domenica 17 novembre 2024

Dell'ego infragilito e delle cose fatte coi piedi


La fine di settimana scorsa ho partecipato, con _pelli, a due laboratori di tango tenuti da una coppia di italiana di stelle (non è un superlativo). Dopo tanti anni (mi rendo conto ora, che dall'ultima volta, con Fernando Sanchez e Ariadna Naveira, son dieci!). Mi sono fermato, alla fine della secona lezione, domenica tardo pomeriggio, alla milonga che si teneva, seguendo, in quei locali.
Ecco, passata quasi una settimana, lo scrivo ora, di nuovo qui: non ho ballato quasi nulla. Cinque tande in tre ore (come dire, una su quattro).
Tre fattori:
  1. età (sono "vecchio", sono passati, appunto molti anni)
  2. milonga in cui bazzico poco (non che esistano milonghe che frequenti con assiduità negli ultimi anni)
  3. tra Covid e anca, dopo questi quattro anni su cinque di poco o niente tango, ballo peggio di prima.
È stato molto frustrante. Malanimo crescente, alla fine non seguii neppure la usuale esibizione dei maesti, fuggii da esso e tornai a casa. Passata una settimana sono più sereno oggi ma per il mio ego tanghero è stato un brutto colpo. Dallo scegliere tra le mirate insistenti di molte tanghere a non ricevere sguardi di risposta alle mie mirate.
Invecchiato, ballo peggio, assente dall'ambiente da troppo tempo.

Comunque, non bisogna perdersi d'animo: continuerò a studiare e a cercare di tornare al mio amato tango forse un po' più frequentemente, cercando di conciliare la vita con il mio amore Rosa Canina, con quella col mio amore Tango.

Ego tangheri ora forse infragilito a parte. oggi _pelli mi ha comunicato che dovrà iniziare una chemioterapia. Ecco, allora, davanti ai Problemi, alle asprezze della vita, per quanto emotivamente impattanti, le mie frustrazioni son proprio delle sciocchezze, delle cose da nulla.

Nota a concludere: parte del lavoro con _pelli fu su ritmicità (e interpretazione). Ecco la filastrocca che mi ripeto (non così facile, farla coi piedi).

Un - tre cuatr un
Un dos- cuatr un
Un - tre cuatr un
Un dos tre cuatr un

Mariano Frumboli e Juana Sepulveda, qui sotto, sono Maestri, col loro fraseggio fatto coi piedi e quello stile coì elegante e un po' punk, che adoro.


14 commenti:

  1. Passi di tango o piedi sui pedali, e’ comunque la malinconia del tempo che ci ha lasciato indietro, ma noi non ci fermiamo.
    massimolegnani

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    1. Quando mi lamento della poca pratica e della regressione, non poche persone mi dicono "è come andare in bici, non dimentichi".
      Ma... la tecnica tanto è poca in bici e tanto è complessa, ovunque, difficile, fondamentale nel tango.
      Sì, la malinconia per il tempo che fugge, signor Legnani.

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  2. Siamo invecchiati. Oddio che cosa terribile scoprilo, anche in piccoli dettagli o sentirselo dire da un medico!
    Peró meglio invecchiare. Abbiamo ancora tanto da dare a noi stessi e agli altri, se il Signore ci farà la grazia di continuare a farlo e ad essere un po'molesti in questo mondo impazzito!

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    1. Prima i tempi di recupero più lunghi, poi il calare del sonno, poi la necedssità degli occhiali, poi...
      Senectus ipsa est morbus!

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  3. Il tango è un movimento dell'anima, si balla con quella.

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    1. Sì, quando la tecnica c'è, allora tutto quello che è in più è l'anima.
      Scrissi, qui dentro, di brave tanghere con ottima tecnica e senza anima. Non granché, direi.

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  4. Mi dispiace che non sia andata come volevi o come andava un tempo. Brutto accorgersi di quanto certe cose cambino e siano forse destinate a non tornare come erano.
    Buona serata.

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    1. Penso di essermi lasciato alle spalle l'apice, la vetta delle mie capacità tanghere.

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  5. Mi piace la tua autoironia sebbene un po' triste...

    Io invece sto tornando in forma con gli scacchi: ma qui è 99% mente e non fisico e quindi l'età si sente meno (anche se si sente!).

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    1. Ironia!?
      Mah, osservazioni alquanto amare, malinconice, deprimenti, in questa pagina.
      Eppure, voi avete notato della ironia, Vapore Sodo.
      Mondo strano.

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    2. È che tendo a vedere negli altri me stesso e io esprimerei così la mia autoironia: scrivendo di invecchiare sorrido. Tutti invecchiano, anche i giovani. È un flusso: quando me ne rendo conto lo trovo divertente perché dovrebbe essere ovvio. Probabilmente ho un senso dell'umorismo un po' strano!
      Alcuni dicono accettare il cambiamento inevitabile, non contrastarlo.

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    3. Da quanto osservo l'invecchiamento e la perdita funzionale procede a scalini.
      Scendendo uno di essi ci si accorge di qualcosa che non va (più come una volta).

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  6. Su ,UUiC siete voi stesso poi a scrivere motivazioni per le quali mai perdersi d'animo .

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    1. Per quanto osservare i mali e oi problemi gravi di altre persone sia importante, non so quanto possa essere lenitivo, se non a livello razionale.
      Per quanto mi riguarda il "mal comune mezzo gaudio" o zone limitrofe, non funziona.

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