"Alpinisti morti sul Gran Sasso, il fratello di Luca Perazzini presenterà un esposto: "Dovevano fermarli""
Non mi è mai piaciuta la cronaca nera "a caldo", farcita di interviste con pianti, emozioni, grida, singhiozzi. Una sorta di voyerismo emozionale.
Pianti, emozioni, grida, singhiozzi. E cazzate.
Se sei affranto dal dolore mantieni il silenzio ed evita di dire cose dementi, men che meno di farla arrivare al ventilatore della m... dei mezzi di deformazione di massa (il FQ per i "progressisti" ormai sempre più copia dei pidini securitari, una sorta di peste esistenziale spirituale da sempre).
Mio padre ha sempre ammirato e fatto esempio di civiltà l'uso germanico di avvisare dei rischi di un sentiero, via, strada sottolineando il "..., transito a vostro rischio e pericolo!"', l'opposto dell'italico vezzo di "chiusura al transito". Che poi non si capisce perché una strada ghiacciata deve essere chiusa al transito per Edgar Pichler o Max Mustermann o Ulriche Weißbacher, campioni del.mondo altoatesini di slittino, come al signor Mohammed Houssini, egiziano di terza generazione, maranza neoricco arrivato in Val Fredda dalla periferia di Roma. Si torna alla demenza del sinistro ugualismo.
Qui abbiamo il vezzo securitariamente corretto che qualcuno debba prendere per manina due alpinisti e vietare loro di fare questo o quello. Solo una delle escrescenze del "È tutto vietato tranne ciò che è consentito". Poi non si capisce neppure come tale stronzata possa essere attuata: posti di blocco su strade e sentieri? intercettazioni? interrogatori pesanti se non con tortura? sorvoli con elicotteri con caccia al camminatori (roba già attuata dai talevax)?
Direte: ma è solo questione privata... Invece è dimensione squisitamente politica. La stessa per la quale la costituzione più bella del mondo per gli sciocchi che tale la credono vieta ai bambini tenuti per mano di esprimersi su questioni internazionali. Qui c'è sempre la manina dei sinistrati e sinistranti deficienti per i quali deve esistere un comitato centrale del Partito che debba decidere per gli incapaci infanti ugualizzati al peggio. In un certo senso anche qualche coerenza colla loro costruzione ideologica basata sulla follia dell'ugualismo.
Signore delle cime,
Due nostri amici
hai chiesto alla montagna.
Ma ti preghiamo, ma ti preghiamo:
su nel Paradiso, su nel Paradiso
lasciali andare
per le tue montagne.
Due nostri amici
hai chiesto alla montagna.
Ma ti preghiamo, ma ti preghiamo:
su nel Paradiso, su nel Paradiso
lasciali andare
per le tue montagne.
Conforta i loro cari
Dona il silenzio delle bianche cime.
Credo inutile dissentire se persone grandi e vaccinate decidono di affrontare grotte o cime impervie, rimanendovi incastrati. Fa parte del rischio e dell'avventura tutta umana che ha permesso nel tempo sempre nuove scoperte e meraviglie.
RispondiEliminaCommento saggio. Direi antitetico alla pseudo cultura della campana di vetro, l'amebità securitaria del non-vivere.
EliminaOgni cosa di valore comporta impegno e rischio.
aaameeeennn..........
RispondiEliminahai dimenticato il fatto che siamo il paese con il numero maggiore di leggi e relativi dispensatori delle stesse ar monno, per non parlare poi der nummero degli avvocati compresi quelli che le hanno scritte senza nemmeno aver esercitato la professione
Siamo sempre al pensiero deleterio "Tutto è vietato eccetto le cose consentite".
Elimina0,7 milioni di leggi per stabilire anche come devi scrollarti il pipo dopo che hai pisciato. Per la tua sicurezza!
EliminaIl dolore per una perdita in montagna è immenso, ma il confine tra responsabilità personale e intervento normativo è sempre delicato. La montagna è bellezza e rischio, libertà e responsabilità. Forse, più che vietare o imporre, dovremmo educare al rispetto e alla consapevolezza dei propri limiti, lasciando spazio al silenzio e alla riflessione, invece di cadere nella polemica sterile o nel clamore mediatico.
RispondiEliminaSignor Marino
EliminaLa montagna, come ogni cosa importante, comporta dei rischi. I nostri due amici, per usare le parole di Bepi de Marzi, hanno scelto di vivere e lo hanno fatto, volendo ignorare i rischi di un'uscita in condizioni critiche.
Eppure, quante sono le gioie, la salute, il benvivere che essi ricevettero dopo le loro imprese alpinistiche!?
Una scelta consapevole è anche quella di voler affrontare certi rischi.
E' stata una loro libera scelta, non è che potessero o dovessero incatenarli. Sono morti facendo ciò che più amavano, evidentemente. Il resto sono chiacchiere.
RispondiEliminaEcco, signora Uragano, avete colto lo spirito, morti facendo ciò che più amavano.
EliminaAltro che deficienti inibiti tenendoli per manina!
una volta hai scritto circa le norme sui limiti di velocità, parametrati sulle capacità di automobilisti minorati - credo che la cosa si stia estendendo a molti altri settori, generando una miriade di ordinanze e divieti parametrati su un popolo di minus haben al solo scopo di tutelarne l'incolumità, quando un tempo, nemmeno troppo lontano era sufficiente il buon senso
RispondiEliminaPenso che sia molto difficile stabilire una regola, una norma che sia semplice, applicabile, che tenga in considerazione le differenti capacità.
EliminaEcco la saggezza e il pragmatismo germanico: impossibile una regola sensata, allora sia la persona a stabilire, in base alle proprie caratteristiche, assumendosi le conseguenze della propria scelta.
Mi sembra proprio saggio.
Hai paura, viaggi piano, hai un veicolo idoneo, buone capacità di guida, mantieni la distanza di di sicurezza, ecco che puoi andare veloce. Non è un caso che in Germania, in generale, non esistano limiti di velocità sulle autostrade, o, come scrissi, in Svizzera che esista un quindicesimo o un ventesimo della segnaletica, divieti, obblighi, con un tasso di incidenti inferiore.
La cultura dei "minorati alla guida" da tutelare, da prendere per manina? No grazie!