sabato 31 agosto 2013

Un corpo due

Una delle cose che è lì da qualche giorno è stato l'incontro, martedì 20, con _uez, insegnante argentino (uno dei due) di _ren, la mia compagna di studi tangheri della scuola “dei colli”. Siamo andati in milonga in tre, parlando durante il viaggio in auto. _uez mi ha parlato delle differenze nel tango tra Buenos Aires e qui. Una sorprendente lezione de alma de tango, dell'anima del tango che io ho ascoltato parola per parola.
E' proprio sentimento, abrazo, ed entrare nell'anima della donna, anche assecondandone le iniziative, perfino rispettando i suoi errori, aspettandola se necessario, farla sentire protetta e desiderata in un abbraccio che contraddistingue il tango sulle rive del Rio della Plata. Tecnicamente non pochi italiani sono superiori a molti argentini, diceva _uez, ma quando una donna scopre come è il tango porteño, l'alma del Rio della Plata, nell'abbraccio, si innamora di quel tango che sei uno in due. E' stato breve quel viaggio, mezzora andando e mezzora tornando. E in via del tutto informale ed inaspettata ho avuto un corso completo sull'anima del tango, sullo spirito del tango.

Ier sera siamo andati a Ferrara, alla milonga del Buskers Festival, in piazzetta San Nicolò. Il tango all'aperto, nei centri storici, nelle serate tiepide ha un fascino al quale è difficile resistere. E' difficile resistere!? come cazzo scrivi, 'nOmo? come se avessi mangiato la scatola di valeriana!? Un fascino terribile, che ti ubriaca velenosamente e ti mette la 220 nelle budella.
Ascoltavo, nelle poche pause, i commenti dei profani (tra i quali un noto politico e compagna), incuriositi e pure stupiti, affascinati da quanto vedevano. C'erano donne bellissime ieri e anche bei tangheri (che è meno comune) e un buon livello e così i passanti rimanevano attratti sia dalla bellezza dei corpi ma pure dal mistero, dall'arcano di quella inspiegabile coordinazione, di quei movimenti così strani, quell'armonia di un_corpo_due che non si capisce come diavolo sia possibile che due si muovano così. Li sentivo borbottare dietro di me. Un passante ha proprio fatto un sacco di domande, stupito, a _ara batticuore che poi abbiamo riso tornando in auto di quelle domande tra l'incredulo e lo stupefatto.
E' finito tutto a mezzanotte, come la festa di Cenerentola, con quella tensione in pancia di non poter continuare, quell'arcano che cessava con le anime mai sazie di esserne partecipi.
Le tanghere della cricca in trasferta ieri dicevano che ballo come un artista (artisticamente) e mi ha dato grande gioia questo. 

Sono quasi tre mesi che mi trattengo e ho una voglia che sta diventando feroce, una tensione che faccio fatica a sostenere e son felice di alimentare questa brama.

Nel travisamento jazz, Astor Piazzolla lascia immutata però l'anima, lo spirito che in Otoño Porteño è quello che anima un_corpo_due.


Due canederli



Sono un po' indietro con te, caro diario. Avrei dovuto scrivere molte cose ma il tempo è mancato,alcune novità/urgenze al lavoro hanno imposto i loro ritmi .
Forse inutile farne ora un elenco. Se ci sarà tempo verranno altrimenti passeranno nel dimenticatoio. In un certo senso anche la mancanza di tempo ha un senso, stabilisce un'importanza nelle cose.

Ecco, osservo di tanto in tanto il diario della ex-coppia, ha 14751 accessi,  praticamente senza pagine, senza alcuna novità da un paio di anni. Come fa ad essere così letto? Fu una fiaba dei giorni nostri ma anche con dolore e senza una fine di felicità e contentezza.
Venerdì sera sono passato da A-Woman. L'avevo invitata ad una passeggiata con amici, mi si era scaricata la batteria del furbofono in viaggio. Era bella ed abbronzata, la sento ancora come una parte dell'anima mia. Penso che in parte sia reciproco. Poi aveva sorriso e mi aveva chiesto  di prenderle dei canederli se fossi ritornato in Trentino. Sono andato a casa e le ho preso una coppia delle tre rimaste, in congelatore e lsono ritornato da lei, poi via che c'era l'altro amore ad aspettarmi.
Devo compiere ancora un po' di tappe del mio cammino.

giovedì 29 agosto 2013

Meno IMU per tutti

Questa cialtronata demagogica ha un responsabile (il Popolo Dei Ladri) ed un complice inetto (Pidimenoelle).
I pidiossini blateravano ahhha ma è aaannche nel nostro  programma (probabile che sia vero, i PD(L) condividono la maggioranza del programma) aanche noi siamo braviiiini e fighini oooo ahhha sì sì.
Osservare la comunicazione corporea di Letta. Braccia conserte, sorriso stitico. B. e la sua ghenga hanno fatto digerire loro anche questa.
La Grande Demagogia,  l'antipolitica delle decisioni assurde, esibisce ancora una sua perla. I due berluscones a lato se la ridacchiano. Questo paese incentra ancora una volta la sua antipolitica sulla catastrofe edilizia.


mercoledì 28 agosto 2013

Previsioni del tempo - 2



(Previsioni del tempo - 1)
  • Nella gabbia adagiate un topo,
    poi mettetene due
    e poi ancora quattro
    e poi ancora, fino ad arrivare ad averne una ventina.
    Osservate cosa succede.
    (anonimo di mia conoscenza)

Stiamo provando ad organizzare la pomodorata del gas. Forse un po' in ritardo o in anticipo rispetto al momento giusto. Forse. Il contadino cattocattolico (peraltro non granché affidabile, fa troppe cose e poco il contadino e per sua ammissione la famiglia pesantissima, cinque figli, ha spazzolato gran parte della produzione - a proposito!) del gas non ha prodotto per noi gasisti. Molte telefonate alla rete dei bio produttori locali. "No, mi dispiace, quest'anno è così. Non abbiamo pomidoro per voi". Con qualche variazione:
  • quest'anno poca produzione
  • abbiamo già tutto prenotato
  • solo per i nostri clienti
  • per voi solo pochi chili

Qual'è il problema? Oh, questo è un Grande Problema, in questa piccola scala è già Il Grande Problema.
Da una parte l'agricoltura che in provincia è stata letteralmente distrutta, annientata, sepolta da decine di migliaia di ettari di cemento e asfalto e da un sordo e profondo, anche ideologico rancore contro la contadinità e il mondo della terra. Dall'altra che... troppa domanda rispetto all'offerta. E' molto semplice, lo riscrivo: troppa domanda rispetto all'offerta.
Può essere che salti la pomodorata, quest'anno. Che problema c'è? Vai al supermercato, ti prenderai lì la conserva di pomodoro.
Questo passaggio assume implicitamente che:
  • ci sia del pomodoro altrove;
  • qualcuno lo abbia lavorato e poi trasportato fino al supermercato qui;
  • io possa andare a prenderlo, abbia i mezzi, il carburante, le risorse per farlo.

Questo scenario diventerà sempre complicato e difficile, costoso fino a diventare impossibile con il proseguire del picco del petrolio (solo uno dei tanti e forse neppure il più grave) e dell'esplosione demografica; molto semplicemente saranno sempre meno i posti in cui gli homo che vivono nel bolognese o in qualche posto in Italia/intorno potranno avere pomidoro da vendere per la domanda che  cresce con il numero dei rispettivi bipedi mangiatori di pummarola. Scenari futuri, anzi, scenari del tutto reali, qui e ora.

Le piccate reazioni all'editoriale di di Giovanni Sartori, Previsioni del tempo, dimostrano che siamo molto lontani anche solo dal prendere atto del problema. Anche qui, vari fattori:
  • l'idiozia del politicamente corretto che si incazza ferocemente quando qualcuno indica in modo garbato ciò che lo viola
  • l'incapacità di andare alle cause di un problema (crescita demografica e immigrazioni di massa che ne sono la causa principale, visto il leggero tasso di decrescita della popolazione italiana) e il rifiuto di terapie e soluzioni radicali
  • una visone antropocentrica della realtà e dei problemi che sono ... proprio di origine antropica (aggiorno ora con il caso studio dell'Egitto e della sua crisi pubblicato alcuni minuti fa da Ugo Bardi)
  • il rifiutare ideologicamente che le migrazioni di massa sono un problema, un atto violento e come tale bisogna prima prenderne atto e poi intraprendere tutte le misure per contrastarle efficacemente
  • letture profondamente (anti)razziste della realtà, spesso mescolate con il negazionismo tranquillista, con il furore accrescitivo e antimalthusiano, col progressismo tecnoteista  (qui, qui, qui alcune delle stupidate isteriche più energiche)
  • ancora e sempre, infine, il grandissimo, ultimo, tabù di riproduzione/sessualità/demografia/piacere e il mescolone orribile in cui si trova con la morale catto-comunista-buonista quanto campata per aria, sradicata dalla terra e la distopia che essa prepara.

Sarà sempre più frequente non avere pomidoro o bistecca o ceci a sufficienza da mettere nella tavola sempre più affollata.
L'importante è non dirlo e, sopratutto, non fare assolutamente nulla per affrontare il problema.
I pomidoro piano piano svaniscono e con essi la pomodorata del gas.

gbt

La figlia di Totò Riina, Lucia Riina, qui appare una grandissima e bellissima topa, bella come solo alcune donne del sud possono essere belle. Anche per ribattere alle discutibili proposte di Marco, ahahah.
Ecco, fermiamoci qui.

martedì 27 agosto 2013

Gli homo che motosegavano gli alberi

  • Segati 60 alberi nel parco della Garbatella
    «Distrutti 5 anni di lavoro comune»
    L'atto vandalico avvenuto nella notte tra sabato e domenica. Legambiente: tronchi mozzati di ciliegi, lecci, sugheri e querce
    (Corriere.it)

  • Piromane inchiodato da telecamere Forestale. E’ un ausiliario dei pompieri
    (IlfattoQuotidiano.it)

Una tradizione ebraica, se ricordo bene, prevede che alla nascita di un piccolo di homo venga piantato un albero; dovrebbe essere anche una delle mille mila leggi italiane inapplicate. Ci fu anche l'uomo che piantava gli alberi.
Qui invece il lavoro quinquennale di alcune persone degne viene segato da "vandali" (è un atto di vandalismo quelle premeditato e organizzato portandosi una motosega?), altrove, abbiamo ausiliari vigili del fuoco incendiari che fanno anche peggio.
Molte persone volgono lo sguardo alla crisi economica ma non hanno capito che questa modernista e liquida post modernista è una società di morte, una società necrofila, mortifera, tumorale nella dinamica e distruttiva nel suo manifestarsi, nella quale le masse, sradicate ed ostili alla Terra, sono messe assai peggio di quelle che le hanno precedute.
Una società che contiene frange sempre più ampie di merde marce putride così non merita altro che soccombere, di collassare e di farlo prima possibile.
Io vorrei qui Assad e che questi venissero gasati. Provo solo odio per questa feccia, non ho alcuna pietas né comprensione, sento che potrei ucciderli personalmente e non solo non provare alcun senso di colpa ma esserne fiero e farlo con grande soddisfazione.

lunedì 26 agosto 2013

Papà e l'amante

Cosa vuoi che ti dica? Così almeno mi sento vivo, sento le emozioni. Prima era come se fossi stato morto.

Io l'avevo capito, ho una spiccata capacità di intuizione che tengo in sordina (non puoi fare il gradasso con le intuizioni, non sono dimostrabili, argomentabili, ma esistono e ci sono). Sono gli ultimi anni di una vita di papà e c'è questo terribile, velenosa, ubriacante e dolce innamorarsi per l'idea dell'amore, il sentirsi desiderato e desiderare, vivo, le ultime volte.
Sono alcuni mesi ormai che mio padre è infatuato di una antica compagna di università, 154 anni in due e si trovano a scriversi lettere d'amore nascoste sotto la camicia - ah, il sapore della clandestinità! - e a provare patimenti come fossero due innamoratini adolescenti. Sebbene sia tutto e solo mentale, questa è una frattura nello status quo vivendi della famiglia. Mia madre ci sta male, ma è questione di testa: le dico che mio padre non è più scorbutico di prima, le rompe ed è è da lei rotto quanto prima, prima o poi passerà, mamma, Nihil violentum durat!
In una mia telefonata recente a mia sorella, ella ha avuto quasi una crisi isterica  gli ha dato del bastardo, che non vuole più parlare con lui, per come tratta la mamma, ha iniziato a parlare e poi a gridare sempre più forte fino allo strepitare in singhiozzi (la mia intuizione è che abbia avuto un trascorso del genere con mio cognato, questa faccenda è stato sale su una ferita che ancora non è chiusa): c'è la solidarietà di genere.
Mio padre sente l'attrazione per il nuovo, a ottant'anni non ha la forza di fare una scelta ma anche mia madre che si arrabbia e parla di separarsi si troverebbe in un vuoto esistenziale, perché la sua educazione e la sua vita sono stati - purtroppo!!! - solo per la famiglia e per il marito, completamente centrata su marito e famiglia, felicità e infelicità altrove, fuori di sé, in mano e dipendente aleatoriamente da destini altrui. Mamma - le ho detto - prima di pensare di separarti,fai una cosa, prova. Vai due o tre mesi da _men (sua sorella) e lascia papà ad arrangiarsi. Ma mia mamma sa che questa prospettiva è inquietante, le porta il terrore del vuoto.

La dimensione caotica e sovversiva dell'amore si ripresenta, anche avanti nell'età. Non puoi pensare di affrontare, né di reprimere con la morale borghese: vuoi neutralizzare una pentola a pressione sul fuoco saldandone la valvola? L'amore - o innamore? non so neppure cosa scrivere, il nostro italiano ha vocabolario povero, misero sulle questioni dei sentimenti, dell'amore, per secoli non stava bene parlare, esprimere, avere simboli per questioni così, il tentativo di rimozione si compiva ad iniziare dal verbo -  allora arriva e scompiglia tutto, spacca la tranquillità e la sicurezza, fenditure e cretti nelle anime.
Come maschio osservo, un po' disilluso, questo dramma degli ego e il cozzare di genere determinato dalla biologia - Esther Perel diceva che l'amore esclusivo ed imperituro è un battello che fa acqua da tutte le parti e più sbanda e affonda e più sono le persone che non desiderano altro che imbarcarsi su di esso.
La comprensione umana per papà e mamma mi lascia un po' pensieroso: non c'è una soluzione o che la soluzione del paradosso, con te e senza di te, proprio perché unica e soluzione è una via che non viene seguita.


domenica 25 agosto 2013

Manciate di saette

Stanotte la nostra tenda è stata semi allagata da un rivoletto originatosi dalle precipitazioni violente e prolungate. Dormito 4.5h sabato mattina e male, poco e a tratti stanotte. Ma il tempo dopo la tempesta è quasi sempre splendido ed oggi è stato così. Che meraviglia!
È sufficiente anche uno scarsissimo impegno fisico (camminare qualche minuto o con piccole differenze di quota) semplicemente per annientare le masse turistiche, anche quelle un po' più motivate che visitano i parchi nazionali. Passi in qualche minuto dalla presenza umana all'assenza umana assoluta e all'apoteosi della Natura. Ma il giardino di olivi, viti, pescheti, di kiweti, medicai e cipressseti della romagna faentina verso Brisighella e Marradi è uno degli spettacoli estetici del Belpaese che dimostra nella sua fantasmagoria che homo e Natura si sono abbracciati felicemente per secoli prima che il primo iniziasse a violentare e distruggere la seconda modernisticamente.

Dal finestrino del treno vedo manciate di saette fendere il plumbeo a nord verso il ferrarese e il Veneto. Anche se dovrei scrivere che ne ho avuta veramente abbastanza stanotte non riesco a distogliere lo sguardo. Sono molto stanco e gli occhi si chiudono, cullato dai leggeri movimenti del treno.

venerdì 23 agosto 2013

Vitamina F

Sono uscito di casa conciato in maniera assurda, metà tanghero metà da alpinista/escursionista. Un raccappricciante mix di camicia dandy, zaino con bastoncini e scarponi, anello tanguero sull'anulare sinistro e sacco a pelo e stuoia in gommapiuma,  pantaloni marinari e scarpette da trekking leggere. Il poco spazio, bagaglio a mano (zaino a spalla per essere precisi) e il viaggio in treno fino da _zzz obbliga a scegliere. Ma dove cazzo andrà, penseranno, conciato così?!
Stanotte in milonga e poi due giorni nelle foreste casentinesi. Semplice.
Questa mescolone che rompe le convenzioni della moda terrorizzerebbe ogni adolescente e anche più che adolescente, me compreso fino ad un paio di lustri fa.
Ora me ne fotto nella mia serenità felice. Vitamina F per la vita.
Questo treno per Ravenna è popolato da molte graziose giovani portatrici di vagina che vanno verso la dolce vita modaiola della riviera. Vitamina F per gli occhi.

giovedì 22 agosto 2013

Quattro volte


I media sono impegnati con baggianate varie, sciochezzaio politico, le bizze dei cleptocrati e dei servi che li difendono, sport, bebè reali, notizie sulle crisi sociali in Siria ed in Iraq e altre amenità del genere. Amenità? 'spetta un attimo: non diresti anche tu di sì?
Lunedì 20 agosto  è stato l'overshoot day, il giorno a partire dal quale gli homo hanno finito le risorse riproducibili dal pianeta e consumano le riserve. La Catastrofe, una sciagura che produce scricchiolii sempre più frequenti e forti. Appunto come le crisi presunte sociali nei paesi del secondo mondo che solo una sciocca lettura antropocentrica ed economicoide può considerare appunto sociali o politiche.
Ma l'autocritica non è sempre doverosa? Noi come siamo messi? Come direbbe Sartori, maluccio.
Per sostenere gli homo in Italia e la loro impronta (numerosità e consumi) servirebbero servono quattro italie. Intelligente, no!? Dunque noi dipendiamo per i 3/4 da altrove che togliamo, preleviamo e spesso prediamo e rapiniamo altrove. In altre parole: al tenore di consumi attuale per ottenere autonomia, indipendenza, resilienza e sicurezza gli homo in Italia dovrebbero essere non più di un quarto dell'attuale, diciamo ca. 15M.
Invece siamo il quadruplo del sostenibile, le ondate migratorie (peraltro di masse di homo con una fame di consumismo insuperabile) e il tasso di riproduzione degli immigrati annullano la decrescita demografica italiana e alimentano ancora la mefistofelica crescita demografica.
Assalto alla scialuppa.
Le masse si occupano giulivamente di tutto fuorché dei pilastri sotto casa che stanno cedendo.

(immagine: via ugobardi)

mercoledì 21 agosto 2013

Mora di rovo - 2

(Mora di rovo)

Penso che dopo due anni - no, forse no, ci fu stata anche _ara la ferrarese - mi sia preso una cotta adolescenziale per la signorina Brombeer, che si divertiva e sorrideva quando la chiamavo così. Nella settimana tra domenica 11 e domenica 18 ero lì a pensarla, a desiderarla, a cercare di ricordarmi il suo viso, le sembiamze che mi ricordavano lontanamente Uma Thurman che, col passare dei giorni sfumavano. Quelle cose come messaggiarla e attendere la risposta, consultare il cipollo frequentemente per vedere se appariva l'icona dei messaggi e quelle trepidazioni un po' da groppo in pancia che anche tu ricordi. Sapevo che è sposata e ho voluto essere discreto - i brevi messaggi di testo consentono immediatezza e non intrusività, sono l'ideale per questo - ma farle capire che la desideravo.
Le avevo proposto una passeggiata nei dintorni di Merano ma mi aveva risposto che non si sarebbe potuta liberare. Quando ci siamo visti a bere un calice una quarantina di minuti prima in quel bel posto che è il Panholzerhof che ospita la milonga in una vecchia cantina, sentivo un po' di imbarazzo. Le parole sono insufficienti. Fosse stato per me l'avrei contemplata e accarezzata il viso, baciata sulle palpebre, ciucciato i piccoli seni appuntiti, con mille bacetti. In silenzio.
Adoravo la sua latinità / ladinità, le erre tirolesi nell'italiano, quando mi raccontava dei suo viaggi, dello yoga e dello shiatsu, di come il figlio piccolo che aveva allattato fino a due anni fino a mangiarsela, era legatissimo a lei. Io ascoltavo e sentivo che era un'anima affine. Ho sentito il desiderio della completezza, la parte femminile che avrebbe potuto completare il cerchio con la mia parte maschile. Mi aveva detto che aveva avuto delle avventure extra coppia ma che erano state un casino tremendo da gestire, mai più. Aveva fatto un'eccezione per me, non è(ra) più uscita con nessuno, del tango che la sta rapendo, le piace l'incontro senza obblighi, senza parole, ma per me aveva fatto un'eccezione: le piaceva sentirsi desiderata, mi ha detto.
"I sentimenti non sono reciproci", era una parte del messaggio ricevuto il lunedì, quando le avevo scritto in breve quanto scritto qui. C'è questo carosello di persone che desiderano chi non le desidera e che sono desiderate da chi non desiderano. Proprio quella sera, Alessia  mi aveva salutato, esitando, andando via un po' delusa, come se si aspettasse che le chiedessi un recapito, domanda che non venne.
Molto spesso, ma... non sempre!
_ika, profumava di fieno e di latte, m correva giù come un ruscello di montagna che si getta nel laghetto verde di pecci, era acerba e dolce e un po' aspra, un'anima fresca.
Una settimana di cotta adolescenziale. Ora sorrido.


martedì 20 agosto 2013

Trentino (Alto Adige) anestetizzato

In realtà non era questa premessa ciò di cui volevo parlare.
In quel paesino dei monti retici sono stato un po' distaccato dal mondo. No giornali radio, no trasmissioni, qualche lettura dei sommari delle notizie e di qualche quotidiano (Fatto e Corriere) acquistato poche volte.
I residenti vivono in un angolo di quasi_paradiso, finché non  riusciranno a deturparlo, con un'economia florida - discretamente bene amministrata rispetto ad altre province (con problemi di corruzione minori e di sperpero che non sono affatto minori ma vengono diluiti dall'abbondanza di risorse dovute allo statuto speciale che introduce iniquità rispetto ad altre regioni che sono gravate dai costi imposti per l'assistenzialismo alle regioni meridionali - e mista di agricoltura, turismo, selvicoltura, alpeggio, frutticultura, piccola industria, artigianato, con un livello di servizi impensabile in altri luoghi italiani.
Quali i problemi? l'orso ghiotto di miele (arnie sfasciate poche ore dopo il ns passaggio dalla discesa dall'ultima vetta), quale strada aprire per coltivare quel pezzo di bosco, quando fare legna, trovare un alloggio alla figlia per gli studi a Padova o Bologna, pochi camosci per i cacciatori quest'anno, funghi pochi perché è stato secco, la speculazione dei forestieri sui costi di affitto delle malghe.
Si viene naturalmente allontanati dai colossali problemi di sostenibilità e della crisi ecologica presenti nelle aree costipate del paese e del mondo, si diventa insensibili, la crisi lì è arrivata meno e smussata. Qualcosa arriva, certo! Iniziano a mugugnare per la presenza sempre più insistente di islamici, per la chiusura della sezione locale del tribunale di Trento, per la cornucopia che non è più obesa come prima.
Ma l'abbondanza di risorse dovute alle importazioni e alla diminuzione della pressione antropica rende - purtroppo - scarsamente percepiti i colossali - e penso irrisolvibili - problemi di ecologia sociale ed ambientale, solo oltre i confini della valle amena. Quei pezzi di giardini alpini e la loro ubriacante meraviglia anestetizzano, me compreso.


Bianca e scassata

Mi sono perso con volontà nelle stradine minori della pianura padana (anche della pianura padana sarebbe pleonastico, fino a Verona c'è solo una via, peraltro con paesaggi e spazi meravigliosi in Vallagarina, fino alle strette dell'Adige). Per assaporare ancora l'ampiezza degli spazi, un senso fugace di viaggio esotico a pochi passi di qui. Ho attraversato la bassa veronese e un pezzo di oltrepò mantovano e poi ancora la bassa estense.
Sono riuscito a trovare persino qualche chilometro di strada bianca o di strada talmente scassata, tra Pilastri e Massa Finalese, da avere solo chiazze di asfalto. In mezzo a spazi grandiosi, al profumo di terra e di letame grasso, di mais, ai filari di olmi che solo in questa viabilità minore esiste, un casolare qui e gli argini con i pioppi alti là in fondo, a perdita d'occhio, chissà quale vitigno antico in quelle vigne residuali, ad una abbondanza celebrata anche nei nomi.
A dire il vero e dirla tutta anche l'odore nauseabondo chimico di veleni nebulizzati a josa sui campi di tabacco nel veronese, che poi quella roba ce la si fuma, oltre a mangiarsene altri di veleni che - causa crisi e costi elevati quest'anno la melercia è un pochino meno melercia, risparmiano qualcosa sui trattamenti mortiferi, mi dicono).
Un viaggio nella pianura padana degli anni Cinquanta, anche olfattivo. Ero così felice di questo premodernismo residuale che perfino il meteo mi ha regalato un forte acquazzone quasi arrivato nel bolognese. Amo la pioggia, specie dopo la siccità, e la campagna. Stanotte, a casa e alle tre mi sono goduto una temporale intenso di almeno mezzora. Acqua a catinelle e vento e tempesta di saette e fulmini. Sentivo gli odori del bosco e dei prati che bevevano e si inumidivano. Il verde era più brillante stamani.




domenica 18 agosto 2013

Autunno dell'estate

È l'ultima sera qui.
Il suonare a festa delle campane maggiori di San Paolo nella frazione granda, giù a valle, potrebbe essere un altro comune là 200m più in basso, getta benzina sul fuoco azzurrognolo e fatuo della mia malinconia che mi mangia da un paio di giorni almeno. Anche sull'ultima vetta, ieri, solo il mio amato cugino ed io, il vuoto deserto intorno - cazzo, questo posto da orsi e... orsoni! scevro da masse turistiche è fantastico - c'era questa malinconia dell'autunno dell'estate. Le ninna nanne bronzee delle campane mi trascinano alla mia infanzia come un'áncora grande che si tuffa nel blu fingiù e ti tiene lì, nella tua infanzia, dalla nonna, la gerla per il fieno, la cosinazza dove si affumicavano coble, speck, luganeghe, vita semplice di una serenità trovata col boom dopo secoli di vita aspra, quasi grama.
Forse la amo anche questa malinconia che mi corrode e le campane che la fomentano.

sabato 17 agosto 2013

Indietro alla vita

Sono un po' indietro col diario.
Così (via furbofono) è faticoso e lungo e come se rimanessi un po' indietro alla vita che va, la memoria che vorrebbe renderla parole e storia senza riuscirci, ansimando nel tentativo di afferrarla.

giovedì 15 agosto 2013

Previsioni del tempo - 1

Prima di andare a trovare i miei amici lombardi allo Spinale ho acquistato la mia copia del Corriere col il classico editoriale di Giovanni Sartori sul problema della bomba demografica,  "Previsioni del tempo".
Sarà la prima cosa che leggerò domani.

Dopo tredici anni

Oggi ho riabbracciato la madre di mio figlio dopo tredici anni. Circa nove dei quali di odi, rancori, dispetti e angherie subite, di tribunali, periti, querele e altro del genere.
Trento, ore diciassette e qualche minuto.
È una bella città, Trento. Per fare festa me la sono girata per circa 1h 20' da solo, col sapore dell'armonia e il sorriso di una foresta silenziosa e verde che cresce florida.

mercoledì 14 agosto 2013

Mora di rovo

Andato domenica dopo nove giorni in una bella milonga a Caldaro in Alto Adige dove ho incontrato una sudtirolesina bella come una mora di rovo, dolce e un po' aspra e anarchica. Il Tango è anche questa meraviglia e condanna di incontrare queste essere meravigliose e lontane che puoi amare solo abbracciamdole per tre minuti. A volte è di una intensità pazzesca ma non parlo di tecnica, parlo di pathos. Fine e con un vestito verde che mentre scrivo mi verrà come aggettivarlo quel verde, nera di capelli e un poco zigomuta e con quelle labbra germaniche alla Mike Jagger. E un viso con un'ombra di sofferenza che poi ho capito dalle cronache locali, gugglandone il nomecognome, che perse il figlio più grande proprio un anno fa quando - penso non sia affatto un caso - si abbandonò al Tango.
Mi piaceva il suo italiano con quelle erre un po' tirolesi e qualche incespicare rado e le sue parole politiche ed ecologiche che erano seduttive.
È come se ti precipitassi giù per quei tornanti, quel pathos pazzesco, al rischio di capottare ad ogni sferzata.
Qualche giorno che ho _ika nella testa e mi ricordo qualche errore nostro ma anche il suo batticuore col mio e le coppe dei suoi seni incorniciati di verde acquamarino. Come una moro di rovo.

martedì 13 agosto 2013

Fine travaglio

Dunque dopo due giorni di crampi mentali ed emotivi il  mio bipede ha deciso di tornare in Emilia mercoledì sera. Il meteo non consentirà di farci Cima Vioz prima di giovedì: per qualche ora salterà questa esperienza. Sua madre è stata collaborativa alla fne. È il terzo anno che ... salta (agosto è un mese metereologicamente  sfigato per l'alpinismo). Francamente mi dispiace che si perda questa esperienza. Quattro uscite e tre vette ma non La Vetta dell'anno. Il cruccio è sempre capire se forzare o meno (se avete dubbi leggetevi Capitani coraggiosi di Kipling).
Oggi è stato in gamba, mio fratello, UnRagazzo ed io abbiamo recuperato una dozzina di quintali di legna post-taglio tronchi "pesi massimi" (una sorta di spigolatura) che dovremo portare poi a casa con un trattore, tagliare e accatastare. Era rimasto pensieroso ("ho sensi di colpa per te, papà" ) fino a che ha deciso, poi si è rasserenato e ha sgobbato ancora con maggior lena. Sono stato molto affettuoso con lui dopo la sua decisione anche se... Uff, mi mancherà.

domenica 11 agosto 2013

Poca brigata

Manutenere il diario da furbofono è lungo e faticoso di per sé. La rete è sovraccarica: di giorno lenta, la sera semplicemente collassa, solo a quest'ora risponde. Il paesello triplica o quadruplica i bipedi che lo animano e questo manda in crisi le infrastrutture, comprese quelle UMTS.
Vale sempre il "poca brigata vita beata".
Anteprima molto limitata di ciò che avverrà con l'alluvione migratoria.

Fratellaus meravigliaus

Le giornate dopo la pioggia sono spesso le migliori. Stamani c'erano 6° e quando siamo arrivati in quota i tremila intorno avevano una spolverata di neve fresca che esaltava il bianco di ghiacciai e vedrette, sotto un cielo blu dipinto. 1140+ metri oggi, siamo pronti per il tremilaesei. UnBambino ha tenuto il broncio ma sul ritorno (già in vetta) si è sciolto un po'. Ora [ieri mentre scrivevo, col furbofono è lunga, NdUUiC] sta giocando a calcio. Una mano a rompere "il muso" me l'ha data il mio caro fratellaus meravigliaus che dopo che alpino da un annetto sta diventando alpinista; egli ha scherzato e goliardato col mio bipedinone rompendogli il broncio. Fratello e amico caro, un bel po' diversi ma abbiamo un'intesa di pelle, spesso ci basta uno sguardo. Con lui tutto, con mia sorella più niente che poco. Mah, così sono le fratellanze.
Flora mi aveva invitato ad una milonga nel vicentino e mi lusinga molto ma non ho voglia di oltre 2h di viaggio dopo una giornata di alpinismo.
Domani sera a Caldaro. Già mi rallegro.

venerdì 9 agosto 2013

Nuca

Temporale termico qui ora. Pare impossibile ma il caldo africano ha colpito dure pure qui: boschi e prati secchi e riarsi.
Oh, collo e nuca.
Forse non esiste luogo più tenero per i baci, più impenitente. Stringerti tra le braccia e scaricare la tensione amorosa su quella sella soave e corsara, pudica e sfacciata.
Sento il tuo fremere, volgi il capo un po' di là per ricevere il tuo tributo d'amore anche un po' a lato, godi la mia tensione ed essere un po' più difficile da raggiungere per le mie labbra che non trovano sazietà.
Annuso il profumo tiepido di te, morbida e li tuo scioglierti laido e mi prendo la mia rivincita, ebbro continuo le mie sevizie di labbra.
Ecco gli scrosci di acqua tiepida. Arriva il profumo di terra bagnata e calda. Dopo molti giorni di pietra e polvere roventi e secchi le sue labbra umide sono  ancora più terribili e divine.
La musica del farti gocce e di rivoli celebra il tuo scioglierti e la mia voluttà.

mercoledì 7 agosto 2013

Forsennato imbronciato

Altra vetta oggi, con panorama spettacolare, uno tra i primi dieci migliori, a mio avviso. +915 m in 2h.
UnBambino ha tirato come un forsennato, anche scendendo. Ma è da stamani che al broncio, mi ha detto che così (senza amici) la montagna gli sta sempre più qui. Ora siamo cotti, ci riprendiamo un po' e poi lo porterò al campo di calcetto.
È molto sottile il confine tra l'indurre una passione e instillare una repuksione. Tutta l'ascensione da solo, lontano e senza dite una parola. Ora due giorni di pausa, passiamo alle armi di calcetto di massa e altre.

martedì 6 agosto 2013

Bruno scuro solatio

Qui cambiano i ritmi, i panorami, il cibo, le relazioni, gli odori. Persino il sole è diverso, il sole della montagna ti rende scuro come le assi di secoli, larici e abeti che hanno tenuto fieno, hanno sorretto case e tetti, hanno coperto da pioggia e neve, trattenuto il tepore di stufe e cucine economiche , scaldato le mani callose, i cuori a volte un po' di cuoio anche quelli.
Il caldo è feroce anche qui, abbiamo aspettato le 16 per la prima sgambata ieri e tra qualche minuto ci sarà la sveglia per la prima ascensione leggera.
UnBambino è sereno, ometto uno di quattro (anche il mio fratellone e _nzo, amico antico di danze afrocubane venuto su con la famiglia in altra frazione del paese) fa il ganzetto e si diverte e lo dice come in quel lariceto plurisecolare di ieri che gli aveva strappato qualche parola di stupore. Rideva negandole quando le ho sottolineate.

lunedì 5 agosto 2013

Estate dell'estate

Venerdì cioè sabato ho fatto quai le quattro in milonga. Ieri è stato un giorno di tango leg. Nonostante il caldo è gioia sempre per quegli amori tre minuti. Per la prima volta sono andato e tornato scoperchiato senza alcuna giacchetta, solo un foulard. svolazzante.
Caldo africano di merda oprimente, ieri somo stato a casa tutto il giorno a sistenare un po' di cose. Avrei voluto andare a trovare il mio maestro di tango "dei colli": aduna certa ora ho aperto gli scuretti, le finestre, mi sono affacciato, ho sentito l'aria rovente, ho imprecato, ho chiuso tutto e sono tornato al cazzeggio lento. L'indomani (oggi) sveglia presto per la partenza per i monti retici della mia infanzia,  con mio figlio.
Per un paio di settimane quindi interazione un po' più smilza con il diario solo via  furbofono.
Il senso del vuoto, la pausa, l'ozio, il tempo per la riflessione mi hanno dato buone emozion in questo spazio tra serenità  e felicità..
Ciccetti belli e brutti, adorabile portatrice di vagina e viril portatore di bucefalo che leggi: spero che tu possa passare buoni giorni di ferie, di vita o di vacnza in questi giorni agostani che sono l'estate dell'estate.

sabato 3 agosto 2013

Chacarera

Maschio eterosessuale adulto, come molti miei colleghi portatori di bucefalo, mi appassiono di politica: è una delle caratterizzazioni spiccate di genere.

Una delle cose che mi piace è la chiusura: dei concerti, degli eventi artistici in genere. Tra gli astanti, coloro che non sono andati via di fretta, si crea un'atmosfera molto piacevole di complicità, di comunanza: "noi abbiamo partecipato a quanto successo e non siamo andati via e abbiamo qualcosa in comune..." , almeno qui ed ora: insomma pensieri/sensazioni del genere. Amo parlare con gli artisti, ringraziarli quando ho apprezzato la loro opera. Ha sempre effetti prodigiosi il ringraziare, ne avevo gà parlato.
In milonga, gli artisti sono in ordine di importanza crescente, i muzicalidor (noti anche come TJ), i musicisti (quando c'è musica dal vivo), i ballerini; _zzz osservava che il tango è l'unico ballo in cui i ballerini sono pù importanti dei musicisti e così è!. E martedì notte passate le due (mercoledì!) era rimasta qualche luce ancora accesa - i baristi avevano già abbassato e chiuso le serrande - e una decina di tangher*, alcuni seduti, il silenzio, gli sguardi incrociati, volti stanchi e sorridenti, la notte che era mite, tiepida.
Allora, _que, italo argentino è andato a prendere il piccio e due mini casse. Ci siamo trovati in quattro coppie a ballare la chacarera - la mia prima chacarera, ballata peraltro abbastanza bene (quando non hai molta tecnica ci sono alcuni buoni metodi generali per danzare bene). E' una danza popolare argentina semplice di chiara origine iberica. Il tango (diciamo più correttamente il mondo milonghero) soffre della mancanza di una danza corale, come potrebbe essere la rueda de casino nelle danze afrocubane, con la sua potenza moltiplicativa del ballare in cerchio insieme - energia, godimento, libidine, pathos puri! Il mondo milonghero cerca di supplire con questa comtraddanza, peraltro del tutto saltuariamente: in due anni ovvero un centinaio circa di uscite in milonga, l'avrò vista ballare tre volte. (*)

Stanchi e felici come pasque di questa piccola festa di chiusura, del tutto inattesa, sorprendente abbiamo chiuso la nostra notte e il rito che si era celebrato ancora una volta.


(*) Il fatto che non sia così diffusa è testimoniato anche dalla difficoltà nel trovare un video decente.

Non ancora purtroppo - 2



(Non ancora purtroppo)

  • Più che guerra civile quella di Bondi può essere definita una guerra incivile...
    Lettore_2101380, commento
  • Difenditi dai moderati perché sono i fanatici e i nocivi più pericolosi.
    UUiC 

Lo status quo (quello dell'impunità e dell'impunibilità ) è stato scalfito. Il clan è in subbuglio, hanno colpito il capo. In polemica è sufficiente aumentare il livello emotivo per elicitare l'essenza evitando le distorsioni della rappresentazione formalmente e politicamente corretta.
Dicevo della visione moralista (e manichea) dei mali del paese: non il vertice, non la base, ma la piramide tutta è malata, marcia.
Alla base abbiamo il popolo di Scampia che assalta le pattuglie che cercano di arrestare il loro capo camorrista, qui, sopra, ai vertici il più  servo dei servi evacua ipotesi di assalti all'ordine dello stato.
I sovversivi da manganellare e incarcerare sono i resistenti ecocivici della Val di Susa, non i prenditori dello stato che lo hanno saccheggiato e il capo della loro organizzazione del loro partito (prima crepa meglio è).
(Questo) stato? No grazie.

venerdì 2 agosto 2013

Non ancora, purtroppo

  • Dimmi con chi vai, ti dirò chi sei.

La magistratura è un'istituzione nei quali i mali del paese sono ben rappresentati. Qualche segno di dignità, di onore, di funzione c'è ancora, sebbene sia stata assurdamente clemente proprio sulla interdizione dei pubblici uffici che è il problema numero di questo corruttore eccellente, di questo delinquente nato. Probabilmente non sarebbe sufficiente decuplicare la capacità carceraria per contenere almeno i più delinquentoidi del Popolo dei Ladri, la ghenga saccheggiatrice e distruttrice del paese, della sua etica, del suo onore, della sua cultura, della sua economia, della sua estetica. Uno dei suoi lacchè lamentava ieri che con il capo della banda bassotti dovrebbero finire in galera forse dieci milioni di italiani; la stima, probabilmente;  è leggermente sovradimensionata.
E' sufficiente osservare la orribile corte di leccaculo, di servi, per osservare il paese: ipocriti, voltagabbana, mafiosi, meritocratici col culo degli altri, di ministre dell'istruzione meritocratiche con titoli acquisiti a Messina, di corrotti, scaltri, neoricchi, veline, mignotte contro le prostituzioni altrui, voltagabbana, fascistoidi da strapazzo, pedatori di palla, liberisti statalisti, di cementificatori, 'gnoranti incompetenti, saltasulcarrodelvincitoristi, clericali, fancazzisti, caposcala, saccheggiatori, cammorristi, vajasse, faziosi, forchettoni, magnaccia, parassiti, faccendieri.
Egli è questa italia cialtrona, mediocre, la rovina della nazione.
Ma qualche traccia di ecologia politica esiste ancora.
Berlusconi non è ancora morto, purtroppo. M Berlusconi.


(cicchittocapezzonesantanché, stiamofreschi)

giovedì 1 agosto 2013

Il figlio dell'altra

Ho visto lunedì, con amici, questa bel lavoro franco-palestinese-israeliano. Ritengo che i paradossi siano estremamente ecologici in quanto stimolano riflessioni e favoriscono il pensiero laterale e questa opera, Il Figlio dell'Altra, è maestra nel sollevarli in continuazione.
L'identità è parte fondamentale dell'esistenza e contribuisce essa stessa alle diversità. Ma quale identità? Le convenzioni etniche e religiose (due neonati di una coppia israeliana e di una coppia palestinese che vengono erroneamente scambiati nella concitazione dovuto ad un attacco di missili Scud nella prima guerra del golfo)  vengono messe in crisi quando lo scambio, dopo lustri, viene scoperto ed annunciato. Il paradosso mette in crisi il pensare e il credere che sono "normalmente" utilizzati. Joseph, ragazzo di sangue palestinese, non riesce a capire, dopo avergli ricordato di aver seguito con devozione e in modo partecipe tutte le cerimonie e i riti dell'ebraismo, come il rabbino gli risponda che debba compiere un processo ed un rito di  "conversione".
Il fratello di Yacine, scopre di aver in casa una persona dell'odiato sangue ebraico e va in crisi.
Ciò che emerge dalla pellicola, che rimane eccellentemente sobria (la realtà cruda del conflitto israelo-palestinese non viene ne occultata né enfatizzata, non c'è alcuna concessione da eccessi risultanti da obiettivi di speculazione ideologica) è l'umanità che torna a fluire una volta che il faticoso processo di elaborazione mentale ed intellettuale inizia a lasciar spazio al corpo e all'arte. E' la prima stretta di mani al termine del primo incontro tra le due madri che celebra l'umanità, la stretta di mani tra Bilal, il fratello palestinese di Yacine e Joseph quando va a trovarlo in ospedale. E' il cibo ("ti offro il cibo migliore perché tengo a che tu viva bene" è potente riconciliatore), è la musica (il canto di ringraziamento a inizio pasto, le vicinanze in  aspirazioni e attitudini del figlio/fratello ritrovato), è la comunanza negli intenti (vendere insieme gelati sulla spiaggia) che testimoniano un'umanità ritrovata con l'elaborazione dello sconvolgente e sovversivo paradosso. E' una possibile foresta che cresce in silenzio.

A margine mi concedo un'osservazione finale. Il conflitto (in primis demografico, 10k palestinesi e 10k ebrei potrebbero convivere felicemente in pace, in abbondanza e in un giardino di bellezza talvolta stupefacente) è il risultato di questo innesto coercitivo sionista e quindi della reazione palestinese (prima causa poi effetto). L'occupazione è violenta perché le migrazioni di massa sono sempre violente. La violenza è SEMPRE prima di tutto una violenza alla Terra Madre, come ho osservato  più volte qui dentro alla quale si adoperano israeliani alimentando e sostenendo l'immigrazione "di ritorno" dalla diaspora, distruggendo fisicamente i campi dei palestinesi, i loro ulivi, con il tumore edilizio delle colonie e i palestinesi con un tasso scellerato di crescita demografica ancora una volta arma bellica che si ritorce in primis contro loro stessi.