Ecco un esemplare di peccio alla quota margine superiore ca. 2100 msldm, vallone esposto a sud-est, con la malattia che descrissi qualche giorno fa, ingiallimento degli aghi dei getti dell'anno corrente. Nelle forme più gravi l'ingiallimento riguarda anche gli aghi dei getti degli anni precedenti. Ho visto qualche attacco della micosi, anche se in forma ridotta, anche a pini mughi e cembri.
https://parcopan.org/la-ruggine-non-dorme-mai/#:~:text=rhododendri%20(de%20Bary)%20Savile%2C,fa%20ingiallire%20e%20quindi%20morire.
Ecco, in effetti ora mi rendo conto che è proprio la consociazione col rododendro, alle quote superiori, quella in cui la malattia degli abeti rossi è diffusa (rododendri e altri pecci ingialliti, in secondo piano, qui sopra).
"Chrysomyxa ledi var. rhododendri (de Bary) Savile, chiamata più semplicemente Ruggine dell'abete oppure: Agente della ruggine vescicolosa dell'abete.
Un fungo che svolge il suo ciclo tra il rododendro e l'abete, ed è proprio su quest'ultimo che attacca gli aghi più giovani e nel suo svilupparsi li fa ingiallire e quindi morire."
https://parcopan.org/la-ruggine-non-dorme-mai/#:~:text=rhododendri%20(de%20Bary)%20Savile%2C,fa%20ingiallire%20e%20quindi%20morire.
Ecco, in effetti ora mi rendo conto che è proprio la consociazione col rododendro, alle quote superiori, quella in cui la malattia degli abeti rossi è diffusa (rododendri e altri pecci ingialliti, in secondo piano, qui sopra).
Ma questo fungo distruttivo arriva cosí per caso oppure è indice di un'alterazione dell'ambiente naturale?
RispondiEliminaHo studiacchiato un po': patologia nota da almeno un secolo, favorita da climi caldo-umidi.
EliminaLa diffusione del rododendro nei pascoli abbandonati favorisce la diffusione del fungo.
Grazie per la risposta!
EliminaVolevo porre la stessa domanda di Dasha.
RispondiEliminaIn Italia non c'è niente di "naturale" da diecimila anni.
RispondiEliminaNessuno, paragoniamo i non-luoghi di Malpensa aeroporto e i boschi misti di mugo, rododendro, larici, pecci, betulle, ginepri, con morene, ruscelli, poiane, astore, lombrichi, picch etc. di ieri.
EliminaCi sono diversità?
Con quale termine la indichiamo ciò che è diverso?
Parte rilevante dei luoghi montani economicamente abbandonati sono via via più ricchi di... biologia? naturalità? natura? vita biologica? biodiversità? animali e vegetali?
La ricchezza e varietà biologica di un bosco "integrale" sono straordinariamente superiori a quelle del parcheggio di Ikea a Mazzorate.
Attenzione a no fare come i sinistrati alla Murgia che, poiché esistono persone non eterosessuali, vogliono abolire il genere in italiano.
Intervento.umano, allora la natura non esiste.
Ehnnò!
Paragona quello che vuoi. Tutta la fauna e la flora italiane sono artificiali. Il paesaggio è artificiale. Proprio nelle zone dove la vita era più grama era anche necessaria la maggiore quantità di opere per ricavare da vivere, deviare l'acqua, creare terra coltivabile dove non c'era, estinguere specie controproducenti, introdurre specie aliene più produttive. Lo dico sempre, vai a guardare le foto delle stesse montagne cento o duecento anni fa. Nella maggior parte dei casi non c'è nessun bosco, sono tutte brulle e terrazzate. Dove c'è il bosco, è per fare legna, qualsiasi o specializzata come quella della cantieristica navale.
EliminaNon possiamo andare più indietro perché non c'erano le fotografie, ci sono i dipinti che però non sono mai realistici perché il paesaggio è lo sfondo di una certa simbologia, che spesso e volentieri è esoterica o biblica.
Facciamo un caso noto: il signor Ventrella dell'omonimo canale Youtube. Ha recuperato due "baite" che in realtà erano stalla e fienile. Il terreno attorno sembra prato e bosco ma in realtà sono terrazzamenti abbandonati i cui muretti hanno in parte ceduto. Tutta la montagna sopra, sotto attorno era cosi, non c'era il bosco che c'è adesso. Dove c'erano alberi, erano alberi da frutto oppure da falegnameria.
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