Ascolto i racconti di mio figlio relativi a due sue recenti visite: poche parole per Berlino e lodi e narrazione stupita per Budapest. Percepisco, per la capitale sul Danubio, dalle sue parole e dal corpo che le racconta con enfasi, con anima, un senso di meraviglia per il senso di cura, bellezza, pulizia, ordine, senso generale di ben vivere, ordine, nitore, grazia, sicurezza.
È una nazione che non si piega ai diktat pro caos, degrado, violenza, invasione violenta che è di moda nel mondo progressista dal sessantotto in poi, mai con la intensità attuale.
Orban che dirige l'esecutivo dei magiari è dipinto, dagli accoglioni nostrani, come bruttocattivocaccadiavoloilmale, gli stessi che in questa provincia, oggi, hanno pensato di invitare alla loro festa il padre della brava personcina accompagnatasi nella capitale ungherese, con gli Hammerbände, gli antifà che girano a spaccare i krani di coloro che non sono sufficientemente puri antifà a colpi di martello.
Mille mila volte mi terrei i fasciomagiari e il loro senso civico al posto di queste masnade di fondamentalisti del peggio.
Questo spiega anche un senso di attrazione personale per quei paesi, Russia compresa (*), nei quali c'è ancora un senso e la necessaria disciplina relativa, per il bene, ordine, bellezza, pulizia, grazia, sanità, spirito, tutti termini che sono diventati tabù nelle nostre società della disordinazione al peggio.