lunedì 30 maggio 2016

_mlero

Ieri ho passato quasi tutta la giornata con _mlero.
Dovrei scrivere una pagina obesa su quelle ore fuggite, ma trattengo i flutti.

venerdì 27 maggio 2016

La capa e le panze

Insomma, ieri un caro amico e compagno delle superiori, mi ha convinto di andare ad una partita, gara cinque, dei play-off di pallacanestro, serie A2. Io giocai nelle giovanili di quella squadra e non è che il mio amico _ppe, compagno di interi pomeriggi ai campetti del basket, abbia faticato molto a convincermi. Partita vinta bene, buona pallacanestro, ma non volevo entrare nel tecnico.
Piuttosto osservare che sono tornato a casa con una capa così. Che _ppe mi ha portato proprio nel cuore degli irriducibili, sostenitori organizzati in modo altamente tecnologico ed energetico con quattro tamburi, megafoni, microfoni senza filo, addirittura casse con amplificazione. Zio cotica, un'alluvione di decibel per tutto l'incontro da uscire 'mbriago.
Osservavo che i capetti della tifoseria, per fomentare il tifo, per comandarlo, hanno dato le spalle all'inconto, rivolti alla gradinata, per almeno un terzo della partita. Io penso che se si fosse trattato di pallamano, pallavolo, di zirudela o rugby o qualsiasi altra cosa, sarebbe stato esattamente lo stesso.
Io sorridevo ad osservare quei bravi signori lasciarsi andare. In effetti questi riti tengono memoria ormai lontaaana, sbiadita di lotte, di passioni, di piaceri marziali, del sentirsi uniti e forti.
Sono lontano ormai diciotto anni da quella città e ancora più dalle abbuffate cestistiche: così, improvvisamente, ho visto un tot di personaggi del campetto coi canestri dell'oratorio, quelli che vedendo la mia passione e che in poco tempo ero diventato assai fighino, mi convinsero di andare alle selezioni giovanili di quella squadra, la Grande Squadra della città, di quella parte della regione.
Beh, ho visto un tot di panze piuttosto importanti, testimoni di trent'anni passati, _ppe ed io che abbiamo un fisico tenuto assai bene, che facciamo ancora una vita molto intensa e con molto movimento fisico, eravamo due adoni lì  dentro. Beh, dà soddisfazione.


Con un buon calice?



Dunque Trump è il candidato dei repubblicani negli Stati Uniti. Questo avviene dopo lo straordinario successo dei liberali austriaci che sono arrivati al 49,7% nelle ultime elezioni presidenziali nel "regno orientale". In questo caso si è riproposta e rinnovata, ampliata la frattura tra la cultura, quella rurale, del mondo fenomenico, legata alla realtà, alle leggi fisiche e biologjche della natura, e la incultura, quella dell'artificiale urbano (nel caso specifico viennese) e le sue degenerazioni e patologie babeliane. Siamo tornati  alla hybris illuminista e alle stragi vandeane, poi a quelle sovietiche dei kulaki, a quelle khmer dei contadini cambogiani.
Nel mio percorso di disinquinamento dal progressismo tecnoteista, dall'ugualismo e dal mondialismo, sostituzionisti e panmixisti e delle strampalate teorie che questo mondo assume come assiomi (visto che si tratta di una nuova religione sarebbe opportuno usare il registro religioso e quindi dogmi) ritorno al pensiero di uno dei fondatori di Greenpeace e degli studiosi di ecologia profonda e cioè che le città e l'urbanità sono fenomeni massimamente antiecologici, tra i più antiecologici.

Angelo Panebianco attaccato fisicamente dalla merda squadristica rossa, quella dei collettivi Hobo Haram e feccia simile pone oggi alcune critiche all'acquina di rosa nel suo editoriale, Le elite,  le castalie paramassoniche, paracomuniste, cristiane e islamiche che lavorano contro gli elettori (il mondo urbano contro quello rurale aggiungo io), nel loro progetto di società globalizzata, frantumata, a scoppio sono un problema di antiecologia sociale e culturale sono la causa dei populismi (termine stravolto dalla sua accezione originale, uno dei mille mila disastri dell'artificializzazione e adulterazione della realtà dovuta all'urbanismo) e la alimentano.

In queste settimane ho letto con attenzione Il Primato Nazionale, il quotidiano in linea del nuovo fascismo e mi sono reso conto che, oltre a varie ottime idee, la base ideologica è comunque

  • dirittista nazionale;
  • globalista di media scala, ostile alle piccole patrie;
  • non poco progressista, tecnoteista (futurista);
  • crescitista  e natalista;
  • ferocemente contraria al pareggio di bilancio (uno dei primi criteri di sostenibilità);
  • dipolare o schizofrenica rispetto all'ideale e alla cultura (germanici) del rigore;
  • antiecologici per antagonismo ideologico ai cocomeri;
La violenza settaria dei comunisti contro i fascisti è una delle forme di competizione più violenta che è quella tra specie simili, in questo caso tra due forme di socialismo. Continuo a ritenere il fascismo un male minore rispetto al comunismo e a guardare con molto più interesse alla decrescita ecologica, localista, identitaria, restauratrice (di destra quindi) delle piccole patrie di Alain de Benoist, di Massimo Fini,
Ora la questione nel progetto di collasso sociale in corso è la seguente: gli europei riusciranno a destarsi da ottundimento e plagio dovuti a decenni di catechesi marxista, in tempo, prima che la politica del fatto compiuto sia troppo in là, prima che si arrivi a una libanizzazione, ad una sirianizzazione, ad una sarajevizzazione esplosive?

Il fatto positivo
In molti paesi europei e non solo ci sono segni di una presa di coscienza e di un cambio radicale di voto da parte di molti elettori che si rendono conto della estrema nocività del progetto mondialista e di quello distruttivo di sfruttamento e annientamento della media borghesia e delle classi subalterne da parte dei papponi sacerdotali marxisti  (qui cattocomunisti, altrove protestancomunisti) straordinari millantatori a parole di difendere interessi di poveri e proletariato locali e incredibili attuatori dei più virulenti progetti a loro danno.

Il fatto negativo
L'urbanismo tumorale è alimentato dall'invasione sostituzionista e porterà masse ancora più grandi ad uno sradicamento dalla realtà (natura) ancora più grave e alle patologie che ne derivano.

Potrei festeggiare con un buon calice la straordinaria affermazione dei liberali in Austria e di Trump tra i repubblicani o sarebbe prematuro? Ora passo a tifare per la Brexit, per l'indipendenza catalana, scozzese, sudtirolese. La gran boccia la terrò per il patatrac della nefandezza di Schengen e quando ci saranno i primi segni di contenimento prima e di riduzione poi de Il Problema.

mercoledì 25 maggio 2016

Dov'è l'eroina? - 5

(Dov'è l'eroina? - 4)

La mamma sta relativamente un po' meglio ma rimane uno straccetto. Dopo la contrarietà  iniziale ora desidera che mercoledì (1 giugno) arrivi quanto prima. In effetti c'è una dimensione psicologica da affrontare: prendere atto che si ha una "massa" ostile dentro di te, che tende ad allargarsi di giorno in giorno a tuo scapito, togliendoti vita, vitalità, funzioni e che la chirurgia, per quanto cruenta,dolorosa, è un intervento di asportazione del male, Oliver Sacks parlava di  dolore epicritico, quel dolore quella sofferenza che sono la manifestazione di un processo di guarigione (a differenza del dolore protopatico che è distruttivo, debilitante, patologico in sé). Oggi ho letto il referto: adenocarcinoma ulcerante del colon ascendente con anemia sideropenica (vado a memoria potrebbe esserci qualche imprecisione).
Comunque si è un po' ripresa, un piccolo miglioramento relativo. Oggi è tornata a brigare qualcosa in casa. Io penso che le faccia anche bene. Ella si stanca subito e questo la indispettisce: una volta facevo tutto da sola...
L'eroina non è che sia (stata) sempre tutto rose e fiori e il carattere è forte non solo nelle cose positive.  Papà e mamma hanno ripreso a battibeccare, qualche volta, in questi giorni. Ci vuole molta pazienza, nella convivenza, un lavoro su se stessi, sui propri limiti e contenere l'ego del prossimo, oltre che il proprio. Stasera andrò a Milano a tangheggiare e la mamma si è indispettita: è che per lei io rimango un suo bambino che dovrebbe essere a disposizione e non andarsene e far tardi. Solo che io aspetto che siano a casa mio fratello e papà in modo che sia doppiamente badata.
 Il battibeccare è forse un segno di miglioramento, per quanto piccolo.

Figlio papà

Stare vicino ai miei veci ha fatto sparire lo struggimento e i patemi d'animo della lontananza come nebbie al sole.
Fare il badante/accudente è un lavoro che usura. Usura la pazienza, rompe l'organizzazione del tempo, spezzetta la giornata. E porta via molte ore.
I nostri vecchi genitori tornano bambini, con le loro abitudini che talvolta sono i loro capricci ma vogliono rimanere genitori.
Insomma, la vita è ripresa e io mi trovo per qualche giorno a fare il figlio papà. Ti è richiesto ubbidienza e rispetto come figlio ma anche un impegno come adulto, come papà di tua mamma, di tuo papà.
Mettendo da parte l'ego e tornando flessibili molte cose si risolvono. In fin dei conti è anche un esercizio, specie per i singoli libertari impenitenti come me che hanno perso da tempo la disciplina e l'esercizio della convivenza.

Bombardamento telefonico



Qui a casa dei miei è un bombardamento di chiamate commerciali e promozionali sul telefono fisso di casa, una cosa pazzesca, da incubo, Con uno sono stato piuttosto ruvido ma non non è servito nulla perché dopo mezzora hanno ripreso. Adesso verificherò se i miei sono iscritti al registro delle opposizioni checontapropropriouncazz.
Questa è la violenza sorda, schifosa di queste merde di organizzazioni economiche a scopo di sfruttamento. Frantumare i coglioni di poracci che hanno mezzi scarsi o nulla per difendersi, arruolare persone da mandare in battaglia contro i privati. In fin dei conti, è tutto come nel passato, come nella prima guerra mondiale, capoccioni obesi e boriosi che mandavano al macello migliaia di poracci, Fare gli eroi, i fighi, con le vite degli altri.
Se fossimo in un paese serio, con azioni di classe pesanti, come negli Stati Uniti, smetterebbero con queste molestie economiche aggravate e continuate.
I kompagni sìglobal hanno creato  questa Europa del capitale, sovraordinata e di queste faccenducole dei piccoli se ne disinteressano, Del resto, lavorano regolarmente contro di loro a partire dalla accoglienze forzate imposte coercitivamente ai territori.

tangay, queer, lgbt (manineicapelli)

Così per curiosità, ho consultato l'agenda di faitango per gli eventi in regione.
Nella città da cui scrivo, stasera nessuna milonga, domani a Milano, una sola milonga.
Quando mi trasferii dalla Lombardia all'Emilia, nel 1998, una delle cose che ci allettava era lo spirito emiliano al quale contribuisce anche una passione per la danza e i balli (Ferrara piccola capitale della danza contemporanea, Reggio Emilia di quella classica). Questo è evidente anche nel tango.
C'è anche da dire che in alcune regioni Faitango è usato poco o meno. Quindi prendere tutto con le pinze. Anche se, _tta, tanghera di questa città che ho contattata, sconsolata, mi diceva che qui non c'è nulla di buon livello.

Curiosando tra gli eventi, sono arrivato a questa pagina, TanGay e tang queer lgbt e quindi a questa.
  • rompendo gli schemi codificati tipici delle danze sessiste
  • incentivare processi integrativi sociali e a contrastare fenomeni di discriminazione, omofobia, transfobia ed esclusione sociale
  • l'avanzamento del grado di eguaglianza di tutti i cittadini e di civiltà

Io mi chiedo a quale grado di demenza si possa arrivare per scrivere delle quantità tali di cacca ideologica del genere, Comunque, nulla da stupirsi, visto che si tratta della stessa roba per cui i robosessuali avrebbero il diritto di schiavizzare delle donne forno per i loro capricci di progettazione, fabbricazione ed acquisto di piccoli oggetti umani,

Danze sessiste
Processi integrativi sociali
Avanzamento del grado di uguaglianza

Pensare che 'sti poracci si pensano colti e intellighenzia. Nel 2016. Siamo veramente fottuti!
Andate là e fate presente a questi invasati fondamentalisti la quantità di stupidate, la plastica che stanno scrivendo e osservate come essi rispetteranno la loro uguaglianza ugualista e la vostra diversità.
Ecco, prendete il tango, come l'eros, omogeneizzatelo, politicamentecorrettizzatelo e poi vedrete che buon gusto avrà la mappazza frankesteinica. Buon appetito!

domenica 22 maggio 2016

Dov'è l'eroina? - 4

(Dov'è l'eroina - 3)

Il nostro straccetto si è ripresa un po' dopo le due trasfusioni. Si è rimpicciolita, che quando diventiamo vecchi torniamo piccoli come i bambini, la voce sottile, il tremare delle mani. Una delle sue fatiche è l'accettare la propria pesante, subitanea regressione fisica,  funzionale.
"Fino a qualche settimana fa ero attiva, facevo questo e quello e ora sono qui, senza forze, coi muscoli che evaporano a star ferma a letto." Comunque ha ancora volontà e si è imposta di camminare per trecento passi al giorno e questo tentativo di resistenza nutre le nostre stima e ammirazione ma anche mi commuove perché vedo la nostra eroina, così fragile ormai, forse un po' patetica nel suo aggrapparsi, al combattere per la salute, per la vita.
Stamani stava meglio, dopo  una bella dormitona e con il riposo sono arrivate le forze ed è diventata ruvida quando ha detto che non saremmo proprio dovuti andare a trovarla stamattina.
Nel pomeriggio, verso le quattro, eravamo in quattro intorno a lei: mia sorella, papà, UnRagazzo e io. La mamma si stupisce di essere così ben voluta, così amata. Ad un certo punto, si è commossa, si è messa a piangere in silenzio. Siamo diventati tutti cakomolli, la commozione rompe corazze, apre varchi. Cercavano di distrarla, forse impauriti da questo lasciarsi andare, com-muoversi corale.
Io penso che ella abbia lavorato bene e duro nel campo della Vita. Ora, che la festa sta finendo, e che non manca più così tanto all'accommiatarsi, raccoglie, in silenzio, ciò che ha seminato.

Nell'ospedale ultracattolico, cristi e madonne ovunque, organizzato eccellentemente, a piano terra c'era una frase di questo orribile papa mondialista, sìglobal sulla misericorda che faceva, più o meno qualcosa come "La misericordia è dare la speranza di essere amati comunque, sempre." Devo dire che mi ha colpito, ha fatto varco nella mia ostilità razionale a questo devastatore sociale. E' che quello è un altro mondo, un altro regno.
Se le cose vanno come devono andare, da martedì a sabato tornerò a casa dai veci, per assistere la mamma e aiutare, anche il papà che ha la testa che inizia a perdere qualche colpo, visto che lo straccetto verrà dimesso qualche giorno prima dell'operazione di mercoledì uno.


Simpatia e bello esotico



Ieri sera, dopo cena, sono uscito a fare due passi. In questo fine settimana in quella città (ora scrivo da casa) ha ospitato vari eventi concomitanti e, tra quelli, uno è stata la notte bianca. Folla ovunque, una marea di persone per le vie della città: in alcune piazze alcuni palchi con musica da ballare commerciale, un'altra piazza del rock schitarrato a manetta (per me forse pure peggio), molte vie piccole con gente gaudente che sbaffava e beveva. Prima serata estiva, molte persone (ancora bianchicce) vestite come se stessero passeggiando sul lungomare. Devo dire che l'occhio viene molto colpito dalle femmine quando esse diminuiscono, a inizio stagione, i centimetri quadrati di tessuti che le coprono. Un po' viziato dall'ambiente milonghero, non ho visto (molte) donne belle.
Invece ho visto parecchie donne, alcune così così altre proprio bruttine accompagnate con stranieri, giovani stranieri scuri, quasi tutti ragazzi belli e decisamente più belli di loro.
Io penso che la piazza dell'eros sia un po' come il mercato del lavoro: offerta e domanda, tra maschile e femminile, che non si incontrano. Maschi che cercano e vogliono femmine belle, femmine che cercano e vogliono maschi potenti. Ovviamente non ho alcun dato, solo una sensazione personale che io stesso metto lì un po'distante e che smentisco subito. Durante l'andata, sabato, ad un'area di sosta, sull'Autobrennero, UnBipedinone scende e va in bagno, arriva una Multipla targata RE, scende un giovane uomo, poi i due bimbi ed infine la mamma. Ecco, mentre egli era veramente un bell'uomo, alto, bel viso, corpo atletico anche se appesantito da qualche centimetro familiare, ella era bassa, brutta, larga e io non ho potuto non chiedermi come quel bell'uomo si sia potuto accompagnare a un tale cesso. Sarà stata simpatica! mi fa UnBipedinone.
La simpatia e il bello esotico: colmano i buchi, il vuoto in mezzo.

venerdì 20 maggio 2016

Dov'è l'eroina? - 3

(Dov'è l'eroina? - 2)

Dunque la mamma ha un tumore all'intestino. Ieri le hanno comunicato che verrà operata il primo giugno, ho annullato la mia uscita in Val Grande a partire dal due. Non potrei sopportare di essere lì dentro, isolato per quattro giorni se ella dovesse morire. E' così debilitata e temo che l'operazione o il suo decorso abbiano esito infausto.
In ogni caso, anche se andasse bene,  la Grande Sorella si avvicina.
Io sto elaborando tutto questo. Ho un ottundimento generale, sono stordito, distaccato da questo mondo, come se vivessi una sorte di catalessi, con un dolore cupo, profondo.
Tempo addietro _dralia mi mandò questo pezzo di Jacob Gurevitsch. Oggi ho ascoltato della musica per il mio stato d'animo, la saudade verde e bagnata come il fado ma ora, qui sotto, torno a ciò che ha iniziato ad accompagnarmi, oggi.
La musica, tra tutte le arti, è quella che più può stendersi sull'anima, come un drappo indaco di seta fine, e seguirne tutte le pieghe.



mercoledì 18 maggio 2016

Mucillagine (sconsigliato)

  • Il fenomeno non è spontaneo [...]. Dietro la Turchia ci sono gli Stati Uniti d'America [...] Come è stato verificato da alcuni servizi di intelligence, per esempio austriaci [...] ci sono delle ONG anglosassoni che pagano i costi di trasferimento di masse di persone [...] dal Centrafrica verso la Libia, il fenomeno viene incentivato e sospinto da precise centrali
    [...]
    George Soros finanzia organizzazioni come quella dei NoBorders.
    [...]
    Immigrazione arma letale del mondialismo: chi vuole disarticolare le società europee, in questo momento, sta utilizzando l'immigrazione di massa forzata [...] per poter arrivare a conseguenze precise: sostituzione di parte della popolazione, annullamento delle identità culturali e nazionali.
    [...] Quando tutti i media ti riportano il bambino siriano affiogato nel mar dell'Egeo [...], gli stessi media che non fanno mai vedere un bambino libico bombardato dalla Nato o un bambino in Siria ammazzato dai gruppi terroristi finanziati dall'Occidente, dall'Arabia Saudita.
    Luciano Lago


Avevo visto la segnalazione di Paolo Borgognone su zentropista. Cercando in rete ero incappato poi in questa pagina: beh, in effetti, come ogni religione ha le proprie commissioni di verifica dell'ortodossia e della censura (qui più sofisticata, meno diretta, sofisticata, come sempre a sinistra) e i kompagni ortodossi sconsigliano.
Sconsigliano? Allora direzione ostinata e contraria perché sto Borgognone deve avere un pensiero interessante, deve riportare alcune cose della realtà che violano la dottrina, alcune osservazioni su questa orribile mucillagine sìglobal.


martedì 17 maggio 2016

Dov'è l'eroina? - 2


Ieri hanno ricoverato la mamma. Diciamo che, dal punto di vista tecnico perché è debilitata e devono farle una serie di esami per chiarire la natura de "la massa" e forse devono trasfonderla, che è anemica e ha perso sangue.
Ho la sensazione che sia l'inizio della fine.
Ella è disincantata: ieri tentavo di dirle che dovrà tornare a casa prima possibile che gli ospedali sono posti dove, di sovente, ci si ammala (di più). Mi rispondeva "Ma cosa vuoi che esca!?".
Io mi sento impotente, incapace di minimizzare; mi accollo il  dolore di non farlo e neppure riuscire di farlo.
Sentivo lo sbattacchiare del cellulare, visto che le tremano le mani.
Poraccia.
Mi fa male. Inoltre, sono lontano, non riesco, per il momento, a vederla anche poco ma tutti i giorni, per ascoltarla, guardarla un po', distrarla, per stringerle le mani.
Ora ci pensano mio fratello, mia sorella, mio papà.

lunedì 16 maggio 2016

Un muso un po' così

Venerdì, come avrete capito, ho fatto l'amore col tango. Sapete che io adoro le more. Così avevo intravisto una bella tanghera carbona e l'ho invitata a ballare. Era come se avessi percepito che fosse un po' mogia in lei Durante il chamuyo, la conversazione spicciola prima dopo le tande, la tipa, messinese di origine, alla mia domanda, risponde che non è affatto patita di tango, a differenza del suo ragazzo (me lo indica, lo conosco per averlo visto in altre occasioni).
Nel ballo non è affatto frequente che in una coppia sia l'uomo ad essere appassionato. Le cose cambiano forse un po' nel tango in cui, il ruolo maschile è decisamente più difficile e ha anche un maggior potere (non parlo solo dal punto di vista tecnico) e la gratifica che ne consegue.
Ieri l'ho rivista e mentre il moroso stava divertendosi era seduta con una faccia così.
Eppure, le donne, possono avere un'arte dello stare sedute in milonga, ci sono donne che ti sfidano, che soddisfano la propria voglia di esibirsi, vulcani sexy in décolleté e con occhi e scollatura da ubriacarsi. C'è un arte dello stare sedute (per poco tempo).
Così con quel visino storto un po' così mi ha fatto tenerezza.

Ieri ci siamo riusciti, dopo sei ore di camminata nella Grande Bellezza, alla fine, in tre di noi siamo andati in milonga, Io adoro questo contrasto pazzesco passare dall'escursionismo, dalla natura, dal ruvido, dal silenzio alla dolce, affollata, frizzante e artistica dolce vita milonghera. Ieri ho vissuto una giornata e mezza in una.


(via santango)

Mi ca no



Milka caramello nocciole.
Ecco, mi sta destabilizzando. Penso che sia molto artificiale, 'sta goduria, la lista degli ingredienti e in caratteri micro e fitta fitta.
Ma io, da qualche settimana, dopo pranzo ogni tanto zacchete! e muoro dalla squisitezza.

sabato 14 maggio 2016

Di felicità

Ed ecco che ti ritrovi sulle sue ali.
Ad essere un'anima sola di due corpi danzanti. Poi ancora.
Il bandoneon torna alla sua funzione primordiale, accompagna liturgie e riti. Di felicità.

giovedì 12 maggio 2016

L'infinito


Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
infinità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi




martedì 10 maggio 2016

Dov'è l'eroina?

Dunque la mamma si è un poco ripresa. Domenica i veci si sono rallegrati un casino della sorpresa che abbiamo fatto loro, mia sorella, mio fratello ed io. Sì sì.
Le radici si rimpiccioliscono e tornano come bambini e poi... spariscono.
Osservavo il suo pallore, le mani che tremavano, il dimagrimento forte. Dov'è la mamma roccia? la mamma eroina? la mamma che sfida ogni stanchezza e inspiegabilmente procede nel suo amore sacrificale materno? colei che sempre sapeva accudire, rassicurare, confortare, coccolare, spronare? la tetta prima e poi la fonte della pappa e del cibo buono? Dov'è finita? dov'è andata?
Ella è rassegnata: si è accorta che in quest'ultimo anno è proprio entrata nella vecchiaia, ciò che toglie le funzioni al corpo, che introduce mali via via più gravi, la senescenza che consuma. Ci possono essere molte oggettive e ragionevoli considerazioni: una volta non arrivavano neppure ai due terzi di quell'età e altre simili. Ma sul piano emotivo è difficile accettare questo scendere verso la fine: perché il prolungamento della vita ha portato seco una dose di illusione, di hybris che si possa essere così per sempre. Così il miglioramento oggettivo diventa paradosso e viene compensato in un bilancio duro, dal dolore di dover prendere atto più tardi della morte, del mistero della vita morte, di un'illusione più lunga che più a lungo si è rafforzata.
Vedi le tue radici invecchiare, rimpicciolirsi e fa male. Mediti su quante volte succederà ancora. Prima o poi toccherà a te.


(sconosciuto, *)

domenica 8 maggio 2016

Noi siamo noi

A proposito di No TAV.
Non male vedere gli  antagonisti No TAV Val Susa e uno dei loro capi, Massimo Passamani, in val Isarco a pestare i tirolesi/austriaci che si oppongono alle ingerenze etniche, allo tsunami migratorio nei loro territori, nelle loro valli.
Noi siamo noi e voi non siete un cazzo.
Se trovavo orribile il silenzio dell'unico partito localista, la Lega, sulla violenza imposta alla Val Susa, trovo perfino peggio questa deriva del movimento No TAV verso vari peggi:"diritto" (?) alla casa, diritto di invasione ma non in Val Susa, intervento armato in altri territori, etc.).
Se la parte razionale rimane, quella empatica è andata.
Stamattina pensavo che mi sarebbe piaciuto mettermi con una balestra sui monti circostanti ed eliminare, silenziosamente, un po' di questi collaborazionisti.

Meno (auto) è meglio

Sto andando col bipede a trovare i miei in Lombardia. Sveglia (sua) ore sei e mezza (io ero sveglio dalle prima delle cinque) ha fatto un muso lungo così. Di carburante e autostrada avrei speso un terzo in meno (l'errore che si fa è di considerare solo queste due voci di costo, le tabelle ACI e similari sono assai più salate).
Perché?
Perché voglio educare mio figlio ad usare i mezzi pubblici, specie considerando l'autossicodipendenza di sua madre.
Egoisticamente, in treno potrò fare varie cose tra le quali dedicare del tempo al diario.
Tra le altre cose, combinazione perfetta di treni ordinari (no TAV ovvero regionali) con i quali impiegheremo solo qualche minuto in più che in auto.
Riconosco al governo Renzi l'eccellenza della proposta di trasformare il bollo come accise. Mio papà è da decenni che sostiene che tutti i costi (assicurazione compresa) devono essere caricati sui carburanti: più usi l'auto, più (ti) inquini, più fai incidenti, più consumi le strade, più crei costi al sistema sanitario, più distruggi il settore agricolo e turistico, etc., più paghi.
Massimo sostegno a questa politica del governo Renzi.
Meno (auto) è meglio.

venerdì 6 maggio 2016

6 maggio 1976

Sono passati quarant'anni da quella sera. Ricordo che la mamma portò mia sorella e me, scendendo a rotta di collo per le scale, in cortile in _rl _lf Straße 1.
Sebbene fossimo a circa duecento chilometri in linea d'aria, la scossa fu violenta e lunga, terribile. Che paura, noi, che disastro là.
I Furlan furono esemplari, onorevoli! Gente dignitosa, austera, con le palle. Hanno avuto a cuore le loro radici e le hanno ricostruite. Fossero tutti così in Italia.


giovedì 5 maggio 2016

Ladri di metà

  • La differenza tra ambientalismo ed ecologia è la stessa che c'è tra Walt-Disney e la Natura.
    Un uomo in cammino.

Se li avessi incontrati prima, tango e arti marziali, mi sarei buttato in loro subito. Sarei diventato più estremo, tenero amante di donne tra le mie braccia, lottatore, combattente, educatore civico diretto, picchiatore, squadrista idealista (potere aggiungere tutti gli insulti delle zecche, ora capisco che sono tentativi di insulto che descrivono cose degne, di valore), vorrei essere celerino e andare a pestarle.
Ogni tanto in consessi milongheri alla mia obiezione sul fatto che quel fine settimana lo avrei dovuto passare col mio bipedinone, mi chiesero perché non portassi anche mio figlio. Se UnBipedinone imparasse tango ora, lo assorbirebbe come una spugna, miei mesi di studio potrebbero essere per lui alcune ore di studio. Ma non è il tempo. C'è questo scollamento tra la vita e quello che dovresti sapere nella vita. Ma questo è il tempo ed è nella natura delle cose. Poi c'è la metà mancante per artificio, per frode.
Anche martedì sera, dopo una serata molto intensa di cointegro, alla fine del partitone, una sorta di basket-rugby-lotta in cui si può essere molto maschi, duri, aggressivi, vigorosi, mi chiedevo perché fosse arrivato così tardi nella mia vita, perché solo tardi sono riuscito ad emanciparmi dalla merda insipiente volemosebenista, a scrollarmi di dosso questa schifosa finzione ipocrita, questa colla puzzolente dell'estremista, fondamentalista moderatezza, tra il cattolico, l'illuminista, il marxista.
Sento che mi manca qualcosa: in questi giorni sto zuzzerellando per siti identitari, neofascisti, sovranisti, anarcoidi, libertari, ecologisti, neonazisti. Scopro un mondo di valori che sono semplicemente stati demonizzati, rimossi, ricoperti di insulti e menzogne. E così ciò che massimamente odiavo del castello di mezze verità cattolico lo riscopro, moltiplicato per diecimila, nell'oppio marxista, comunismo orto/diversamente/neo/para, in quella galassia sinistra che trasuda d'artificiale.
E con tutto ciò osservo pure quanto non mi piace o che detesterei di questo mondo degli antagonisti alla "sinistra", quanto esso stesso sia, per molte cose, dentro nella gabbia dell'omologazione, dell'uniformarsi comodo. Ma essi non negano l'eccesso, non ammettono la finzione, l'ipocrisia, la plastica utilitarista, come comandamento di vita (l'antipode della nobiltà d'animo, della morale dell'onore di Alain De Benoist).

Mi viene una rabbia grande, potente, una razionale ira, anche ora mentre scrivo. Questa truffa ideologica, questa adulterazione della realtà che pretende di eliminarne una metà per rendere tutto un insulso grigiastro politicamente corretto, ugualista, la fogna in cui tutti viene confluito, mischiato frullato.
Ieri ho pianto anche in treno, in ufficio e poi quasi con mio figlio a cena per il pensiero che la mamma si sta consumando.
Ora riesco ad avvicinarmi a quella meravigliosa completezza della realtà, fatta di asprezza e soavità, di durezza austera e di essere teneramente vulnerabili, di odio feroce e di affetti grandi, di pugni e carezze, di dolore e piacere, di maschile maschio  e femminile femminile, di gioia e disperazione, interno ed esterno, identità e alterità, morte e vita.
Riesco, ora che ho passato la vetta, scendendo sul versante verso la morte, ad apprezzare la completezza, trovo qui il mio olimpo ecologico, romantico di tempesta e sereno, di impeto calma, passioni divoranti e distacco meditativo, ortodossia e trasgressione.
Osservo il mio odio che si alimenta dell'accorgersi delle metà sottrattemi, metà di vita, la morte, metà d'amare, l'odiare, metà dell'accogliere, il respingere, il punire metà del premiare, metà del senso del vivere, metà di similitudini e differenze. Il mio disprezzo si riversa  su  questi truffatori ideologici, sulla orribile ghenga, su questa orribile feccia brulicante, corruttrice, ugualista, perbenista, marxista, monoteista, illuminista, oscurantista, antirealista, antifa, anti qua anti su e anti giù, artificiale, cattocattolica, come acqua del mare in tempesta in un polder in cui hanno ceduto le dighe.
Amo il mio odio che aumenta di giorno in giorno per questa plastica ugualista, la merda che mi ha sottratto metà della Vita, che ci ha sottratto, che vi ha sottratto metà della vita, che vi sottrae metà della vita.


mercoledì 4 maggio 2016

Mamma che invecchia

Sento la mamma che invecchia, la salute la lascia. La sofferenza, comunicata con una voce tremolante come le sue mani, di un corpo che perde funzioni e vigore, entra nel suo corpo, nella sua anima.
La mia impotenza si aggiunge al dolore, lo alimenta.

Naturamare - 3

(Naturamare - 2)

A volte sento, intuisco che questo camminare nei luoghi di Natura ancora residualmente integra, una ricerca di un contatto archetipico con la Madre. Così, come se fossimo un po' imbarazzati - e questo non può succedere che in gruppo - allora il camminare silenzioso diventa frizzante, allegro, animato, ma forse anche un po' più lontano dall'intimità.
Dopo decenni di visita a quei luoghi, di amore, scopro ancora luoghi nuovi. Questa volta siamo partiti dall'interno dell'Argentario, a pochi metri dalla vetta e ci siamo incamminati scendendo, scendendo sempre di più, quasi fino a mare. La terza giornata di tre di un inverno che non è esistito, con maestrale. Maestrale significa aria tersa. Il freddo (relativo, sorrido) significa godersi il sole come lucertole. E la vista che respira, che abbraccia il Re Tirreno, grande, diventa essa stessa innamorarsi della Madre.
Dovrei raccontare qualche aneddoto, descrivere i luoghi, come li abbiamo vissuti. Faccio fatico, perché sono sballottato dall'intensità della vita, in questi giorni, lascio qualche nota nelle didascalie.

Giglio a ponente

Giannutri a meridione

Retroguardia resistente di Ansonica
in terrazza abbandonate degradate a gariga
dopo incendi e ora in ricostituzione



Cisto marino (Cistus monspeliensis)
Così ne ho poi conosciuto il nome 

Ancora muri a secchi di terrazzamenti agricoli abbandonati.
Palma nana italiana, ulivi, Ansonica. mirto.
La Natura si riprende l'assoluta, straordinaria eccellenza del lavoro agricolo di secoli.

Boschi e macchia per chilometri, ti disveli selvaggio, Argentario

In senso orario in mare: Giglio, Montecristo, Corsica, Elba

lunedì 2 maggio 2016

Il piccolo travaglio

Ieri ho osservato un mio piccolo travaglio. Avviene ogni volta che io entro nella modalità "devo chiedere". Io odio chiedere e odio al cubo ricevere dei no. Questo comporta dei blocchi, degli stalli quando mi rapporto male con le donne, con un cattivo approccio mentale. Col tempo ho imparato a lavorare per cambiare approccio. Scherzare, ridere, perculeggiare, sfidare, essere eccessivi, offrire: tutto ma non chiedere.
Avrei dovuto chiamare _rroli ieri, ma sentivo che non ero nello stato d'animo. Dopo la breve conversazione frizzante di venerdì tardo pomeriggio le avevo inviato un messaggio: perché non facciamo qualcosa insieme il fine settimana prossimo? Organizzo un giro bello vicino a te, per te.
Niente. Silenzio eloquente più di mille parole.
Però non voglio lasciare lì questo fantasma. Oggi la chiamo.
Devo sentirmi bene: quando io mi muovo fisicamente mi sento bene. Così ho preso il secchiello dell'urina e sono andato a qualche minuto da casa, su quel prato accanto al bosco, a portarla ad una giovane e florida non più così piccola quercia. L'ho chiamata, ho fatto la voce rocaprofondarauca da mostro molestatore che ci siamo messi tutti e due a ridere come scemi. Ho preso un no sul grugno. Stava andando a Firenze, alla In.Stabile col compagno tanghero che non mi ha mai detto che sia anche compagno di letto oltre che di milonga. Che avrei voluto un po' parlare ma sentivo che tergiversava, ha annuito quando le ho chiesto se non potesse parlare. Compagno di letto, anche, probabilmente. La fortezza è rimasta inespugnata.
Questa è la terza volta, direi che ormai ci metto su una croce; dopo il terzo no, non ha senso, diventa incapponirsi. E io è proprio fuori dalla milonga che la voglio vedere, non è questione di tango, non mi interessa quella regina in parte ma tutta.
Era di fretta senza auricolare in auto venerdì e anche se frizzante fu una conversazione breve. Ma io dovevo rompere il mio piccolo grande blocco e essere respons-abile nella comunicazione.
Poi, sottolineo il poi, mi sono reso conto che quel no solo un semplice no, andato via come acqua sulla cera.
E' tutto il pre che mi inquieta. Poi è sereno.


Tornando, l'erba era alta; ad un certo punto ho sentito qualcosa di morbido sotto il piede sinistro e un forte squittio. Oh cazzo, ho pestato 'na lepre! mi son detto intravvedendo il bruno/fulvo sotto l'erba.
Nessuna lepre, era un cucciolo di capriolo.
Penso che non sia successo nulla, in fin dei conti cerco di avere passi leggeri sulla terra. Ho sentito l'abbaiare della madre che in pochi secondi è arrivata come una gazzella a balzi grandi nell'erba di maggio alta e girava intorno a balzi, agitata, mi sono allontanato velocemente, senza toccarlo, senza osservarlo.. Sono sceso a casa a cucinare per il mio bipedinone.


La solitudine dei numeri primi - 1

  • Nasciamo, viviamo, esultiamo, amiamo, soffriamo e moriamo da soli.
    _rio, amico caro di università


Ho vacillato una volta finita pagina trecentoquattro. In effetti non sta bene piangere in treno, neppure per le solitudini dei numeri primi altrui. Pedalavo in città, sotto la pioggia, ero lì non essendoci, sulla strada e sopra, nella metafisica indotta, a sentire lontani i rumori del traffico, il ticchettio della pioggia sulla cerata.
Ora lo rileggo, forse riuscirò a superare la spaccatura tra continuare, continuare a farmi divorare e la paura di finire, una piccola morte di un libro, uscendo dalla solitudine e tornando in essa.

Poi aveva chiuso la ferita nella sua mano e aveva baciato Alice sulla sua bocca. Lei aveva sentito nella sua saliva il sapore del proprio sangue e si era immaginata che fosse circolato in tutto il corpo di suo marito per tornare di nuovo a lei, pulito, come in una dialisi.
C'era stata quella volta e ce ne erano state infinite altre, che Alice non ricordava più, perché l'amore di chi non amiamo si deposita sulla superficie e da lì evapora in fretta.
p. 251


domenica 1 maggio 2016

Festa dell'ipocrisia del lavoro

  • La malattia viene quando la gente si allontana dalla natura. La gravità della malattia è direttamente proporzionale al grado di separazione.

    Più la gente fa, più la società si sviluppa, più aumentano i problemi. La crescente devastazione della natura, l’esaurimento delle risorse, l’ansia dello spirito umano, tutte queste cose sono state provocate e diffuse dal tentativo dell’umanità di realizzare qualcosa. In origine non c’era nessuna ragione per progredire e non c’era nulla che dovesse essere fatto. Siamo arrivati al punto in cui non abbiamo altra via che portare avanti un movimento che non porti avanti niente.

    Masanobu Fukuoka

  • Diffida di chi non lavora per pulirsi la casa e cucinare per sé.
    _rio, caro amico anarchico.

Anche sul lavoro la retorica non manca. E' incredibile come, con 'sta retorica, i moralisti (e la sinistra che è tra i più feroci moralisti) sia riusciti a rovinare anche il senso del lavoro e l'ecologia del lavoro.
Il lavoro è un dovere. Lo è perché in Natura non si mangia gratis: se non lavori, semplicemente non mangi ovvero crepi.
Il lavoro è una metarisorsa, limitata sul quale c'è competizione. Non c'è alcun diritto al lavoro, non è mai esistito e mai esisterà. Anzi, come metarisorsa, la tendenza è quello di accapparrarsene il più possibile: come? con l'automazione e le macchine e con i capitali necessari al fatto che si possa concentrare maggior capitale. Potrà non piacere ma la realtà spesso è assai sgradevole perché "storta" rispetto alle morali storte: se accetti i sistemi in grande li accetti tutti, non solo la metà che a te_ti piace. L'etologia di specie è massimamente scorretta proprio perché determinata dalla forma più selettiva di evoluzione che è la competizione intraspecie. Come si risolve il dilemma? Con la decrescita demografica, con la territorialità (autarchia locale) che contiene la scala entro il fisiologico e, specialmente, il numero, la quantità delle classi sradicate dalla natura, il proletariato urbano, metropolitano, come quello rurale, numericamente maggiori e meno formate che sono anche le peggiori dal punto di vista riproduttivo. L'invasione di milioni di xeno balordi, senzarteneparte, furbi, patacche, avanzi di galera, incapaci, ignoranti, maneschi, picconatori, delinquentastri, criminali, bruti ipertestosteronici etc. è proprio una conseguenza del bubbone giovanile, della crescita numerica esplosiva della parte meno qualificata della piramide sociale là, quella che qui sta perdendo posti per automazione. Un problema da tenere lontano il più possibile, ogni popolazione legata al territorio che la ospita. Fine.

Il lavoro non è schiavitù, condanna, travaglio o altre cazzate del genere. La schiavitù ha come corrispondente il fancazzismo (non solo quello dei parassiti capitalisti, dei padroni, come dicono loro), parassitismo e assistenzialismo in medio e in piccolo e viceversa. Sono realtà del mondo che sono, sostanzialmente, un dipolo. O entrambi i poli o nulla.
La schiavitù che consta sostanzialmente, nei paesi "moderni", in lavoro schiavile. In anni di esperienza e di osservazione della realtà noto che i più grandi rivoluzionari a parole, i kompagni duri puri, sono spesso i più disordinati destinatori del loro reddito, sono ostili a forme economiche etiche, decrescitiste, che richiedano un impegno personale e la rinuncia ad altro. Non c'è nulla di peggio per 'sta massa di dissociati dirittisti dalla realtà che iil concetto di rimuncia (oltre a quello di dovere).
Se uno abolisce il lavoro - perché le svampite fanfaluche di becera demagogia arrivano anche a questo - semplicemente sta sfruttando altri obbligati a lavorare al posto suo. Del resto, i kompagni miopi, quando si incazzano come vipere pestate con i capitalisti in grande e in medio, poi, si comportano come loro in quanto a garantisti di ignobili pratiche, come pensioni bebè, finte pensioni, assenteismo, fancazzismo, acquisto disetico etc. Come diceva Mao, la classe operaia è fatta di piccoli straordinari borghesi. Col problema che negano di esserlo: anche solo dissociazione, falsità e ipocrisia sono aggravanti massime, un problema in sé.
Il lavoro non è un diritto e nessuno può subire nella propria vita, nei propri ambienti, le conseguenze, le distruzioni per il presunto diritto al lavoro altrui. La sinistra industrialista, operaista sostiene il progetto TAx in Val Susa e ogni altra nefandezza tecnoprogressista economicista. Le varie coop ecodistruttrici in grande son proprio il bracco crescitista, ecocida della peggiore sinistra. Ricordate la puttanata pidiossina-veltroniana dell'ecologia del fare?  Ecco, proprio quella. Siamo all'aberrrazione, allo stravolgimento etico, semantico. Del resto questi kompagni, zecche radical chic, appena hanno due palanche in più, hanno la colf, ne conosco parecchi.
Il lavoro o è sostenibile, ecologico oppure è un problema e come tale va combattuto. Altro che diritto al.

Gandhi, un altro moralista terribile ma che era coerente ed esemplare, quindi un'assoluta, ammirevole eccezione, ribadiva il dovere del lavoro personale, degno, autonomo, fino a che si può lavorare (altro che cazzate sindacalesi demagogiche del Più tutti in pensione più ricca a quarantanove anni sei mesi un giorno - ci sarà qualche schiavo del fiscoglebainps che lavora per il tuo "diritto"). Il lavoro personale NON è quello retribuito: anzi, per quantità e importanza è proprio il lavoro personale e il dovere di compierlo che dovrebbe essere il centro del mondo economico.
Il resto? Ciarpame ideologico intessuto sul lavoro per altri scopi speculativi.
Come dicevo ad un'amica, man mano che passano gli anni più mi accorgo di quanto siano artificiali, lontane dalla natura, ad essa ostili, adulterate ovvero finte, inquinanti le teorie sinistre delle mezze verità, a partire dalla retorica del lavoro.


("masanobu fukuoka", autore sconosciuto)