lunedì 9 marzo 2015

Birdman

Son passati oltre due giorni da venerdì sera. Quando siamo usciti dal cinema non ci siamo detti praticamente nulla, capita raramente.
Il senso di fastidio torna vivo solo a pensarci.
In un certo senso Birdman, la pellicola di Alejandro Gonzalez Iñarritu è stata eccellente nel descrivere quel mondo, nell'evocare il fastidio.
Quale mondo? Il mondo della finzione, dell'artificiale spettacolare. Il mio ex-suocero (il padre della madre di mio figlio) lavorava nel mondo dello spettacolo (teatro) in Germania. Sua figlia mi raccontava di cosa succedeva in esso e dei problemi che sono la norma: depressione, alcolismo, isterie, droghe, suicidi, autostime che definire aleatorie è eufemistico.
Il lavoro di Iñarritu è eccellente nel commutare tra realismo a metafisica, interno esterno, introspezione estroversione, mantenendo al centro la colossale sofisticazione, l'adulterazione, l'ambiguità dei confini tra realtà e finzione sempre più labili e che porta le persone che lavorano e vivono di questo alla finzione definitiva, al "non so chi sono e forse sono così poco o nulla che dipendo da te, dipendo da ciò che è fuori di me, dalle tue recensioni egoiche, dalle tue parole convenzionali". Vite campate sul nulla.

Aggiungo, inoltre, che l'ambiente (il non ambiente, se vogliamo parafrasare il non-luoghi dell'urbanistica) non affatto casualmente è quello orribile, alienante, disnaturale dell'artificiale urbano modernista metropolitano estremo newyorchese. Il relazionarsi con l'artificiale diventa poi un relazionarsi artificiale con le persone e, peggio, con se stessi.
Vivacchi in un non-ambiente per recitare una non-vita in cui tutto è finto e il reale il massimo problema.

P.S.
Il pensiero di Confucio che apre la pagina odierna di Daoist sarebbe certamente stato il miglior incipit anche per questa.

38 commenti:

  1. non credo che lo vedrò. già vado così poco o niente al cinema. che la cartuccia devo utilizzarla per scelte migliori mi sa.

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    1. E' una pellicola abbastanza ben fatta. E' il soggetto e la realtà che tratta che sono fastidiosi.
      A tratti mi si erano anche chiusi gli occhi, ma questo è dovuto anche alla stanchezza del venerdì e dal fatto che prima le orecchiette ai broccoli strascicati che avevo preparato erano.... uscite anche troppo bene. ;)

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  2. Non ho visto il film di cui parli, quindi non posso dire nulla. Accetto il tuo input e proverò a guardarlo.

    Una nota sul tuo commento, Man.

    Io trovo sempre difficile, però, generalizzare. Cioè passare da "mio cognato ha detto", a alla conferma della tua idea che chi vive nel mondo del teatro o dello spettacolo sia lontano dalla realtà.

    E qui tornano i discorsi di max, del Logos tanto per dire.
    Perchè l'uomo rielabora ciò che vede e ne fa esperienza, ne fa rappresentazione. Poi certo: possiamo discutere sull'intelligenza della rappresentazione che di volta in volta viene fatta, su questo non ci piove.

    Però, Uomo, il facile salto a concludere che "la rappresentazione" è lontana dalla realtà è pericoloso. Non ti meravigliare se questo Paese perde la sua capacità di rappresentare le cose, di capirle. Perde cioè la sua CULTURA, o le sue CULTURE.
    Ma tutto questo è funzionale all'inaugurazione di quella spianata che va dal Nord America all'Europa, il famoso trattato di cui discutevi e in cui max era intervenuto.
    E il cerchio si chiude. Capisci perché mi interessava e perché trovo pericolose certe tue generalizzazioni?

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    1. > Cioè passare da "mio cognato ha detto"

      Ehm, è il signor Iñarritu che dice.

      Non è solo l'essere lontani dalla realtà, è un insieme di fattori sinergici come il vivere la finzione che diventa... fingere la realtà, la vita.
      Le relazioni neurologiche tra agire e pensiero sono, notoriamente, bijettive, bidirezionali.
      Anche dal punto di vista storico, la professione di attore venne deprecata, in passato.
      Ma non è solo il vivere di finzione, non solo quello.
      E' l'ambiente e le sue dinamiche che portano "fuori" di te.
      E' la condanna della fama, che tutti accelera, innalza e poi fa precipitare.
      E' la fragilità del vivere sradicati (dalla terra, dalla realtà) in un ambiente fatuo, artificiale.
      Metti insieme queste cose e vedi che e persone fragili / sensibili affluiscono a quell'ambiente, e lo formano, lo determinano e rimangono vittime di se stesse indirettamente tramite quel dispositivo tritafragilità.

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    2. In questo caso raccolgo volentieri la tua provocazione, Lorenzo, perché gli artisti hanno lavorato per secoli presso le corti dei magnati. Mecenate e i papi hanno finanziato una parte incredibile del nostro patrimonio culturale. E quindi? E' tutto falso, e artefatto?

      Altra cosa è un ministro che ti dice che la cultura non serve, perchè poi si arriva qui. Ti dicono che servono solo i tecnici. Si, ma quali tecnici? Quelli che lavorano conto terzi per trasformare questo Paese nel nuovo sud-est asiatico oppure quelli che sono in grado di tracciare una traiettoria culturale e di stabilire quali prodotti ci servono e perché?

      Eccetera.

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    3. Lorenzo, non fraintendere. La cultura è il senso che riesci a dare alle cose. La cultura è, innanzi tutto, il racconto che i vecchi contadini tramandavano ai giovani.

      Il nostro cazzo di "made in italy" c'è perché noi avevamo il nostro modo di intendere e di fare le cose.
      C'è la casseola in Lombardia e c'è la nduja in Calabria. Questa è la nostra cultura, o le nostre culture, non so se mi spiego.

      Mi dici che senso ha il made in italy di un oggetto fatto a Shangai, con tutto il rispetto?

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    4. Poi tu sei il primo se milioni di persone usano uno smartphone costruito dall'altra parte del mondo perdendo il "contatto con la realtà". Mi spiego?

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    5. LOL - evidentemente uso uno smartphone asiatico. Dicevo: tu e uomo siete i primi a lamentarvi se la gente usa oggetti costruiti dall'altra parte del pianeta e fa cose che a volte deformano completamente il senso della realtà (o di una realtà che finisce per non appartenerci più)

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    6. Aggiungo complessità: la cultura non è affatto solo quella libresca.
      Nottebuia infatti cita la cultura (i saperi) artigianale, industriale ai quali io aggiungo quella contadina.

      Inoltre, anche la cultura ha una estensione, un'ampiezza e l'eccellenza è per pochi. Non è possibile essere tutti ugualmente colti né è opportuno.

      In effetti io sono ignorante e non ho una formazione umanista / classica. Purtroppo. Per fortuna ho avuto una formazione tecnico-scientifica e così ignoravo coorte come unità militare romana (tre manipoli e successivamente tre manipoli e sei centurie, così ripasso).

      Aggiungo inoltre che i percorsi formativi si sono americanizzati a percorsi di nozionismo: esistono laureati che sono culturalmente ignoranti, che non sanno dove sorge il sole o che cosa sia la rotazione in agricoltura, che non sanno usare un congiuntivo.

      > Se si vuole migliorare il mondo bisogna dare alla gente le informazioni e la capacità di elaborarle.
      Sarebbe bello.
      Ma non penso che funzioni così. si può arrivare a istruire un minimo le masse, certamente non a renderle colte.
      L'essere colto è necessariamente, per definizione, minoritario.
      Insomma non si può essere tutti colti come non si può essere tutti eccellenti come non si può essere tutti campioni di scacchi come non tutti i liutai furono Guarneri o Stradivari.

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    7. > tu e uomo siete i primi a lamentarvi se la gente usa oggetti costruiti dall'altra parte del pianeta
      > e [la gente] fa cose che a volte deformano completamente il senso della realtà

      Non ho capito.

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    8. http://it.wikipedia.org/wiki/Bernardo_di_Chartres

      siamo nani sulle spalle di giganti, quella frase Newton l'ha copiata

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    9. Man, dai: non è che il fatto di non conoscere la definizione di "coorte" ti avesse impedito di cogliere il senso generale dell'argomento di cui si parlava.

      Non confondiamo il nozionismo con la cultura.

      Specifico meglio: la cultura è una sensibilità. Non credo ci sia bisogno di conoscere questo o quello. O di avere in tasca un particolare titolo di studio, mi sembra persino ovvio sottolinearlo.

      Cosa (cazzo) facciamo? E come lo facciamo?

      Ovviamente il senso di ciò che facciamo lo abbiamo anche in rapporto al nostro ambiente, al nostro territorio, a obiettivi sensati di vita (e qui concordo con UUIC)

      Se uno mi dice che la cultura non serve a una fava, allora mi suona un campanello d'allarme, lo capite?

      Il fatto che un ministro mi dica che con la cultura non mangio e, nel frattempo, mi vedo smantellare il mio sistema di vita e di relazioni devo rimanere indifferente?

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    10. Ci sono le persone colte e le persone che non lo sono.
      Ci sono persone colte più o meno colte.
      Se indichiamo le persone che sono al vertice dell'avere una cultura esse saranno per definizione minoritarie.
      Non esiste un "comunismo" della cultura e dell'essere colti.

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    11. > La terra può essere colta o incolta, è solo questione di quanto lavoro ci vuoi mettere.

      No.
      La terra può essere coltivata più o meno bene. E pure la stessa valutazione ha metri di misura diversi.

      > la tua esistenza si fonda sulla distanza, più o meno artefatta, tra te e loro

      Questo indubbiamente. Farcire la_ggente di pattume televisivo ed internettico produce effetti e anche differenze, per alcuni anche pro.
      Ma spesso è il_bobbolo che non ne vuole proprio di cultura.

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    12. > Man, dai: non è che il fatto di non conoscere la definizione di "coorte"
      > ti avesse impedito di cogliere il senso generale dell'argomento di cui si parlava.
      >
      > Non confondiamo il nozionismo con la cultura.

      Qui ci sarebbe poi da distinguere tra cultura e intelligenza che non necessariamente coincidono.

      La cultura e l'arte, per me, sono sempre stati un toccasana, un propellente, un cura in determinati contesti.
      "Io ho sempre trovato gioia e conforto nella cultura, nell'arte, potenza e sollievo." scrivevo.

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    13. Poi, dicevo, se tu Lorenzo arrivi a dire che la "cultura" lavora spesso al soldo delle elites e questo ti provo l'orticaria, non credo sia una novità.

      Mi pare un po' la scoperta dell'acqua calda. Ti facevo l'esempio di Mecenate, dei papi, delle corti rinascimentali. Gettiamo tutto alle ortiche, perché non costituisce "verità" ma è tutto deformato? Mah, sarebbe un discorso lungo...

      La "cultura" è l'espressione delle "classi dirigenti" e non quella del popolo?? E' un discorso che ho spesso sentito proprio dai "comunisti", caro Lorenzo. Poi non so se sono io quello che si contraddice, eh?

      ;-)

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    14. Il problema è che il "fattore economico" è quello che muove il mondo. Neanche il cane muove la coda per niente, Lorenzo.

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    15. No, il fattore economico NON è l'unico propellente del mondo.
      Esistono altre cose che lo animano.
      L'eros, il potere, l'etologia, la cultura, la biologia, etc.

      Il cane gioca e si diverte anche se questo non è funzionale a mangiare.

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    16. uhm, le persone operano in funzione della convenienza man.....

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    17. > della convenienza man.....
      a breve o brevissimo termine

      Ma non le persone non si muovono solo per convenienza.
      Ad esempio, la tua passione per l'Inter non risponde ad alcuna logica economica o di convenienza.

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    18. E invece si. Quest'anno va male e la seguo a cazzo

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    19. Equo e solidale? E che liberale di sinistra sarei ?

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    20. L'intruppamento della popolazione c'è sempre stato, la popolazione si è sempre fatta abbindolare da concetti semplici, acritici, il classico oppio dei popoli. Se non fosse stato così non avremmo mai avuto nazismo, comunismo, guerre etniche, crociate, guerre religiose, etc. Oggi l'intruppamento riguarda lo smartphone, l'iphone o il calcio.L'esigenza dele classi dirigenti è sempre stato quello di controllare i popoli, o con il bastone o panem and circenses

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    21. @Lorenzo

      Ma cosa vuol dire cultura "elitaria"?? Allora il giudizio universale nella Cappella Sistina vale meno di un Van Gogh ? Michelangelo è peggio di Van Gogh perché quest'ultimo non era stipendiato da un Papa che si godeva l'opera insieme a uno sparuto gruppo di cardinali che dava lustro alla Chiesa ?

      Ebbè? Michelangelo è cultura elitaria e non va bene?? Ma tu dimmi se questo non è un ragionamento da comunista o da talebano, Lorenzo!

      Tu rifiuti un fatto semplice, come in genere lo rifiutano i liberisti e comunisti: chi ha i soldi comanda. Punto.

      Cosa c'è, non ti piace questo elementare principio? Vuoi fare la "rivoluzione liberale" ? Quella che abbatte i privilegi?

      Ma secondo te, se io nascessi figlio di un petroliere anglosassone abbatterei i miei privilegi per vedermela alla pari con te nell'estasi liberale? Ma stai scherzando?
      Come minimo io finanzierei l'ennesima campagna presidenziale e farei respirare a te e UUIC altri 50 anni di petrolio. Non solo: scasserei anche tutta la val padana a martellate per andare a estrarre l'ultima goccia di petrolio di scisto.

      Ma lo capisci che la rivoluzione liberale è come il comunismo? E' un pugno di sabbia negli occhi per illudere il_bobbolo che sia possibile ristabilire una giustizia che NON ESISTE?

      Vai al supermercato delle idee e ti illudi come più ti piace. Dice: no, io non sono comunista, sono liberista. E cazzo cambia? Sono due Oligopoli...Dice: eh, ma io sono diversamente oligopolista. Ah, va be'...

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    22. @Lorenzo

      Infine, inutile rilevare per l'ennesima volta come entrambi gli orientamenti si sposino perfettamente nelle rispettive utopie.
      Non a caso, l'azione è molto spesso sinergica: gli uni alle banche e gli altri nei governi europei.

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    23. Anche io come Lorenzo e non pochi altri, ritengo che sia importante fornire opportunità e lavorare su un buon sistema formativo.
      Qui si apre un mondo, un universo, ci sarebbe da discutere, osservare per mesi (io ho la mia categoria scuola qui dentro con alcune osservazioni).

      Però...
      Però: un conto è una buona formazione di base un conto è l'essere colti o avere una cultura buona o eccellente.
      Le due cose non sono affatto in contraddizione.
      L'avere una cultura eccellente è per definizione, minoritario.
      Non si può avere tutti una eccellente cultura, una ottima cultura. Ovvero potrebbe essere teoricamente possibile ma non lo è in pratica.
      Del resto io scrivo come un appassionato di tango che io adoro proprio anche perché difficile, elitario.
      Purtroppo se Lorenzo aborrisce l'idea di popolo come massa di beoti io la considero una... realtà.
      Anche se, con Il_bobbolo, io ho specificato che intendo i comportamenti di massa in ogni segmento della piramide sociale, non solo in quelli medio bassi tradizionalmente indicati come popolari.
      Insomma, comportamenti gregari, mediocrità, eccellenza, lode e infamia se ne infischiano e sono ben distribuiti senza considerare potere, censo, (in)capacità artistiche, intellettuali, sportive, etc. .
      Quanti persone che hanno successo in un certo ambito dell'agire umano sono persone complessivamente scadenti, pericolose, addirittura nefaste?!

      La cultura, come osservavo, è verticale.
      Questo, paradossalmente, dovrebbe spingere a lavorare di più sul migliorare le persone, un po' come nei posti in montagna dove ci sono più persone che sanno come affrontare le difficoltà dell'escursionismo e dell'alpinismo.
      Ma non sono tutti Walter Bonatti, Joe Simpson, Tamara Lunger o Reinhold Messner.

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    24. No, ragazzi, non ci siamo capiti. Avete scritto una lenzuolata di roba e non capisco come facciate ancora a ritenervi soggetti dotati di senso pratico.

      Chi ha i soldi comanda, la volete capire questa norma elementare o no?

      Lorenzo: che cazzo vuoi perfezionare negli individui? Ripeto: se io nasco figlio di un petroliere tu devi essere Einstein per venirmi a prendere, ci arrivi?
      Ci arrivi a capire che chi nasce in condizioni “normali” non gareggia alla pari contro chi ha soldi e potere?

      Poi, certo, ci sarà sempre quell' 1% dei figli dei contadini che ha particolari doti ed emerge, venendo poi inglobato nel gruppo di potere.

      Il 99% della popolazione è costituito da gente normale che non ha accesso alle stanze dei bottoni. Ma che cazzo c'è da capire? Cosa c'è da filosofeggiare in un concetto così elementare ??

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    25. Siete due utopisti, ragazzi. O due romantici, vedete voi.

      La cosa più bella è vedere Uomo rallegrarsi per un banchiere che va al potere, impone l'austerità per rimpinguare i forzieri delle banche e, nel suo estremo candore, si immagina che questi abbia agito per innescare la decrescita e ricostruire le foreste.

      E' di oggi l'inaugurazione del quantitative easing: 60 miliardi di liquidità stampata ogni mese e immessa nel sistema bancario sino al 2016. Auguri.

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    26. E però...il banchiere al governo era un economista, guarda il curriculum...e grazie al cazzo...

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    27. > si immagina che questi abbia agito per innescare la decrescita e ricostruire le foreste

      No.
      Questo è ovviamente falso, mai scritto 'na cazzata del genere.
      Ho scritto che Monti, come economista, a fronte della voragine sull'estero sempre più grande ha deciso - tu ricordavi l'aritmetica del bilancio - che essa avrebbe potuto essere diminuita con politiche economiche che hanno "distrutto" la domanda interna.

      Ovvio.
      Il fatto che sia un banchiere, indossi cappotti in loden o che gli piacca la casseula, non cambia assolutamente nulla sulla realtà oggettiva di questa decisione di economia politica.

      Io,come ecologista, osservo che da quando la crescita è rallentata e poi diventata negativa, è molto rallentata la crescita distruzione edilizia e infrasttrutturale del territorio, del paesaggio, dell'estetica, del settore primario, etc.

      Ogni politica, anche quella da parte di banchieri, che comporti una diminuzione del metabolismo distruttivo degli homo e dei valori assoluti di risorse, energia consumati e rifiuti propdotti è massimamente auspicabile e positivo.
      Che poi sia Monti a farlo, a me non interessa.
      Mi interessa che la crescita della velocità verso il baratro sia diminuita.

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    28. @Lorenzo

      Oh, e finalmente vedo coerenza in te e nel modello Oligopolistico. Il ricco fa il ricco e il povero fa il povero, senza tanti fronzoli.

      Chi è figlio di contadino, resta contadino. Pensa con la sua testa e vive tranquillo.
      Certo: io, che sono nato ricco, sto al castello e tu mi dai metà del tuo raccolto. Poi, ogni vent'anni, ti metti una divisa e vai a fare una guerra che ho deciso io. Se crepi, va bene così (se già non sei morto di fatica a mietere il grano)

      Oh, ragazzi: però tu sei contadino e pensi con la tua testa, così vediamo se meriti di sopravvivere. Se ce la fai. Vuoi mettere?
      Io penso con la mia, infatti continuo a stare al castello e mi scopo pure le meglio donne del paese.

      Non fa una grinza.


      @Uomo

      Ma dove è diminuito il metabolismo? Ci sono 60 miliardi di euro stampati ogni mese da oggi e trovi che il metabolismo sia diminuito?
      Si è solo spostato. Anzi: se prima avevi speranza di ristrutturare il territorio, mettere qualche filtro anti-inquinante, adesso vedrai tutto andare in malora. E 100 milioni di mediorentali che ti busseranno a casa e ti daranno pure un calcio nel culo (i quali entrano per decisioni dall'alto, ovviamente)

      Non fa una grinza.

      ---

      Vi stimo, ragazzi.

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    29. > 60 miliardi di euro stampati ogni mese

      Devo ricordare la mia posizione su questa scellerata azione prodebitista, proinflazionista e crescitista?
      Curare i problemi dovuto a finanza, crescita e debitismo con finanza, crescita e sintomatici debitoanestetizzanti.
      Già.
      Neppure con i più astrusi e sofisticati complessi sillogismi potrei ricondurre 'sto ciarpame a decrescita ed ecologia.

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    30. Che c'è, non ti piace il contadino?

      Va bene, allora ti piace di più il lavoratore IT che passa 20 ore al giorno a fare il giro dei clienti a 700 euro al mese, in concorrenza perfetta con il cinese che ha aperto un negozietto e manda in giro i droni a fare il giro dei clienti per 400 euro al mese. Meno di te, a cui regalano il sogno che tutti possiamo essere imprenditori di noi stessi.

      Io non sto al castello. No, io mi alterno tra Cortina, Parigi, Tokyo, Wellington, e un'isola del Pacifico. Prendo un po' l'aereo così Uomo si incazza, perché lascio le sciekimike.

      Tu, coerentemente, ti stimi da solo e nel tempo libero ti proponi anche di innalzare la qualità media delle persone.

      E come, di grazia? Facendole competere tutte insieme nel mercatone globale che premia l'1% dei geni emergenti? Quelli che non hanno nemmeno bisogno di competere perché sono già nati con il cervello di Mozart o Enrico Fermi ?

      @Uomo

      Grazie, Man. Tu, a differenza di Lorenzo, perlomeno ti indigni...
      Purtroppo un banchiere non potrà mai indicarti la strada per far star meglio anche te, non ci vuole il master a Chicago in economia per capirlo...Già...
      Ma almeno, Uomo, non facciamoci prendere in giro, dai. Babbo Natale non esiste.

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  3. Ciao Uo', che poi è l'unica cosa che posso dire, anche perché il film non l'ho visto e non so nemmeno se lo vedrò, quindi... ciao :)

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    1. Ehi, snobba e non so quanto barbara... quando torni a scrivere qualcosa?
      :)

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    2. Mah, non so dirtelo di preciso, comunque presto. A tratti prestissimo. :)

      Beh, ma io sono partita come punka snobba, lo snobbo e barbaro sei sempre stato tu. La corte così ha deciso: [bam bam bam (i colpi del martelletto)] l'udienza è tolta. :)

      ;)

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