sregolatezza infinita, ho intuito, non ci potrebbe essere tutto ciò.
E' la caratteristica anche di questo paese, la sregolatezza incompatibile con il sistema e questa palude, da queste sabbie mobili, eruttano, di tanto in tanto, l'eccellenza, la genialità. Poi tutto passa e i ritmi lenti, la tragedia torna ad assorbire tutto, a perpetuarsi.



venerdì 27 marzo 2015

Teleinsieme



Questo è stato il primo anno di... mia reclusione semilibertà calcistica. Il fatto che il bipedinone sia stato, da ottobre, tutte le domeniche impegnato col calcio ha comportato un addio secco a metà dei fine settimana nei quali, spesso, facevano delle uscite. Anche se ciò mi ha fatto vivere un po' più la casa, che come cancro amo particolarmente, dall'altro ha annullato metà delle uscite in Natura. Di fatto, pure io sono stato... calcificato. Ho notato che questi fine settimana casalinghi, statici non mi hanno ricaricato come quelli in cui si scarpinava all'aperto, lasciando spesso una vena di insoddisfazione, poca ricarica di energia.

Domani laboratorio 10 - 18 di tammurriata, la più bella danza popolare italiana e una tra le più belle del mondo, ritengo. _lla, cara amica (ebbi un storia con lei, la prima dopo la separazione dalla madre di mio figlio) è tra le organizzatrici/promotrici. Speravo che venisse anche lei, in modo che UnRagazzo e suo figlio stessero impegnati insieme, noi a ripassare e ballare, ma egli e io più o meno nello stesso posto. Non sarà esattamente così: _lla rimarrà a casa e così UnBipedinone li raggiungerà, primo viaggio dalla città (dal liceo) in provincia in corriera, ieri abbiamo studiato  teleinsieme (egli a casa di mamma, io nella mia) via piccì, tragitto, orari, linea extraurbana. Li raggiungerà  al loro ameno mini borghetto, quasi in cima ad un colle in un'altra valle della provincia e poi io arriverò per cena.
Ho scritto teleinsieme: ieri non ci siamo visti, il bipede aveva nausea e altro, preferito stare a casa di mamma. Così ho qualche pensiero, sul fatto che non lo vedrò da pranzo in poi, come succedeva ultimamente, ma solo la sera. E non è che ci vediamo così spesso e proprio questa settimana è saltata la frequentazione infrasettimanale e proprio questa volta _lla non parteciperà al laboratorio di tammurriata e vedrò lo scarrafone solo dalla cena in poi.
Però se che i due regaz se la intendono un sacco questo va bene. Infatti UnRagazzo e il suo amico sono entrambi... già in fibrillazione, Che bello! E' da troppo tempo non riescono a vedersi. Mio figlio stesso paga un tributo sostanzioso per il calcio non solo io con lui. Ciò non contribuisce certo a diminuire la mia avversità per quello sport. Del resto le passioni richiedono impegno e presentano i loro conti ed è bene sia così. Certo che ... proprio il calcio... Un amico di UnRegaz ha iniziato da un paio di anni col rugby, ne parlavo con lui in treno, stamani. Ecco, quanto mi sarebbe piaciuto se avesse fatto rugby o basket o altro, ma proprio quel sport con quell'ambiente di merda (ho ascoltato Moggi a La Zanzara l'altro giorno e ho capito quando squallido sia ciò che sta intorno a quello sport, specie a certi livello, solo che il percolato poi scende giù...).
Però se lo scarrafone è contento, io alla fine sono pure contento.
Stasera in milonga a Ferrara, vedrò, spero, una cara vecchia amica coreografa. Spero di essere a casa per le tre, in modo da dormire un po'. Molte le cose da infilare in questo tempo. Poi domani sarò un po' teleinsieme col mio bipede.

Buon fine settimana a tutti.

Non tutto è morto



Vari scarpinatori dei gruppi che ho portato a spasso in passato, iniziano a contattarmi per chiedermi di passeggiate. La primavera inizia ad affacciarsi e persino i più urbanizzati, artificializzati homo cittadini percepiscono voglia di natura.
Non tutto è morto in loro.

giovedì 26 marzo 2015

Lubitzone e i filistei



Pare che il copilota Andreas Lubitz abbia deciso di farsi, farlo e farli precipitare.

Questa notizia provoca reazione contrastanti.
Umanamente vorrei augurare un cancro al suicida-omicida, indegno essere, vai a sfracellarti da solo senza rompere i coglioni e le ovaie ad altri, stai a marcire in un possibile inferno, stupido essere meschino. Purtroppo non ha alcun senso augurare un cancro ad uno che si è suicidato, come gli ignobili esseri indegni di vivere (infatti) che si buttano sotto i treni e i metrò scassando le palle a centinaia di migliaia di persone. Suicidatevi,  ma sparandovi, pero!
Ecologicamente Andreas è un eroe, ha fatto fuori, in un colpo solo, oltre a se stesso (suicidio e omicidio ora come atti di massima ecologia) in un mondo sovrappopolato e in ulteriore esplosione demografica centocinquanta bipedi di quelli alla più alta impronta ecologica e distrutto una macchina massimamente produttrice di inquinamento e dissipatrice di risorse non rinnovabili. Un goccio d'acqua nel rogo folle ecocida e biocida della crescita esponenziale della insostenibilità.

Osservavo oggi che i criteri di valutazione e giudizio ecologici e antropocentrici sono (sempre più) spesso incompatibili.
Pietà e compassione per i genitori e... un'onorificenza ecologica postuma da consegnare.

mercoledì 25 marzo 2015

Dipolo interrotto

Hesse, nel Magister Musicæ che parla a Knecht, nella tappa del viaggio di trasferimento da Eschholz a Waldzell, mette in guardia dalle passioni.

Da queste istintive e violente inclinazioni e antipatie, potrai riconoscere con certezza le anime piccole. In realtà, cioè nelle anime grandi e negli spiriti superiori, queste passioni non esistono.

Non ascoltare ciò che dicono, osserva ciò che fanno: al momento dell'incontro tra il Maestro e il giovane Knecht la loro amicizia era nata proprio dal trovarsi avvolti nelle spire emotive, artistiche, nel vortice creativo della passione musicale, il realizzare sogni ardenti, prima su un brano e poi sull'improvvisazione di una fuga, ripetute, a passi successivi, in una sorta di ipnosi iterativa spiraliforme in cui il turbine mischiava caoticamente trasporto, arte, libido creativa, movimento nascente, spezzava l'uno in sé per tentare di fonderlo con l'altro.
Tu sei un animale emotivo? Riesci a salire sul turbine della tempesta, dell'impeto, a cavalcarlo?
Tra ieri e stamani riflettevo su questa condizione che vivo da alcuni anni e degli estremismi che ricerco e cambiano col tempo, si smussano quelli fisici ma altri sorgono e vengono abbracciati.
Apri il rubinetto, lo vuoi proprio aprire, fino in fondo, il rubinetto della doccia scozzese esistenziale: asprezza alpine e bohémienne artistica, tra castità e brama di lussuria, tra voglia di isolamento e desiderio di fusione, tra una inculata oscena e meravigliosa di un'arte porno e la contemplazione della morte, intolleranza migratoria e centripete gravitazionali verso altre identità, culture, i rami mossi dal vento della quercia granda amata e ricordi lontani ormai di orge, transe e apatia, gola luculliana e digiuno. Ascetismo, socialità. E...  E singolitudine e...
E cosa?
E' come se si fosse interrotto quel dipolo. La mia bulimia emotiva e la fame di contrasti probabilmente ciò che mi tiene lontano dal tessere una relazione e dal logorio cognitivo, estetico della relazione erotica, la centrifuga assicurata da questa sorta di ascetismo bastardo, incongruente.
Stamattina, ascoltavo Radio 3 prima del GR delle 6:45, le mie lacrime cascavano sul panino all'uvetta  e burro e marmellata di mirtilli rossi sopra esageriamo, dai, solo ancora una volta. Ma che razza di miscuglio!? Come può l'arte arrivare così in fondo nell'anima, dove sei vulnerabile? Ti fai trasportare dalla musica, più frequentemente che in passato. Poi ancora lacrime, hai scovato il brano e lo riascolti speri che non entri nessuno in ufficio.
Sconquassi emotivi e singolitudine, dipolo interrotto. Già.

martedì 24 marzo 2015

Marilena

Il cerimoniale a Westminster è potente, evocativo. Le salme dei reali vengono portate sulla soglia della cattedrale sul portone della quale viene bussato con energia. L'abate, dall'interno, a voce alta, chiede chi si presenta. Il cerimoniere inizia a rispondere: Il Principe Reale, duca di Edimburgo, principe di Grecia, conte di Wessex, marchese di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, duca di ... Al termine una pausa. Il cerimoniere non riceve risposta, attende e poi torna a picchiare con il suo bastone sul portone in quercia sotto al pronao gotico.
L'abate, dall'interno, a voce alta, chiede chi si presenta.
Il cerimoniere risponde: Filippo.
La porta destra e quella sinistra si aprono lentamente.


Domenica notte avevo visto l'affacciarsi del suo diario nella lista di quelli seguiti e mi ero affacciato su di esso a leggere.
Poi lo sgomento. 
Il silenzio.

La morte che si affaccia sul virtuale, forse il più lontano da essa, la falce che si palesa, getta scompiglio, apre varchi.
Non ho mai conosciuto Marilena di persona, i rapporti sono stati solo virtuali. Rischio quindi l'idealizzazione del virtuale. Leggevo con avidità le sue pagine, nella sua emilianità così amabile, semplice ed arguta, saggia e pratica, uno spirito moderato ma anche critico, che rifuggiva da ammassi e ammassamenti. Io ero inebriato dai suoi racconti di lavori nell'orto, dei frutti che esso le aveva restituito, di ricette, di una quotidianità così semplice e saggia e robusta, di passi e biciclette, di viaggi e di radici nel territorio, un tentativo di conciliare contemporaneità e tradizioni, di un senso arguto del vivere, della vita, di come affrontarne le gioie, i dolori, il crimine, il divenire e tutto quanto è della vita. Ero innamorato dalla sua saggezza fine e quadrata, umanità e rigore, calore e senso del bene comune. Io temo che le persone con una estensione etica così stiano diventando rare.
Marilena mi era mancata da quella domenica di novembre in cui cui, probabilmente era iniziata la sua fine e il suo apparire si era fatto via via più rado.
Io ero troppo radicale per lei ma ella era passata qualche volta, lasciandomi un pensiero saggio (qui, qui, qui).
E' morta Marilena, signora del suo diario, Il mio blog in uno zaino.
Una di noi, la morte è arrivata fin qui. Di recente Google e altri grandi società dell'informazione hanno affrontato la questione del trapasso dell'eredità di rete e di altri dati per coloro che se ne vanno nelle grandi praterie. Essa arriva, fino a qui.

Senza conoscerla, mi commuovo, rimango orfano di Marilena della sua testimonianza.
Vorrei che diventasse una bella romiglia o un grande tiglio nell'orto che amava, che continuasse a dispensare i suoi frutti.

Chi si presenta?
Marilena.



lunedì 23 marzo 2015

Avrei dovuto

Avrei dovuto essere a lezione di tango.
Invece un normale controllo all'impianto e di prova di montaggio dei "denti" ha rilevato che dei tre il perno/vite centrale era infiammato. Porca miseria che male quando ha provato a caricarlo!
Anestesia e quindi estrazione della vite/perno e io soffro sempre molto "mentalmente" quella chirurgia cosciente. Sono uscito abbastanza piallato, avevo perfino freddo inizialmente, quando pedalavo, forse l'effetto della sudata sulla poltrona. Ho avvisato che non ci sarei stato, avevo voglia solo di andare a casa: no lezione quindi. Ora ho tutto un po'infiammato e dolorante lì sotto.
Oltre al fatto che ora cambierà la strategia.

Le farfalle non mangiano panna cotta

Prima di uscire, ha calzato delle décolleté in vernice rossa, altissime, penso tacco 12. Osservavo i suoi piedi fini in quelle strutture scarparie e il contrasto che ne derivava.
Quando vai in un posto nuovo, e ieri era così alla Maquina Tanguera a Rimini, un luogo che ha fame di livello alto, di (bella) gente esigente, che "se la tira", un posto un po' ostico a seconda di alcuni, è bene entrare con garbo nell'organismo danzante, a guardare, ad osservare, a prendere contatto visivo, con gli occhi specchi dell'anima, con esso.
Mi aveva volto lo sguardo. Il gioco degli sguardi (mirada) è uno degli aspetti forse più negletti ma anche affascinanti in milonga, soccombe sempre più spesso ma... non tutti se lo perdono.
L'avevo vista alta e fine, elegante: uno sguardo e via, con un tango vals che amo partire con le sue rotondità, i suoi spazi.
Cosa combini di bello nella vita?
Io l'ho guardata un  po' stranito: dai abbracciamoci, ora, è il tempo per parlare senza parlare.
Attenzione per i corpi, per i profumi - indossava un ottimo profumo - per i batticuori, la postura, le mani, il respiro, il batticuore.
Poi è andata via al termine della tanda, con la sua erre che _isa diceva romagnola. Anche il numero di tanda è... un atto di intimità, di fiducia. A volte esci da quegli abbracci, riprendi gli spazi, il respiro: solo una. Io ora sorrido, ci sarà tempo per altre, dopo, se così deve essere. E infatti.
La vedevo, là, un po' da sola, a volte con la lucina azzurra di smanettamenti sul furbofono.
La mia impressione? La mia intuizione, che io trascuro e che non merito l'affetto e la perseveranza di essa per me?
La mia intuizione è che fosse una giovane donna di famiglia abbiente, arrivata al tango, un po' isolata dal suo censo e dalla sua riservatezza. Una donna con...
Così magra che diventa difficile stimarne l'età
Il ritratto fisico si è compiuto con le tanda successive.
E mi sono via via impressionato, anche solo a sentire quanto esile fosse il torso che non riuscivo pure ad abbracciarla che il mio braccio, a confronto, poteva girarle attorno a spira. Sentivo le sue scapole piccole emergere, muoversi nella dissociazione. Sei leggera come 'na farfalla! le ho detto. Sorrideva.
E con le mie braccia i miei desideri tre minuti, di farla sentire ben voluta, circondata, protetta. Sai, quando il corpo prende il sopravvento sulla mente, sono molte le emozioni e i moti che emergono. Un senso di fragilità e anche di... di sofferenza, là sotto, in fondo.
Nella ressa che si era formata perché c'era la panna cotta di Tiziana (o qualcosa del genere) ella lontana. La farfalla lontana dalla panna cotta. Osservi e metti lì. Un caso?
Una farfalla, con il suo profumo, la erre elitaria, le décolleté rosse, finita in una milonga "de la tarde".
Forse per una pausa nella sua lotta per la vita (la mia intuizione è che forse non era anoressica ma certamente con un rapporto complicato col cibo, ziobono, ch'era così magra, esile).
Le farfalle non mangiano panna cotta e le décolleté sembrano sempre un po' grandi.



venerdì 20 marzo 2015

Troppa roba sopra

Studiavo le fotografie di un progetto di Roger Kisby, di professioniste (qui il plurale al femminile è contrario alla crusca ma rispetta la statistica) del terziario sessuale. Noto i volti, i corpi spesso artificiali e  i volti anche spesso tirati. Per alcuni anni in cui frequentai eventi goa,  spesso esagerati, meravigliosi e anche rave duri, ketaminici  e in quei volti notavo l'usura dovuta al rapportarsi frequente con energie al limite, in luoghi in là. Anche l'eros, per quanto gestito professionalmente, con intenti di separatezza, muove, rilascia, richiede grandi energie che lasciano tracce.

Cercavo la bellezza in quei volti, in quelle femmine superlative ma essa sfuggiva. In alcune foto è necessario soffermarsi di più per capire se si tratta di donne o di bambole di plastica loro surrogate. Un po' come il tendere al cariatidesco matronale alle feste ollivudiane, prendere la bellezza e ricoprirla di roba. Le foto (alcune foto) in cui percepisco bellezza ed un principio di non so se spontaneità ma di minor artificialità sono "furtive", ritraggono le addette ai lavori furono alla sprovvista (v Born to be Wild). O quella in cui la ultrafemmina è... vestita (foto n° 23 nella galleria del corriere). Della qualità dell'eros prodotto in questi contesti se n'è discusso più volte, anche di recente.

Sabato e domenica scorsa a Uomini e Profeti ascoltavo le buffe considerazioni su etica e morale.
Sì, ho scritto buffe ma anche grottesche sarebbe stato adeguato:troppo moralismo, troppa religione, un'intellettualizzazione troppo spinta, diventano convoluzioni autoalimentantisi, portano all'artificializzazione, alla complessità autoreferenziali. Troppa roba sopra la bellezza. Una suora benedettina che cita come bellezza i valori morali non è molto diversa dalla "bellezza" di quell'omosessuale britannico che vuol ingravidare la madre per ottenere un figlio per il proprio ego o quella tirata di labbra gommone e zigomi rifatti, di iperseni al silicone.
Marcus Du Sautoy la indica come il disordine perfetto, la bellezza della simmetria e, rimarco, del naturale. Sotto.


("tsfoxxy", rogerkisby)

Eclissacque

Gli eventi astrali attirano ancora qualche attenzione.
Il cosmo desta archetipi che non sono ancora completamente morti.
Come per il mare così amato, sono le acque da cui veniamo.

giovedì 19 marzo 2015

Del diritto del norcino ad essere animalista

Le varie assurdità della stupidità dell'omologazione crescono.
  1. Denuncia del sindacato rispetto a condizioni chiare stabilite per un certo lavoro (assistenti di volo della Qatar).
  2. Furbetti che vogliono cambiare le regole del bastimento Casaleggio - Grillo una volta saliti a bordo del carro e poi saltano su carro ancora.
  3. Elton John che strilla isterico contro Domenico Dolce su questioni di perversioni egoiche riproduttive e poi contro isterie rispetto a possibili boicottaggi (v. qui da Patalice).
  4. Ondate di scandalizzati sdegni su sindaci messicani alzagonne.
  5. Sdegno scandalizzato per la mancanza di buonismo negli Stati Uniti.
  6. ...
Il peggio del politicamente corretto fatto pensiero unico. Penso anche una certa ostilità alla chiarezza nei rapporti.
Ma queste persone, diochemiviendabestemmiare, hanno o no la possibilità di discernere? di scegliere? Perché regole del gioco chiare non vanno bene? Puoi anche NON salire su quella giostra se non ti va, eh!?
Voglio dire che non l'ha mica ordinato il medico di lavorare come assistente alla Qatar, no!?
Se ti abbrancichi come 'na patella al sindaco in un contesto diciamo un po' dionisiaco festaiolo, goliardico e ti dimeni come una ventosa e quello 'sta al gioco, ti alza la gonna, questo è il gioco, signori. Potere, eros, liberazione. C'è il diritto a feste nojosamente corrette? No, non c'è.


Un miscuglione di dirittismo, di moralismo, di ipocrisia, di fobie antiche col lifting e la tinta, di furbismi rigenerati in  battaglie di presunte civiltà.
Diritti per tutto e il suo opposto. Uno può fare delle scelte? Perché ci si scandalizza sulle conseguenze di tali scelte?
Sbraita, s'incazza Franco, assunto norcino, diventato animalista rivendica il diritto al salario.


("ritodelnorcino10", alexliverani)

Tav-or Serenase

  • il valium mi rilassa
    il serenase mi stende
    il tavor mi riprende
    c'è chi mi dà energia
    e chi me la porta via
    e voi cosa volete?
    di che cosa vi fate?
    dov'è la vostra pena?
    qual'è il vostro problema?
    perchè vi batte il cuore?
    per chi vi batte il cuore?
    meglio un medicinale
    o una storia infernale?

    CCCP Fedeli Alla Linea
    Valium Tavor Serenase
    1964/1985 Affinità-Divergenze fra il Compagno Togliatti e Noi – Del Conseguimento della Maggiore Età

Il pozzetto delle acque nere  ha rigurgitato ancora una volta. La peristalsi del Popolo Dei Ladri (che è solo una metà della ghenga) esprime il signor stesse priorità, il ciellino della compagnia delle (grandi) opere, Lupi a governo del gregge. Il filtro funziona sempre molto bene!

La resistenza ecocivica alla mistica delle grandi opere nefaste e la repressione guerresca che lo stato esercita contro di essa (si osserva uno stato inetto, morbido che coltiva come culto impunità e irresponsabilità, che favorisce la delinquenza diffusa, che apologizza e sostiene le guerre migratorie, inculturalmente intollerante all'ecologia della repressione che la riesuma solo contro gli ecoresistenti) indica ciò che è noto a tutti specie a coloro che lo negano: ancora una volta, la sinergia parassitaria, del citrocapitalismo, danni collettivi, costi pubblici e lucro per pochi amici difende, costi quel che costi, i propri interessi, manipolando le masse per ottenerne il consenso e implementare il sistema corruttivo.

Non tutti hanno messo la testa all'ammasso, leggi qui e sai, lo sai benissimo, che tutto era noto e documentato. Però i servi strabici dello stato alla Caselli, zelanti a metà, agiscono solo contro una parte, ignorano il terrorismo adulterato da moderatismo di Lupi e della Ghenga e si concentrano quello dei poracci, dei difensori della propria vigna e della fonte di frazione in cui si abita.
Ci sono anche persone che non mettono la mente all'ammasso vituperate dai tranquillisti all'Aldo Grasso, come "profeti di sventura". Passato qualche anno da Cassandra, nulla è cambiato. Il_bobbolo li vuole rassicuranti, c'è il diritto ai sedativi del pensiero.

In questi giorni ci sarebbe molta carne al fuoco. Documenta, ancora una volta il BAU che crea e peggiora i problemi e le incredibili capacità al peggio delle masse umane, a tutti i livelli della piramide sociale.


(via surfer-osa)

mercoledì 18 marzo 2015

Tecnica e anima


  • cosa ti lascia dentro il tango...dopo? [...]
    Ecco non ti esponi mai sulle emozioni, la sensualità, l'intimità ecc
    Daoist, commento

Stavo per scrivere che ieri è stata una serata interlocutoria. Ho la crapa piena di robe nuove e ho ballato così così. Addirittura, mi sono dimenticato, ieri non veniva proprio, un fondamentale, il giro di destra. Come se alcune di 'ste robe nuove avessero scacciato di casa, buttato in strada qualcosa che avrebbe dovuto essere consolidato.

Sì, quando balli con la testa zeppa balli mediocremente. Che relazione c'è con la domanda di Daoist? E' che devi avere il tango nel corpo e nell'anima per poterti dedicare a lei. E' come se tu cercassi di cantarle una serenata stiracchiando le corde della chitarra dopo solo qualche giorno di lezione. Con tutti i sentimenti che vuoi, non può funzionare. Sarai lì a lottare con il linguaggio limitato, con la tecnica incerta, acerba o inesistente e questo di distrae, ti allontana dal ballare con l'anima. Tra te e lei c'è la chitarra.
Così i sentimenti, l'amarsi per qualche minuto, solo tu e lei, abbracciati, a cercare questa armonia, a vivere questa favola vera, va a puttane. Alla fine usavo l'ironia e ridevamo, cosa vuoi fare? E' così fine, intimo che basta qualche attimo, inizi a pensare e... perdi la connessione e subito tutto si guasta, si rompe.
Ecco, potrei farvi l'esempio della rottura che c'è quando vuoi andare oltre i preliminari e ti fermi per infilarti il profilattico sulla bestia. :) In quel momento va tutto un po' a patrasso. E bisogna passarci.
Tempo addietro, all'inizio mi sarei preoccupato, sarei uscito sminchiato. Ora so che è così, l'apprendimento non è mai né lineare né monotòno e una serie di onde con alti e bassi.
Cosa rimane dopo? Un po' di amarezza e frustrazione che non hai sentito i batticuori, non ce l'hai fatta ad arrivare alla gioia dell'uno di due. E anche la forza, la serenità che sai che è così, come in montagna: per arrivare alla vetta spesso devi perdere quota per tratti che ti sembrano così lunghi. Non è per acchiappare, non lo è quasi mai. Sì, poi c'è anche quello ma è una delle cose, come la tovaglia o i ranuncoli freschi sulla tavola a pasto.

Alla fine, uscendo, c'era una tanghera cupa. Le avevano rimosso l'auto in divieto di sosta temporaneo per pulizia strade. L'abbiamo accompagnata al deposito in periferia, assistita un po' ma poi abbiamo fatto le tre prima di infilarci sotto il piumone. Ecco, la cosa strana è che sono pieno di energia. Nonostante la serata storta, di tango così, ballato a tratti troppo lunghi con la testa.

martedì 17 marzo 2015

Sgonfia gonfia

Giovedì scorso a lezione, ho preso 'na principiante (diciamo una un po' più principiante di me) e abbiamo lavorato insieme.
Piccolo assaggio del pompaggio ego che gonfia alcun* tangher* fino alla sagoma di presunt* maestr*(io li indico come tenutar* di corsi). Anche se _ena è lesbica e in questo caso non si è manifestato per ovvi motivi, un altro aspetto è quello della seduzione per fascinazione. Non escludo che così sia stato, in parte o in piccola parte, così anche con _tra.
Sì, gonfiaggio ego, direi. Ora ho percezione, un po' di più di quanto non avessi avuto qualche volta in passato, di come funziona. Poi io li vedo, tenutari e tenutarie, in milonga, mediocri e mi diverto ad essere acuminato e cinico come mai.
Comunque è un gran piacere studiare, provare e migliorare, osservare e percepire il miglioramento e la creazione di un'intesa, di un po' di intesa, di armonia.

Ieri a lezione studio su una sequenza che mi ha portato ad un problema sui fondamentali. Un ocho cortado in cui... un semplice piccolo passo in più rovinava tutta la dinamica, stile, energia, pathos. In una fine orologeria, una piccola rotella in più significa che tutto funziona male. Alla fine il maestro mi ha trovato e corretto il difetto, ho tesaurizzato un altro piccolo miglioramento.
Non solo montagne russe: questo sgonfiaggio ego è la pompa più efficace per gonfiaggi successivi.

Diego Riemer, El Pajaro, è noto per un suo stile inconfondibile. Mariana Dragone non è la sua partner. Non so se questa interpretazione della celebre Milonga para una armonica di Hugo Diaz sia improvvisata, ma qualche piccolo errore qui e là la rende ancora migliore.
A studiar il Pajaro, si impara a milonguear.



(diegoriemer, marianadragone)

Qualche tessera

E' rimasta ancora qualche tessera di quel mosaico.


lunedì 16 marzo 2015

Anastasia



  • Buona mattina! Come sta? Io sto bene grazie. Mi sono recata all' agenzia di  incontri dove mi hanno chiesto degli uomini che mi interessano, poi mi hanno  detto di scrivere a te tramite email.
    Sono Anastasia. Mi definisco una donna normale, sincera, dolce e profonda.. e con numerosi interessi...Mi piace avere accanto a me amici che emanino la  positivita e allegria....
    Amo le persone sincere, con la voglia di mettersi in gioco mostrandosi per  quelle che sono e capace di avere a che fare con il mio carattere volitivo  ed esigente.
    Mi piacerebbe conoscerti ed avere notizie di te delle tua vita della tua  persona, spero di vedere la tua lettera. Ho riposto le mie foto e ti si puo  ricordare.
    Le tue lettere non raggiungono, rispondimi qui: anta...5@...
    Grazie con un bacio!

Mi è arrivata questa in una delle mie caselle di posta qualche giorno fa. Ho letto di recente del sistema di ricatti: ci sono tipe che fanno roba tipo sesso virtuale con dei tali e poi li ricattano minacciando di far avere filmati compromettenti alle mogli.
Forse devo iniziare a preoccuparmi per la mia cast(r)ità, ma io mi chiedo come cazzo bisogna essere messi per essere abbindolati come dei surli da mail di questo genere.
Perché diavolo mai una tipa dovrebbe venire a scrivere proprio a te, portatore di cazzo, per salameccarti e voler avere notizie di te, della tua vita, della tua persona??
Mi sembra così grottesco tutto ciò. Eppure pure io ho un ego ingombrante e testosterone accumulatosi da parecchio tempo, dovrei abboccare come un luccio con una fame da lupi.
La mail arriva da e-technik.uni-rostock.de e il dominio è quello: una roba che sembra arrivare dall'università. Sono io che non capisco che Anastasia smania dall'idea di amarmi e non aspetta altro.
Anastasia [Ashley] è già lì, sulla spiaggia, solo per me.
Ihihih

Sbagliato e imparato




Insomma, al mercato contadino sabato, dopo aver caricato l'auto con l'ordine per i GAS, vagabondeggio un po' che a me_mi piace tanto il mercato dei (piccoli) contadini. E prendo anche un salame e un cotechino da un produttore trasformatore che lavora proprio bene.

A pranzo siamo stati leggeri ieri, ero appresso alla partita della pedata del  bipedinone e non ho potuto preparare granché. Ci rifaremo la sera! gli dissi.
Invitato _rio, sono le sei schiaffo il profumatissimo cotechino in pentola.
Accidenti, non ho più stuzzicadenti, lo buco con la forchetta.
Mannaggia della stramannaggia, #ç+&%$£xx!@^! il cotechino si è squarciato a un quarto della cottura.
Mi è salito un tale malanimo, un incazzamento...
Arriva _rio, gli acceno al problema cotechinoscquarciato (recuperato in parte con una schiumaiola).
Bucato con la forchetta, eh!? Sgamato subito!
Usare uno spillone per far la maglia (?!?) o un... chiodo (qui andiamo già meglio).
Purtroppo gran parte del sapore se n'è andato con l'acqua di cottura.
Se ci penso mi inizia ad accartocciarsi di nuovo la sacca scrotale. Beh, direi che ho sbagliato e pure imparato. Una non così buona lezione.

sabato 14 marzo 2015

La prima volta

  • Il Tango ti mette a nudo davanti a te stesso e davanti agli occhi degli altri. E il bello è che non fa assolutamente nulla per compiere questo prodigio.
    Anna Ponfi

Il panorama milonghero bolognese (ma direi regionale considerando la frequente assenza di proposte di pregio) il venerdì è spesso opaco. Forse si sa che la fauna milonghera arriva stanca il venerdì e si preferisce organizzare eventi importanti nel fine settimana o perfino, in altri giorni.
Così anche ieri: allora ci siamo trovati in una milonga piuttosto scrausa. Abbiamo festeggiato un compleanno. Quel posto è spesso quasi vuoto, piuttosto triste questo ricorrere del proliferare di tanti posti e nessuno decente – e la nostra ghenga tanghera l'ha animato parecchio, non solo numericamente.
Avevo scherzato un po' cogli altri su vari peggio che la serata offriva. Tanto vale stare in compagnia, e così è stato, almeno per una volta che io non tengo particolarmente all'aspetto sociale della milonga, non così particolarmente.
Quando non hai alcuna aspettativa, ecco che le serate escono proprio bene.
Io avevo deciso di andare anche in quel posto per _ara, la mia ex compagna di studi, che balla sempre meglio e io mi accorgo di quali sono i risultati del suo studiare, ma, soprattutto, per _ela anima di seta e anche _zzz sarebbe venuto e poi tutti gli altri.

C'è stato un momento in cui ho chiuso gli occhi ballando con te. Sentivo che sorridevano e che il mondo girava intorno a noi. E nei nostri giri, nei nostri firulete, sentivo che.... “fcevano il tifo” per noi due. Sentivi i loro commenti? che dicevano che eravamo belli?
Poi si sono alzati per farci i complimenti. Alla fine sono venuti da noi, eravamo un po' sudati in mezzo alla sala a darci qualche bacetto di gioia, a darci i nostri grazie. Ma io ero confuso, ero ancora dentro nel nostro essere una sola anima danzante, a quattro zampe.  L'energia era giunta anche a loro.
E' stata la prima volta.
Forse sono stato anche poco riconoscente, ma alla fine, io ero ancora dentro nella nostra festa. Ridevi quando dicevo che... era rischioso, avrei dovuto indossare un condomone ed ero senza. Insomma io non sapevo cosa dire loro. La prima volta a volte, diciamocelo, è un po' goffa.



Gravi problemi




Mi ha chiamato _ika, mora di rovo: erano in auto e stavano partendo dall'Alto Adige per Bologna per la lunga odierna alla Milonga Sì. Stavo caricando, ad un mercato contadino, l'ordine dal produttore di cui sono referente, ed è squillato il telefono. Non potevo credere ai miei occhi, Mora di Rovo che chiamava!
Po quel sapore, non frequente, di desiderio, di desiderare e sapersi desiderati, almeno un po'!
Poi altre tanghere da mezza Italia che vengono e me lo fanno sapere e io non potrò esserci. Che terribile e dolce tortura!
Non potrò esserci perché il mio bipedino è qui accanto a me che ronfa alla grande e che io sono anche così felice di questo.
Mio dio, il tango crea veramente un sacco di gravi problemi nella vita! :)

venerdì 13 marzo 2015

Mondo storto (manineicapelli)


Ho discusso animatamente con un gasista cattolico in treno, lo contraddicevo sostenendo che la debolezza non solo non è affatto un pregio ma è un problema e come tale deve essere affrontato. _nco buttava altra benzina sul fuoco involontariamente con altri concetti come umiltà etc. insieme con altre fanfaluche. Io poi tendo a incazzarmi: vai in una classe di bambini e chiedi loro quanti vogliono essere deboli e quanto vogliono essere forti, apri un dizionario, quando vai in montagna serviti di una guida alpina debole, rivolgiti ad un avvocato umile. Non ho bestemmiato anche se mi veniva. Gli ho detto che sono assurdità che spacciatori di oppi mentali, preti poi ideologhi marxisti ora mullah tentano di cacciare e cacciano da sempre nella testa delle persone. Gli astanti erano curiosi della nostra discussione infervorata.
La mistificazione adulterante della realtà che avanza, fino ad avere un sindaco Merol_one (l'_one potete associarlo proprio a quello che avete inteso) che vuole querelare dei privati perché si sono rifiutati (secondo me fatto assolutamente positivo) di affittare il loro appartamento a una coppia islamica italofagiolata per legge. Stessa follia per cui l'altro giorno una coppia ella brasiliana, egli marocchino viaggiava su un autobus senza biglietto e  ha picchiato un controllore poi poliziotti. Ecco, Repubblica omette gran patte della verità, con un articolo striminzito rispetto a quello del Corriere. Non si può dire che questa feccia era straniera ovviamente neppure che dovrebbe essere già su due voli, uno per Rabat, uno per Brasilia, dopo opportuna schedatura DNA e aver illustrato loro cosa dovrebbe succedere (e non succede) se rientrassero in Italia.

Questi e poi anche questi (coppia egiziana con quattro marmocchi che occupa appartamento destinato ad altre persona secondo opportuna lista di assegnazione) sono i migliori testimonial per la Lega.
Perché quando Salvini va su molte, moltissime, su troppe cose, le mani finiscono nei capelli. Esce l'anima massimamente antiecologica di quel partito: ieri alla Zanzara, ironizzava sui vincoli europei alla pesca del branzino, 'sto coglione che non sa neppure che i mari sono V U O T I, non c'è più pesce, gli stock ittici sono al collasso, Ecco, sento Salvini e ritorno a quando ero in Lombardia, lemanineicapelli per le più becere, devastanti, suicide partitiche di quel partito. Probabilmente uno di quegli idioti crescitisti tecnotesiti che pensano di risolvere il calo del pescato aumentando... i pescherecci o l'efficacia (distruttiva) dei sistemi di pesca.
Clicco di là e vedo i beoti giulivi rallegrarsi per la distruzione-Expo.

Lo sradicamento degli homo dalla realtà, dall'ambiente, dai biotopi che dovrebbero assicurar loro di che vivere sta rendendo miliardi di persone sempre più stupide e degli stupidi con tecnologia, potere, energia, piene di idee finte, artificiali, avulse se non incompatibili con la realtà sono dei folli a massima pericolosità.

Osservare tutto questo è sconfortante, stanca molto.
Andrò stasera a farmi cullare dai passi argentini,

giovedì 12 marzo 2015

Magister (chorus)

  • Il cuore del ragazzo traboccava di venerazione e d'amore per il Maestro, le sue orecchie percepivano la fuga, gli pareva di ascoltare musica la prima volta, intuiva sotto l'opera musicale che nasceva davanti a lui lo spirito e l'armonia beata fra la legge e la libertà, fra obbedienza e comando [...].
    Il vecchio si alzò lentamente dallo sgabello, guardò il ragazzo coi sereni occhi azzurri in modo penetrante e nello stesso tempo  con ineffabile gentilezza e disse : "In nessun caso due uomini possono diventare amici più facilmente che facendo musica insieme. Ed è una bella cosa. Spero che resteremo amici. Forse anche tu, Josef, imparerai a comporre fughe."
    [...]
    Molti anni dopo Knecht raccontò ad uno dei suoi allievi che, uscito da quella casa, trovò la città e il mondo assai più mutati e incantati [...]. Aveva sperimentato l'atto della vocazione che si può ben chiamare  un sacramento: è l'atto per cui il mondo ideale che fino a quel momento il giovane cuore aveva conosciuto soltanto per sentito dire, per averlo sognato nei suoi sogni ardenti, diventa visibile e si spalanca in un invito. Quel mondo non solo esisteva  in qualche luogo lontano del passato o nell'avvenire ma, era presente e attivo, mandava irradiazioni e messaggi.
    o - Hermann Hesse

Era cosmopolita la Milonga Sì, martedì sera. Tango e dolce vita del mondo per una TJ nonché danzatrice ospite da Berlino.
Ad un certo punto, dopo altre tanda, _isa - che io la lovo, la adoro sempre di più, cazzo, le artistesse mi mandano fuori di melone mi scopano la testa - viene invitata da un danzatore (nonché tanghero, se necessario chiedete che spiegherò il perché) persiano che vive in Germania: era fine serata, notte già fonda e gli spazi ampi, i corpi, i muscoli caldi, le menti artistiche vivide.
Così, in silenzio, ecco i ballerini rimasti in milonga seduti a guardarli, quei due in uno, la loro fisica applicata, la meccanica razionale farsi arte. Essi sono andati oltre nella danza, nel loro tango escenario. Sentivo _isa ridere quando egli la sorprendeva portando al limite le sue proposte. Una volta quando egli la precipitò orizzontale a centimetri zero dal parquet nero, per poi altrettanto repentinamente riprenderla tra le sue braccia,  il "Wow!!" argentino di _isa divenne parte del brano, con i bandoneon e i giri di piano.

Io avrei voluto ballare ancora ma ero proprio pronto per le culle in aria: osservavo la legge e la libertà, il comando e l'obbedienza, sentivo il piacere sgorgare e diventare attenzione a quell'opera e sorriso al suo progredire nell'eccellenza.
Ho ripreso, poi, per le ultime due tanda e un po' di quella energia era arrivata anche a me, a lei. Ad andare coi Tangheri si impara a ...

Il giorno dopo - poche ore di sonno ma una birra così! - , in treno, prosegui con la lettura e trovi esattamente quella esperienza, quelle parole di Hesse. La serendipità incrementa a sua volta lo stupore, ne è parte.


Cresce fino al buio

  • La guerra ha spento le luci della Siria
    Una ricerca basata sul confronto delle foto satellitari e condivisa dalle ong ha rilevato come dall’inizio del conflitto l’illuminazione del paese sia diminuita dell’83 per cento
    (Corriere.it)

Tempo addietro ci fu un articolo scandalizzato, sempre sul Corriere che citava la "barbarie" della Corea settentrionale argomentando che... nelle foto dallo spazio la Corea del Nord, di notte è  buia.
Ihihih.
La Siria è uno dei classici casi di collasso ecologico (v. quiquiqui) da crescita (se volete vedere dove l'Italia ha messo il piede nel baratro per il comparto dell'energia elettrica non aprite questa pagina). Alla fine i cicli si compiono. Solo che essi omettono che, alla fine, non è molto gradevole.
Anche la cacca islamica ha, nel suo grande, qualche lato positivo.


mercoledì 11 marzo 2015

7 marzo

Avrei dovuto scrivere della serata superlativa di ieri alla Milonga Sì ma... sono in affanno.
Ecco, allora, le foto della ciaspolata di sabato 7 marzo.
Non ho tempo neppure per scegliere un titolo. Allora, come si fa per un diario un semplice... 7 marzo!
Sole, vento freddo, neve che teneva bene, rimaneva secca e farinosa.
Poca condizione fisica: una principiante e un post influenzato, è stata una passeggiata non un'ascensione fino in vetta. Abbiamo potuto variare e scoprire parti di sentiero nuove.
Ecco, l'immagine del faggio tagliato (la n° 13) e che si ostina a vivere mi piace, è il senso della vita che resiste ad ogni tentativo biocida, di realizzazione della morte da parte degli homo.


















martedì 10 marzo 2015

Culle in aria

Stamani commentavo da John Barish del fatto che la musica, a volte, ha capacità evocative straordinarie. Brani e video cullano in te un illudersi in un mondo migliore, un qualche germe di speranzose fedi. Proprio quello che io tendo, razionalmente, a considerare una delle cause del peggioramento globale così grave. Insomma, direi una regressione.
Ecco, il corto promozionale di Air France, France is in the air,  culla, ipnotizza, mi porta all'infanzia.
Razionalmente potrei sollevare molte critiche e feroci su quanto veicolato. Eppure mi piacciono molto le ambientazioni, le metafore, anche la creatività, specie le scenografie e la parte coreutica sulle altalene.
Il promo accarezza ciò per cui la relativa spartanità e altre scelte di vita mi rendono ipersensibile, vulnerabile: il viaggiare, la spensieratezza, la dolce vita cosmopolita, amore, seduzione. Sono bastardi e lo osservo, spingere il fatturato con le cose sulle quali siamo tutti vulnerabili. Come questo, che quando ho visto alla fine la marca ho bestemmiato,  cazzo_zioporco sempre la merda dei danè, dietro, mercantimarcineltempio.

E' proprio un tornare all'essere cullati, da musica e testi, all'infanzia, alle dolcezza di un atto, di un'attenzione, dormire ed essere coperti da una persona che ti vuole bene, a dolcezze galattiche di seni.
Non so se abbia mai parlato di una pubblicità - peraltro di una delle cose peggiori, il traffico aereo, qui ma per una volta lascio andare.
La colonna sonora è un remix di un brano dei Glass Candy, Warm in the Winter, che mi piace ancora di più.
Sono distratto.
Lo ero domenica, quando _ana, che mi corteggia da sempre era ebbra, ballava male, mi sorrideva, sentivo, sotto le vesti fini, il reggicalze della guepiere, solo un lieve sospetto tattile, che tentava di aprire fessure, crepe, varchi nella diga.
Sì, distratto e già assetato, labbra secche di dolce vita della mia Milonga Sì. Stasera ospite un'artista berlinese. Ecco, tango, arte, mondo, dolcevita, amori tre minuti.
Come on and shout!



Ronfodix

Il fine settimana scorso l'ho organizzato diversamente. Poiché sabato la giornata era l'ideale per una uscita in montagna nella neve, ecco prima la ciaspolata, poi lo spadellamento in compagnia, la cena, poi l'uscire in milonga. Insomma una giornata molto lunga, terminata quando mi sono addormentato alle cinque di domenica mattina. Venerdì sera a nanna presto dopo il cinema, domenica giornata casalinga, sistemato un tot di cose, fatto il casalingo, il massaio, l'uomo delle pulizie. E riposo.
Ecco, ho recuperato un tot di sonno e riposo.
Ne parlava anche _zzz che le poche ore di sonno portano malinconie diffuse e persistenti, scarsa vitalità.
Lunedì mattina sprizzavo energia: movimento fisico, espressione (almeno un poco artistica e creativa, in cucina e in milonga), contatto con la grande bellezza della natura, amici. Ma soprattutto anche delle sane dormite a orari decenti.
Ronfodix funziona molto bene!
Direi che manca solo 'na cosa.


lunedì 9 marzo 2015

Lenticchie fagiolate per legge



Anche questa non è male.
Si prende una scatola di lenticchie, si cambia un'etichetta e ci si mette sopra "scatola di fagioli".
E tutti applaudirono felici e giulivi e politicamente corretti, le lenticchie pure col diritto non negoziabile di essere considerate fagioli.
L'unico che ha avuto senso e dignità è stato il sindaco :- "Questa signora non sa parlare italiano e non ritengo quindi che sia integrabile nella nostra comunità". E questo la dice lunga.

Birdman

Son passati oltre due giorni da venerdì sera. Quando siamo usciti dal cinema non ci siamo detti praticamente nulla, capita raramente.
Il senso di fastidio torna vivo solo a pensarci.
In un certo senso Birdman, la pellicola di Alejandro Gonzalez Iñarritu è stata eccellente nel descrivere quel mondo, nell'evocare il fastidio.
Quale mondo? Il mondo della finzione, dell'artificiale spettacolare. Il mio ex-suocero (il padre della madre di mio figlio) lavorava nel mondo dello spettacolo (teatro) in Germania. Sua figlia mi raccontava di cosa succedeva in esso e dei problemi che sono la norma: depressione, alcolismo, isterie, droghe, suicidi, autostime che definire aleatorie è eufemistico.
Il lavoro di Iñarritu è eccellente nel commutare tra realismo a metafisica, interno esterno, introspezione estroversione, mantenendo al centro la colossale sofisticazione, l'adulterazione, l'ambiguità dei confini tra realtà e finzione sempre più labili e che porta le persone che lavorano e vivono di questo alla finzione definitiva, al "non so chi sono e forse sono così poco o nulla che dipendo da te, dipendo da ciò che è fuori di me, dalle tue recensioni egoiche, dalle tue parole convenzionali". Vite campate sul nulla.

Aggiungo, inoltre, che l'ambiente (il non ambiente, se vogliamo parafrasare il non-luoghi dell'urbanistica) non affatto casualmente è quello orribile, alienante, disnaturale dell'artificiale urbano modernista metropolitano estremo newyorchese. Il relazionarsi con l'artificiale diventa poi un relazionarsi artificiale con le persone e, peggio, con se stessi.
Vivacchi in un non-ambiente per recitare una non-vita in cui tutto è finto e il reale il massimo problema.

P.S.
Il pensiero di Confucio che apre la pagina odierna di Daoist sarebbe certamente stato il miglior incipit anche per questa.

domenica 8 marzo 2015

Atto animale - 2

(Atto animale)
  • Su di loro si sovrapposero i marrocchini. loro facevano le borse alle signore, e i gitani scendevano con l'ascia da casa, perchè i marrocchini portavano le lame. e il sangue correva rosso sui lastroni. dopo dei marrocchini vennero i negri. coll'eroina. e con loro furono altre accettate. adesso ci sono i pachistani. con loro si sono aggiustati, perchè i pachi pagano tutti [...]
    ecco, vedi, questi gitani non sono della mia etnia, ne io della loro. […] tra un saluto e una reciproca cortesia facciamo comunità. manteniamo una logica in questo serraglio che abitiamo. [...] benedico e maledico mia moglie per avermi fatto venire in questo quartiere. [...].
    ecco, un giorno un marrocchino decide di vivere sullo scalino davanti a casa. stava un poco coi gitani e un poco sul gradino di casa mia. e non si spostava se passava mia moglie. gli ho concesso un sorriso, dicendogli "io e te amici". ho dovuto ripeterglielo, spiegandogli che la donna in questione è la mia signora. al terzo sorriso che ho dovuto fare ero preparato. lo ho messo a testa in giù contro il muro come un ladrone romano e ho mentre colpiva i sampietrini ho tirato fuori il coltello. ora si ricorda di me quando passa per strada. [...]
    tu credi che i gitani mi abbiano detto nulla? hanno girato le spalle. e colla polizia che è arrivata con la usuale solerzia dei corrotti, non han detto un cazzo. perchè hanno senso della comunità. e da allora mi portano anche più rispetto, [...]perchè l'educazione e il rispetto alla gente della comunità vengono prima di tutto. per ogni posto c'è una logica di funzionamento.
    max, commento

MrKeySmasher citò il romanzo distopico Condominium di James G. Ballard. In questo diario ho sottolineato altre volte che ci sono orribili realtà che superano in peggio la fantasia e opere nichiliste che al confronto sbiadiscono ad un moderatamente distopico.  
La testimonianza di max  ( un contributo di pregio da leggere nella sua interezza!) mi riporta a meditare.
Il ciclo del pensiero debole si compie, si scioglie, morendo, nel forte.
I peggiori scenari implementati dall'umanesimo sì global progressista e illuminista (e così ostili al pensiero nietzschano del super uomo e della difficoltà e asprezze che temperano, scremano, portano ad un uomo superiore, aristocratico, nobile nell'essersi distinto e imposto, avendo vinto la competizione) conducono alla giungla urbana in cui torna la giustizia fatta da sola, la legge del più forte, del rispetto tra forti e della soccombenza dei deboli, la durezza "medioevale" che già ora caratterizza i feudi mafiosi, ndranghetisti e camorristi in ampie parti del paese. Attenzione: max non specifica, cosa sarebbe successo, se avesse avuto 40 anni in più, ad esempio o se non fosse stato in grado di imporsi nel combattimento.
Max – che qui dentro è stato il primo a citare il pensiero debole – si contraddice e passa alla prassi del pensiero forte combattendo.
Ovviamente se max non avesse impartito una dura lezione al marocchino, questi avrebbe allargato via via il proprio territorio e anche a ciò che questi considerano, nel loro pensiero forte, gli asset di quel territorio, in questo caso le donne ovvero la proprietà di un qualche altro maschio, in questo caso di max.
La volontà di reagire, di combattere il panmixismo, di combattere questo crollo civico diventa infine, paradossalmente, un tentativo di resistere ad una sorta di ritorno della legge del più forte, della selezione naturale. Son le accette e le armi da taglio a determinare i rapporti all'interno del miscuglione multietnico.
Quanto testimoniato da max è solo il cappero su una tartina del primo antipasto di un luculliano banchetto di violenza e ritorno alla legge di sopraffazione, del più forte, quello che sostanzialmente successe in Ruanda, che succede in Siria e nella bozza di califfato in Iraq, nel Bronx, nelle banlieue o in uno dei barrios porteños descritto da max.
Queste osservazioni e queste riflessioni, che riconducono alla brutalità della selezione naturale, dell'ecologia che è un pensiero fortissimo, quello massimamente forte della biologia, sono però completamente assenti nelle insipienze sconclusionate del politicamente corretto delle varie superstizioni panmixste cattoliche, socialiste e comuniste che, come tutte le religioni, si basano sulle mezze verità.
Catechizzazione orribile ascoltata anche stamani a Radio3, ultima puntata del programma Berlino - Bagdad, che rovina un programma che ha alcuni pregi, un essere interessante. Insomma, partendo dalla questione femminile la domanda faziosa di una intellettuale progressista tunisina, con un paraverbale artefatto e caricato chiedeva retoricamente perché i ragazzi tunisini non abbiano diritto di venire in Italia, sul fatto che essi debbano essere clandestini per farlo.
I diritti non esistono. Esistono degli atti e delle conseguenze.
Il dirittismo umanista globalista culturalista debole omette accuratamente le conseguenze, censura la realtà per il timore delle conseguenze forti della biologia, dell'ecologia. Dalla finzione umana alla realtà animale.



In salsa malese



Ma non è un problema solo di crescita, della crescita suicida della distruzione economica, ecologica, delle fonti rinnovabili di risorse.
La decrescita del politicamente corretto è non meno importante, non meno necessaria.
Al termine della ciaspolata, ieri, eravamo a casa mia stavamo preparando cena per sei, _uda (non elisione ma sigla, questa volta), carissimo amico di origini napulo-siculo-calabresi e compagno di molte escursioni e trekking, commentava, rispetto al problema della terra dei fuochi e dei reati ambientali che - osservavo essere MOLTO più gravi rispetto ai reati contro la persona, sono pur sempre un khmer verde - che... forse, sarebbe il caso di ripristinare la pena di morte. Guardate, sentire questo con le mie orecchie da _uda, è stato una vera e propria sorpresa. Beh, il fatto che sia amico miio caro non è che renda tutto ciò così inverosimile.
L'arrancare verso la senescenza è Flussy Opp, il facciamo il degenero, l'ultimo, l'altroieri, uno dei mille mila. Qui.
Là fanno questo.
Ora pensate come saranno alcuni beni e servizi comuni qui e là tra cinque e dieci anni e questo e quel paese.
Aggiungo, inoltre, che la terapia dovrebbe essere aumentata da 9 + 3 ad almeno a 9 + 6 o meglio a 9 + 10 anche per l'orribile qualità della roba sparsa sulle carrozze.

venerdì 6 marzo 2015

In salsa verde

  • Milano: capitale mondiale del greenwashing
    (salviamoilpaesaggio)

  • Il Sito Espositivo di Expo Milano 2015 è situato a Nord-Ovest di Milano, in una zona [ora ancor più] fortemente infrastrutturata
    (dal sito di expo)

La speculazione immobiliare attivata dalla Compagnia delle Opere, Formigoni, etc. è stata rivestito con il costume Expo.
Expo è forse la più grande sciagura capitata in Italia settentrionale, non per valore assoluto dei danni economici, ecologici, urbanistici (da confrontare con BreBeMi, TEEM, crescita da tsunami migratorio, inceneritori, Orte - Mestre, TAx che non si sa neppure se Capacità o Velocità tanto non importa in alcun modo Brennero e Val Susa, sciagura ad origini  socialiste di pasturaggio voti di Malpensa che non smette con l'escrescenza della terza pista, ...) ma per la sofisticazione, l'adulterazione ideologica sinergica che realizza.
Una speculazione immobiliare nella capitale (im)morale smaltisce il rifiuto tossico del dirittismo al cibo distruggendo le aree agricole residue, i campi, in una zona patologicamente artificializzata, in abnorme deficit ecologico e anche straordinariamente fragile per la dipendenza del cibo dall'esterno come la conurbazione costipata milanese dentro la costipazione lombarda dentro la periferia padana dentro la costipazione italica.
Questo miscuglione tossico di crescita - crescitismo - speculazione (immobiliare) - agrotecnoprogressismo è incorniciata dalla demagogia dell'operazione (ex)Land-(pseudo)Art.
Conosco un po' la milanesità e anche il provincialismo del voler apparire radicalchicinternazionalimodaiolinonprovinciali. Così si inventa un tentativo di campo in un'area della più  becera speculazione immobiliare internazionale con sopra una bella verniciata di glitter pseudoartistico. Il marketing è l'arte di spennarti l'arte venderti ciò che non ti serve, la verdognolizzazione (greenwashing) è pure oltre, ti nutre con la distruzione di ciò che ti nutre.
A Bologna c'è l'emilianità, il progetto di FICO, ovvero stessa demenza postmodernista, tecnoprogressista che riveste il cibo e la cultura del cibo con il suo contrario, con la sua distruzione. Qui è il turbo lemoncapitalismo profitti privati - costi pubblici - danni collettivi che viene servito ai beoti giulivi plaudenti.
Ora è passato qualche lustro e la fabbrica e l'industrialismo produttivista possono entrare, come insegna Nietzsche, nel culto finalizzato a controllo e sfruttamento delle pecore. In scala industriale.
Insomma, servirti su un piatto uno stronzo fumante, ricoperto di salsa verde con glitter e farlo col tuo consenso, già ti lecchi i baffi.

Ce l'avrà fatta il comune di Rho (punteggiato) a crescere dal 46-59 al 60-90 % di artificializzazione?

(via  cittametropolitana.mi.it, improntaecologica, p. 37)

giovedì 5 marzo 2015

O tutto o niente



Ieri sera mi ero accordato con _ina la ravennate per vederci nella capitale della Romagna sabato tardo pomeriggio. Posso scriverlo qui: ho dovuto un po' impegnarmi ma questo so che è anche dovuto al fatto che nell'ultimo mese ci siamo visti solo una volta venerdì 20 u.s. (andamento a dente di sega rovesciato qualcosa così |\ |\ |\ |\, se una non la vedo non la esco non la ballo etc. poi mi passa, ormai mi conosco), più in generale qualche anno che le donne e l'eros con loro sono assenti dalla mia vita
al fatto che di recente ho saputo cosa significa essere preso da una donna e questo è efficace come metro di misura.

Stamani alle sette e qualcosa, bipbippa il nokia29euri, messaggio: mi scrive che... è da pochissimo che esce con uno e che anche se saremmo usciti in amicizia questo potrebbe causare qualche malumore.
Altro che amichetto, io sarei venuto anche un po' birbino! le ho risposto e che capisco.
Tutto sommato sono... pure contento.
Rimane che quel "un po'" in realtà è un "assai poco". Ma  'sta roba a me_mi fa addirittura sorridere: ma chi se ne frega! Quando c'è la tipa giusta, diventa "anche troppo".
O tutto o niente.

Scelta iconografica determinata dal poco tempo a disposizione e simmetrica a quella di Francesco.
Ogni tanto la stoffa può anche diminuire.