Vado a raccattare il mio bipede a ginnastica (è intrippato di anelli e parallele ora), arriviamo a casa poco prima delle diciannove. Ha il muso storto. Che c'è? Dieci pagine di parafrasi dell'Iliade. Sticazzi!
Ziopetomarcio era da mercoledì scorso che aveva quel compito assegnato. Sono stato combattuto tra l'idea di lasciarlo nel casino in cui si era cacciato e il senso di responsabilità (UnaDonna mi aveva messaggiato di lasciarlo autonomo nella gestione del suo lavoro a casa, casino compreso).
Insomma, abbiamo finito dopo le ventitre col bipede visibilmente rasserenato. Ieri sera ero proprio stanco morto inoltre. Mi sono sprofondati i coglioni sotto dieci metri di terra.
Sempre odiato l'epica greca, quel cazzo di italiano complicato, arzigogolato; la complicazione pseudo poetica mi fa cagare il cazzo, il lucente elmo, la rossa casa, gli sprofondati koglioni. Tecniche letterarie discutibili: un sacco di ripetizioni di concetti a poche parole l'una dall'altra, se n'è accorto pure UnRagazzo.
mercoledì 23 marzo 2011
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> Tecniche letterarie discutibili: un sacco di ripetizioni di concetti a poche parole l'una dall'altra...
RispondiEliminaSembra più una critica ai tuoi blog, caro uomosapiens.
Patroclo
ma no, che l'iliade è una figata
RispondiEliminaTu la leggi la sera dopo una giornata di lavoro intenso?
RispondiEliminano!
RispondiEliminaAh, ecco! >:)
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