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Mi ero preso tre ore per passeggiare per Milano, anzi, per Le Milano.
Quella della moda è, a tratti, imbarazzantemente banale. La moda è stupida in sé e il fatto che nel quadrilatero ci sia quella per persone abbienti cambia i tipi di oggetti non la grecarietà pecoreccia (stare giulivi e scemi tutti nelle Porsche Carrera molte in divieto di sosta o parcheggiate alla cazzo non è diverso dal farlo con le Ford Ka o colla Punto). Nota di merito a via della Spiga in cui la dimensione raccolta e pedonale ha portato quel contesto ad un livello decisamente migliore. Ho trovato massimamente piacevole l'interno intimo e ben curato (bosso, ciclamini , solo materiali naturali a rispetto delle piccole e leziose architetture in pietra, no plasticame e... silenzio no scadente e dozzinale musica yankee pseudo chic-colta imposta in tutte le vie adiacenti) del museo Valsecchi.
Volevo passare dal neg-ozio, dal commercio alla cultura, alle arti e così me ne ero andato diretto a piazza Belgioioso, via degli Omenoni e poi al tripudio della Scala: e della Milano del Sette/Ottocento. Lì in mezzo Leonardo da Vinci testimonia l'ideale dell'incontro di arte e scienza. Mi ero seduto, anche rallegrandomi di qualche francobollo di verde, e pensando a Verdi alle prime delle sue opere, al Manzoni o a Parini per quei luoghi.
Milano è sempre stata troppo dura calcestruzzo, plastica, catrame, acciaio e vetro (o peggio plexiglas) per me. Gli angoli nei quali qualche segno di vita (di verde) spuntano, come intorno al monumento a Leonardo, in piazza Fontana, al Castello, negli angoli della Milano autentica, milanese, le rendono il fascino e la bellezza che aveva.
Avevo goduto a man bassa di alcuni angoli di liberty (ad esempio le palazzine intorno a Peck, piazza del Liberty). Non so sé la orripilante roba internazionalista (Le Corbusier è stato l'apologeta del brutto democratico-social(ista)-massificato in grande, industrializzato, modernista, forse solo la plastica ha fatto più danni di questo archinefasto) è il risultato di bombardamenti o di frenesia speculative e/o moderniste, tecno progressiste.
Nella zona di via Torino cambia il pubblico, dallo stereotipo modaiolo potrei e quello vorrei a un misto di razze.Anche in piazza Duomo, in Galleria, per i turisti.
Pseudo architetture moderniste-internazionaliste (che competono per il pessimo con la diarrea antiurbanistica capannoni strade villettopoli che ha distrutto milioni di ettari della val Padana e delle altre costipazioni conurbate italiche, al peggio non c'è limite) catene di negozi planetarie con dentro cianfrusaglie, roba ovunque ugualmente scadente e una babele di razze. Non cambia una cippa rispetto a Berlino, Londra, Chicago, Hong Kong, lo stesso informe, indefinito, artificiale miscuglione grigiastro. Sempre più ferocemente no-global. Ecco la ressa di adolescenti informi, rumorosi e spesso in sovrappeso da Merdonald. Ricordate il motto degli ingegneri anglofoni, Garbage in, Garbage out! ?
Avrei voluto complimentarmi con una coppia abbastanza giovane seduta a pranzo in cui egli stava sbaffandosi un risotto giallo che spandeva il profumo di zafferano e midollo. Anche qui mode sceme a vari livelli di censo: il cibo giapponese è la stupidera gastronomica più costosa che non c'entra 'na fava con la cultura nostra, quella dell'American Coffee Bar idem. Al Valsecchi dove censo, cultura e stile vanno d'accordo non c'era quel ciarpame gastronomico modaiolo ma una salsamenteria parmense che proponeva delizie e il.massimo dell'arte norcina mondiale che è italiana.
Milano Centrale è diventato un centro commerciale in cui la Gestaltung ferroviaria è stata relegata ad alcuni remoti angoli. Follia. Gestita in ottica speculativa: 1€ per una pisciata in bagni posti in fondo al buco del culo in cui metà dei lavandini aveva il cartello Guasto! Con le migliaia di euri al giorno l'amico degli amici si sarà preso come 'na pecora scema l'Audi o la Mercedes più pesante che c'è. Efficiente e col meglio della milanesità ingegnosa, operosa e responsabile la rete di trasporti pubblici. Il sistema di trasporto su ferro dentro la città e la sua evoluzione d'esempio a tutta Italia. Anche nei protocolli, anche quelli semplici come stare destra sule scale mobili o sui tappeti rullanti. Ordine e disciplina sono di beneficio per tutti.
Sempre tornando alla moda, io penso che in buona parte sia malata per malati: solo delle persone con problemi possono ideare campagne pubblicitarie di moda realizzate con adolescenti forse maggiorenni che si atteggiano a 'na roba che è tra la cortigiana (escort) e la milfa, a volte emaciate anoressiche a volte baldraccoidi. Io sarò banale ma reputo sano e intelligente che gli adolescenti facciano gli adolescenti, le milf siano milf, i quarantenni siano quarantenni, etc. o che il gioco della finzione sia scelto e giocato con arbitrio, cum granu salis e non subito come automatismo.
Quel luogo noto come medio-lanum in ricordo della scrofa semi-lanuta come si legge in quel bell'interno medievale di piazza dei Mercanti, è straordinariamente bella quando è Milano, è straordinariamente stupida, banale quando è la robaccia miscuglionfrullata del tutto babeliano-internazionalistoide.
Ti adoro Italia minore e autenticamente radicata e italiana. Anche solo per la testimonianza di uno smeraldo, di una realtà che è antitetica al brutto, scadente, dozzinale, ugalizzato-globalizzato.
Uno smeraldo intorno al quale ci sono decine di chilometri di tumoremerdantropicocemento e qualche resistenza esemplare (dovrei parlare del peggio commesso da alcune giunte del peggio leghismo crescitista, devastatatore nei comuni intorno a Cassinetta di Lugagnano).
RispondiEliminaIo detesto le mode imposte, tipo l`anno del viola o del verde. ..della vita bassa o della vita alta e scemenze del genere. ..ma non credo nemmeno alle convenzioni su come di debba vestire a quarant`anni o a venti. .uno deve vestirsi come si sente più a suo agio. Chiaramente certi contesti richiedono una certa forma, tipo al lavoro o alla Scala di Milano ..direi che come in tutte le cose, il buonsenso dovrebbe avere la meglio. N0n sempre è così.
RispondiEliminaLa cosa non so se buffa o drammatica è che lo spirito modaiolo-pecoreccio è lo stesso in tutti i livelli della piramide sociale: l'esempio del conformismo Porsche Carrera in massa parcheggiata alla culo da autossicodipendenti benestanti è assolutamento lo stesso del conformismo di Ford Ka parcheggiata alla culo da autossicodipendenti meno abbienti.
EliminaAnche i conformismi, come le musichette idiote (in via Montenaopleone Sinatra che è banale e pseudo-chic, nel merdoso ipermercato di quello della Ka ci sarà qualche motivetto tamarro pop pseduo natalizzato/natalizzante).
Il buonsenso non ha quasi mai il sopravvento, sono rituali di automi incapaci di un discernimento: devo andare là in centro con l'auto e i tacchi quest'anno stretti perché devo comprare il terzo paio di scarpe per l'anno prossimo col tacco largo.
Un* ci va in Cayenne e la parcheggia fuori da Gucci, l'altro ci va in Y10 e la parcheggia fuori da OVS, sono gli stessi comportamenti di masse automizzate.
Sono daccordo. .certi riti plastificati di massa sono biecamente trasversali.
EliminaNon amo la moda per lo più me la invento. Milano l'ho vista di fretta mi riservo una risposta in merito.
RispondiEliminaBuona giornata U.
Lo confesso, uomo: quando scrivi così fatico a capire (non capisco: ti e' piaciuta? Non ti e' piaciuta? E' uno smeraldo? )
RispondiEliminaIo non conosco bene Milano e ci sono stata questo autunno: mi ha stupito per come e' ben messa, verde, vivibile. (Preciso che ne ho visto una piccola parte e per soli tre giorni, e che al momento vivo nella "steppa" in zona (grosso modo) medio oriente, quindi ogni accenno di verde mi sembra una foresta, e ogni mezzo pubblico un lusso)
Certo avra' anche lei i propri problemi, più o meno grandi, che un turista non vede. Ma davvero mi ha impressionato per come sia verde-bella-vivibile.
E quando farai la nuova toccata e fuga a Milano?
La metafora smeraldo contornato di merda pensavo fosse chiara, nuvoletta.
EliminaNon ho piu' sentito _roli a parte i messaggi di auguri per il nuovo anno.
Ecco, era questo che cercavo di _rroli.
EliminaPartirei col dire che Milano e i milanesi hanno un loro modello di vita e si essere che viene da lontano...è la sua storia a mostrarne le diverse anime...certo oggi direi è la citta d'Italia più internazionale; e sinceramente non ci vedo niente di strano che ostenti diversità rispetto a tante altre bellissime città dello stivale.
RispondiEliminaLe sfilate, le mostre ecc. sono Milano,sono i milanesi coscienti e non delle capacità di una metropoli quale Milano E'.
Certo se parliamo di Milano pensando all'ecologia, chi sta meglio di essa? ma questa è una riflessione che non spetta solo ai milanesi...va rivolta a tutti cittadini, politici,industriali. Che dire? Chi non ha colpe scagli il primo fulmine, ma attento il fulmine non ha oreferenze verso chi colpire è random. Ecc.
Da terrone di terra e cultura mediterranea Messapica, dico che milano è anche l'unica metropoli veramente europea...antieuropeisti permettendo.
Buona giornata UUIC...spero senza inutili polemiche.
> se parliamo di Milano pensando all'ecologia, chi sta meglio di essa
EliminaMmmh, meglio!?
Le città sono strutturalmente antiecologiche, le grandi città sono ancora peggio.
Non c'è alcun dubbio che Sondrio o Rovigo siano messe meglio di Milano, direi.
> antieuropeisti permettendo
Come no global io sono parecchio antiquesteuropeista.
Ad esempio. ad ogni colpo di maglio a questo pericolo strutturale che è il trattato di Schengen, io godo come un criceto.
Più muri, più barriere, più confini.
Lo avevo gia' scritto da tempo.
Un schietto confronto, Daoist, è utile e fruttuoso.
Io amo Milano, non mi stanca mai.
RispondiEliminaQuale Milano tra le molte?
EliminaMa quando sei venuto qui pirlone?
RispondiEliminaPrima di natale, la sorpresa a _rroli che era influenzata, Francesco.
Eliminama io avevo capito che era di Siena.... bah, mica è facile seguirti !
EliminaBeh, vedo che in qualche modo il fatto di non riportare troppe info su luoghi e persone ha qualche utilità.
EliminaVa il Lorenzo....
RispondiEliminaLa Premiata Forneria Marconi... quante volte ho suonato quei pezzi! M'è perfino capitato, in diverse occasioni, d'accompagnare alle tastiere Bernardo Lanzetti (un bell'elemento! :) ). Peccato che sia roba che sta marcendo sotto strati e strati di passato sempre più profondo, era roba di qualità.
RispondiEliminaDell'umanità non credo, ma il tempo è senz'altro il peggior nemico d'ogni individuo e di tutto quel che fa. Per di più, un nemico letteralmente invincibile.
Mi piace la proposta musicale/visiva che proponi...fa vivere la Milano dei milanesi anche ad un terrone come me che della propria vita ne ha vissuta l'80% proprio a MILANO. Buon 2016
RispondiEliminaTra l'altro, Daoist, anche Di Cioccio non è che fosse proprio milanese...
RispondiEliminaElio e le Storie Tese... a parte qualche caduta di stile dovuta a puri calcoli "di cassetta", sono dei musicisti coi controfiocchi e fanno musica mica poi così demente come vorrebbero far credere! Ci sono pezzi che farebbero venire il mal di testa a fior di musicisti cosiddetti "d'alto profilo". Diciamo che, nell'insieme, potremmo paragonarli ad una versione polentona di Frank Zappa.
RispondiEliminaStasera sono stanco e non ho voglia di "impegnarmi" per ascoltare rock che sapete non mi piace, quello apparentemente demenziale di Elio men che meno. Non me ne vogliate.
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