domenica 31 gennaio 2016

Fui un sasso e il cielo

Era caldo, oggi. Nel giorno che dovrebbe essere il più freddo dell'anno abbiamo pranzato in loggetta. Ero inquieto. Una giornata di sole, ventosa e arida ma comunque di sole. Ero un animale in gabbia.
Allora, dopo tempo, prima delle tre, ho lasciato UnRagazzo in casa e sono uscito. Sono andato lassù, sul poggio in alto, a meditare. C'era la valle sotto, il silenzio, il frusciare del vento, il sole, le nuvole dello stau là in crinale e la bellezza della Madre.
Silenzio, vento, vista.
L'anima si espande.
E ho fatto la mia meditazione che era un po' che non succedeva. Lasciarsi andare e portare la mente ai panorami interiori, osservare colori ed emozioni che essi evocano, ad essi associati.
Ero lassù, da solo. Seduto su una pietra, su una zolla, su un prato di frumento, sotto il cielo, un punto sul pianeta, un punto nel sistema solare, un punto nella galassia, poi sempre oltre, uno di teramiliardi di teramiliardi. Nulla e tutto.
Il sole caldo sulla pelle, seduto su un sasso. Era lontana la vita là sotto, scorreva incessante.
Ero UnUomo, fui un sasso, i suoi minerali, l'erba, la merda di una mucca, poi ancora una quercia, ghianda, ghiandaia, poi terra, poi di nuovo formaggio e poi donna e bambino e vecchio e ancora humus. La vita scorre incessante, in questo ciclo in cui sono uno parte del tutto.
Due ore lassù, poi per boschi e prati. Nel mio angolo di paradiso, che è ciò che mi isola, che mi tiene lontane le donne. Respiravo e sentivo il raffreddamento del vento e il caldo del sole. Sono sceso lieto e sereno. La Madre mi ha sempre rinvigorito, rasserenato. Erano trentun giorni che non ero nelle sue braccia, nel suo grembo.. Lo sentivo. Prima e dopo.


Prima un piccolo lavoro!

UnBipedinone mi spiattella alcune cose, cose che vuole fare, cose che non vuole fare, cose che vuole e cose che non vuole.
'sto pomeriggio mi rilasso.
Stasera mi verrai a prendere che esco con _nna!?
Papà domani non invitare amici che non c'ho voglia, è da mesi che non facciamo un pranzo di domenica soli noi due.
No, domani niente partita, non se ne parla neppure che usciamo il pomeriggio, devo studiare.

L'ho scrutato perplesso. Tutte queste richieste, va bene, ma tu cosa dai? Nella vita devi imparare che si è bene dare se vuoi chiedere. Do ut des!
Con tutte le considerazioni che il nostro rapporto non è né simmetrico né paritario, va bene, però un po' di sano principio deve rimanere. Il bipede è cresciuto e cambiano le modalità delle nostre frequentazioni. Si organizza in autonomia, io tendo ad essere funzionale alla logistica. Ma questo spezza tutto, buchi qui frammenti là. Una volta facevamo qualcosa insieme, ora non più. Allora rifletto su quanto assecondarlo o su come pattuire dei piani che possano andare bene ad entrambi. Il fine settimana è importante anche per me, per ricaricarmi, per la mia vita sociale, specie in questi mesi di lavoro pressante che non concede molto durante la settimana.

L'ho coccolato, oggi, col pranzo, col cibo buono che mi aveva chiesto e anche stasera. Si è riposato, - Sono con una piomba [da stanchezza] così oggi, spapuz! - mi ha detto. Ieri siamo andati a letto poco prima delle due ma, questa volta il vecio era fresco e il bocia piallato.
Gli ho chiesto di fare un lavoretto - Primum vivere deinde philosophari – che sappia usare anche un po' le mani, interrompe e fa una pausa di un quarto d'ora, ma ha tentato di resistere. Tenta di buttarla sull'eristica ma gli ho detto che non è questione negoziabile – se io sono o meno al computer che ho già lavorato buona parte della domenica ed è educativa, capire col corpo che oltre allo studio, ai libri, al filosofare c'è occuparsi del vivere. Almeno un piccolo lavoro manuale nella giornata lo DEVE fare.
Ho già preso legna, preparto il fuoco, poi gli preparerò cena, a pranzo il bollito e stasera una pastina in brodo che è veramente una cannonata, uno dei migliori e già abbiamo l'acquolina. Prima però dovrà lavare le stoviglie di pranzo.


venerdì 29 gennaio 2016

Svizzera toscana (paradosso della)

Sto andando sulla costa centro settentrionale della Toscana, dal capoluogo. Mi faccio un po' di turismo ferroviario su una delle linee ferroviarie (minori) più belle d'Europa. C'è ancora qualche corsa, non so fino a quando visto che permette di evitare di utilizzare un TAV, viaggiando con qualche dozzina di minuti in più a quasi un terzo del prezzo.
Sarò, tra poco, appiccicato al finestrino, a godermi ciò che in maniera buffa (ma non troppo, gli svizzeri hanno più montagne di noi, più ferrovie di noi, più sistema, più vive, più manutenute, migliorate ed espanse) viene chiamata "Svizzera toscana".
Se il trasporto pubblico fosse attivo anche fino alla prima parte della notte, paradossalmente, non sarei qui visto che non mi servirebbe una (la) uuicmobile che sto andando ad acquistare dal caro _uda.

giovedì 28 gennaio 2016

Ugualismo al peggio

Da qui mi sono imbattuto in questo questionario. Francamente per un diciamo due terzi delle domande ero sconcertato visto che a domande cazzute / ugualiste / rozze non si può dare una risposta (ho scelto la risposta più neutra).
Attivi o pigri? ma che cazzo di domanda è? evoluti emotivamente? Ci sono comunità così diverse, antitetiche e poi ci sono le persone. A me non interessa se uno che è entrato in camera mia dalla finestra sia evoluto emotivamente o meno, semplicemente non deve essere in quel posto.
Non si può dare una risposta per gli immigrati perché le comunità di migranti sono estremamente diverse, NON sono tutti uguali. Ci sono comunità piccole e bene integrate, ci sono comunità che sono un problema anche solo per la dimensione numerica, quelle che lo sono numericamente, ideologicamente, storicamente, religiosamente, etc. .

La Svezia dà un segno positivo, la politica inizia a destarsi, a trovare una prima risposta al PROBLEMA sempre più grave.

Ascoltavo Enrico Letta, ieri a Gr1 Mattina. Da mettersi le mani nei capelli. Un miscuglio incredibile di negazione della realtà, buonismo, globalismo, moralismo, volemosebenismo, schengenismo, perbenismo. Il sia pur timido intervistatore ha usato, timidamente, una volta il termine espulsione, ponendo una domanda all'europoliticastro ottenendo un pippone chisastico di lunghissimo su necessità di integrazione, valori, diritti, prospettive di aiuto ai paesi, accoglienza, più poteri all'Europa, i forti (!?) confini esterni, mancava la vitamina C e il dare una carezza a tuo figlio. Non un cenno uno a concetti operativi (classico e banale accorgimento retorico "ci vuole più Europa" ma non si dice cosa dovrebbe fare l'Europa, operativamente, a fronte dello tsunami migratorio).
Neppure in chiesa ascoltavo dei discorsi così surreali, illogici, dissociati dalla realtà.
Ugualismo al peggio.


In.Stabile

Per arrivare bene a un bel-luogo è necessario fare al contrario. Come si arriva nei non-luoghi? Isolati-incapsulati in un mezzoditrasporto. Allora, per i bei-luoghi devi usare il corpo-mente-anima cognitivo, estetico, rompere la tecno-anestesia. Camminare per entrare nel bel-luogo.
La pieve di Sant'Alessandro in Giogoli avrebbe meritato una dispotica, tirannica decisione edonistica: lasciate giù le auto e camminare per qualche minuto nella grande bellezza toscana di ulivi, prati odorosi di erba cipollina e agliaria, di cipressi, pietre, cocci, antichi casali contenitori di armonia, fatiche, vitalità, sacrifici nella natura madre.
Il tango è abbracci, relazione, arte, umiltà  e superbia, bellezza, sfida, unione di maschile e femminile, relazione. E camminare.

La In.Stabile era una meraviglia per il luogo, la milonga (il luogo interno), per il livello, per l'anima corale. Molti entrano in una sorta di comunanza complice, il sentire che si è artefici di quell'ecclesia, vivere un evento unico, irripetibile. Questa è la condanna e la grazia impartite a coloro che percepiscono il precipitare del tempo, la sua fuggevolezza. Già, quella comunanza complice...
Ci è stata offerta cena (non patatine fritte, ritz e pizzettte ma ribollita, lasagne vegetariane, dolci casalinghi) con bicchieri di vetro e vino su fini tovaglie di cotone bianco ricamate a mano. Ero allibito.
Prima e dopo avevo ballato _mitta, silenziosa, mora e occhi bluverdi, siciliana da tempo in Toscana, sulla costa, non è riuscita ad abbandonare il mare. Con lei chiusi le due ultime milonghe solidarie a Livorno. Amore tre.minuti.

Sbornia di bellezza, scrivevo. E di molto altro.
Mi sono fermato da _zia la fiorentina la notte. Ci siamo addormentati abbracciati, come se non volessimo lasciare quell'abbandonarsi, in un abbraccio danzato, camminato, alla grazia.





mercoledì 27 gennaio 2016

Empatia animista

Questo pomeriggio porterò la mia ventunenne auto al demolitore. _rio ha già tolto alcuni pezzi che potranno essere utili per la sua (stesso tipo).
Mi dispiace.
Penso che questa empatia animista (Lorenzo ricordava l'insofferenza per gli oggetti che si guastano, MrKeySmasher l'avere a cuore oggetti di pregio modernariali) sia una delle reazioni, uno dei tentativi di (tentare di) resistere psicologicamente al passare del tempo.
La mia auto invernale non è un oggetto di pregio, era un'utilitaria, un prodotto industriale, di serie. Nessun pregio che non fosse una funzionalità ancora buona, risultato di una manutenzione sistematica, scrupolosa.
Eppure questo fatto non mi è indifferente e finisce in questo diario.
Empatia animista in chiave anticronologica. Già.



lunedì 25 gennaio 2016

Mai via

Ieri abbiamo percorso, verso Firenze, la variante di valico, la prima volta per tutti e quattro. Poi là una tanghera mi chiede :- com'è?
Penso un po' e rispondo: artificiale.
Sì, ci penso ancora ed è il termine più preciso.
Più comoda - l'artificiale è l'acesulfame della comodità - e per due terzi in galleria.
Le nuove infrastrutture per spostamento veloce di massa tra luoghi ugualmente artificiali (in questo caso dalla costipazione conurbata padana-emiliana a quella Pistoia - Firenze) sono sempre più artificiali. L'ugualismo è un problema anche nei non-territori, estensioni geografiche dei non-luoghi, delle non-vie di comunicazione di massa (non vai mai via, il grosso è tutto uguale, ti sposti nello stesso artificio, muoversi senza muoversi). Entri in un tubo e vieni espulso in un altro punto del tumore antropico, nei meandri della modernità, trasferimento con strisce laterali di luci ingoiate dalla velocità in tubi catrame calcestruzzo armato. Come ratti in cunicoli (non paragono ad altro di scatologico).

Almeno per il momento si potrà scegliere.

Rimangono le vie di fuga, le nicchie residuali, diverse. Sali in cima ad un colle, tra cipressi e ulivi e profumi di erba cipollina nel prato, entri in una pieve romanica, trovi abbracci, il palpitare di cuori, musica "vecchia", bandoneon, piano, pietra, caratelli, orci di coccio, legni e corde e torni nel Suo grembo.
Si, destabilizza.

Venerdì... (aggiornamento)


L'occasione di ricchezza, cultura, opportunità era un gioioso e multiculturale "profugo" - che è un falso ideologico non c'è alcuna guerra in Tunisia né alcuna catastrofe naturale, è un violento (pleonastico) invasore tunisino.
La cosa grottesca è che invece di schedarne il DNA spiegandogli cosa gli succederebbe se ritornasse a invadere l'Europa e rimpatriarlo in Tunisia, gli svedesi hanno spostato il problema alla Danimarca.
Mi censuro e non scrivo cosa io farei a questa merda, con le mie mani.
Ci meritiamo questa violenza, fosse solo per la nostra stupidità, per la nostra idiozia politicamente corretta.


Destabilizza

Sono sul treno da Prato a Bologna.
Ho una sbornia di bellezza e dolce vita (milonghera) da smaltire.
Lo zio osservava che tanto siamo abituati al dolore [, al degrado, al brutto] tanto siamo inermi rispetto al piacere, tanto che esso destabilizza.

sabato 23 gennaio 2016

Cinquanta minuti




Sono senza auto da undici giorni e lo sarò fino a venerdì. Notte esclusa, mi muovo bene con i mezzi pubblici: certo, la frequenza di un treno ogni ora ne rende costoso in termini di tempo l'utilizzo per commissioni nei paesi “limitrofi” lungo la valle. Stamane ho finito un incombenza con qualche minuto di ritardo sul previsto e... ho dovuto aspettare cinquanta minuti il treno per il ritorno.
Mumble mumble.
Già, è tempo che dovrei fare questo.
Così, in quella frazione, sono andato, a qualche minuto a piedi, ad una piccola bottega di scarpe con annesso laboratorio calzolaiolo. E' proprio un piccolo negozio, di paese: fa parte di quell'economia minore che è importante sul territorio: dalle ciabatte per la zia, alle infradito, dai mocassini agli scarponcini, con una coppia che lo gestisce. Lì trovai, in passato, delle cose interessanti. In provincia i prezzi sono inferiori e questo negozio non fa eccezione. Bisogna dire che tra i pregi dei paesani è che, a volte, se ne fottono delle apparenze e badano al sodo. Così trovi delle calzature di qualità buona che hanno produttori non famosi ovvero non quelli soliti della pubblicità. E io godo, perché detesto avere dei marchi indosso, quelle multinazionali dovrebbero pagarmi per la pubblicità, non essere io a pagare salati i loro prodotti causa pubblicità e poi facendone ancora. A parte che evito, quando possibile, di acquistare prodotti di multinazionali cerco di favorire sempre economie più vicine possibili.
Così ho acquistato un paio di questi scarponcini di buona qualità ad un prezzo impensabile in un negozio di quelli sportivi / alla moda: nulla di particolarmente tecnico ma li userò per andare allavoro, andate e ritorno ho sempre un po'di minuti lungo un sentiero, per quel tratto scarpe così vanno più che bene.
Mi hanno fatto un piccolo sconto, mi hanno riparato una piccola cucitura che aveva ceduto (scarpe con le quali ero arrivato), abbiamo scambiato due parole (ancora, esperimento MKS, a proposito della gioiosa, unica, meravigliosa opportunità e ricchezza, hanno iniziato a sfogarsi sul fatto che “ci stanno preparando una guerra”).
Sono uscito di buon passo perché il treno sarebbe arrivato di lì a qualche minuto. Esattamente il tempo necessario per quella commissione. :)

Ora vado che alcune tanghere hanno organizzato un aperiticoso (penso che siano alcuni anni che non succede, ahaha, ho preso la lorenzite del lessico) e poi prenderò l'ultimo treno per il ritorno.

venerdì 22 gennaio 2016

Venerdì (ti fanno la festa)

La castalia sì global nostrana.

I sacerdoti loro che ti dicono come sei sbagliato a casa tua e che quindi è colpa tua.

Una normale famiglia per bene di lenticchie fagiolate.

Certamente una occasione di ricchezza, cultura, opportunità.




mercoledì 20 gennaio 2016

E' tutta vita - 3

(E' tutta vita - 2)

La seconda parte del romanzo è dedicata alla... alla stabilità della relazione, the unglamorous side of the moon, alla psicologia della stabilità. Starei per aggiungere deamicisianamente (mi chiedo sempre quale sia il confine tra una tensione etica verso il miglioramento e quale la morale). Passare dall'innamoramento all'amore, come usare la mente per vincere la resistenza della mente e le sue volontà di restauro di condizioni giovanilistiche (nella fattispecie l'innamoramento). Arma interessante e... doppio taglio: l'eros non può essere solo o quasi solo serio e impegnato. Altrimenti si metamorfosa in altro, famiglia e affetti, sapete con quale valore, ma altro. Pregasi osservare che quando Nicola e Sofia superano la crisi, la smettono di essere un duo e tornano a fare la coppia, gli innamorati, con tanto di buon sesso Eros, che era la base che mancava. Io emotivoro in questa metamorfosi a duo non ci sono ancora riuscito e, francamente, mi sembra pure abbia molti pro, oltre ai contro. Quindi 'sta seconda parte e il finale morale, utopico, sulla stabilità non mi hanno "preso".

Bisogna riconoscere un tentativo di proseguire, di andare oltre al falso ideologico (di moda da sempre) del "E vissero felici e contenti.".
Infine, dati frizzi lazzi e polemiche, torno sul leggere 'sto personaggio. La sua scrittura è semplice, colloquiale. Se è vero che una volta letto lascia poco, questo ha il pregio dell'efficacia nell'evocazione emotiva.
Come snob(bo) e barbaro (©) mi diverto a trasgredire le convenzioni, anche quelle letterarie - radicale chic (si noti l'attenzione zero ad un lavoro da nobel). A tutti capita di sbaffare un po' di patatine o un trancio di pizza. Direi nulla di male. Il problema è se ti cibi solo di 'sta roba.


E' tutta vita
Fabio Volo
Mondadori

martedì 19 gennaio 2016

Azioni a latere e false verità

Il piano sì global (tra le cause effetti in primis lo tsunami migratorio) è fatto di molte sottili false "verità", e azioni a latere.

L'abolizione del reato di guida senza patente (con una pena pecuniaria elevata che nessuno degli invasori pagherà manco per il cazzo, si torna sempre alle leggi feroci con gli onesti, gli autoctoni, all'ugualismo che comporta disuguaglianze sempre maggiori, questo è proprio un invito per la guida senza patente ai clandestini che poi ti verranno addosso e tu ignobile servo italiota piccolo borghese schifoso ti terrai danni e feriti e vittime perché per noi razzisti positivisti sei inferiore a prescindere).

Le false verità: Schengen: senza libero transito no a mercato unico ed euro.
L'Europa è stata per molti lustri un mercato unico senza libero transito. Molti paesi vivono in Europa stanno bene senza euro.
Questa è robaccia non solo ideologicamente falsa ma proprio smentita dalla realtà. I controlli alle frontiere non interessano un cazzo ma proprio un cazzo al 99% di paesani e cittadini (a parte qualche quarto d'ora d'attesa la volta che vanno in vacanza all'estero).

lunedì 18 gennaio 2016

Oggi proprio no

Tra qualche minuto sarò sulla bici. Devo andare all'ospedale, alla camera ardente.
Il papà del mio caro istruttore di cointegro è morto. E' un po' di tempo che succede, che i genitori di amici o conoscenti un po' alla volta se ne vanno.
Esercizio di bicicletta, di malinconia e riflessione, spirituale.
Oggi non ne avrei proprio voglia.

domenica 17 gennaio 2016

Effetto T9 e tempo fuggente




16/01 23:54
UnUomo scrisse:
Prima sera che sento un po di interno. Bello.
Buonanotte _zzz

17/01 00:36
_zzz scrisse:
Eh? Cioè?

17/01 07:14
UnUomo scrisse:
Ahahah
Ho riletto il msg.... Sento l'interno. Ahah
In effetti
inverno
Prima sera che c'è un po' di freddo
:)
Buondì

La comicità è molto soggettiva. A volte segue schemi incomprensibili. Stamani ho riso fino alle lacrime per il buffo scambio con _zzz, ho dovuto trattenermi per non svegliare mio figlio. Ancora, ora, mentre scrivo, sono tornato a ridere. Il normalofono 29E (ventinoveeuri) mi pemette di scrivere messaggi con (il solo pollice di) una sola mano, a volte grottescamente buffi. Effetto T9. Due cazzate e uno si mette a ridere a tal punto. Le vie dell'ilarità  sono molto soggettive. Veramente.

Il bipedinone ronfa, gli amici sono andati, c'è un bel fuoco allegro. Stamani ho tagliato un po' di legna, poi cucinato per gli amici. Prima in cinque (_nni, uno dei miei maestri, quello dei colli, con sua moglie, la vicina "che tirò una ciabatta allo zio Osho", noi due, poi è arrivata _aria, la vicina che mi contagiò col timorbo con il suo compagno che vorrebbe iniziare col tango e il loro figlio abbastanza dispotico che non li ho invitati a pasto ma solo per il dolce caffé ché ci tengo ad evitare distruzioni della mia bella casetta e a pranzare tranquillo_cisiamocapiti).
Ora mi prendo qualche minuto per il diario.

Fine settimana sereno. Ma non solo (il mio pensiero si ricorda delle inquietudini di John Barish). Ieri, mentre mio figlio era andato verso la città per una pizza e il cine (Zalone) con la sua nuova amichetta (come la si deve chiamare?) ero inquieto. Sentivo il tempo che fugge.

(immagine:via hastatoilT9)

sabato 16 gennaio 2016

Lo stato contro di te

  • Perché pagare le tasse allo stato quando esso le usa contro di te!?
    _rio, caro amico anarcomunista del GAS.
  • b) è noto in ambito automobilistico che da almeno 15 anni tutte le vetture vengono prodotte prevedendo che debbano percorrere, senza problemi di rilievo, non meno di 250.000 chilometri […] solo al raggiungimento di quella percorrenza che il loro costo energetico si può considerare ammortizzato;
    c)- la percorrenza media annua delle auto italiane, nel decennio 2000-2009, […] circa 13.000 chilometri; [...] impiegato 10 anni per ammortizzare poco più della metà del loro costo energetico;
    d)- la rottamazione-sostituzione di un'auto, prodotta negli ultimi 15 anni e che abbia percorso meno di 250.000 chilometri, comporta quindi:
      I)- lo spreco della quota del suo costo energetico non ancora ammortizzata;
      II)- l'anticipata "spesa" del costo energetico della rottamazione, non grande, ma nemmeno trascurabile;
      III)- l'anticipata "spesa" dell’ingente costo energetico dell'auto sostitutiva;

    Leonardo Libero, via Effetto Cassandra

L'altro giorno parlavo coi miei e mi raccomandano di acquistare un'auto almeno livello euro n altrimenti non puoi girare qui e là e non puoi girare dalle alle. Il lavoro di Leonardo Libero smonta con precisione il falso ideologico della rottamazione "verde". Non c'è proprio un cazzo di ecologico nel rottamare auto prima dei 250k km; il risultato di queste norme è l'aumento del deficit ecologico e dell'inquinamento.
Stato e regioni producono norme pro consumismo, crescitiste e le spacciano come politica verde. Una legge di un sistema che è un falso ideologico, una frode è nello spazio dei problemi. E' una legge contro l'ambiente e per schiavizzare ulteriormente paesani e cittadini nell'asservimento al citrocapitalismo sistema produci-consuma-krepa, all'autossicodipendenza di massa organizzata.
Ritorno quindi al motto di _rio a proposito della resistenza ecocivica NoTav in Val di Susa. Lo stato risponde ad alcuni poteri forti e agisce contro paesani e cittadini che dovrebbe rappresentare, agisce contro i territori, contro la popolazione. Un'inversione etica della politica. Io uso quel motto contro _rio, quando nelle nostre discussioni piuttosto dure sul tema della guerra migratoria in atto contro l'Europa, gli ricordo che questo stato usa quei soldi per sostenerla, a bassa intensità contro i territori, contro la popolazione parassitata, contro la sua volontà in un'altra vera e propria sovversione dell'etica politica. Di fatto uno stato che rappresenta alcune alcune castalie (cattoliche, di sinistra e, dietro le quinte, massoniche) e, spacciandola come democrazia, agisce contro coloro che dovrebbe rappresentare (si osservi le centinaia di parlamentari voltagabbana, la costituzione prevede che le aristocrazie siano libere di agire senza rispondere  a coloro che le eleggono, contro di loro, nessun vincolo, nessuna considerazione della delega ricevuta, costituzione appunto antidemocratica).

Non resistere, non opporsi, osservare le regole di un piano criminale del genere significa diventarne complici, come osservava Giannozzo Pucci.
Non c'è molta differenza tra leggi consumiste a favore del sistema auto, e leggi e prassi politica castale, antidemocratice comuniste a sostegno dello tsunami migratorio, contro i territori (alcuni,. non resi mansueti da demagogia e agio resistono come in Val Susa) contro il δῆμος (démos) che sarebbe, nelle parole fuffa di questa costituzione sovietica antidemocratica, il detentore sovrano del potere.
Ora c'è il canone obbligatorio prelevato con la bolletta elettrica anche a me, che considero la televisione come uno dei principali inquinamenti di massa e che non posseggo televisore dal 2000, un sistema , quello RAI, di manipolazione delle menti e funzionale al potere antidemocratico, le auto euro x, l'accoglienza coercitiva di masse sterminate di barbari rancorosi e violenti contro gli ospiti.
Le castalie marxiste globaliste, panmixiste, ugualiste, si sono posizionate ai vertici della piramide, in accordo con i capitalisti transnazionali e altri poteri occulti contro "quelli sotto". L'ipocrisia (finzione) marxista si è realizzata un'altra volta in esiti tanto paradossali quanto ignorati dalle menti plagiate.

(sistema marxista-capitalistico)

giovedì 14 gennaio 2016

E' tutta vita - 2

(E' tutta vita - 1)

Ho spento la luce e mi sono girato. Ero sveglio e stavo rivivendo tutto.v Un incubo lucido.
Sceso dal treno, più tardi, fuori dalla stazioncina, ho visto quelle due, chissà se insieme arrivavano a quarant'anni. Col passeggino. Velate.

"Volevo avere la certezza che c'eravamo ancora, che eravamo forti. In quel momento ho avuto il desiderio di fare l'amore.
Mi sono avvicinato con l'intenzione di stringere, buttarla sul tavolo e prenderla. Le ho afferrato una mano. Lei mi ha detto :- "Lasciami in pace, non è il momento" e mi è scivolata via dalle dita. E' uscita dalla cucina, e mi sono sentito veramente solo."
p. 167

Sono le cinque e venti e, in Nicola e Sofia vedo lei, me, ciascuno di quei gesti, di quei non gesti che erano l'eutanasia di un amore, risento, appoggiato al guanciale, il dolore dell'essere impotenti ed esserlo in modo vigile, partecipe consci della demolizione in corso.

Essi hanno risolto brutalmente il problema: le femmine stiano a casa, sottomesso, a fare figli.
Brutale. Non scrivo efficace perché non lo è.
La settimana scorsa a La Zanzara, una prostituta libera professionista che lavorava a un certo livello raccontava la differenza tra i facoltosi clienti, arabi e italiani. Ai primi non interessa in alcun modo il suo sentire, i secondi lo cercano. Per quello mi limito al e sottolineo il brutale.

Sofia e Nicola e il loro innamore vengono triturati dall'arrivo del figlio. Non sono più una coppia, diventano rotelle e pulegge che si muovono inanimate in sequenze di movimenti fisse, infinite, ripetitive. Nessuna libertà in un cantiere umano, in una vita "organizzata secondo i bisogni e i desideri di altri". Il protagonista alla fine non ha neppure il cesso per avere un angolo in cui stare da solo.
A Rai Radio1 passavano un servizio natalista di una radio rumena sul calo della popolazione in quel paese.
Sofia vaga per casa come una bestia in gabbia, le manca il lavoro. Potrei mettere il nome di cinque o sei amiche mie e sarebbero le stesse tensioni.
Il suggerire, come proponeva un istituto rumeno, misure [ipernataliste] come in Francia è talmente semplice da offendere l"intelligenza. La natura è proprio quella, la stessa, brutale (femmine degradate a sfornapargoli come atto di ortodossia crescitista).

La pressione della vita contemporanea è uno dei rulli compressori.
Ma in fondo questa è la vita, è la vita - morte - caos in cui finiscono gli innamorati.
Erano le sei e ho chiuso il libro.
Sono me, lei, il nostro innamore ridotto ad rifiuto a lato, una bottiglia di plastica appiattita dalle auto in un parcheggio di quell'iper.
Alba insonne e rivivere quell'annichilirsi quotidiano.
Fin qui la struttura.

Non c'è solitudine più fredda, una e feroce che quella in coppia in ciò che è smarrito.


("solitudo", ritam)

mercoledì 13 gennaio 2016

Skratatrac

Neppure un graffio.
La mia carriola gira ancora benino ma ha tanta, tanta bua a destra. Lel'ha fatta quello, usciva dallo stop dritto
ora si ferma
continua dritto pacifico
ora si ferma mi allargo a sinistra
continua dritto pacifico
ora si ferma mi allargo a sinistra si fermerà no!?
continua dritto pacifico
inchiodoooo troppotardiiii
skratatrac!

Faceva ancora molto bene il suo lavoro, dopo ventun anni. Valore d'uso alto e valore di mercato nullo.
Un amico avvocato mi dice che a fare faville riusciremo ad arrivare a rimborso spese rottamazione e passaggio di proprietà, pensa che non riusciremo ad arrivare a mille euro. Che ci faccio? Nulla, di fatto non riesco a recuperare un bene di equivalente valore d'uso. A proposito dei paradossi dell'economia.

Da demolire.
Poi trovare un'altra auto.

Due palle.
Uff!

lunedì 11 gennaio 2016

Lavoratio precox

La cosa che non so se buffa o preoccupante è che, cercando soluzioni che siano meno rozze/traballanti (eufemismo), arrivo quasi sempre un po' dopo il collega brillante nonché assai sregolato e casinaro prototipizzatore.
Quasi sempre (per il momento sempre) la soluzione meno rozza non viene mai approvata in quanto - vari motivi, tipo bisognerebbe rifare quell'altra parte (quella veloce fatta con l'accetta). La cosa mi contraria non poco, perché è un filtro che premia le cose fatte velocemente e male, premia i prototipi di soluzione e punisce le soluzioni.
Mi ricorda l'ejaculazione precoce. Alla fine si sono evoluti i maschi che hanno ingravidato più velocemente delle femmine. Ciò creò, ha creato e crea, poi, problemi notevoli in seguito.
Del resto è una battaglia persa in partenza, strutturalmente soccombente considerato che la dirigenza ha posto le condizioni per cui il progetto è partito con "Lo preparate per l'altro ieri, grazie!".

E' tutta vita - 1



Ho aperto il libro, letto il capitolo uno. L'ho richiuso.
Un solo capitolo, poche pagine ed è stato uno stappare una boccia che contiene troppe emozioni, ricordi, gioie grandi come dolore e sofferenze. Tutto chiuso li dentro. sotto pressione. Stappi esce un fiotto.
Avevo fatto le quattro e mezza nell'ebbrezza del tango. Messo il libro a destra, mi sono riaddormentato.
Poi ho acceso il fuoco e ho iniziato a leggere.

domenica 10 gennaio 2016

Eco-nomia della felicità

Avevano previsto tempo uggioso e piovoso ieri (previsioni ciccate). Beh, se in inverno camminare o ciaspolare nella neve o nel freddo secco ha senso, farlo in un autunno piovoso no. Prima sono uscito a vuotare organico e cenere, c'era un vento caldo inquietante.
Deciso: tango, tango e tango! Ma lo sapete che sono montagne russe, ancora? Mercoledì serata pessima, che a ballare per ore sale sovraffollate letteralmente sigillate, senza aria è garanzia di (far) stare male. Venerdì, dalle streghe,sono arrivato troppo stanco e ancora, chiudi e la fiamma della candela consuma e poi si spegne.  _zzz era deluso, demoralizzato, giovedì pensava di chiudere col tango mi ha confessato ieri, stupito di gioia ed entusiasmo ritrovati.
A me viene da sorridere. In alcune religioni si rappresenta lo spirito con la fiamma o con l'alito. Ecco, togli l'aria e tutto diventa opaco, si spegne, perde spirito, energia. Poi il tango è così, sere stellari e altre che non vanno. Ed è bene che sia così, senza stalle non ci sono stelle - che a me_mi piaccono le stalle, sono un luogo del cuore e mi dà fastidio ma se scrivo stradadiscaricalaterale e stelle non riesco a farmi capire.
Ieri, da Flora, la serata ha avuto ali.
Flora è straordinaria. Le ho detto che cerco di sostenere come posso la sua impresa artistica. Una persona si lamentava dei tredici euri. Io le ho risposto che per me sono pochi perché questa è una economia della felicità, dell'arte (relazionale). Allora queste persone che fanno ecologia - se anche solo una persona ieri è venuta a ballare alla Milonga Sì invece di gettarsi nel volgare e scemo consumismo, in un qualche negozio spellatonti o, peggio, in quache non luogo outlet, o allo stadio o in moschea o in chiesa, allora, Flora, ha migliorato la casa, l'ambiente.
Ieri le dicevo :- Ne hai combinata un'altra delle tue. Proprio così. Io la trovo una filiera corta della felicità.
Le cose possano essere belle, sane, ecologiche, migliorative, le cose buone vanno sempre bene insieme, non ci può essere un volgare o un insalubre, un brutto in questa combinazione. Ecco, Flora è architetta di questa opera e non è impresa facile; ella riesce a scovare TJ e artisti e danzatori che creano questo unicum . Molti di voi conoscono come è difficile tenere in vita questo genere di luoghi, come la loro vita sembri precaria, destinata ai capricci della sorte ciò che in realtà è sempre il manifestarsi di Chaos che sapevate di chi era padre che poi da lì nasce tutto.
E allora ieri,di nuovo, nella sede storica, la mia milonga del cuore, dell'anima, sentivamo, nel piccolo androne, il pronao di questa ecclesia dell'arte, del piacere,della gioia, il bandoneon e i giri di piano e uno scorcio, dal varco, lì dentro questa magia caravaggesca di luce e oscurità, di parquet di velluto nero e di luci, di abbracci di cuori e anime e sorrisi, di arte che si faceva relazione, gioia, piacere, affetto poi. Uno scorcio sul giardino arioso di frutti e serpenti, di rose canine e violette, e pesche profumate da mordere, di sorrisi e abbandono, di melograni succosi dolci e aspri. Ecco, manca forse un brolo, dove queste donne bellissime, possano togliersi le scarpette di vetro e poi camminare sull'erba fine e verde, le goccie di rugiada a battezzarne i piedi che tutta questa felicità hanno sorretto.


sabato 9 gennaio 2016

Economia dell'estinzione

  • Un prezzo leggermente caro - ha ammesso con un filo di ironia Kiyoshi Kimura, presidente della compagnia, nel resoconto dei media locali -, ma spero che possa essere un incoraggiamento perchè il Giappone continui a rifornirsi di ottimo tonno.
    (Ilsole24ore.it)

A mio cugino avevo raccontato del mio stupore, del fatto che nell'uscita di San Silvestro - questa volta in solitario, quelle in gruppo hanno l'inconveniente che l'allegra ciacola allontana la fauna selvatica, se vuoi vedere fauna selvatica devi uscire in solitaria, o in pochissimi e avere una forte autodisciplina – non avevo visto quasi nulla (solo due camosci e tre pernici). Eppure, salendo, avevo attraversato tutto un monte famoso per i cervi, in cui io stesso li incontrai più volte. Nulla, zero, nada. Ma come è possibile!? (*) Alcune epidemie recenti ma soprattutto – mi disse mio cugino – non c'è più fauna perché... l'hanno eliminata i bracconieri.

Gli ecologi la indicano come economia dell'estinzione: la pressione della domanda comporta abbattimenti superiori alla capacità di riproduzione di una specie, questa ne diminuisce la consistenza numerica e ciò comporta che il prezzo per ogni capo abbattuto aumenti, rinforzando e alimentando il percorso vizioso che porta all'estinzione della specie.
E' uno dei paradossi dell'economia: un prezzo via via più non solo non deprime la domanda ma, per questioni psicologiche – l'economia mi pare sempre più una branca della psicologia – la fa aumentare.

Osservo il commento di Kimura e non se dire allibitio o confermato nel mio cinismo.
Sono unopuntotre milioni di euro sborsati affinché, tra breve, il Giappone il mondo NON possa più riformirsi di tonno rosso (non potrai rifornirti di qualcosa che a breve sarà estinto). Il problema nel problema è che il Giappone, storicamente, ha una qualche cultura dell'autonomia, della sostenibilità. Se i più sani hanno la rogna, figuriamoci gli altri.

Non cambia nulla tra un angolo delle Alpi Retiche e il Giappone. La specie di locuste mandibolatrici ha perso – ha mai avuto? - ogni capacità di discernimento ed è una specie sostanzialmente ecocida e quindi suicida in esplosione numerica.  Siamo fottuti. 


(via guardian)

giovedì 7 gennaio 2016

In vino veritas

  • Arrivo di enormi quantità di giovani uomini senza donne
    Gaia Baracetti

Ecco che l'Europa narcotizzata dagli oppiacei sì global, filo massmigrazionisti, marxisti, panmixisti dei cattolici e della sinistra, scopre gli allegri capidanno da parte di gioiosi e multiculturali magrebini a Colonia, Salisburgo, Zurigo, Amburgom, Stoccarda. Le (anti)femministe di plastica, le Galatee, le Boldrini, le Invasateretiche inizieranno a prendersi un po' di esuberante e vigorosa multicultura in casa dando  l'esempio? A Radio 3, un esperto cattocomunista, l'altro ieri, affermava che il problema è certamente dovuto alle cattive politiche di integrazione; le pulsioni masochistiche, autopunitive aumentano anche esse.

o - senza lavoro senza se e senza ma
o - senza prospettive senza se e senza ma

eccetera eccetera. => bubbone giovanile (youth bulge).

Ogni legnata che serva a destarsi dal torpore è un fatto positivo. Qualcuno inizia a capire e a reagire, dopo l'Ungheria.
La propaganda cerca di presentare la sospensione del trattato di Schengen - altro segno di tracce di intelligenza residua per quanto troppo tardiva e timida, come un problema invece che come un inizio di terapia. Del resto delle molte misure utili, il ripristino dei confini e dei controlli non interessano in alcun modo il 90% della popolazione e per un altro 8% forse qualche attesa una o due volte all'anno. Ovviamente ogni azione immunitaria in direzione contraria a quello del globalismo internazionalista marxista razzista deve essere presentato alle masse come un problema.




mercoledì 6 gennaio 2016

Scrofa semi lanuta

Avevo scritto questa pagina qualche giorno fa, non avevo avuto tempo di finirla e rivederla. Il confronto recente (qui, qui) mi ha stimolato a riprenderla.

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Mi ero preso tre ore per passeggiare per Milano, anzi, per Le Milano.
Quella della moda è, a tratti, imbarazzantemente banale. La moda è stupida in sé e il fatto che nel quadrilatero ci sia quella per persone abbienti cambia i tipi di oggetti non la grecarietà pecoreccia (stare giulivi e scemi tutti nelle Porsche Carrera molte in divieto di sosta o parcheggiate alla cazzo non è diverso dal farlo con le Ford Ka o colla Punto). Nota di merito a via della Spiga in cui la dimensione raccolta e pedonale ha portato quel contesto ad un livello decisamente migliore. Ho trovato massimamente piacevole l'interno intimo e ben curato (bosso, ciclamini , solo materiali naturali a rispetto delle piccole e leziose architetture in pietra, no plasticame e... silenzio no scadente e dozzinale musica yankee pseudo chic-colta imposta in tutte le vie adiacenti) del museo Valsecchi.
Volevo passare dal neg-ozio, dal commercio alla cultura, alle arti e così me ne ero andato diretto a piazza Belgioioso, via degli Omenoni e poi al tripudio della Scala: e della Milano del Sette/Ottocento. Lì in mezzo Leonardo da Vinci testimonia l'ideale dell'incontro di arte e scienza. Mi ero seduto, anche rallegrandomi di qualche francobollo di verde, e pensando a Verdi alle prime delle sue opere, al Manzoni o a Parini per quei luoghi.




Milano è sempre stata troppo dura calcestruzzo, plastica, catrame, acciaio e vetro (o peggio plexiglas) per me. Gli angoli nei quali qualche segno di vita (di verde) spuntano, come intorno al monumento a Leonardo, in piazza Fontana, al Castello, negli angoli della Milano autentica, milanese, le rendono il fascino e la bellezza che aveva.
Avevo goduto a man bassa di alcuni angoli di liberty (ad esempio le palazzine intorno a Peck, piazza del Liberty). Non so sé la orripilante roba  internazionalista (Le Corbusier è stato l'apologeta del brutto democratico-social(ista)-massificato in grande, industrializzato, modernista, forse solo la plastica ha fatto più danni di questo archinefasto) è il risultato di bombardamenti o di frenesia speculative e/o moderniste, tecno progressiste.
Nella zona di via Torino cambia il pubblico, dallo stereotipo modaiolo potrei e quello vorrei a un misto di razze.Anche in piazza Duomo, in Galleria, per i turisti.
Pseudo architetture moderniste-internazionaliste (che competono per il pessimo con la diarrea antiurbanistica capannoni strade villettopoli che ha distrutto milioni di ettari della val Padana e delle altre costipazioni conurbate italiche, al peggio non c'è limite) catene di negozi planetarie con dentro cianfrusaglie,  roba  ovunque ugualmente scadente e una babele di razze. Non cambia una cippa rispetto a Berlino, Londra, Chicago, Hong Kong, lo stesso informe, indefinito, artificiale miscuglione grigiastro. Sempre più ferocemente no-global. Ecco la ressa di adolescenti informi, rumorosi e spesso in sovrappeso da Merdonald. Ricordate il motto degli ingegneri anglofoni, Garbage in, Garbage out! ?

Avrei voluto complimentarmi con una coppia abbastanza giovane seduta a pranzo in cui egli stava sbaffandosi un risotto giallo che spandeva il profumo di zafferano e midollo. Anche qui mode sceme a vari livelli di censo: il cibo giapponese è la stupidera gastronomica più costosa che non c'entra 'na fava con la cultura nostra, quella dell'American Coffee Bar idem. Al Valsecchi dove censo, cultura e stile vanno d'accordo non c'era quel ciarpame gastronomico modaiolo ma una salsamenteria parmense che proponeva delizie e il.massimo dell'arte norcina mondiale che è italiana.

Milano Centrale è diventato un centro commerciale in cui la Gestaltung ferroviaria è stata relegata ad alcuni remoti angoli. Follia. Gestita in ottica speculativa: 1€ per una pisciata in bagni posti in fondo al buco del culo in cui metà dei lavandini aveva il cartello Guasto! Con le migliaia di euri al giorno l'amico degli amici si sarà preso come 'na pecora scema l'Audi o la Mercedes più pesante che c'è. Efficiente e col meglio della milanesità ingegnosa, operosa e responsabile la rete di trasporti pubblici. Il sistema di trasporto su ferro dentro la città e la sua evoluzione d'esempio a tutta Italia. Anche nei protocolli, anche quelli semplici come stare destra sule scale mobili o sui tappeti rullanti. Ordine e disciplina sono di beneficio per tutti.

Sempre tornando alla moda, io penso che in buona parte sia malata per malati: solo delle persone con problemi possono ideare campagne pubblicitarie di moda realizzate con adolescenti forse maggiorenni che si atteggiano a 'na roba che è tra la cortigiana (escort) e la milfa, a volte emaciate anoressiche a volte baldraccoidi. Io sarò banale ma reputo sano e intelligente che gli adolescenti facciano gli adolescenti, le milf siano milf, i quarantenni siano quarantenni, etc. o che il gioco della finzione sia scelto e giocato con arbitrio, cum granu salis e non subito come automatismo.
Quel luogo noto come medio-lanum in ricordo della scrofa semi-lanuta come si legge in quel bell'interno medievale di piazza dei Mercanti, è straordinariamente bella quando è Milano, è straordinariamente stupida, banale quando è la robaccia miscuglionfrullata del tutto babeliano-internazionalistoide.
Ti adoro Italia minore e autenticamente radicata e italiana. Anche solo per la testimonianza di uno smeraldo, di una realtà che è antitetica al brutto, scadente, dozzinale, ugalizzato-globalizzato.

martedì 5 gennaio 2016

Tango mon innamour


  • Ars sine scientia nihil est.

La corrente originatasi nella culla recente della cultura europea, la Germania, del Bauhaus ribadì una Gestalt estetica ovvero il coincidere essenziale di bellezza e funzione. [...]

Mmh.
Un registro preciso ma poco emotivo.
In realtà avrei voluto esordire con _amini, con _polfi, due tanghere ravennati, con _mntan che si appiccicavano al mio busto, io al loro, per sentire... Per sentire?! Per sentire uno il batticuore dell'altro, insieme. E dopo quel palpitare leggero e profondo e veloce per le emozioni che sgorgavano, anche il ridere del giocare insieme, degli errori che diventano nuovi limiti superati.
Questa cinematica coreutica è scienza e arte. Rispetto alla maestria artigiana manca un'utilità economica, pratica ovvero la funzione è trascesa al caos danzante nietzscheano che projetta nel cosmo.
Provo a tentare di comunicare questo arcano del tango ma lo ritengo un obiettivo irrealizzabile.
Puoi suggerire, indicare dettagli, puoi elencare il sentore di liquirizia o il sospetto di rafano o ricordi di mirtillo in quel rosso intenso e cupo. Berlo e averlo disteso sulle papille della lingua, colle narici a inebriarsi nel calice è altro.
Allora io le porto - finalmente sto iniziando ad arrivare a un livello sufficiente - ad un punto in cui le loro difese, le mie difese, la loro mente, la mia mente, vacillano. _polfi mi baciava a piccoli tocchi di labbra sul collo ieri. Poi si torna nella vita e la mente calcolatrice - diceva lo zio Osho - riprende il controllo.
Il tango non solo è un tantra d'anime, è anche un'arte dell'abbandonarsi, il coincidere essenziale di bellezza, funzione e in-utilità. Il tango è un paradosso. Le soluzioni a problemi che appaiono irrisolvibili, che creano dilemmi sono spesso se non quasi sempre - ancora lo zio - paradossali e a un metalivello.
Il tango è come l'arte d'amare, devi essere in buone condizioni e con una carica libidica.
Una settimana di dormite, di montagna, di digiuno milonghero, essere carico e fresco, con la potenza accumulata da grandi e ripetute ronfate e dalle uscite in natura selvaggia sono state una condizione necessaria, proficua.
Sono quattro anni e mezzo e l'innamoramento si rinnova e trae nuova linfa.



domenica 3 gennaio 2016

Ancora una volta il numero

Mio fratello mi messaggia che dopo 69 giorni o 70 di siccità, lassù stanotte sono arrivati ben dieci millimetri di neve. Anche ieri scrutavamo il cielo nuvoloso nella speranza di una giornata di tempo in qualche modo invernale, solo uno strato fine di nuvole spesso squarciato dal sole.
Avete presente la nuvola di Fantozzi? Ecco, noi abbiamo avuto, in questi giorni, l'estatedisanmartino di Fantozzi. A me la fissità del sereno, la siccità sono una delle cose che mi fa più cagare, la odio. A volte mi chiedo se non sia in qualche modo correlata alla intolleranza per le rozze culture del deserto e a quella islamica. Gli scenari del deserto sono tra i più schifosi per me e se penso a come l'ambiente influenza le culture mi sono già risposto.
Ieri mi sono reso conto di essere nel problema. Transumanza di massa monti -> sud e pure in direzione opposto sud -> monti. Ho impiegato il doppio del tempo per tornare a casa, era tutto intasato, fermo, l'autostrada, la statale, la provinciale dall'altra parte dell'Adige, in sponda destra. Per fare un paio di dozzine di chilometri, da Trento a Rovereto, oltre due ore.
E' il problema del numero.
Stavo pensando che per il turismo in montagna, e la quantità e volume di attrezzatura (spesso inutile, come le ciaspole per me e mio figlio che non sono state neppure utili dal punto di vista scaramantico contro il maltempo sereno, due coppie di maglioni pesanti per me e lui che da solo hanno occupato un intero zaino) e il frazionamento dei piccoli centri, il trasporto pubblico ha dei limiti.
Così, ancora una volta, è il numero, la scala il problema. E io ne ero parte, uno delle decine e decine di migliaia di problemi. Per quanto accorto, con i mei consumi e il mio inquinamento partecipo allo stravolgimento dell'atmosfera, delle temperature e a questi orribili cambiamenti climatici.  Amo quel piccolo e remoto paesino perché è ancora a piccoli, piccolissimi numeri. Sono talmente in pochi che non hanno neppure avuto problemi con l'acquedotto nonostante sia esangue, per esempio.


venerdì 1 gennaio 2016

Desideri 2016

Cosa augurarmi per il 2016?
1
Sesso passione.
Vorrei scrivere anche amore ma poi capisco che si tratterebbe di innamoramento.
Entrambi non vanno bene, specie il secondo, perché  non lascerebbero (il giusto) spazio al tango.
Bisogna essere realistici anche nei desideri?
2
Contenimento prima, riduzione poi dell'invasione migratoria, in primis della più pericolosa, quella islamica. Costi quel che costi.
3
Dovrebbe essere il n° zero che la salute rimanga buona come ora.
4
Continuare bene studio e applicazione del tango.
5
Diventare almeno un po' stronzo e impositivo.
A voi cosa devo augurare? Non sparatemi quella roba prodiabetica "più buon*", "più generos*", "più disponibile" e altre cazzate chiesastiche del genere.

Segno di corpo-mente - 1

p. 8:59, _za
9:18 1291, _sal, +180 18'
9:34 1457, passo _sna, +163, 16'
11:10 1993, cima _iole, +536, 1h 46'
(-100m ca., passo anonimo)
11:49, 2417, _espitze, +414, 39'
ristoro, p. 12:03
12:20, 2252, passo T_ da V_, -165, 17'
13:09 2656, _enspitz, +404, 49'
p. 13:49
14:38 2252, passo T_ da V_, -404, -49'
15:10 1925 rif. M., -327, 32'
p. 15:18
16:52, 1111, _za, casa, -824. 1h 36'
Alle 8:30 mio fratello e la sua morosa hanno  rinunciato, sono partito da solo.
Prima uscita in solitaria dell'anno (da quando organizzo i gruppi mi manca questo). Anche se temperatura più invernale, il 90% della salita in t-shirt e braghe tecniche nella versione accorciata. Il piacere di vincere la fatica (mentale, momento di "crisi" dopo il passo _sna la fatica è quasi esclusivamente mentale) e di sentire il corpo potente. In estate, col caldo, non avrei potuto fare 'na cosa del genere, il caldo è almeno i 3/5 della fatica!
Ho abbracciato tre valli, non un'anima viva, neppure tirolesi (temevano l'arrivo della perturbazione?) solo a 200m dalla terza vetta sopra di me un corsaiolo ("runner" nonché  "trailer") lombardo che... mi sono "mangiato" eheh, poi abbiamo fatto il ritorno insieme, solo due camosci e tre pernici svolazzate via quando sono arrivato a pochi metri da loro, sbucando da un mugheto. Il contatto con la selvaticità e l'immersione in spazi infiniti e silenziosi sono sostanzialmente inesprimibili (Abraham Maslow ha coniato, appunto, il termine "esperienza di vetta").
In vetta n° 3 ( _enspitze) finalmente un po' di inverno, stavo mandando qualche messaggio di saluti mi sono raffreddato le mani fino a sentir gli spilli, vedevo le virghe di neve sulle cime a nord della valle e il vento anche se moderato era assai molesto. Ero buffo, coperto molto sopra e con le braghe corte sotto, non avevo voglia dell'ambaradan per mettermi le parti inferiori dei calzoni. Mi sarei goduto per ore la vista su un mare di valli e vette (Presanella, Cevedale, Ötztaler Alpen, Alpi Aurine, Großglockner, Dolomiti, Dolomiti di Brenta) e solo quando ho iniziato a tremare, sono stato costretto a iniziare a scendere. Mi sono serviti almeno 15' di discesa tecnicamente impegnativa per un canalone instabile di sfascioni per tornare a sudare e ad avere le mani e togliermi i guanti.

Tre cime e oltre 1900 metri di dislivello (probabilmente di più contando deviazioni grandi e piccole per foto e altro). Avevo bisogno di un segno di un corpo-mente ancora forte, snello, agile, capace, audace e l'ho avuto. Questo è un dono in sé.
Così la sera ero felice e cotto, buona cena noi tre in allegria, auguri ad amici, ho resistito fin dopo le dieci e poi a nanna felice.