giovedì 31 marzo 2016

Mistica Sì TAV e complessità



Io che vivo senza televisore sono venuto a sapere saputo che Luca Mercalli ha osato rompere la mistica Sì TAV! senza se e senza ma e le varie isterie fondamentaliste e di interesse che la sostengono.
Come scrivevo pure il sistema di potere ed ecocida (colle sue più fantasiose manifestazioni ricche di slogan di becera demagogia) è talmente complesso che inizia a fare acqua. A qualcuno è scappato la censura preventiva e alla televisione, uno dei mezzi di programmazione e manipolazione (del pensiero delle) masse più efficaci è arrivato uno scienziato non conforme ha detto la sua ovvero ciò che tutti coloro che non hanno messo la testa all'ammasso sanno da sempre.

No TAV!

mercoledì 30 marzo 2016

Così soave

Sono stati quasi tre giorni con i miei, lisci e affettuosi. Come mai? Diciamo che io mi sono annullato ovvero per tre giorni sono praticamente tornato ad essere un piccolo bambino ubbidiente, a rispettare gli orari, i voleri, ad essere leggero come presenza. Riposo, ascolto, ritmi blandi. Devo dire così rallentati da portare ad un certo impigrimento.
I miei stano invecchiando, molto. Li ho visto molte teneri tra loro:è vero che il tempo smussa gli spigoli ma è anche vero che essi percepiscono di invecchiare, che il loro essere si indebolisce, perde vigore, energia, vitalità e così si vogliono bene e se lo dicono, cosa avvenuta raramente.
Eravamo tutti e tre commossi al nostro arrivederci lunedì pomeriggio. Era stato così soave che non credavamo neppure fosse stato vero.

Un po' impigrito

Mi sono un po' impigrito col diario in questi giorni. Non solo non ho scritto qui ma anche nei luoghi che vado a curiosare spesso ho letto quasi sempre senza commentare. Il paradosso è che avrei troppe cose da scrivere e questo diventa incompatibile col poco tempo.
Al lavoro ho ancora un paio di settimane di lavoro assillante, poi dovrei poter tirare qualche bel sospiro, avere qualche tempo anche per il diario.

domenica 27 marzo 2016

Stereotipi u.b.p.d.p.

In questa città lombarda sono incappato nell'esibizione della ricchezza.
Da tempo sono un paesano che vive tra un angolo di paradiso appenninico e l'ambiente bohemienne del tango. Il vivere urbano è così diventato assai desueto e con ciò viene una rinnovata sensibilità alle sue manifestazioni.
Questo angolo di città è il corrispondente del lato verde e viola del Monopoli, parco della Vittoria e viale Traiano. E' la parte "nera" della città.
In un paio di locali ho visto il topaio pazzesco che si accompagna coi magnasghei. Uscito per un aperitivo col fratellino prima di pranzo pure il classico vecio mercedesato con un bell'accessorio vulvare di trent'anni più giovane. Stereotipi?! Stereotipi un bel par di palle!
Osservando la massa di "ferri" tedeschi da k10^5€ rimango perplesso. Omologazione, esterofilia, consumismo becero sono ne il_bobbbolo sotto, senza sghei come tra i magnasghei per dirla alla Balasso, in il_bobbbolo sopra.
L'emorragia di capitali verso la Crucconia è un'offesa all'economia nazionale, infilarsi in centri storici con piccole piazze e vie con SUV  elefantiaci da idioti. Un idiota ricco fa più danni di un idiota non ricco, per fortuna sono numericamente di meno.
E questo sarebbe il vertice "morale" (?) del paese?!?!

sabato 26 marzo 2016

Diecimila passi - 2

(Diecimila passi)

A mezzodì ho incontrato un birbone compagno di superiori, in questa città lombarda. Vedo un po' di capelli bianchi sul suo capo. Come qualche ruga sulle mie coetanee, le prime due macchie scure sul dorso della mia mano sinistra. Anche su quelle di quelle di _dralia. Una delle prime cose che abbiamo fatto, ieri, è stata di infilarci in San Mercuriale. Varchi una soglia e fai un passo nel silenzio, indietro di secoli.
C'erano drappi viola sull'arte a coprirla in lutto per la morte del Cristo. Adoro lo stacco brutale, quello immediato rispetto alla frenesia esterna, quello ascetico, introspettivo rispetto all'ecclesia e alle sue noiose, insulse e proceduralizzate funzioni domenicali. Il silenzio è
Barbara Manfredi giovane donna  terminò al ventiduesimo anno il proprio camminare. Ed è ancora lì, riposa nel marmo gelido, nel silenzio col casino là fuori.
Ora vedo la vecchiaia sui volti, nella membra dei veci che stanno, come noi tutti, andando incontro alla sorella oscura. Essi sono già vicini a lei e percepiscono molto più il suo alito diaccio sulla nuca.
Dopo la lezione di milonga ieri sera, erano passate le ventitre, mi sono commosso ascoltando alcune arie cantate da Maria Callas, quindi il narrare il suo essere ascesa all'olimpo della deità artistica, la gloria, fama e poi il dolore della discesa, veloce, un dirupo lungo il discendere fama, voce, ammiratori e arte svanire.
Nell'arte troviamo una fuga dalla morte, parlavo di sprazzi di tango ma sono anche sprazzi di immortalità. Per questo quando sei sul versante in salita sei al più un bravo ballerino. Solo passata la cima nei tuoi abbracci c'è Tanathos oltre che Eros, il dolore e la gioia per il mistero della vita morte in cui inizi piano ad immergerti. Prima eravamo lontani dalla riva.
Diecimila passi sono andati. Per sempre.

Diecimila passi

Ieri pomeriggio mi sono preso qualche ora di ferie e sono andato a Forlì. Mi sono incontrato là con _dralia che avevo conosciuto in milonga nella città di ferie_zzz. Avevo sentito parlar male di Forlì e invece l'ho trovata gradevole.
Diecimila passi
Uno dopo l'altro
Fuggiti veloci
distratti dal mistero, dal nuovo,
da pensieri, tocchi, desideri.
Diecimila respiri
Diecimila passi
fuggiti nel tempo.

giovedì 24 marzo 2016

Del tutto comprensibile, ragionevole

Cosa c'è da dire? Tutto prevedibile, direi. Però io capisco. Io capisco il comportamento degli invasori islamici. C'è una guerra millenaria con le sponde meridionali e orientali del Mediterraneo e si tratta solo di un manifestarsi sopito per qualche decennio.
Non c'entra l'Europa e i masosadici sinistri specialisti nella flagellazione terzomondista autopunitiva si dimenticano, come ricorda Luttwak, che l'islam è in guerra con altri in Nigeria, in Tailandia nelle Filippine, l'Europa è solo uno dei nemici miscredenti da combattere. E' oggettivo: i crociati, come essi ci definiscono, sono andati per decenni a bombardarli, a fare milioni di vittime civili.
Sentite, lo trovo orribile ma è la guerra, la guerra è sangue e merda e da sempre, i peggiori si impongono, vincono. Quello che è assolutamente assurdo è che in guerra da secoli con questa robaccia islamica, l'Europa si sia riempita di serpi in seno a milioni, con basi nemiche nel proprio territorio, sempre più potenti, chiuse e attive. Questo è un comportamento assolutamente folle: bombardarli là e poi farcirsi di nemici qui.
Come ricordava a La Zanzara Massimo Fini, martedì 22 ultimo scorso, ci lamentiamo - giustamente, umanamente per alcune centinaia di vittime innocenti - solo le prime della guerra nell'Europa sirianizzata, balcanizzata - e ci dimentichiamo di milioni di vittime civili dovute alle "nostre" azioni in quei paesi. Siamo andati prima a sfrucugliare il vespaio, portandoci poi nuovi vespai proprio in casa. Intelligente eh!?
Le reazioni isteriche contro Massimo Fini, urla forsennate per non prendere atto di dati oggettivi, di numeri, di fatti, da parte di David Parenzo scandalizzato dal relativismo finiano, sono peraltro le reazioni di un collaborazionista e apologeta fondamentalista nel piano di europicidio in atto. Se non ci fossero le nostre vite in mezzo, sarebbe da ridere e non c'è propriouncazz da ridere. Un paracomunista oscurantista fanatico del politicamente corretto e idiota, modello campione del sinistrismo asimmetrico, della faziosità sbilenca, assolutista a metà (essi brutti cattivi cacca diavolo, essi terroristi, noi cultura dei diritti) politicamente corretto a metà (il mio assolutismo bene, il relativismo di Fini demoniaco, le bombe negli aeroporti male demoniaco, le bombe sui loro matrimoni purtroppo...).
I nemici islamici (e il loro nucleo duro, gli arabi islamici) sono incazzati come vipere pestate ed è giusto che sia così perché da sempre siamo in guerra con loro.
Il fatto che i loro bambini vengano inceneriti da bombe intelligenti scagliate da qualche drone degli criminali idioti mmerigani o da qualche bombardiere francese non cambia proprio un cazzo rispetto al fatto che uno si trovi incenerito o tritato da un nemico islamico in una metropolitana, in una stazione ferroviaria spagnola, ad un concerto, da un nemico cresciuto in Molenbeekistan, in Sverigstan, in qualche merdosa banlieue marsigliese o parigina, milanese o emiliana.
La cosa da mentecatti totali - è giusto che i nemici ci puniscano  più duramente possibile - è che l'Europa non solo non proceda con il contenimento e la riduzione del problema, che diventerà una pulizia etnica di noi europei scacciati dagli invasori o, come spero, degli invasori da parte nostra ma apologizzi la presenza di nemici e la loro crescita numerica qui nei territori europei.
I nemici arabi islamici combattono come possono e lo fanno, perché così si fa in guerra.
E' comprensibile, ragionevole anche se non è bello, non è democraticoblavlablablabla.
Meno il fatto che non solo non ci siamo accorti ma li aiutiamo e li sosteniamo a combatterci, bombardandoli là e poi facendoli invadere qua.

A proposito:
  1. Fare come gli israeliani con i kamikaze palestinesi ovvero riesumare e strofinare con membra e carne di maiale le loro salme (rimarranno all'inferno, secondo le loro stupide credenze religiose).
  2. Espellere tutti i parenti fino al secondo grado, se nati qui passarli per le armi e, se di loro proprietà demolire le loro abitazioni  o requisire e trasferire ad altri la proprietà.

martedì 22 marzo 2016

In movimento

  • Da ragazzino mi chiamavano Inky - sporco d'inchiostro - e ancora adesso mi macchio come settant'anni fa.
    Oliver Sacks

Fu proprio _ina a regalarmi   "In movimento".  Da oltre due lustri in questa bella amicizia osservo che gli ebrei hanno sviluppato un fortissimo senso identitario e comunitario basato su cultura e prossimità  relazionale. La diaspora ha negato loro la dimensione territoriale, geografica ovvero nazionale e quindi ecco l'inventarsi una nuova fisiologia identitaria, di una cultura identitaria. Come osserva Sacks a proposito della corteccia cerebrale di ciechi o sordi, aree deputate alla elaborazione di input visivi o uditivi si riformulano, si rifunzionalizzano a elaborare segnali uditivi o visivi. La necessità aguzza l'ingegno e questo vale anche per identità e koiné.

"Visitai una cittadina, a Martha's Vineyard, dove un secolo prima circa un quarto della popolazione nasceva sorda. [...] Nel corso degli anni, la comunità aveva adottato l'unico linguaggio che tutti fossero in grado di usare; udenti e non udenti, allo stesso modo, si esprimevano fluentemente nel linguaggio dei segni. [... . Quando] parlai di persone con 'udito compromesso'  uno degli studenti chiese, nel linguaggio dei segni :- Perché non considera se stesso come persona con 'compromissione della capacità di usare i segni?' " p. 270.

Ho divorato i primi due terzi di questo libro, più autobiografici che tecnici, meno l'ultimo a "proporzioni invertite". Sacks compie in gioventù un viaggio nel mondo e negli eccessi (record di sollevamento pesi in accosciata nel 1961), nella psichedelia e nella droga rischiando di non uscirne) e poi si inoltra in altri eccessi (trentacinque anni di cast(r)ità, le degenerazioni, disfunzioni e patologie del sistema cervello-mente, passare dal gotha scientifico alla prassi clinica con contatto quotidiano con tutti i tipi di pazienti, di sovente problematici) e sempre più in quella disciplina di frontiera che è la neurologia. Uno degli aspetti interessanti e che mi affascina di questa autobiografia è il tentativo abbastanza compiuto di avvicinarsi all'uomo leonardiano, arte e scienza, corpo e mente, emozioni e raziocinio.
L'ultimo terzo del libro è via via più tecnico fino ad arrivare a Gerald M. Edelman e alla sua teoria del darwinismo neurale secondo la quale


"le cellule nervose potevano morire, potevano migrare [...] potevano connettersi le une alle altre in modo imprevedibile - così che già al momento della nascita i dettagli fini dei circuiti neurali sono completamente diversi perfino nel cervello di gemelli identici, che sono già individui diversi e come tali rispondono all'esperienza. [...] Era su una tale popolazione di varianti che la selezione naturale poteva agire preservando alcune linee per la posterità e condannandone altre all'estinzione. [...] 
Edelman ravvisava l'unità fondamentale di selezione e cambiamento non nella singola cellula nervosa ma in gruppi costituiti da cinquanta - mille neuroni interconnessi; così chiamò la sua ipotesi 'teoria della selezione dei gruppi neurali'." p. 372 - 373


Oliver Sacks racconta gli ultimi anni della sua vita, cosciente del proprio decadimento fisico. I gravi problemi a gamba e occhi diventano occasione di studio, egli diventa medico, paziente e scienziato contemporaneamente. Nel 2008. dopo trentacinque anni di letargo sentimentale e sessuale si innamora di Billy, scrittore.
La passione irrefrenabile di Sacks per la scrittura (a p. 395 il pensiero in apertuta citato) fu, infine, feconda anche per l'eros, la coronazione di una persona geniale, brillante, fuori dagli schemi.

In movimento
Oliver Sacks
Adelphi


domenica 20 marzo 2016

Vulnerabile

Il mio vivere nell'isola felice della singolitudine mi rende vulnerabile.
Govedì sera dalla  porta della loro abitazione, uscivano le urla di un litigio di _aria con il suo compagno. Lunedì tornando da lezione di tango, in auto, si era un poco lasciata andare, mi parlava delle sue frustrazioni e delusioni per il fatto che il suo compagno ha una mala educazione alimentare, un'indifferenza al limite dell'ostilità per ciò che riguarda la cucina e che ciò la frustra, la infastidisce molto, sente il peso del suo impegno non riconosciuto a cui si aggiunge la contrarietà del compagno (Perché perdi tutto quel tempo per cucinare?!).
Qualcosa inizia a scricchiolare? O sono forse solo io che rimango sensibikle alle intemperanze della coppia?
O della convivenza? Ieri sera ho avuto un altro scazzo con mio figlio. Io cerco di dare il massimo, di fare stare bene ma ho i miei limiti, difetti, vulnerabilità.
Dopo esserlo andato a prendere, aver preparato cena una buona e dopo una intera giornata di lavoro, seduti a tavola, dopo essermi alzato un tot di volte, come sempre, per servirlo e servirmi, finisco il vino. Vabbe', aspetto, ero proprio stanco, facciamo senza vino  Nel frattemp UnRagazzo finisce di cenare, è lì nel suo dopopasto. Beh, a questo punto gli chiedo se può alzarsi a pigliare la bottiglia di vino là, tanto ha finito.
Mio figlio mi guarda scandalizzato, irritato. Ecco, lì è partito il litigio.
Capisco che non ho alcun diritto ad un'attenzione ogni tanto, men che meno da mio figlio. Alzarsi novantasette volte su cento non significa nulla: alla novantottesima volta puoi sentire tutto la contrarietà e l'essere scocciato per una richiesta. Ma questa osservazione disincantata, razionale non cambia la reazione del mio ego e che rovinare parte della nostra serata mi ha fatto male.
  1. La singolitudine di lungo corso comporta che nessuno, quasi mai - amici a parte quando sono da loro -  si occupi di una qualche attenzione nei miei confronti e poi questa esigenza deborda dall'orlo e sbrodola su mio figlio.
  2. La convivenza è difficile e non esserci abituati la rende ancora più difficile.
  3. Non ho più un figlio bambino, ma un figlio adolescente che va verso la maturità, un essere con un suo ego che può essere in confitto con il mio e con i suoi voleri e il suo percorso, fisiologico, di formazione del carattere e delle personalità. Non è più un bambino.
Poi io mi sono scusato e poi anche lui e ci siamo ritrovati. E' così soave il riconciliarsi. Ma ha fatto male lo stesso, come sentire quelle urla dall'uscio dei vicini. Oggi è andata liscia come l'olio.

Molenbeekistan

Il Molenbeekistan, dunque, ha sostenuto, occultato e ostacolato la cattura della serpe in seno Salah Abdelsalam che già uno che si chiama così alla terza generazione allahluridomaiale meriterebbe il rimpatrio in Marocco immediato con tutto il parentado.  Evito di scrivere qui cosa farei a questa serpe in seno se lo avessi tra le mani.
Ascoltavo ieri le patetiche idiozie dei panmixisti masosadici di varie nazionalità evacuavano a cercare di spiegare il problema.

Il piano di grande sostituzione continua a pieno regime. Dunque la Turchia ha imposto che per ogni respinto l'Europa dovrà prendersi un invasore siriano. Basta solo aumentare il numero di invasori ed ecco che linearmente aumenterà il numero di quelli siriani che dovranno essere impiantati a forza nell'organismo europeo. Prego notare che il paese Canaglia plaude all'accordo. Anche Mare Lorum ha ripreso a pieno regime il programma di sostegno all'invasione.

Ieri ho sgobbato quasi tutto il giorno col GAS (a questo giro abbiamo movimentato 10k€ di prodotti confezionati, non freschi, ordini ecologici, in parte locali) e alla fine ho avuto dei franchi scambi di opinione sull'invasione in corso. Basta solo chiamarli con il loro nome, invasori, e ottengo reazioni tra lo scandalizzato e l'isterico.
Comunque siamo fottuti. La gente ha il cervello completamente manipolato, plagiato, non riescono a riconoscere - anzi, rifiutano di farlo - neppure i dati oggettivi.

Importazione imposta ai territori di masse infinite di questo orribile merdame barbaro, islamico. Sofie Peteers, una donna belga, aveva documentato, anni fa (qui il documento completo, lo avevo già presentato qui), uno dei molti aspetti del problema e di come si manifestava a Brussel. Non sufficiente per le antagoniste femmistedi plastica di cui siamo pieni (leggo, di tanto in tanto, i deliri della collaborazionista Eretika che ritengo mandante e moralmente responsabile delle violenze e delle molestie alle donne da parte degli invasori e dell'invasione stessa).


venerdì 18 marzo 2016

Quattordicietrentasette

Ieri in pausa pranzo ho incontrato Marco Poli. Adoro dare volto, occhi, mani, voce ai pensieri dai quali partiamo nel mondo virtuale, nella diariosfera nel nostro caso. Del resto Marco mi è sempre garbato per il suo pensiero critico, indipendente, per il suo rendersi conto della complessità e la sua osservazione di aspetti sottili, del macro e del micro.
Ma che ore sono? Le quattordicietrentasette. Oh per sancrisostomo! Il buon tempo insieme era fuggito precipitevolmente.

mercoledì 16 marzo 2016

Nocenze irrecuperabili

Tornando dalla milonga, questa notte, ascoltavo Radio Deejay e la discussione tra Fabio Volo e Mario Adinolfi.
Sebbene io sia ferocemente contrario alle adozioni da parte dei robosessuali, non posso che osservare che esistono dei casi nei quali la paternità biologica non può essere l'unica. Insomma, lo stesso Giuseppe era un padre putativo per Gesù. Solo che Adinolfi non ne voleva sentire, anzi, considerava la cosa blasfema. Mah, stranezze. Le religioni (comprese le nuove) e le menti dei loro adepti sono salti carpiati tripli con sfracello finale in quanto a logica.

In questi giorno salta fuori la questione della pena di morte. Ebbene sì, nel mio guarire dalle stupidaggini del politicamente corretto, dalla sinistrite oppiacea, io sono diventato molto favorevole alla pena di morte (v. punto 2 qui, come pena preventiva di quella che gli xeno ci commineranno, non capisco perché essi a noi sì e noi a loro no).
A La Zanzara, un albanese intervenuto, parlava di criminali e delinquenti come di "persone inutili che non servono a niente". Non solo molte persone che non servono a niente sono inutili, ma è assai peggio: esse sono nocive, nuocciono e sono molto pericolose per la società non solo per l'ambiente.
Il documento video sotto, che mostra come saranno le società europee (già in buono stato di avanzamento nel processo), mostra un sacco di homo molto nocenti (per dirla alla Renaud Camus, il contrario di in-nocenti). Non si può fare nulla, non ci sono speranze di recupero o di altro: questi balordi senz'arte né parte, non possono che delinquere per vivere, escludendo che possano evaporare o decidano di suicidarsi. I tentativi "umanisti" di spostare il problema o di aggravarlo non affrontandolo (i problemi o trovano una soluzione o altrimenti si aggravano) non vanno alla radice del problema, ovvero la presenza di homo senza alcuna prospettiva che non sia quello di nuocere ad altri, che sono un problema in sé e non parlo solo dal punto di vista ecologico.
Con carceri che traboccano, con criminalità irrecuperabile, costituzionale , le pene detentive sono solo un peggiorare nel tempo il problema, oltre ad essere insostenibili da vari punti di vista. Molte persone si scandalizzeranno, senza sapere che, dal loro punto di vista, un ergastolo serio è peggio, per i criminali, della pena capitale. Però qui torniamo alle religioni oscurantiste rispetto alle quali la logica soccombe.


Domini googlici "inconnettibili"

Le cose con i domini googlici continuano a non andare bene. Solo che il lavoro è intenso in 'sto periodo, non ho proprio tempo di indagare e neppure vorrei mettere in crisi il piccio in ufficio per cose che non c'entrano con esso. Connessioni che scadono (time out) diventa tutto lento, spesso impossibile. Così, sono un po' contumace anche dai luoghi googglici che bazzico di solito. Ho osservato che anche a casa le cose continuano a non funzionare, anche se non così male. Non è quindi un problema solo di ufficio.

lunedì 14 marzo 2016

Mumble mumble - 8



(Mumble mumble - 7

Questa volta la colonna Mumble mumble riguarda me. Sabato sono partito per raggiungere _zzz in treno dopo le diciotto. Devo dire che un po' la pigrizia dovuto al rilassamento della giornata, un po' che l'auto che ha sostituito quella incidentata è assai più figosa, comodosa, confortevolosa ecceterosa, ho dovuto usare bene la mente per non cadere nella tentazione di "Mahssì, questa volta ce ne andiamo là in auto". Non posso dire che sia stata una lotta ma certamente ho dovuto convincermi più volte, usare l'autodisciplina.
Il mio medico dentista ha ragione: per risolvere il problema auto bisognerebbe farle più piccole, più brutte e decisamente più scomode, un sacco di gente sarebbe meno autossicodipendente.
Il viaggiare in treno mi ha premiato ancora una volta, ho avuto tempo per scrivere due pagine di questo diario, e per curare dei rapporti con messaggi e chiamate, per fare due passi, al ritorno, domenica, per osservare il mondo, anche quello che sale in treno.
Comunque quella della riduzione dell'autossicodipendenza è una battaglia persa.

(Immagine: via motoringbox.com)

sabato 12 marzo 2016

Spotlight

Poco tempo per il diario. È passata una settimana e non ho scritto nulla su questa pellicola. Non è un caso.
Dinamiche di conservazione dei sistemi di potere (forse possiamo togliere "di potere"). _rio, durante la visione ha detto, sarcasticamente :- "Quelli [gli statunitensi] hanno tirato fuori il problema quando gli altri [il vatican(cr)o] li ha condannati per la guerra del golfo". Egli, tanto anticlericale quanto antiyankee non si è lasciato sfuggire il cozzare di poteri.
So che 'sta pellicola era candidata o ha forse vinto della robaoscar.
Fatta bene ma anche nulla di straordinario.
Osservo che è il nuovo direttore ebreo del Boston Globe che avvia, di fatto l'inchiesta, e non posso non osservare rancori mai sopiti da parte di una parte rilevante della nazione ebraica nei confronti della chiesa cattolica. Potrei parlare del problema della pedofilia e pure della lotta di settori liberal, radicale chic, sìglobal (internazionalisti su altro registro), progressisti contro il problema. Ma non posso non osservare che gli stessi sono i primi ad apologizzare e supportare l'invasione da parte di decine di milioni di  portatori di una "cultura" e una prassi pedofila, misogina, violenta (in confronto alla quale le patologie pedofile chiesastiche sono giochi dilettanteschi). Schizofrenia, dissociazione, ipocrisia, razzismo a palate!
Fazioni, sette, nazioni, parrocchie che difendono loro stesse ponendo un faretto sulle malefatte altrui.
Francamente non ci vedo nulla di speciale, nulla di nuovo, nulla da premi particolari.
Viaggiare in treno (il secondo) fa bene anche al diario.

T - M: 2 - 0

Cosa succede?! Questo fine settimana la montagna ha soccombuto al tango.
Per andare in una certa milonga dalle parti di milonga_zzz stasera (scrivo dal treno che sto andando là) avevo organizzato un'uscita colle ciaspole stamani presto. Ma e il sabato e il presto ha azzerato le adesioni, eravamo rimasti in tre dei quali due indecisi (l'indecisione è epidemica!). Sarebbe stato "stretto" anche per me che ieri ho finito lezione di milonga che erano quasi le ventitre, giù in città. Sarà stato il meteo, in parte nuvoloso. La verità è che l'alpinismo, l'escursionismo  richiedono impegno, orari quasi incompatibili col tempo libero "urbano", un approccio mentale che si rinforza colla pratica o si perde senza di essa.
Una volta me ne fottevo e me ne partivo da solo. Ora ho perso questa abitudine, questa voglia.
Io so che la mancata ricarica di natura mi lascerà colle batterie scariche questa settimana.

giovedì 10 marzo 2016

Lo stallo

Domenica è venuto a trovarmi __ele, caro amico, ebreo, ora lavora a Cambridge, con sua madre che vive qui, _ina, sua figlia e un'amica della madre.
Tempo piovoso, invernale, meraviglioso per starsene in casa con del buon cibo, buon bere (_ele ha portato una gran bottiglia di merlot che stava troppo bene coi due cotechini artigianali che avevo preparato) e un fuoco allegro.
_ele e sua madre sono ebrei e di “sinistra” (Lorenzo non me ne voglia) nel senso che capiscono che non il comunismo non ha alcun senso ma … vorrebbero tante cose comuniste, marxiste, etc. . _ele va a fare il volontario a Calais, alla Jungla e la discussione si è abbastanza accesa quando io ho espresso molto chiaramente le mie posizioni localiste, identitarie, quindi ferocemente anti massmigrazioniste e che quel problema si risolve con i rimpatri. Altro che assistenza, ci vogliono rimpatri e certo non è operazione di te e pasticcini. Ho dovuto ricordare come la loro nazione deve usare maniere forti ogni giorno per mantenere integrità e sicurezza. Ma non era di questo che volevo parlare.
Cime dicevo con loro è venuta _snetti che insegna feldenkreis e una danza assai particolare (troppo di nicchia per citarla, diciamo una danza che ha inventato uno dei pensatori a cui guardava Osho) alla madre. Una persona interessante. E' stata una delle pioniere del tango in regione, quasi venti anni fa.
Abbiamo passato tutto un pomeriggio, ore che sono andate veloci, siamo stati bene in cinque. 
Ma di _snetti che ieri sera mi hai mailato e mandato il suo numero di cellulare, non mi interessa granché. Perché? Non mi acchiappa fisicamente. Perché non mi acchiappa fisicamente anche se è una donna interessante,anche un poco gradevole?
E qui veniamo al punto. E' un bel po' di tempo che mi osservo. Cosa combino e cosa non combino.
Insomma, io sto guardando e puntando a donne che... sono più giovani di me. E lo sono di, diciamo, di due o tre lustri.
Non funziona. Ovvero, non funziona più perché io non ho più la loro età o quell'intervallo di età.
Le mie coetanee mi attirano assai poco anche perché assai poche di loro si tengono bene e sono simpa e sono carine e ci puoi parlare e c'hanno un bel fisico e abitano vicine e non fumano e non sono mucche con la ciunga e sono more e fanno un po' di sport e … [lista troppo lunga, i sistemi a troppi vincoli non hanno soluzione]. Ma la questione, il checksum, è che sono attratto da donne più giovani. Sarà sconveniente, poco corretto ma sarei falso se lo negassi.
E' un po' come il mercato del lavoro, c'è troppa distanza offerta e domanda. Poiché vivo bene e sono felice – voragine erotico-sentimentale a parte – non ho stimoli per andare incontro a donne mie coetanee, molte delle quali si tengono assai poco bene (si apre un mondo qui, ma non ora). Sono in uno stallo, direi.

Se dovesse mai capitare, sicuramente diventerei anche io così ossess... .  Con tutto il carico di lussuria, sentimenti, coccole che ho accumulato altroché! [Nota, lo capisco benissimo perché ella, per me, è bella, bellissima].


("ombre et lumière, fétish rétro", redcharls)

martedì 8 marzo 2016

Il vitellone

_imo, il gasista che mi è caro, espertissimo di agricoltura ecologica (bio sarebbe superfluo) che io nominerei ministro dell'agricoltura, continua a mantenere e tessere relazioni con i - non so se pionieri o retroguardie - di una piccola agricoltura di eccellenza su per i monti che è sempre difficile, molto più difficile.
_imo ci ha avvisato di un giovane contadino che, in montagna, ha deciso di provarci: ha affittato un vecchio podere mezzo abbandonato e ha iniziato ad allevare maiali allo stato semibrado e bovini in ampia stabulazione libera: ha aperto una grossa area intorno alla stalla, 'sti bovinacci entrano escono come piace a loro.
E c'è lo splendore di un'azienda veramente bio perché il ciclo è chiuso, principalmente erba e un po' di orzo e scarti di mais (varietà antica coltivata per la polenta, i resti per gli animali) coltivati nell'azienda.
Ho organizzato l'acquisto al volo, GAS e un paio di colleghi, pacchi di misto di vitellone. Il fatto che si tratti di un incrocio, Pezzata Rossa e Blu Belga,non è un caso: questi Contadini (di Campi Aperti) sono perfettamente consapevoli del problema, nelle zootecnia intensiva industriale, della consanguineità di centinaia di migliaia di bovini tutti discendenti da pochi maschi, di razze sempre più spinte e fragili, deboli e sono attenti anche a questo problema e alcuni di essi ora tentano di avere un proprio maschio per la riproduzione e razze più robuste (incrociate) che siano sane e quindi non  farcite di porcherie (chimiche, antibiotiche, etc..

Quando non lo faccio per me, ottengo quasi sempre buoni risultati, sono bravo nella vendita e nel marketing per altri.
Provo un piacere autentico nel sostenere le piccole imprese contadine.
Mi affascina poi l'agire in rete: rapporti basati sulla fiducia, ultra flessibili, agili, efficienti: _rio ne ritira alcuni pacchi il pomeriggio,, anticipa, poi noi ritireremo da lui, i colleghi ritireranno quando il cuntadein arriverà in città.



domenica 6 marzo 2016

Vai pure

O sto con _ianna un'ora di più oppure me ne vado.
Vai pure.

Io sapevo che sarebbe stato difficile.
E per un papà separato lo è molto di più.
Perché i figli dei separati usano frequentemente la tattica “se tu mi dici di no io vado dall'altr* e riesco ad ottenere ciò che voglio”). E questo doppiogiochismo non è solo relazionale, è anche fisico.
Prima di andare alla partita, io gli avevo parlato: ora che hai giù tre materie ti devi impegnare. Stringere i denti, studiare diventa la tua occupazione quasi a tempo pieno, per un paio di mesi ti prenderai qualche ora per il tuo divertimento, il resto sarà studio.
Anche oggi, gli ho ripetuto più volte che per una paio di mesi deve passare da “studiare tre ore il fine settimana” a “spassarsela tre ore il fine settimana”.
Ieri [la pagina è stata pubblicata qualche minuto dopo mezzanotte, ma è stata scritta sabato per eventi sdi sabato 5 marzo; per ieri si intende quindi venerdì 4] quando l'ho chiamato non credevo a quanto mi stava dicendo :- Domani (oggi) dopo la scuola ho calcetto con i miei amici e poi, già che sarò in città, rimango giù e sto con _ianna,prendo l'ultimo treno.
Domani poi il calcio [fino alle quattordici].
Eh!? Forse non ci siamo capiti, non sono d'accordo. Ne parleremo domani a pranzo.

Eravamo rimasti d'accordo che _ianna sarebbe venuta a cena, poi io sarei andato al cine, sarebbero rimasti un po' da soli e poi sarei tornato. I genitori di _ianna la sarebbero venuti a prendere.
Ho specificato a UnRagazzo che la sua “ragazza” avrebbe dovuto prendere il treno un'ora dopo, per essere qui alle diciannove e non alle diciotto come voleva mio figlio. Fino alle diciannove avrebbe dovuto studiare. Su questo punto è avvenuta  la rottura.

In tutto questo, sua madre, prima di pranzo, si era sfogata con me a lungo, un pippone del trentadue, che non ce la fa, che non studia, pensaci tu, io e [suo marito] siamo stufi.
Allora nei tentativi polemici di mio figlio mi dice Allora chiamo la mamma. La mamma è d'accordo con me, fai pure.

Cosa fa la mamma? Dopo due scambi … “ah, beh,... siiii, allora vedetevi pure due ore prima”.
Così mio figlio ha utilizzato il doppiogioco.
O mi vedo con _ianna un'ora prima o me ne vado.
Vai pure.

sabato 5 marzo 2016

La lupa

Sulla strada del ritorno, a qualche chilometro da casa, stamattina alle tre e venti circa, ho incontrato una lupa sulla strada. Quando l'ho vista, incredulo, mi sono fermato. Prima è corsa da una parte, poi ha preso verso opposto, è passata a neppure a due metri dall'auto ed è fuggita.
Dopo tanti anni, finalmente! Che bello!
Ho desiderato che quella femmina fiera potesse diventare la mia lupa, che potessi accarezzarla, sentire il suo bottonone nero umido sulle mie guance mentre la coccolo. Poi lasciarla andare via, libera e fiera, fino alla volta successiva.
Prima la tanfa, poi la lupa, almeno la serata è con uno splendido epilogo.


La tanfa

Una delle mie milonga preferite, ieri, era letteralmente sigillata. Problemi di impatto acustico col vicinato, la capa, ha deciso che non si sarebbero potuto aprire le finestre. Neppure uno spiraglio. Sono stati fatti un paio di tentativi, stroncati immediatamente. Più tardi, convincendo le sue due socie, una soluzione che mi sembrava intelligente: si sono accordati col TJ, cortina a volume ridotto in modo che si potessero aprire le finestre per, diciamo un minuto. Non è arivato ad una decina di secondi, la capa ha fatto chiudere tutto lo stesso. Perché c'è l'aria condizionata.
No, c'è la tanfa condizionata.
Uno degli esperimenti più comuni in seconda o terza elementare, per spiegare l'importanza dell'ossigeno, è quello di accendere un mozzicone di candela e poi di coprirlo con un bicchiere. Cosa succede alla fiamma?
Ho risolto molto problemi nel tango ma quello dell'aria pessima spesso rimane un problema irrisolvibile.
Ieri mi sono scocciato: non ho ballato che tre o quattro tande, il resto del tempo l'ho passato a parlare, non ho alcuna intenzione di andare in ipossia e di rendere una sera una sorta di seduta masochistica.
Scriverò a _lusso che o risolve il problema della tanfa, ad esempio con la tecnica delle cortine silenziose con cambio d'aria, o non verrò più.


(via funsci.com)


venerdì 4 marzo 2016

A singhiozzo

In questi giorni vedo sia diario che blogger a singhiozzo; ho verificato stessi problemi anche per altri diari di questa piattaforma.
Devo dire che non avendo acceduta da casa da vari giorni, non so se sia un problema di piattaforma (blogger) o di connessioni dal lavoro che tenderei ad escludere visto che altri siti, altri domini, sono normalmente raggiungibili. Blogspot Italia non solo non accenna a lavori in corso ma... a sua volta, è raggiungibile a singhiozzo. Novità in vista da Mountain View per la loro parte di diariosfera?
Ma a voi, altri blogspotter, come va?

Lassù, bianco blu

Questa mattina sarebbe proprio da andare tornare lassù, nel bianco blu.


(_vodoro)

La prima volta

Uno dei miei maestri (_nni, quello dei colli) ieri pomeriggio mi ha detto :- Vieni stasera a darmi una mano!?


mercoledì 2 marzo 2016

Il corpo potente

Ieri altra seduta impegnativa dal dentista. Durante la chirurgia neppure troppo complessa, nonostante l'anestesia perfetta, sono... svenuto. Di fatto è la mente che non sopporta i segnali cinestesici di divaricazione, taglio, raschiamento, etc., l'odore del sangue etc. .
Ad un certo punto i "segnali"  erano troppo elevati e il corpo interviene, abbassa la pressione fino ad arrivare al taglio sensoriale. Mi sono reso conto che stavo svenendo e ho pure percepito una sorta di rilascio di tensione, di abbandono liberatorio. Tutto sommato il corpo è sempre potente e meraviglioso, ha meccanismi di autodifesa inaspettati, potenti anche contro le bizze della mente.
Io ho provato a resistere aumentando la respirazione ma è una tecnica leggera, è soccombuta rispetto a intensità e qualità della "destabilizzazione" esterna. Penso che non sia controllabile sul piano oggettivo. Forse solo una certa frequenza nella chirurgia potrebbe banalizzare per iterazione.
L'assistente di poltrona mi ha detto che sono praticamente solo gli uomini che svengono per la chirurgia in anestesia non totale (locale o, in altri contesti, di altro tipo come epidurali), mai avuto problemi con donne. Eh, le donne, così potenti (ieri mi sono preso tempo per un'altra pagina bellissima da Daoist su queste Donne).
Oggi sono con le batterie scariche anche per il fatto che da ieri a pranzo ho mangiato assai poco e la notte ho dormito così così. Sono un po' debilitato e tutto questo solo per una piccola operazione chirurgica.

martedì 1 marzo 2016

Archetipi

Domenica, con la mia compagna di studi di milonga, donna dagli innumerevoli lati positivi, tra i quali stile, mente, arte nel corpo ma che non mi piace fisicamente, siamo tornati in quella milonga edonistica, la milonga In.Stabile. Siamo diventati due corsari della gioia direi.
Durante una pausa, ci siamo messi a parlare con un tanghero locale. Lo vedevo, all'inizio (iniziammo grosso modo insieme), già mi piaceva il suo stile, un suo carattere deciso. Ci ha raccontato, in modo colorito e frizzante, la sua storia. Il primo anno ha fatto trecentocinquanta giorni di tango su trecentosessantacinque, che malattia il timorbo! Insomma, con la sua cadenza "etrusca" della Toscana settentrionale, comunque un parlare garbato, ci diceva che egli non ha studiato, è un artigiano, lavora nell'edilizia, se la cava bene (beh, si capisce dalle spese, visto che gira come una trottola tutta Europa per eventi milongheri) - rideva - che egli "semplice" fa ballare donne che sono tutte avvocate, consulenti, dirigenti, stiliste, giudice, direttrici, etc. Ha un mondo assai deciso di condurre (in gergo si dice marca). Il tango è come l'opera, ha origini popolari e poi, nella sua eccellenza, è diventato colto e ambito dai segmenti alti della piramide sociale ma le radici sono profonde.
Ecco, una delle cose del tango che io adoro è che... non ci sono diritti: solo tu, il tuo impegno, la tua passione portano i frutti. Leone Incovic si sbagliava (non solo lessicalmente) quando diceva che la milonga è democratica. Cazzate! La milonga è meritocratica e lo è ferocemente: se sai ballare balli altrimenti ... altrimenti devi fare la gavetta. Il tango te lo devi guadagnare (e non è neppure una condizione sufficiente, è come l'amore, non ci sono condizioni sufficienti). Non ci sono diritti, dirittismi, politicamente corretto e questa merda. Paradossalmente, tutto questo diventa ed è egalitario.
Il tango è archetipico, è verticale, è gioia e frustrazione, è lotta, gelosia, è critica al vetriolo e saluti ossequiosi, è guerra e amore.
Gli archetipi sono fascino, sono vita, sono istinto, sono terribilmente attraenti.
A proposito di archetipi: ho scovato questo cortometraggio proprio carino.