giovedì 30 marzo 2017

Serata no

E' arrivato con venticinque minuti di ritardo sul ritardo programmato di un'ora. Nonostante i tentativi di comunicazione. Che comunicare, se non sei preciso, non serve a nulla, bimbo mio. Era già tardi e io, minuto dopo minuto, non mi capacitavo. Passano i minuti, avanza la lancetta lunga, e diventavo da incredulo a scocciato, arrabbiato, fremente...
Quando è arrivato, col risotto sbobbazzato nonostante il tentativo di posticiparne sempre più la preparazione, l'ho praticamente assalito verbalmente.
Essere uomini significa anche dire cose sensate e rispettare ciò che si è pattuito con il prossimo, con l'interlocutore. L'accompagna sua madre autossicodipendente e arriva con ritardo nel ritardo, se fosse venuto col treno dopo sarebbe arrivato, nel ritardo, dieci minuti prima.
Sotto le sfuriate mi ha detto che sotto la pressione della giornata se l'era presa un po' comoda (già, perché in questa settimana col progetto Buona Scuola è a fare un lavoro assai "interessante, formativo", distribuire volantini in un centro commerciale per una farmacia, ore gettate allo studio di cose importanti, che si i lavori sono di questo rango si potrebbe anche evitare di far soccombere loro lo studio). E poi lo zaino è pesante che mi intenerisce ma è anche un marcantonio più grande e grosso di me, ora.
Tutto non andava, era storto.
Il merito è semplice e sensato. Ma io, sotto la pressione emotiva, ho ciccato completamente le modalità di comunicazione. Il bipede poi mi ha raccontato che si era impegnato per cercare di essere a casa prima. Poi, il bipede, si è fatto silenzioso con gli occhi umidi.
Mi ha detto che ultimamente litiga con UnaBipede, con sua madre, con il suo nuovo marito, ora con me.
Sì, il litigio poi ha portato qualche intimità. Ma era sintomo di limiti suoi e miei. Ieri ci eravamo riappacificati, stamani mi sono scusato. C'è anche che mi manca, che lo vedo sempre meno, non facciamo più un cazzo insieme, sono ridotto ad un papà base appoggio logistico.
Ieri è stata una serata no.

Lievismo - 2

(Lievismo)

Dunque, uno dei due massacratori era stato arrestato con centinaia di dosi per ciascuna delle varie droghe che spacciava e rilasciato il giorno dopo, ovvero all'indomani dell'assassinio che commise poi col branco. Il rilascio era avvenuto perché le sostanze stupefacenti erano per "consumo di gruppo". Certamente. Un gruppo molto grande.
Il GIP lievista ha rilasciato un criminale che poi ha continuato ad agire. Non c'è miglior istigazione al delinquere della certezza dell'impunità.
Perché le carceri scoppiano (di "ricchezze, doni, gioiosi fratelli, multiculturalità, opportunità e pagatori di pensione"). Oppure il GIP era un kompagno con la testa farcita di fanfaluche oppiacee sinistranti. Oppure entrambe le cose.
Avanti con la società a scoppio. Più lievismo per tutti.

(via sem07it)

mercoledì 29 marzo 2017

Nel suo vortice - 3

(Nel suo vortice - 2)

Cosa dicevo? Il vortice. Beh, forse più che vortice...
Accompagnata _civa in stazione ho raggiunto _bio e _zia. Meteo spettacolare, come può essere una giornata di bora, giornata fredda (relativamente), tersa e solatia. Devo dire che avevo spento tutto, non avevo organizzato nulla, sapevo che _bio avrebbe voluto percorrere un anello. Iniziamo a salire col piacere di essere in una piccola valle degli Appennini spopolatasi e inselvatichita. E' sempre molto forte emotivamente camminare in questi deserti umani (nelle nostre tre ore e mezza non abbiamo incontrato anima umana).
Mentre salivamo, arrivati ad una posizione in cui iniziavamo ad avvicinarci alla sommità, abbiamo visto...  lo scuro. Verso sud ovest il blu con qualche batuffolo bianco. Ma, girandoci, ecco un cielo cupo a nord-est. Poi borbottii e poi... tuoni. Tuoni in marzo!? Possibile!? Mi sarò sbagliato... La velocità con cui è arrivato il fonte freddo, con un piccolo principio minacciosa di nuvola a mensola, è stata sconcertante. Abbiamo rinunciato a completare il giro perché avremmo avuto ancora più del ritorno sul percorso dell'andata. Beh, il cielo era pessimo (foto 11) e in ulteriore peggioramento (foto 14). Sapevo che le perturbazioni di bora scura non sono mai così intense. Qualche foto al passo e poi giù veloci, con alcuni passaggi assai insidiosi, sentiero ghiacciato su strapiombo. Non avevo preso né i ramponi né la cerata, zio peto.
Prima rovesci di graupel che sono diventati pioggia battente con lo scendere di quota. Via felpa per tenerla all'asciutto nello zaino, sono sceso in t-shirt a maniche corte e sopra quella a maniche lunghe che si sono via via infradiciate. Ma la quasi corsa per scendere era così intensa (e faticoso per la roccia e le foglie di faggio bagnate e scivolose) che molta acqua è evaporata. Invece le braghe tecniche via via più bagnate sono diventate una mezza tortura. Siamo arrivati all'auto al "rifugio" alla base, mi sono tolto le magliette inzuppate, mi sono messo sopra qualcosa d'asciutto tolto dallo zaino e siamo andati a casa loro, invitato a cena. Non soffro mai il freddo, anzi, ma domenica non mi sono mosso dal caminetto. Poi è seguita una serata di buon cibo e di parole tra amici e complici di questa esperienza che ci ha, almeno per poco, inselvatichito.
Per una volta ero partito con uno zaino sguarnito, troppo leggero. Lascio alle immagini raccontare qualcosa che le mie parole sono già troppe.
Che ridda di esperienza pazzesche, estreme, contrastanti, emozionanti, in meno di quarantatotto ore!!

In principio blu e sole ci aspettavano lassù

Bboni, bboni 'sti cartelli, gnam, slurp.
Anche i faggi hanno bisogno di ferro.

Il faggio predilige terreni rocciosi. Senza dubbio!

_bio e _zia qualche passo più avanti.




Ancora meteo splendido di fronte a noi.

Ecco, 'sto faggio era veramente bitorzoluto.

Cacca di lupo.

Orma di lupo.

Udivo dei tuoni là a nord est. Tuoni in marzo!?!? 

Il passo da poco sotto. Eppure di là è ancora bello...

Passo del Cancellino e Toscana centrale occidentale.

Era inquietante e si stava avvicinando.

Ecco i primi scrosci di graupel.

Quasi arrivati, zuppi noi, con spolverata di neve (graupel) lassù.

lunedì 27 marzo 2017

La borsetta

Le donne usano la borsa che dentro ha di tutto: portafogli, caramelle, fazzoletti, penna, furbofono, foto, vibratore, rossetto, spray nasale, naftalina, orecchini da restituire a Chiara, biglietto del bus e del teatro, momento e salviette per le mani, il referto degli esami, assorbenti e un ferreo rocher.
Io no. Così avevo chiesto a _civa di tenermi portafogli e chiavi del "ferro" alla Instabile che non sapevo dove metterli. Insomma, domenica se n'è tornata a casa col mio portafoglii in borsetta.
Finito il lavoro me ne sono venuto a riprenderlo a Ferrara. Un viaggio in treno in una giornata luminosa, fresca, abbacinante di luce. Anche la pianura è bella, in primavera, dopo la pioggia. _bio mi ha prestato, ieri sera, cinquanta euri che non avevo un centesimo a casa.
Gli imprevisti possono essere gradevoli se approcciati bene.
Torno che tra un'ora avrò lezione di tango.

Nel suo vortice - 2

(Nel suo vortice)

In poche ore:
  1. Ho vissuto una lezione di milonga divina con la mia compagna di studi; il piacere di apprendere l'arte, di sperimentare, di riuscire a capirsi e a trovare nuovi livelli, nuovi canoni.
  2. Le piccole attività del sabato mattina, ho sistemato alcune cose e ho reso bella, fresca, fiorita e ordinata la mia amata casa, il mio "nido delle aquile".
  3. Trasferta a Firenze, alla Instabile. Ecco, il viaggio (andare oltre i monti aiuta a staccare, a rendere speciale, il viaggio) ha una notevole importanza in queste liturgie: quando vado in altri luoghi, anche non così vicini, nella conurbazione padana, non avverto questo stacco. E' proprio una rottura, spaziale, con l'ordinarietà quotidiana.
  4. Poi ore di Tango. In effetti inizia a funzionare. Così c'è la gioia di abbracciare belle donne e con loro intessere un'opera per la durata di una o due tande. Fare un pieno di intimità creativa, di grazia a due. Il mio ego non può ignorare che inizio ad essere un tanghero ambito. Io sono schivo, voglio essere umile per diventare ancora meglio, per godermi questa rivalsa, silenziosa. In questa umiltà c'è una tensione verso l'eccellenza, non penso superbia ma se anche fosse non cambierebbe nulla.
  5. Tecnicamente il luogo è un tempio di bellezza, il romanico e gli ulivi a incoronare il tango. Un TJ italiano (Claudio Coppola, che vive a Parigi) ha orchestrato il metacorpo milonghero. Beh, francamente è difficile spiegare come la colonna musicale, in una milonga, possa influenzarne così grandemente l'anima, lo spirito. Qui si entra nel metafisico fisico: osservi la risposta oggettiva del metacorpo, energia, giubilo, passione, fervore, entusiasmo, grazia (se fossimo ad un rave direbbero  la vibra, qui ho sentito lo "stare sulla cresta dell'onda"): potresti misurare sorrisi, la composizione del sangue, i battiti cardiaci e misurare, fisicamente, lo stato di grazia, la gioia di un gruppo numeroso di persone.
  6. Dentro c'è la seduzione, il flirtare. La comunicazione, creativa, intima, con donne anche splendide, robe a perderci la testa. E con queste, belle e con l'arte in corpo, ti ami per manciate di tre minuti. Ho fatto un pieno di intimità creativa, estetica. Sì, lo posso ripetere. Non c'è dolce vita più frizzante e profumata, fiorita, di questa.
  7. Poi l'arrivederci, il viaggio di ritorno, nella notte, A1 deserta e poi ancora selve da fendere. A pochi km da casa, lassù. un poco oltre il monte, ci siamo fermati qualche minuto: un paio di giovani caprioli maschi stavano azzuffandosi, inzuccandosi in mezzo alla stradina: erano talmente carichi di testosterone e di voglia di "pugnare", che, semplicemente, per alcuni minuti  non si sono spostati dal centro della strada. Avremmo potuto, facilmente, riempire di delizie due congelatori, se solo avessimo voluto e potuto.
  8. _civa ha dormito nel mio letto, io in quello di mio figlio: lo avevo preparato fresco. Come dicevo, non mi muove, eroticamente, quasi nulla, forse quando è tirata in milonga, Io non ho problemi a dormire con un'amica nel mio letto :- Vuoi che dormiamo assieme (per le parole hanno un senso ma ella non lo sa(peva))? Ho visto un'ombra di perplessità sul suo volto e così abbiamo dormito bene e in due letti distinti. Erano le cinque, tutti e due felici, anche di non metterci il sesso, che complica sempre tutto, al meno per me complica tutto che non lo reggo.
  9. La mattina piccolo giro intorno a casa, fino ad un poggio, a prendere il sole, tra primule e violette a migliaia di caspi fioriti. Ne abbiamo raccolte un bel po' per la nostra insalata. Il momento di sole, con la bora fredda, al poggio lassù, con la valle sotto e lontano, a nord, la pianura, stesi su un prato, è stata gioia grande. Poi pranzetto assai sfizioso, con radicchi e fiori e poi un risotto ai carciofi come dio comanda. Si era invitato a pranzo ma in loggetta non c'era posto, solo _civa ed io. In fretta giù in stazione, è tornata verso nord e io mi sono gettato verso i monti.
Ecco, qui, in questo viaggio in montagna si apre un'altra storia incredibile in questo vortice che mi ha preso, innalzato, spostato, fatto viaggiare dentro, sopra, attraverso la vita.


("claudiocoppola", anonimo)

domenica 26 marzo 2017

Nel suo vortice

Rubo qualche minuto alla vita che mi ha preso nel suo vortice e sollevato e spostato e fatto vivere tutte queste emozioni, queste cose matte, eccessive, sublimi, contrastanti.
Sono ebbro.

giovedì 23 marzo 2017

Cognizione, dolore, odio

Per tornare a ciò che sottostà alle polemiche sulle donne dell'Est e italiane..
Sono seduto in treno: seduta alla mia sinistra una giovane donna penso tra i diciotto e i vent'anni: è indaffarata e passa quasi quaranta minuti a cipollarsi con trucco, rimmel, capelli, etc. (non sono esperto, io stavo studiando altro). Io mi sarei rotto dopo qualche minuto, questa è stata lì tra scossoni, balzi e frenate quasi tutto il tempo.
Direi l'allegoria quasi picaresca de Appaio e quindi appaio.
E' la parodia della liquidità, del vivere di plastica dei paesi consumisti, dove il nuovo feticcio è la moda e l'apparire insincero, artefatto, fino agli estremi, mode e i condizionamenti pesanti che ciò reca seco.
Di fronte a sinistra una giovane donna velata. Incinta (il primo figlio è a pochi passi, gioca col proprietario di entrambi, padre e marito padrone). Velata, in abiti scelti casualmente, senza alcun criterio se non l'apoteosi del brutto globalizzato: scarpe da ginnastica Nike sgargianti, un palandrano grigio, il velo tra il rosa e l'aragosta (nulla c'entra col resto), grassa, senza un nanogrammo di trucco, direi piuttosto sgradevole. Invece che lo sgradevole della plastica della prima, lo sgradevole autentico.
L'invaditrice non ha tolto gli occhi dalla vanesia nostrana. L'ha odiata, disprezzata per tutto il tempo. Non aveva due occhi, aveva due bocche di cannone puntate sulla puttana. Ella è insarcofagata in un ruolo semplice, fattrice di figli e sottomessa: non deve truccarsi, non deve scegliere le scarpe, non deve scegliere come vestirsi anche questa mattina, non deve andare a lavorare. E' semplice, banale, deresponsabilizzante. E comodo.
E' anche umiliante, indegno: la tua dimensione come essere pensante, con arbitrio, discernimento, respons-abile e responsabile è, ufficialmente, annullata (forse, in privato...). Solo che la dignità, un qualche anelito ad identità, autonomia, responsabilità e il dolore della mancanza di tutto ciò, esistono ancora e sono ravvivati, come sale grosso pigiato a forza nella ferita e in esso strofinato con energia, dal confronto con la giovane vanesia italiana. Non molto più libera, in sostanza, visto il condizionamento e la dipendenza nella quale si è reclusa in modo più leggero, più garbato, più soft. Essere libere o meno vincolate è difficile. Libertà significa agire, confrontarsi con altre donne, con altri uomini, competere, dà spazio anche a propri limiti, anche debolezze e difetti, dipendenze escono  con te, quando esci di casa. Oggettivamente oltre che femmina e madre devi essere anche donna, persona, consumista, alla moda, sexy, condizionata, truccata, lavoratrice, sportiva, vanesia, artista, ingegnera, banale, maschile, sostegno economico, ...

Osservavo quegli occhi belligeranti, armati, il formarsi, su un treno della mattina, della cognizione, per contrasto, della differenza, quindi l'avvertire il dolore che deriva dal prendere atto della propria condizione semplice, comoda e ignobile, e quindi lo sgorgare del disprezzo, dell'odio.

martedì 21 marzo 2017

Un'ora e mezza

Ieri, a lezione, abbiamo lavorato un'ora e mezza su una composizione di movimenti (volcada - colgada - colgadita che, visti da fuori, ha una semplicità, una fluidità quasi... banali. Il video a corredo dà una qualche idea dell'accuratezza cinematica dei movimenti e di come utilizzare il  corpo come strumento di grazia e precisione, su una delle decine di possibili colgada.
Eppure, quella grazia (grazia sotto pressione, per dirla alla Hemingway) richiede coordinamento, armonia, precisione perfetti nel proprio corpo, in quello del partner e in sintonia. Sì, è proprio la semplicità complicata. Io ritorno sempre alla semplicità estrema, se volete, di un orologio meccanico preciso. Eppure, quel sistema di rotelline, rubini, molle, perni, che perfezione deve avere per arrivare alla semplicità (quasi) perfetta del semplice fluire del tempo.
Il fatto che dopo cinque anni e mezzo ci sia ancora molto da apprendere, studiare, nuovi orizzonti, mi affascina e mi entusiasma.


Diversamente verità

A proposito di falsi e bufale sparsi dai grandi media. A volte è semplice: basta invertire le responsabilità e passare l'inversione alle masse. La teppaglia islamica ha devastato la Siria? Semplice, prendi e incolpa chi ha resistito. E non pensiate sia solo un problema di poteri forti. Anche a basso livello si spargono assurdità e falsi completi, semplicemente ribaltando i fatti.


lunedì 20 marzo 2017

Pinzillacchere e... Il Problema

Impossibile non notare questo articolo sul Corriere. Dunque anche le mogli fidanzate amanti mamme sono sottoposte alla liquefazione della società, alla competizioni con donne dell'Europa orientale. Io non ho mai amato le donne dell'Europa orientale: le trovo fredde. Mi fanno sorridere i punti che hanno sollevato, pare, un putiferio di polemiche.
  1. Sono tutte mamme, ma dopo aver partorito recuperano un fisico marmoreo;
  2. Sono sempre sexy, niente tute né pigiamoni;
  3. Perdonano il tradimento;
  4. Sono disposte a far comandare l'uomo;
  5. Sono casalinghe perfette e fin da piccole imparano i lavori di casa;
  6. Non frignano, non si appiccicano e non mettono il broncio.
Ahah. Io sono convinto che non sia proprio così. Alcune donne dell'europa dell'est che vedo in treno non sono esattamente così. Passerei oltre a queste pinzillacchere ma... mi rendo conto che alcune osservazioni della realtà politicamente scorrette potrebbero essere qui.

Pinzillacchere a parte, noto con preoccupazione, questo articolo di apologia crescitista. Una cosa che ho notato, in Sud Tirolo (forse più che in Trentino) è che la sua popolazione, dall'annessione del 1918 è aumentata patologicamente (qui i dati aggregati per le due province della regione). Considerando che la provincia di Trento ha avuto un'evoluzione assai diversa (anche per maggiore emigrazione) (no, vedi **) temevo che... In effetti, con un po' di ricerche in tedesco ho trovato i dati disaggregati per il solo Alto Adige: la popolazione, dal 1910 al 2011 è più che raddoppiata. Siamo alla follia!
Da quando ero piccolo e poi adolescente ho visto la crosta tumorale artificiale riempire la conca di Bolzano (*), conurbare Lagundo, Merano, Lana, stravolgere la Val Sarentino, la Val Venosta, cittadinizzare la val Gardena.
In territori montuosi con pochi spazi raddoppiare in pochi anni la popolazione è una follia che, appunto, crea degli schifosi bubboni. Una volta la provincia di Bolzano e quelle di Napoli erano le peggiori in Italia per tasso di crescita demografica: una sbarellata di conigliastri che figliavano senza ritegno. La provincia di Napoli si è stabilizzata, quella ipercattolica di Bolzano no.

Questo dimostra che non è affatto solo questione di livello di reddito: la provincia di Bolzano è molto ricca e rompe il luogo comune poveri = prolifici.
Il problema è di inquinamento religioso, come del resto, nella maggior parte dei paesi islamici, specie quelli ricchi. Comunque, arriverà anche per il Sud Tirolo il problema della spaventosa insostenibilità della sua popolazione. Il fatto che il Corriere incensi il tumore alto atesino la dice lunga su come siamo messi e sul livello di pazzia che regola i mezzi di formazione e propaganda. Non sarà bello.

("teratoma sudtirolese", via wikipedia.de)

domenica 19 marzo 2017

_civa

Venerdì sera ero a Ferrara. Mi sono visto con _civa. Ero scettico: vado? non vado? Infine mi son detto che passare qualche ora con una persona gradevole è gradevole, una cosa positiva.
Purtroppo per un delirio di traffico congestionato fino al blocco, sono arrivato con cinquanta minuti di ritardo. Nella foga del parcheggio ho anche ammaccato pesantemente la fiancata sinistra del ferro finendo addosso a quello che stava uscendo (colpa mia la sua nulla, la mia una discreta bua). Mmh, serata iniziata storta. Abbiamo mangiato un boccone (avevo voglia di pizza) e poi in città  (splendida) a camminare.
Sì, una persona gradevole e interessante. Anche con qualche gradevolezza fisica quando è tirata in milonga. Ma non mi desta un qualcosa di erotico, nulla per cui possa essere un'amante invece che un'amica.
Secondo me Ora ella non sta granché bene. Prima dovrebbe tornare a vivere bene, felicemente e poi a rimettersi nella sfera seduttiva.
Mi diceva, tra le altre cose, che non sa cosa le piaccia ora. In realtà, io che quando voglio sono un attento ascoltatore, avevo preso nota mentale di alcune cose che le piacciono, nel cibo, nel tempo libero (danza, movimento), una classe di oggetti (auto) etc. . Anche la mente può essere utilizzata a favore o contro.
Ecco, sapere cosa piace, cosa è sano, cosa ci fa star bene è importante.
Ella mi ha detto che di me si capisce che so cosa mi piace. Vero.
Vivo felice e mi rendo conto che è una strana, paradossale combinazione di opposti, spartanità e vizi, ascetismo e dolce vita, solitudine e socialità, eccessi e moderatezze.
Eccomi, se volessi fare il crocerossino, dovrei aiutare non poche femmine. Ma non ho voglia. Quando studiai alcune cose dallo zio Hack, una delle sue dritte ricorrenti era di stare lontano da (un mucchio di) gente con problemi. Lontano sentimentalmente, intendo. Poi, umanamente, essere vicino ad una persona con problemi ma non usare MAI la pietas o l'empatia su persone deboli, in (qualche) difficoltà come strumento (o arma!) seduttivo. Eticamente è ingiusto.
Così ritengo che sia molto meglio una relazione di amicizia brillante, vivace, empatica (che condivide una passiome, nel nostro caso) e saltuaria che una relazione "amorosa" pallosa o problematica o moscia.

I buchi col fine settimana intorno



19/03 15:46
_zzz scrisse:
Come va amico? In queste prime belle domeniche di primavera sale un po' di malinconia per quando andavamo in giro coi nostri ragazzi ormai grandi. La vita evolve tutto cambia. Un abbraccio.

19/03 15:59
UnUomo scrisse:
Oggi ho fatto un cartone dei suoi libri e giochi d'infanzia. Il tempo fugge, amico mio. Ora vado a fare un giro in bici. Egli è partito alle 10:30 e tornernà alle 18. Con lui quasi più niente. Questi fine settimana, in effetti, sminkiano un po', Abbracci forte, amico mio.

Ieri e' arrivato alle 17, poi  e' andato alle 20:30 e lo sono andato a prendere, alla festa di compleanno del suo amico, alle 21:40. Oggi è stato via gran parte della giornata. Ecco, la parola che mi viene in mente è fine settimana a buchi, spezzatino. Il dovere di esserci, senza che egli. il figlio amato, ci sia. Dei buchi  con un po' di presenza intorno. In uno dei buchi ho raccolto i suoi libri e giochi d'infanzia, per fare un po' di posto.Anche questa stagione si chiude.

Il fatto è che diventa difficile anche organizzarsi per fare qualcosa. Non ho provato malinconia o, almeno, non cosi' forte. No, non era malinconia. Forse un senso di inadeguatezza, di impotenza, di frustrazione per un potenziale latente che non si sfoga. Con mio figlio, oltre ai pasti, non faccio praticamente piu' nulla.
Cosi,, ad un certo punto, ho preso su il rampichino e mi sono fatto i miei 35 km per una prima uscita.
Ecco, poi si sente il corpo stanco, i muscoli che hanno lavorato, il sudore, una doccia calda che lava via molte cose umbratili. Torna il benessere. Il costo del vivere lontano dal lavoro viene ripagato dalla grazia della Natura.
Poi, finalmente, un pasto insieme. Ieri sono andato a prendere il riso per i GAS. Stasera il risotto ai finocchi, col bio vialone nano nuovo semi integrale, lavorato un po' più integrale ci ha, come dice mio figlio, resi felici.

Giro in bici in questa primavera arida, dopo un inverno arido dopo un autunno arido. Se non pioverà saranno caxxi amarisismi.

venerdì 17 marzo 2017

Disdegno di legge - 2

(Disdegno di legge)
  • e voi volete fermare l'invasione dei baluba dall'africa? pia illusione.....
    Francesco, commento.
Per favorire e supportare l'ingresso di milioni di migranti, oltre alle leggi nazionali, si violano anche quelle di mare (ad esempio le leggi sui limiti delle acque territoriali, il fatto che navi norvegesi, tedesche, britanniche etc. sono luoghi delle rispettive nazioni e i migranti su di esse dovrebbero essere, secondo legge, gestiti dai rispettivi paesi e non scaricati sull'Italia) anche a costo di realizzare il contrario di quanto propagandato. (*).
Con la prima parte di questa micro colonna avevamo visto che gli scafisti di stato, i vertici sostituzionisti, avevano impartito direttive politiche che imponevano, alla Marina, di restituire i natanti ai loro colleghi nordafricani (800 natanti solo nel 2014).
Questo documentario di Luca Donadel spiega come il piano sostitutivo si sia evoluto: da una parte un insieme sistematico di false notizie adatte a formare un'opinione pubblica, dall'altro nuove modalità a supporto del disegno di socioingegneria e delle portazioni di massa.
Si noti, d'altra parte, l'insistenza e la realizzazione, da parte dei neosoviet, apologeti e organizzatori della divulgazione di questi massa abnorme di falsi (secondo i metodi di propaganda teorizzati da Göbbels), di leggi repressive del dissenso (qui, qui) il cui scopo è quello di regolare ed eventualmente seccare fonti di informazioni indipendenti che, riportando alla realtà, con fatti, numeri, dati oggettivi, ovvero a barlumi di verità, sono antagoniste e resistenti e quindi problematiche per il regime (soft).
L’industria dell’ebetudine è funzionale al piano mondiale (documento NU, Replacement migration: is it a solution to declining and ageing population?) di grande sostituzione.
Già ora, persone con mezzi economici e culturali, sono già state condizionate e plasmate.
Il Mago Merlino è al lavoro.


 

giovedì 16 marzo 2017

Cumino ascella marcia



Avevo chiesto, a Mora di Rovo e alla sua amica, mie ospiti lo scorso fine settimana tanghero, di portarmi del cumino (alpino, o dei prati, Carum carvi), in tedesco noto come Wiesen Kümmel o Echter Kümmel.
Quando mi hanno consegnato il piccolo plico il mio naso (fine) ha avvertito che qualcosa non andava. Possibile che le tue tirolesi si siano sbagliate!? E' come se un piacentino a cui avessi chiesto della coppa, ti portasse un salame ungherese. Impossibile... sarò io a sbagliarmi.

Ieri, per cena, avevo preparato, per me e il bipede, (anche) un'insalata di cappuccio e ho utilizzato un poco di 'sto cumino.
Porca galera marcia come sospettavo, le due tirolesi mi hanno portato il comino mediterraneo (Cuminum cyminum). Io lo definisco come (la pianta dei) "semi dell'odore di ascella marcia".
Per salute (ieri sera era l'unica verdura fresca), io mi sono mangiato la mia porzione. UnBipede era invece proprio schifato. Dopo qualche minuto ho gettato, nel secchio dell'organico, e il cumino mediterraneo e la metà rimasta dell'insalata di cappuccio. Non butto mai il cibo, ma questa volta era proprio disgustoso.
O c'è stato un problema di comunicazione (ma io avevo scritto, perché temevo che potesse succedere, proprio di Kümmel  tirolese o alpino) oppure le due tirolesi (non è escluso), una artista, l'altra fisioterapista, hanno un po' perso pratica e conoscenza della loro cucina.

martedì 14 marzo 2017

Mamma li turchi!?

In pausa pranzo, ieri, sono andato nel supermercato qui vicino per un paio di acquisti. Arrivo alla casse automatiche e ci sono due giovinastri sgarrupati invasori magrebini alle casse automatiche. Sembrano sbarcati dai loro barconi di assalto da qualche ora. Li guardo e non è che mi sia risparmiato il mio sguardo ostile.
Uno con un garza sul volto (già, magari qualche scambio di opinione tra balordi delinquenti, all'interno delle loro bande). Sono rumorosi e vocianti. Fingono (?) di non capire, si fanno servire da una commessa, quasi la comandano. Già, una dipendente della Coop, ovvero di una realtà economica che sostiene l'invasione. Poverina, questa esce e poi voterà coloro che importano questa merda a milioni.
La madre di _mlero, attiva in Friuli nel volontariato cattolico, racconta che nei centri di invasione centri di accoglienza i giovani magrebini hanno atteggiamento sprezzante e altero. Non fanno un cazzo, anche per piccole incombenze devono impiegare lavoratori italiani volontari o di qualche cazz di cooperativa. I "doni" [NdUUiC], diceva, stanno seduti a guardare gli italiani che lavorano.
I due alla fine stanno per uscire, arriva un terzo e un quarto dipendente/lavoratore Coop: quello ha preso qualcosa, ce l'ha sotto il giubbino! esclama. Qualche tentativo di fermarli. Noto che il personale è intimorito, è riluttante, probabilmente la legge storta prevede che non li si possa fermare né perquisire. i due se la svignano. Beh,. del resto, se tu tiri una manganellata o una pistolettata a questa cacca ti rovini la vita, se essi ti accoltellano poi arriverà qualche presidente della repubblica a salameccarli.
Giorno dopo giorno, ci riempiamo di merda.
Qualche isolato in là, ci sarà qualche prete o qualche politicastro o qualche militante ad andare a rincitrullire la popolazione sulla ricchezza, sulla cultura, sulle opportunità, sul fatto che ci pagheranno le pensioni, che il mondo è di tutti o altre idiozie simili. Già, ladri di tutto che dovrebbero, presi da spirito altruistico, in maniera del tutto disinteressata, e pagare le pensioni a quei coglioni di italiani. E' talmente paradossale ciò.
Mamma li turchi!? Tutto sommato fanno pure bene tanto siamo stupidi.

lunedì 13 marzo 2017

Vivace e allegra

Ho avuto la casa vivace e allegra, per due amiche tanghere tirolesi e poi, ieri, _zzz e la sua compagna TJ. Un centro del mondo, amicizia ed arte dei passi argentini.
Quanti sapori, colori e profumi in questi due giorni. L'avevo preparata bene, sabato mattina sono andato a comprarmi un sacco di fiori di stagione e li ho invasati. Era bella la mia casa. Poi cibo buono, che non si vive di sola aria. Domenica mattina, una colazione importante con loro due, con le delizie di questa terra. Poi, più tardi, un pranzo tardivo, col fuoco acceso (che le settimane di siccità e fredda continuano) e altre meraviglie anche per il palato: _zzzura è vegana (fortunatamente non così fanatica, si è lasciata andare a qualche tentazione) e con verdure di stagione (con finocchi e carciofi, ma non solo) anche il convivio è stata gioia. Il vincolo è stato fruttuoso; un pasto sano e assai appetitoso.

Nei passi di una veloce camminata, ieri, _zzz e io ci siamo ritrovati dopo un po' che non facevamo cose da amici maschi insieme. Nella sua vita è entrata l'irruenza sicula di _zzzura che gli ha programmato i fine settimana nei quali egli sarà senza _zzzino da qui a giugno. Bello ma anche... non so come dirlo, forse troppo stringente.
Parlavamo camminando tra boschi e prati.
E tu?
Io!? Io mi nutro di questo ebbrezza, dell'estro del tango, delle amicizie. Ecco, se sei in coppia non puoi avere questo tempo per gli amici. Costa la mia libertà e non poco.
_civa mi ha chiamato domenica. E' tornata libera da qualche settimana.. Come si dice qui, mi ha impezzato al telefono. Certo, qualche momento di groviglio con lei me lo farei volentieri. Ma da qui ad una storia... Così rimango distaccato, come se fossimo conoscenti da tempo, non come due persone che dovrebbero, che potrebbero sedursi. Torneremo in Toscana a ballare, alla Instabile.
Le ho offerto l'iscrizione con me e così ella ha ottenuto il consenso dall'organizzazione.
Anche questo mi fa pensare: io vorrei distinguere tra relazione e tango e tenerli su piani diversi.  Vabbè, faccio come con le mie anime di tango, amiche tanghere di risonanze, a turno, una alla volta.
Ogni tanto mi vado a vedere alcune foto di _civa, foto di lei in uno spettacolo di tango, Beh, in effetti è una figliola gradevole e con fascino. Non è che mi si strappino le mutande ma la mia attenzione l'attira. Riuscirò ad avere dei momenti felici con lei, senza imbastire molto di più?


Maschile, femminile e i problematici

Dolce vita milonghera, questa volta con un evento a lato, la presentazione di un libro, di un filosofo, sul tango: un'osservazione interessante è che la cultura "alta", dal punto di vista cognitivo, è essenzialmente visiva e uditiva, il tango, nei suoi aspetti coreutici (esistono anche una letteratura e una musica del tango), colma un buco, quello di una cultura tattile. E' seguito un vivace dibattito, tra i tangheri e l'autore (tanghero). Io ritengo che il tango affascini anche perché autentico e politicamente scorretto: lo si può intellettualizzare e "correggere" (artificializzandolo, in un certo senso, con alcune, secondo me, strampalate teorie che vanno nella direzione , ancora secondo me, innaturale della roba arcobalenica, LGBT e similia) ma le persone, le anime, in esso, ritrovano la consolazione e il piacere archetipici, anche se sono giocati, vissuti per qualche ora. Tra essi un ritrovata distinzione e caratterizzazione tra maschile e femminile, che non è la roba ugualizzata transgenere che si intende apologizzare e con una fusione/mescolone di ruoli e con la loro inversione: certamente ciò ha un funzione e valore didattici, MA, nel contesto specifico dell'apprendimento. Le eccezioni ci sono, nelle "discipline" umane e non è né sarà certo il tango a introdurre una eccezione alla regola delle eccezioni.
Le similitudini col tantra sono sorprendenti: se vuoi trovare l'unione creativa devi avere identità ben determinate, spiccate: nell'unione, quindi, si compie il paradosso; più le identità, i caratteri, le alterità sono nette, più avviene uno scambio funzionale. Coppie di maschi efebici, femminilizzati o di donne virili, maschilizzate, poi libido ed eros vanno a ramengo, non funziona più un cazzo, se non funziona la base si sfascia la coppia. Vanno da consulenti, psico e sesso terapeuti e bisogna tornare a separare, a distinguere, tornare alle persone con una propria identità e alterità, femmine femminili e maschi maschili, con carattere. Come osservava Esther Perel, non c'è nulla di peggio a letto che il politicamente corretto e ciò vale anche in milonga.

Questo è ciò che succede nel tango, con l'evoluzione indotta da Gustavo Naveira, uomini che ascoltano e donne che hanno margini di proposta, non più bamboline che eseguono alla perfezione le istruzioni impartite da un macho: il risultato è che quel tango che poteva essere meccanico, forse anche rozzo, non di rado un tango degli stereotipi macho y lolita ora è diventato più poetico, armonioso, sensuale, emozionante.
Il che è tutt'altra roba dall'apologizzare che alle donne piaccia essere maschili, "guidare" e agli uomini essere femminili, "seguire" (solo una premessa che in processi più gravi, portano al crimine del diritto alla paternità o alla maternità per combinazioni assurde di diversamente sessuali).
Sì, ci sono dei casi, dei lassi di tempo, ciò che fuori a corona di ciò che c'è dentro, sono la parte estrema della gaussiana. Come sempre nelle esperienze umane. La norma ha una propria ecologia, un proprio senso che non ha senso abolire o sovvertire o può averlo per dei problematici.


venerdì 10 marzo 2017

Tre minuti, tre minuti e via

Dolce vita milonghera arriva, in questo fine settimana. Già inizia la pregioia e la sua biochimica. Anche solo questo è già gioia.
Poi c'è _civa. Sento che c'è un potenziale di intesa. Ma io non so se ho voglia, ora, di una donna.
Arriva Mora di Rovo, con un'amica. Si fermeranno a casa mia, dopo la milonga domenica mattina.
Beh, sempre una bella donna. Non posso non notare che è il mistero, l'essere sconosciuti che mi erotizza. Poi, più ci si conosce, meno sono femmine e più amiche per me. Strano 'sto meccanismo.
Penso alla dolce vita sulle ali di un vals o sui fuochi di artificio di una milonga.
E le donne? Con loro amori abbracciati,  tre minuti, tre minuti e via.

giovedì 9 marzo 2017

Fiera bandiera

  • Sono sempre di più le donne provenienti da paesi islamici che eccellono nello sport e che hanno fatto del velo una fiera bandiera di appartenenza culturale.
    (Flavia Cappadocia, larepubblica.it)

Ecco la scoperta dell'acqua calda.
Mahahh - si chiederà il compagno Zavattini, cittadino educato e rispettoso (dell'ortodossia) - e l'integrazione?!
Come mai quella frase strana?
Infatti. Per i neosoviet democratici è del tutto doveroso che voi, piccoli borghesi 'gnoranti, rozzi, razzisti meschini, inferiori, italioti siate integrati. Come farete a vivere, sennò, in Italianistan?

La sinergia col peggio delle multinazionali ultracapitalistiche è evidente.
E' tutto bello, glorioso, gioioso, un passo ancora sulla luminosa via verso il progresso.

Questo il giorno dopo la giornata della donna. Già, le kompagne femministe che rivendicano il diritto al burka.

lunedì 6 marzo 2017

La rivalsa

  • Conta per perduto un giorno senza danza.
    Friedrich Nietzsche

Così il tango, una cosa vecchia, di musica che sembra di due secoli fa, sfida la tecnologia, il virtuale, i social (questo termine scemo è orribile)...
Non avrebbe alcun senso mettere un like tanghero, cliccando sull'icona dell'abbraccio, supposto che essa possa esistere.
No. Devi muoverti, andare, incontrare, abbracciare, ascoltare, proporre, stringere quella mano, guardare quegli occhi. Gli insiemi organizzati di pixel vengono cacciati al loro ruolo di simulazione di immagini.
Su quella musica vecchia, persone tornano al piacere, alla gioia reali, ai sensi, al dare forma danzante al desiderio, all'attrazione e poi scioglierla, dopo manciate di amori tre minuti.
Il tango, irruente, fisico è una valanga di realtà antimodernista che travolge la finzione virtuale, un abbraccio che annulla la tecnocrazia.


sabato 4 marzo 2017

Nello spazio, nel tempo

Nelle culture della Micronesia e Polinesia  a risorse estremamente limitate suicidio e aborto erano pratiche morali che garantivano la prosecuzione della comunità: ultimo e primo metro del giusto e del bene era la sostenibilità. L'esperienza aveva insegnato loro che la carestia era Il Male, che il valore della sopravvivenza comunitaria era superiore a quella del singolo. Quegli arcipelaghi furono invasi dalla morale cristiana e con essa la popolazione e il deficit ecologico sono esplosi. La morale cristiana e quella dei monoteismi originatisi in deserti in cui le tribù semitiche rischiavano la sparizione per esiguità numerica (*), il "giusto" che si crede universale nello spazio e nel tempo, ha la crescita della popolazione come valore assoluto: quindi, rispetto all'evoluzione, ha continuato ad usare quel metro anacronistico, anatopico anche quando arriva la tecnologia: antibiotici sì, anticoncezionali no.
Il metro di misura morale si accanisce contro tutto ciò che non va verso l'aumento, la crescita "senza se e senz ma", suicidio, aborto e produce le aberrazioni, le devianze dell'accanimento terapeutico e delle tecnoestensioni forzate se non coercitive di barlumi di vita.
E così per il bene, la morale ha realizzato Il Male. Se si osserva il tumore demografico in Africa e Asia propugnato da cattolici e islamici, la morale di queste due religioni si rivela infernale, diabolica: le probabilità che le forme di vita superiori scompaia dal pianeta e quindi da questo angolo di universo aumentano di giorno in giorno colla creazione dal nulla, dio giorno in giorno, di una città di 219k homo. Giorno per giorno.
L'esperienza la morale la censura: la morale si "dimentica" delle carestie da milioni di morti (in Europa) o da decine di milioni di morti (in Asia).
La derivata dell'evoluzione è y^t, y > 1 e questo non è gestito, dal punto di vista cognitivo e psicoevolutivo.
L'etica che relativizza (rende "relativo a", un raziocinio qui e ora), riporta al contesto, spaziale e temporale e pone soluzioni che entrano in conflitto colla morale che ha creato i problemi. Anche il sistema morale tende alla propria conservazione, a scapito del resto, compreso ciò di cui dovrebbe essere strumento, la comunità umana: la morale si impegna massimamente al problema, come in questa brutta storia,  un nulla rispetto all'abominio dell'imposizione sistematica, in territori drammaticamenrte sovrappopolati,  di milioni di invasori, attuata dai neosoviet e supportata dai loro zeloti moralisticheggianti.
Un moralista (cretino è pleonastico) ti darà prima dello scientista e quasi subito passerà alla Reductio ad Hitlerum (quelle a Stalinum o a Polpotum, stranamente, non vengono mai usate, i cretini non possono essere non faziosi).
Tutto ciò che ora è bandito, condannato, rimosso ideologicamente e anche censurato ferocemente nelle nuove dittature politicamente corrette rossastre è la realtà, l'ecologia. Esse torneranno a imporre le loro leggi i limiti, ciò che è noto, secondo scienza e conoscenza, e ora bandito come politicamente scorretto.

giovedì 2 marzo 2017

Giardinare la bellezza

Stupore. Ecco, io penso che sia la parola giusta.
Ho sempre pensato che "giardinare" le città sia il più fantastico propellente di bellezza. Verde nelle piazze, negli angoli delle vie, aiuole, alberi nelle piazze, fiori e piante sui balconi, dentro le case, siepi, aiuole, cespugli e ancora alberi nelle rotonde. Le aree industriali in Germania e Austria non si vedono. Beh, La Germania è il primo paese industriale del mondo; eppure il verde, le alberature celano, rinfrescano, contornano, addolciscono, riossigenano anche gli edifici, le aree industriali tedesche.
Stupore e meraviglia sono le emozioni per questo capolavoro di Ricardo Bofill. Un edificio povero molto ricco. Cemento e flora, che straordinario contrasto! Mi piacerebbe come residenza e per impiantarci una milonga. Sì, mi piacerebbe molto.

Aggiornamento: qui altre immagini, compresi gli interni.


mercoledì 1 marzo 2017

Guappità tanghera

Ho un momento preciso in testa e nell'anima: quell'ora o poco più che era rimasta dopo la cena. Nonostante la stanchezza (molte persone erano già cinque ore che ballavano) c'era, dopo la pausa per la cena preparata con cura e bellezza (non mi capita tutti i giorni di pasteggiare su tovaglie antiche ricamate a mano, trai i fiori sul tavolo), un'energia inspiegabile dal punto di vista oggettivo, razionale.
Nel tentativo di provare a descriverlo a un amico, gli facevo l'esempio di quella domenica sera, alla fine degli Imboscati del 2015. Demonizzare la fine, esorcizzare una piccola morte.
Uno degli aspetti di eventi di successo è una sorta di... consapevolezza entusiasta di eccellente comunanza: questo termine è un po' articolato, me ne rendo conto. 
L'entusiasmo viene portato in quota e ci sono vari fattori che contribuiscono; essere in un luogo di bellezza e armonia, di bellezza italiana, toscana, romanica di pietre di secoli, di ulivi, rurale, essere in un luogo lontano e lontano è anche lontano dalla quotidianità. Essere lì con dei complici (in questo caso _lcino e due tangheri ferraresi di un gruppo più ampio che già ci conosciamo per la frequentazione della Milonga Sì). Poi la novità del ballare con anime e corpi sconosciuti. Poi il vento della TJ (domenica, Chiara Malena) che ha soffiato sulle onde di anime tanghere, fino a portarle alla spuma.
Penso, che ciò che accomuna donne e uomini, che si incontrano, sia è anche una certa compiacenza: sapere di essere ad un buon livello, di essere stati scelti e di di cimentarsi, sfidarsi in una sfida, che per quanto armoniosa, sulle ali della musica, con il sorriso e gli occhi della seduzione sempre presente, come un profumo di fieno sui prati di giugno segati per il primo fieno, è una sfida tra guappità: donne che sanno di essere brave o anche eccellenti nell'arte dei passi argentini e uomini che sanno di essere bravi o eccellenti, nella stessa arte.
Allora, quando due anime così si incontrano, ogni cosa può succedere. Anche che le onde tornino ad essere alte, spumeggianti, fino alla della milonga, dopo ore di tango. Succede che stanchezze, posto angusto, incomprensioni, tutto viene travalicato dal potersi intendere e essere un anima, un vortice sul bandoneon, sui giri di piano. Trovare, per abbracci di qualche minuto, il batticuore dell'altra che è tuo e insieme l'unione fantastica del maschile e femminile da cui nasce una piccola, sontuosa, per quanto aleatoria, opera.

_bio parlava che la capacità di emozionare del tango è diminuita dopo anni: sarà così? Ieri avvertivo la stanchezza, dopo l'ebbrezza di domenica.
Una sorta di hybris tanghera che ti porta a voler superare i limiti, a raggiungere le infinite possibilità, uno dei nomi del tango.
Durante il viaggio, prima, poi, sgorgavano curiosità, analisi, emozioni, battute, desideri da questo innamoramento coreutico che ci attanaglia e che non dà segni di affievolimento; ci sono solo alcune pause, per il tango quotidiano, per l'impegno, lo studio, la pratica umile foriera di eccellenze, e poi di grandi, sontuosi banchetti.



(_lcino)