Ebbene, sia referendum.
Il colpo di mano della pseudo democrazia ad assetto variabile (decidete voi quando siete d'accordo con me, altirmenti decido io perché siete emotivi) non passa, anche se i baciaculo del capo della banda bassotti rigirano il senso delle parole come nella loro miglior peggiore tradizione.
Sì!
Sì!
Sì!
Sì!
Godo.
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Resta da vedere l'alternativa. La Germania può riempire l'atmosfera bruciando carbone visto che ne ha a tonnellate. Gli USA invadono un paese quando gli serve il petrolio, insieme a GB e Francia. Vedo un futuro senza nucleare e con più guerre per noi. Il solare resta un'utopia per chi guadagna 1000 euro al mese e ne dovrebbe sborsare da 15000 a 25000, senza contare la manutenzione. Comunque chi ha i soldi sta coprendo migliaia di ettari coltivabili coi pannelli solari visto che li strapagano, e la mafia al sud controlla l'eolico. E io comunque preferisco ancora mangiare qualcosa di diverso dai pannelli solari.
RispondiEliminaComunque, c'è sempre il quorum da raggiungere.
Più che altro è abbastanza ignobile che si voglia trasformare in battaglia politica contro l'attuale governo qualche cosa che dovrebbe andare ben oltre.
RispondiEliminaPersonalmente, per quanto i referendum siano di fatto una spesa inutile dal momento che nessuno ha alcun obbligo di seguire la volontà espressa, andrò a votare, con le mie riflessioni e le mie scelte, comprese quelle impopolari.
x AntiBoscevico:
RispondiEliminaCi sono considerazioni
o - filosofiche
o - politiche
o - tecniche
o - sistemiche
su quanto sia nefasto il paradigma energetico nucleare.
In due parole: si tratta dell'ennesima pseudo tecnologia modernista introdotta per risolvere i problemi della crescita e che ne introduce di peggiori che ci si illude verranno risolti da non si sa quale (dopo 40 anni) da quella successiva. Un paradigma ai limiti del religioso che cerca di evitare, di scandare, di demonizzare un concetto molto semplice: I limiti dello sviluppo (mi sorprende sempre in quanto quando cito quegli studi (dell'acqua calda, in effetti) i comunisti si incazzano dicendo che il MIT e Aurelio Peccei erano dei fascisti, quando lo cito ai destri e ai cattolici si incazzano dicendo che quelli erano degli ambientalisti e dei malthusiani. Io rido... l'aritmetica comunista o ambientalilsta... che sciocchezze!).
In altre parole l'ennesima diavoleria a sostegno della crescita del tumore.
x Alahambra:
Non c'è nulla di più politico nel senso migliore del termine (la Politica) di scelte che riguardano beni vitali, l'energia e l'eikos e il nomòs relativi, la legalità.
Questa è la Politica non il ciarpame della caxxia Al potere e le beghe perrenni con i quali i partiti si scannnano (Bersani che ora si incazza per il nucleare solo perché lo fa Berlusconi invece che la sua Parrocchia Democratica è orrendo).
L'altro demente di Lupi dice che questi referendum non devono comportare alcuna conseguenza politica. Ma questi mediocri, cosa intendono per politica??
Spese inutili.
Considerati i costi spaventosi del baraccone del potere, tacciare i referendum, unico piccolo segno di democraazia diretta in questa oligarchia camuffata come costosi è paradossale. Sarebbe come uno che si incazzi per il consumo di ossigeno di un mozzicone ancora acceso quando ha appena incendiato il fienile.
Impopolari? Seguirai Bagnasco e le sue litanie pro crescita e pro nucleare che hanno dato corpo al libretto Energia per il futuro, opera della CEI e distribuito tempo addietro nelle parrocchie e nelle chiese a favore del nucleare?
Seguirò, come sempre, quello che mi dice la mia testa dopo che mi sono informata a dovere.
RispondiEliminaE comunque la parte fondamentale di questo referendum non è certo il nucleare, quanto l'acqua. Di quella però stranamente non parla nessuno.
Mh
RispondiEliminaVeramente ho avuto l'impressione che parlino moltissimo dell'acqua, qualcosina del nucleare e zero del legittimo impedimento.
Ah, dimenticavo. Mi fa abbastanza ridere parlare di democrazia diretta quando si tratta di referendum, quando è scritto nero su bianco che il governo non ha obbligo alcuno di seguire le indicazioni che i cittadini danno. Non è molto diverso dal panem et circenses che un paio di millenni fa i nostri antenati romani propinavano alle folle per ammansirle. Il sistema non cambia, cambiano solo gli strumenti.
RispondiEliminaMi interessa assai poco, in questo contesto, quale sia la spesa del baraccone, che rimane assolutamente eccessiva, ma che poco ha a che fare con il concetto generale di spesa inutile.
Alahambra
RispondiEliminaLa democrazia diretta ha pro e contro.
La baracca che abbiamo ora e che è agli antipodi della democrazia diretta ha pro e contro.
Il panem et circenses è straordinariamente pervasivo e presente nella ATTUALE gestione del potere.
Sono assolutamente d'accordo: questa democrazia diretta fa ridere i polli, basta una qualsiasi scoreggia legislativa e salta.
In Svizzera funziona tutto molto diversamente, a partire dal quorum che là semplicemente non esiste.
Ho capito che a te non piace questo e quello, che consideri inutili i referendum.
Ma proprio non ho capito quale sia la tua proposta.
Intendi che la roba rappresentativa basata sui partiti (e ora sull'azienda) ovvero l'attuale sistema assai lontano dalla democrazia diretta va bene?
Oppure quale sarebbe il sistema di gestione del potere che Alahambra realizzerebbe se avesse la bacchetta magica?
Io non sono favorevole alla democrazia, considerato che è un sistema che fa acqua da tutte parti e continuiamo ad averne prove su prove. La democrazia funzionerebbe se tutti avessero una coscienza, se tutti ragionassero, se tutti fossero preparati. Stante che così non è, la cosa non funziona.
RispondiEliminaA me piacerebbe una bella tirannide alla Grecia antica, tanto per capirsi.
Öllamadonna, Alahambra, siamo quasi d'accordo.
RispondiEliminaE' il quasi che ci frega.
Anche io ho assai poca considerazione su sta roba e condivido i pensieri di Massimo Fini sulla democrazia (e su 'sta roba rappresentativa indegna che si spaccia per essa) e anche il suo pensiero sulla tirannide.
La democrazia senza informazione, discernimento, partecipazione, diritti e doveri (questa parola è un nuovo tabù), impegno diretto è come un'automobile senza ruote o senza motore.
C'è un piccolo problema di scala (v. le piccole patrie di Massimo, la democrazia dei comuni o del villaggio).
La piccola scala permette l'unica forma decente di agorà.
E' poco più che un'autarchia diretta.
Appena la scala aumenterebbe inizierebbero ad esserci i casini.
Ad esempio la tirannide che piacerebbe a me in termini di famiglia, riproduzione, sessualità e contratti tra persone e quella che piacerebbe a te sarebbero quasi certamente incompatibili.
Allora cosa fare se la tua tirannide piace a te ma non a me e se la mia tirannide ti provoca crisi di orticaria?
Semplicemente molte cose non si potrebbero normare (e quindi neppure giudicare).
Ecco il libero arbitrio delle persone.
Di fatto un ritorno all'etica.
Certo che detto da te che doveri è una parola tabù fa abbastanza ridere, Uomo.
RispondiEliminaQuanto a tutto il resto del discorso, io non ho detto affatto che è un sistema proponibile, ma che è quello che piacerebbe a me, il che fa una hrossa differenza. A me fa raccapriccio il fatto che persone prive di ogni genere di discernimento possano decidere anche per la mia vita attraverso il voto, così come mi fa raccapriccio il fatto che siano quelle stesse persone che accusano me di non pensare e di essere berlusconiana solo perchè vado un po' oltre le apparenze delle cose.
Alahambra, io ho un senso fortissimo del dovere.
RispondiEliminaAnche per questo pretendo ho sviluppato un ottimo e grande senso dell'eogosimo: visto che io mi sbatto per i doveri che competono a me, per favore tu/voi non chiedete a me ciò che in realtà corrisponde ad un vostro dovere. Insomma, non ho alcuna voglia di sostenere né di aiutare persone che non fanno la loro parte e che "scaricano" su altri.
> A me fa raccapriccio il fatto che persone prive di ogni genere di discernimento
> possano decidere anche per la mia vita attraverso il voto
Beh, utilizza un approccio cinico.
Considera che ora le persone delegate (i rappresentanti) invece che ottemperare agli interessi degli elettori ottemperano ad interessi personali, ad interessi di poteri che quasi sempre sono incompatbili con i tuoi, col bene comune e, soprattutto, con i limiti ecologici e temporali.
Ci sono osservazioni molto interessanti di Jared Diamond sul conflitto tra interessi personali e/o a breve termine dei mestieranti del potere e gli interessi della comunità e a medio lungo termine.
E' una delle cinque cause di collasso delle culture.
Ah beh, allora si che mi consolo: o fanno quello che una massa di gente che considero inutile ha piacere che facciano, oppure fanno quello che pare a loro.
RispondiEliminaIn cinismo mi aiuta solamente a discernere la realtà senza tante sovrastrutture, non certo a farmela piacere.
la realtà è complessa, Alahambra.
RispondiEliminaE può non piacere.
Il paradigma del nucleare esercita moltissimi di queste worst practices dell'antipolitica e delle dimensioni del potere e dell'antipolitica.
Solo in una piccola realtà, a livello comunale o di villaggio puoi esercitare il tuo potere democratico, il controllo relativo.
In una realtà piccola, in una piccola patria (o matria! ;) possibilmente autosufficiente ovvero autarchica, semplicemente, il nucleare non può esistere, non avrebbe alcun senso.
Ecco un sistema di potere a sicurezza passiva: non puoi pianificare neppure i grandi disastri perché non ci sono le dimensioni per farlo.
Il conflitto tra gli interessi del capo (quale) e i membri della comunità sarebbe continuo e la comunità lo controllerebbe strettamente.
In realtà si vede come nel collasso di molte culture è proprio la delega e la presenza di parassiti (capi, sacerdoti, guerrieri, ovvero i membri della cleptocrazia) estraniati dalla polis e con interessi conflittuali con essa è stata una delle principali concause di collasso.
La realtà è complessa.
Troppo.
Dimensioni disumane.
In termini relilgiosi che forse ti sono affini, stiamo ricostruendo una torre di babele.