Ieri sera, in fine discussione, il gruppo si è spaccato, proprio una zuffa di brutto.
Nel nostro programma, abbiamo messo lo
stop al consumo di territorio come punto zero del programma. E suggerito l'
agricoltura di qualità come economia che (ri)produce beni annualmente e che da lavoro.
Dalle nostre parti la popolazione degli ungulati (cervi, caprioli, daini e cinghiali) è estremamente consistente (ca. un mese fa un daino pascolava serafico a bordo della strada di fondovalle, con le zampe sull'asfalto, brucando il verde a monte, fottendosene di auto e camion che gli sfreccivano a qualche spanna di distanza) e devasta regolarmente i campi (molte aziende agricole hanno chiuso per disperazione a causa della distruzione di raccolti, bosco e lavori di gestione e manutenzione dei terreni, come scoline e rimboschimento delle pareti di calanchi).
Insomma, ieri c'è stata l'ennesima spaccatura tra l'anima a favore degli agricoltori e quella radicale ambientalista. Hanno ragione entrambe: a breve medio termine è necessario dare lavoro e cibo al numero
folle di persone che si accalcano sul territorio (localmente e non), a lungo termine, con una politica lungimirante e tenace di decrescita demografica, è necessario rinaturalizzare e restituire al selvatico intere zone del paese e a riportare l'
impronta ecologica dal 2,42 attuale all'1 o inferiori.
Il vuoto selvatico è risorsa e bene comune, per acqua, biomasse, biodiversità, ossigeno, paesaggio, silenzio, flora, fauna (tra cui anche Homo Stupidens).
C'è una legge venatoria ragionevole applicata pessimamente (anzi, non appplicata, troppi gli euri in ballo legati alla cacciabracconaggio e vendita (in nero) della selvaggina), agricoltori di fatto estromessi, si pippano solo i danni. A beve termine è necessaria una svolta radicale, in loro favore, per riequilibrare il sistema, per poter andare oltre, poi. Applicare scienza e conoscenza ed un approccio sperimentale, vedere come una soluzione differente (che ricordi il diritto germanico); funzioni, a medio termine e poi vedere.
La gestione degli ego impazza. Due persone estremamente in gamba si sono accapigliate verbalmente, trateememenevadoiosceglietelui, etc, giochetti noti dell'ego.
In questa rumba, sono tornati a chiedermi di candidarmi a sindaco per la lista.
Sorrido, lo sanno che sono allergico al potere ma, paradossalmente, la mia radicalità vissuta quotidianamente mi permette di mediare molto bene altre cose molto radicali.
Potessi dire loro che devo molto alla trolla in quanto a saper vedere del buono anche nelle più esasperate provocazioni, non ci crederebbero.