Di tanto in tanto apro una finestra sul mondo e... non capisco. Mi rendo conto, ogni volta di più, di essere disadattato, sociopatico, (es)stran(e)o. Ieri sera a Radio 24, al posto de La Zanzara, un tale coi suoi argomenti natalizi. Si arriva allo spreco del cibo. Considerando la filiera completa, da studi che facemmo al GAS, un terzo del cibo prodotto viene gettato. Iniziative varie più o meno caritatevoli per ridurre il danno.
Io, semplicemente, non capisco. Non capisco cose e ogni anno che passa sono sempre di più.
Non capisco quelli che entrano al bar per il cappuccino e il cornetto, per giocare il superenalotto, per leggere la gazza e lasciano fuori benna, o camion o furgone accesi. Non capisco neppure perché le persone gettino il cibo.
Ci saranno due o tre volte in un anno in cui, per motivi disparati, mi va a male un piccolo resto di cibo che non sono riuscito a finire. Cos'è gettare il cibo?
Non so cosa pensare. Forse è cibo di scarsa qualità, scadente, di plastica. Tanta roba che poi finisci per buttare, tanto è robaccia. Forse costa troppo poco. Avevo un collega di Benevento che mi diceva che giù è quasi un vanto preparare e quindi gettare grosse quantità di cibo, specie quando ci sono ospiti. Una conoscente statunitense raccontava di questi tacchini mammuth nel giorno del ringraziamento, più erano grossi e peggiori erano, pigliavano a tavola, un boccone, poi buttavano via il moloch mediocre e tutta la sua farcitura. Il buttare via il cibo di plastica sarà uno degli altri peggio ai quali noi colonia degli SUA siamo stati ammansiti.
A me sembra una cosa proprio scema. Anche qui la sciatteria e i comportamenti gregari così fan tutti hanno una incredibile potenza nell'ottenere il peggio dalle persone, come se ce ne fosse bisogno!
Vivere da disadattati sociali comporta lo stare sistematico ben lontani dai flussi di massa. Ha molti lati positivi, richiede una buona organizzazione e forza di volontà. Ha alcuni lati negativi. Come reazionario io ho preparato l'albero di Natale l'8 dicembre e non ho fatto alcun bagordo fino a Natale. Come edonista ho sempre curato il digiuno prima dei banchetti, l'astinenza prima della lussuria, il ritiro prima della festa, il silenzio prima della musica.
Così anche quest'anno non ho neppure assaggiato un boccone di pandoro, solo il 25 mattina, nonostante ne sia molto ghiotto. Anche se, per questi flussi di consumi massificati e cretini, il pandoro era ormai vecchio di almeno un paio di mesi, i primi sono apparsi nei supermercati all'inizio di novembre. Cazzo centra il pandoro con novembre!? Ma perché questo scemi arrivano a Natale con il dolce vecchio e con molte minori proprietà organolettiche., con la nausea per essersene abbuffati prima? Boh. Non capisco.
Fa parte della tendenza al cibo di massa sempre più scadente. Quello che alla fine, viene pure buttato.
Io ringrazio i miei severi, genitori per la loro educazione non so se "prussiana" o arcaica o cattolica, semplicemente, intelligente, per cui il cibo è sacro e non si getta. Mi obbligavano a finire il piatto quando non avevo più fame. Bastava un occhiata severa e finivi e dovevi pure pulire il piatto, altrimenti sarebbe stato peggio, doloroso! Com'erano fasciofassisti! La prossima volta ne prendi di meno, solo gli stupidi hanno gli occhi più grandi della pancia!
Ecco, la buona educazione borghese, si fa con la severità intelligente, fin dalla più tenera età. Ti rende un disadattato sociale, con tutti i pro e qualche contro.