venerdì 2 ottobre 2015

Di tango un po'

Ieri sera prima lezione/riunione della scuola di tango dei colli: ci sono problemi, mancano le donne, qui fuori dalla città siamo originali, contrari, anche in questo. Avrei deciso di ripartire con corsi "elementari": la cosa straordinaria è che dopo si imparano un sacco di cose, puoi cogliere dettagli e aspetti sottili e non solo che prima erano sfuggiti, nell'impresa titanica di apprendere il grosso.

_nni, il mio maestro dei colli, uno di quattro, ora, è genuinamente appassionato, cerca di divulgare questa arte coreutica tra i colli e i monti. Anche se avrà le sue soddisfazioni - sorrideva e si è rallegrato quando a fine lezione l'ho ringraziato calorosamente - avrà anche molte insoddisfazioni (insomma, ci sono persone che, poracce, con tutta la volontà - e non è neppure molta - non ce la farebbero comunque).

Ritornerò alla frequenza di  9 sere tra studio e pratica su 14. Una mia amica coreografa ferrarese mi diceva che... non ce la fa più, il suo compagno che ora darà l'ultimo esame di contrabbasso al conservatorio, non ha più tempo libero. Conosco il problema - le ho detto.

Aggiungo che sto cercando di capire se il martedì riuscirò a conciliare la ripresa del cointegro con la Milonga Sì. Partire la mattina alle sette od otto e mezza da casa e tornarci alle due e mezza del giorno dopo è dura. Martedì è andata molto bene, tornare a lavorare col corpo, fatica compresa, dà un piacere elevato.

Studio molto bene con _sketti, meglio che con _via Weltaugen. E ci ballo pure, quando capita, decisamente meglio.

Questa progressione negli studi è... controproducente. Nel migliorare, per quanto piano ciò avvenga, ti trovi sempre più solo, sempre meno rare sono serate e milonghe insulse o addirittura rozze, goffe in cui non trovi donne ovvero anime abbracciate con le quali capirti, intraprendere interpretazioni emotive a due. E dire che io sono ancora solo al 40% del mio percorso, direi.

_ana la rossa mi tampina, vorrebbe che la accompagnassi ad un laboratorio festival di tango all'estero (o qui a seconda del periodo) Ella ha sempre simpatie con me, penso che mi idealizzi: le piaccio e mi pensa più artista, sentimentale di quanto non sia. Vuole che studiamo con i due che ballano qui sotto (sono in gamba, ballare lento ha una difficoltà estrema perché richiede movimenti e tecnica adamantini, straordinariamente tersi, puliti).
I caroselli inseguito da quelle che ti interessano/garbano poco e rincorrente donne alle quali interessi/garbi.

Come ecologo e razionalista ieri ho osservato un altro non-sense.



9 commenti:

  1. Non sense che mi fa pensare che siamo fottuti, che questo è un mondo che deve collassare e prima ciò avverrà meno peggio sarà.
    Nella nuova sede di lezione, ieri, in una scuola elementare, a fronte del primo fresco - cosa che basta una leggera maglia di lana per risolvere il problema - c'erano i caloriferi roventi quindi un caldo infernale insopportabile; ho tentato in tutti i modi di chiudere i rubinetti caloriferi, bloccati da anni di mancata manutenzione. Ad un certo punto abbiamo dovuto aprire le finestre per evitare l'autocombusione.
    Una dissipazione forsennata di energia, di denaro pubblico, un sadismo termico. Oggi la moglie aiuto di _nni chiederà, in comune, che 'sta roba scandalosa cessi.

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    1. qui in ufficio nei corridoi c'è ancora l'aria condizionata. avrò mandato non so quante mail per farla spegnere, invano.

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    2. I comportamenti nel pubblico sono SEMPRE peggiorati dal fatto che le persone che lo animano non spendono denaro proprio, non ci mettono risorse proprie.
      Qui fanno i froci coi culi sudati se non carbonizzati e i portafogli
      svuotati degli altri.

      Ma anche il privato non funziona: A-Woman nella sua autossicodipendenza arrivò ad un passo dalla rovina finanziaria personale pur di non rinunciare alla sua dose di auto giornaliera.

      Il problema è ancora più grave.

      Francesco, fino a qualche giorno fa ci sono stati giorni in cui, sul treno, la mattina c'era il riscaldamento e il pomeriggio il raffrescamento.
      Siamo alla follia.
      Il_bobbbolo vuole tutto e il contrario di tutto, la resilienza termica personale è prossima allo zero.
      Fra poco ci saranno rivendicazioni e lotte per il diritto (?) di stare in t-shirt e mutande in casa in inverno a 28° e per andare in Moon Boot e pelliccia in estate al lavoro con condizionamento.

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    3. il tipo che fa facility da noi dice che in questo momento è sul "deumificato". non saprei.

      ps: ti ho risposto da me, vieni a leggere.

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    4. bravo Lorenzo che a 'sto giro hai capito una amara verità. non è pubblico e privato, è decenza ed indecenza, questo è il punto.

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    5. no no, ma quello è chiarissimo, lampante e legittimo. se un privato spreca, a pagare in primis è l'azionista e solo dopo, a volte molto dopo, la collettività. nel pubblico a pagare siamo sempre io e te.

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    6. Torniamo al materiale umano che compone una società.
      Quindi al fatto che in alcune società si vive meglio e in altre peggio. In cio' che poi determina meglio e peggio entra un numero così alto di variabili che non è possibile soffermarsi solo su alcune.

      Forse nel privato c'è un po' di resposabilizzazione in più, forse per la presenza di un qualche conflittodi interessi per cui una parte dei vari organi (dirigenza, maestranze, azionisti, fornitori) hanno diretto interesse che le cose vadano abbastanza bene, altrimenti ne pagano direttamente le conseguenze.
      Nel pubblico non solo questo e' in genere assente ma, addirittura, in molti casi, l'andamento mediocre o pessimo viene addirittura premiato e "premiato" fornendo capitali e risorse dall'esterno.
      Poiche' nulla è gratis queste risorse che sono limitate vengono sottratte ad altro. Ciò che viene assurdamente propagandato come diritto (?) in realtà è una colossale ingiustizia e prevaricazione. ci sono persone e territori sfruttati per tutto questo.
      Ancora, una volta, siamo finiti fuori tema.

      Una cosa terribile e magnifica della milonga è che, in parte,tutto ciò non è possibile: non puoi esternalizzare la tue mancanze, devi guadagnarti ogni tanda, l'empatia, l'intesa con le ballerine (tutto ciò non è questione solo tecnica, sia chiaro).

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  2. Uomo strano che da voi manchino le donne, di solito credo sia il contrario.

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    1. x Sara:
      La realtà è che
      o - molte donne (diciamo 75%? 80% ?) dopo uno o due anni di studio smettono (sbagliando!) per varie ragioni.
      o - nelle lezioni tenute da _nni, manca una figura femminile che segua, oltre i primi livelli, le donne. Egli è molto in gamba ma non conosce l'arte fine per la parte femminile del tango.

      x Lorenzo:
      :)
      Non vivo così isolato anche se, questo meraviglioso posto è, per molti aspetti, inviso alla maggior parte delle donne, specie quelle "urbane" del tango.

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