Questo vortice si alimenta ogni giorno che passa. Non sono nell'occhio, quello e' calmo, sono fuori, dove tutto diventa furoso, tempesta. Raptus ceativi, ansia, gioie brevi e altissime e poi disperazione, lotta con gli strumenti, col tempo. E ansia che diventa angoscia, ad ogni ora che passa.
Tra domenica e lunedi', semplicemente, non sono andato a dormire. Ho finito alle cinque e trenta, dopo quasi diciotto ore, interrotte solo dal pranzo. Avevo raggiunto quel che volevo ma a caro prezzo. Alle cinque e cinquanta e' suonata la sveglia per UnRagazzo, gli ho preparato colazione, poi sono crollato, dalle sei e mezza alle dieci. Tutto e' sparito. Sono diventato il lavoro, esso e'diventato me.
In questa fase eroica mi rendo conto che non e' possibile affrontare un'impresa tecnologica cosi' senza le infrastrutture giuste.
Inizio ad accusare della stanchezza.
teocrazia
3 ore fa
Ma su cosa stai lavorando?
RispondiEliminaIl post somiglia al racconto del sogno della farfalle- di Chuang-Tzu, un sogno onirico del maestro taoista che sogna di essere una farfalla...e che al risveglio si rivede uomo.
RispondiEliminaLa morale: E' Chu che ha sognato di essere una farfalla oppure è la farfalla che ha sognato di essere il maestro Chu ?
E' la metamorfosi a cui siamo soggetti nel viaggio delle trasformazioni nel rapporto stretto con la natura perennemente mutevole.
Scusami per l'esempio, ma le cose stanno e andranno sempre peggio nel mondo del lavoro...al di là delle aspettative pel post sig. Trump-
Buona giornata...
Non male ... anche a livello chimico, lo stress protratto nel tempo genera allucinazioni;
Eliminain passato vissi periodi lavorativi eccezionali per intensità e quantità di ore, come quello di Uomo in queste settimane, e ... sì, l'esempio portato da te, Daoist, non mi sembra campato in aria.
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Sono entrato in un vortice creativo, in effetti.
EliminaHo meno tempo per realizzare quello che ho in testa e che "sgorga" in testa.
Sì, direi che c'è una biochimica di picco, senza dubbio!
quando il lavoro si fa duro i duri entrano in gioco... i mosci mollano
RispondiElimina...poi i duri si beccano qualsiasi malanno e danno la colpa a cause di fantasia, mentre i mosci vengono forzati a pagare, e pagare, e pagare per fornire loro le (esose) cure del caso.
EliminaHo una disciplina di vita monacale in questi giorni.
EliminaAlimentazione sana, niente strapazzi, andare a dormire un numero sufficiente di ore. La mattina, vitamine da spremuta, estratto di echinacea, semi di lino, etc. .
Mens sana in corpore sano!
Anche un minimo di movimento fisico, almeno le camminate da e verso la stazione e i giri in bici in città.
EliminaLa tua supponenza, boria, maleducazione ecc. non ha nè limiti, nè decenza; poichè sei meno di quelli che vuoi fare apparire...di sicuro : UN MEDIOCRE !
RispondiEliminaE con questo chiudo e non aspettarti repliche: cuociti nel tuo brodo
Daoist, questo é il commento del tizio su questo blog:
Eliminahttp://ugobardi.blogspot.it/2016/11/jay-forrester-luomo-che-ha-visto-il.html#more
Lorenzo18 novembre 2016 23:17
Nei Testimoni di Geova non ti vogliono?
E questo nel post "Patatrac"
http://unuomoincammino.blogspot.it/2016/10/patatrac.html
(preambolo):
marco29 ottobre 2016 14:45
Bene, bulutn, credo che comunque ci siamo capiti.
Lungi da me di attribuirmi chissà quale autorevolezza tanto meno da laureato in matematica.Se tu lo sei, ti ammiro.
Comunque ti riporto una frase di Georg Cantor, letta pure su un libro di testo per le scuole superiori:
"L'essenza della matematica risiede nella sua libertà".
Che cosa voleva davvero significare?
Buona domenica,
Marco Sclarandis
(replica del Sommo):
Lorenzo29 ottobre 2016 17:50
E' una palese cretinata, non importa se l'ha detto Cantor.
Infatti la matematica esiste in funzione dei concetti primitivi che emergono da sotto il livello della coscienza e che noi prendiamo cosi come sono perché non siamo capaci di farcene una ragione.
Cantor probabilmente voleva dire che la matematica è una "creazione", un atto creativo che nella sua idea associa l'umano al divino. Per la ragione che ho scritto sopra, è l'esatto contrario, ovvero il fatto che noi produciamo matematica senza sapere COME, ci dice che forse esiste il divino e che noi siamo il risultato della Creazione, di certo non che siamo i Creatori.
Poi c'è l'antico sottoinsieme della "scintilla", dello Spirito che viene infuso in ogni essere umano e che quindi ci dona l'Anima, in funzione della quale saremmo capaci a tratti di compiere o concepire la "divinità". L'idea di Dio che si fa Uomo. In questa ottica la matematica, che rispecchia in un certo modo l'universo, sarebbe un "potere divino", concessoci dal Creatore quando ci fece a sua immagine. Ancora, questo dipende dal fatto che si considera l'universo essere esattamente quello che ognuno di noi IMMAGINA di vedere, quando in realtà il concetto di "esistere", cioè se le cose sono fuori di noi o sono solo in quanto noi le pensiamo, spalanca un certo numero di problemi irrisolvibili.
( non dico altro, sorrido e passo oltre ) Marco Sclarandis
A cosa stai lavorando, Man ?
RispondiEliminax MrKeySmasher:
RispondiElimina> Ma su cosa stai lavorando?
x nottebuia:
> A cosa stai lavorando, Man ?
per rispondere dovrei fornire alcune informazioni che non vanno molto d'accordo col mio tentativo di rendere non troppo facile risalire alla mia identità.
Perdonatemi se non risponderò.
Resta sul vago. La mia domanda riguardava più che altro il campo di attività, non il lavoro specifico. Sei in ambito "creativo" (che so, pubblicità, marketing, editoria...) o in ambito "tecnico" (progetti informatici, meccanici, automazione industriale...), o... Niente di più.
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