martedì 24 dicembre 2019

Oratorio di Natale

  • Io ti conserverò diligentemente,
    io vorrò con te
    vivere qui,
    e poi dipartirmi con te.
    Con te desidero innalzarmi alla fine
    colmo di gioia
    per sempre
    là nell'altra vita.
    33 - Corale 
Questo è il primo Natale da qualche anno che non lo passerò con UnBipedinone. Ho lavorato tutto il giorno e ora arriva il tempo per qualche riflessione.
Quando andavo in Germania, con sua madre, i suoceri ci portavano tutte le  volte al Weihnachts Oratorium di Johan Sebastian Bach, verso le diciassette. A quel tempo era un po' una una forzatura della mia inerzia, anche se, poi, in chiesa, le note e il canto corale di Bach mi vincevano. Corni inglesi e organo sono i grimaldelli che Bach utilizza con maestria per aprire ogni porta corazzata e arrivare al nostro nucleo emotivo, intimo.
Passano gli anni e anche la mia anima cambia. Oggi l'ho ascoltato tutto, questa maestosa introduzione a questa festa della famiglia, dell'oscurità niziante a morire nella luce, introduzione al rito della nascita del sangue del nostro sangue.
Complice l'assenza di UnBipedinone e questa solitudine operosa ho quella predisposizione d'animo introspettiva e con un leggero velo di malinconia che è un buon viatico a vivere queste ore con emozione.
Penso a tutte le persone che non hanno avuto la grazia di avere un figlio. Da sempre noto alcune tanghere senza figli, così inquiete... Questo è il momento del focolare, di quella vicinanza d'anime e di affetti (e pure di odi che vengono insieme, o tutto o nulla) e del sangue, della carne, del fuoco, di mamme, di papà e di noi figli. Vivo il paradosso di essere, stasera, lontano dai miei cari ed essere loro così vicino.
Un pensiero, allora, a coloro che, nel loro sacrificio, per alcuni o forse molti inconsapevolmente  ecologico, non hanno discendenze e un Buon Natale per loro più sentito.


9 commenti:

  1. Bel post di maturità, Uomo.
    E grazie del pensiero finale, io sono proprio nel gruppo umano dei destinatari del messaggio.

    ===

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  2. Io non ho figli, non è che le persone che li hanno mi sembrano migliori di me. Cerco di limitarmi nell'inquinare, ma vedo che le persone che hanno figli e nipoti spesso se ne fregano altamente.

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    1. L'umanità è connaturatamente sporca e sporcacciona.
      L'educazione serve proprio a limare queste pulsioni naturali infantili.
      C'è mancanza endemica di educazione, nell'ex-Belpaese. I genitori troppo spesso assomigliano ai figli, anzi ai figli piccoli.
      C'è un conto da pagare, e in qualche modo dovrà essere pagato, in qualche modo viene già pagato.
      Mica se ne accorgono, gli incapsulati nella bolla psicologica dell'Eterna Infanzia.

      Sarà bello.

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    2. Un paio di venerdì fa sono andato alla presentazione organizzata dagli anarchici del GAS di un libro anti-decoro / pro-degrado.
      Ho litigato pesantemente. Anche sull'infantilismo hodirittoanoncontrollareimieisfinteri [e tu brutto cattivo sei fasciofassista perché ti lamenti - omissis].
      Sarà bello, sì sì!
      Vivo in un mondo di dementi. :(

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    3. :(

      Ma cura te stesso, mantieniti sano.

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    4. Sara, osservo che tu la metti sul migliore - peggiore
      Non ho argomenti su questo.
      Io osservai inquietudine e di questo ho scritto.

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    5. È un argomento complesso, vedi la Repubblica di Platone.

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  3. Questo post è un tantino demenziale.

    Io non ho figli e non succede perché ho pianificato in omaggio a deliri distopici di pseudo-ecologia, succede perché per avere dei figli devi preparare il contesto adatto ad accoglierli e crescerli. A me non è riuscito di preparare il campo, di seminare e di curare la pianta, quindi non sono maturati i frutti.

    Da questo derivo il fatto che se le persone senza figli appaiono più o meno problematiche, questo è la causa, non l'effetto, della mancanza di figli.

    La regressione infantile indotta dal condizionamento è un altro paio di maniche perché è un fenomeno molto recente, ha solo qualche decennio.

    A Sara si risponde nella maniera più semplice e ovvia: quello che ti sembra, Sara, non conta niente, perché non sei tu che puoi valutare/giudicare te stessa. Vale lo stesso per quanto riguarda valutare/giudicare gli altri ma in aggiunta c'è il "paradosso dell'osservatore", per cui chi osserva fa parte del fenomeno osservato e quindi influenza l'oggetto della osservazione mentre osserva.

    UCoso, fammi capire: tu vai ad un convegno di pazzoidi e poi ci litighi? Questo significa che tu sei più pazzoide di loro. Non tanto perché le conclusioni sono contenute nelle premesse ma perché mi sembra ovvio che tu non sei ancora riuscito a fare i conti con... non so come definirlo, diciamo il "progressismo" in senso lato. Continui a rimestare il torrone nella apparente convinzione che il prossimo giro di mestolo sia minestra di fave.

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  4. [ Ri-postato sul mio ].

    E Buon Santo Stefano a te, Uomo, e agli avventori di questo sito informatico.

    ===

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