Il fatto quotidiano (tutto minuscolo) è diventato un baraccone da fiera: osservandolo si possono notare i più disparati orrori ideologici. Avendo del tempo in più si può entrare nei commentari, luoghi dove l'orgoglionismo progressista dei più duri e puri si esibisce al meglio.
Ci sono dei commentatori sensati che tentano di riportare le discussioni sui fatti, sul piano della realtà oggettiva: vengono apostrofati con i soliti epiteti per ebeti, la solita solfa del nazileghistasessistaxenofobopatriarcalfasista.
Quando l'ideologia non c'è o non a sufficienza (come nel caso del conflitto tra Israele e Iran) ecco che gli intenti si rattrappiscono, la durezzapurezza si rimpicciolisce, non c'è qualcosa di evidente per cui essere contro.
Esiste un mercato di sìnistroni che chiedono narrazioni e favolette, ideologie senza-se-e-senza-ma, esso lo rifornisce.
Guardi il dito e non vedi la Luna.
RispondiEliminaIl Fatto Quotidiano è una azienda-agenzia che vende un prodotto ad un certo mercato. Il mercato si compone di gente che vomita su Internet quello che ha dentro e la gente che paga per guardare gli "show" o "talk show" della TV. La distinzione tra "sinistra" e "destra" è fasulla per una ragione banale, antropologicamente il "militante", oggi si direbbe "iscritto" o "utente", è esattamente la stessa persona, pensa, dice e fa le stesse cose, che si collochi di qui o di la. La antropologia del Fatto è la stessa di Pontida, cambiano solo i dettagli secondari della coreografia. Avevano ragione i compagni americani quando descrivevano il mondo MAGA come "miserabili", nel senso letterario del termine. Il problema che i compagni non possono riconoscere per ovvie ragioni è che i loro affiliati sono ugualmente miserabili, nonostante la predicazione della loro religione li rassicuri che siano l'ennesima razza superiore o popolo eletto. La prova provata è duplice. Da una parte è ovvio che non ci sia alcuna barriera in ingresso tanto a "sinistra" quanto a "destra", ovvero in entrambi i casi si celebra "gli ultimi saranno i primi" di antica memoria, solo che in origine era "nel regno dei cieli" e non "a Rozzano" o "a Salerno". "Sinistra" e "Destra" raccattano i casi umani e li intortano. Dall'altra, è facile notare come la stessa persona possa facilmente passare da "sinistra" a "destra" e viceversa, proprio perché le "qualità" richieste sono esattamente le stesse e anche il premio che che il singolo ricava è lo stesso.
Poi, perché la scuola evita accuratamente di insegnare i passaggi storici fondamentali? Semplice, perché la scuola esiste per pagare stipendi agli insegnanti ed in subordine, esiste per facilitare la "coesione sociale", quindi non può dire che i contadini rivoltosi, cosi come più tardi gli stessi contadini diventati operai, non hanno niente altro in testa che rifarsi sui "signori" e una volta ammazzato e rubato, rimangono li come babbei, avendo finito le idee. La scuola non può dire che i rivoltosi di testa loro non saprebbero fare nulla a parte ammazzare e rubare e quindi da sempre loro stessi cercano un "capoccia" che li istruisca e li diriga, anche solo per mantenere l'ordine ed evitare che ammazzino e rubino l'un l'altro.
EliminaC'è stato un momento nella Storia in cui si è passati da pensare al popolano straccione e ignorante come un disgraziato inviso a Dio e agli uomini al pensare allo stesso popolano straccione ed ignorante come il modello ideale dell'essere umano, pieno di qualità e privo di vizi.
Quindi si è cominciato non solo a predicare questa religione dello straccione ignorante ma anche a commisurare tutto al livello dello straccione ignorante.
Non è più tempo di eroi, non è tempo nemmeno per gente che usa il congiuntivo o il passato remoto. Non è tempo per gente che distingue la merda dalla cioccolata.
Allora, inevitabilmente, che sia una azienda che fabbrica, che ne so cucchiai o una agenzia che fabbrica "cultura" (informazione, intrattenimento, altro) o un Partito, a chi si rivolgerà, ad una "elite" di pochi che comunque sono delle aberrazioni da eliminare o meglio da occultare oppure al "popolo" che è la misura di tutte le cose?
Una volta lo straccione ignorante era consapevole e non solo tendeva a stare al suo posto ma soffriva della propria condizione, per cui cercava di uscirne o almeno che ne uscissero i figli. Oggi lo straccione ignorante è perfettamente contento, anzi, pretende di governare l'universo, insieme a tutti gli altri "uguali" straccioni.
> La antropologia del Fatto è la stessa di Pontida
EliminaNo.
Ci sono macroscopiche differenze tra un "sinistrone terrone" e un "rozzo leghista". Che sono minori di quelle tra loro e un "maranza delinquente".
Gli aspetti comuni sono quelli dovuti alle necessità,, voglie, capricci della natura umana: mangiare, avere una casa, consumismo, sesso, etc. .
Se volessimo mettere w girare le dita nella piaga, potremmo pensare a pessimi usi, mode e costumi di gruppi coesi, ad esempio gli ZTL al caviale, gli artistoidi "non capite come sono sublime", i dipendenti da "autlet" etc. .
Ogni gruppo di simili ha comportamenti stereotipati, signor Nessuno. È il solito paradosso delle uguaglianze che non sono tali.
> rivoltosi di testa loro non saprebbero fare nulla
EliminaCritica facile arte difficile.
Il ribellismo, gli antagonisti scemi (scemi è quasi pleonastico), lo space tuto facilità disastro, sono facili.
Domanda scontata e retorica perché conosco la risposta, sei mai stato a Pontida? Hai mai intavolato una discussione con personaggini del giro del Fatto?
EliminaNon capisci il concetto espresso sopra circa la coincidenza antropologica, la confondi coll'abito che notoriamente non fa il monaco. Ovvero, se io mi metto in testa le corna di plastica da "vichingo" che dovrebbero essere "celtiche" e il fazzoletto verde oppure vado ad un meetup del Movimento a inneggiare a Grillo ora a Conte per via del suo discorsone sulla "transizione green", non so niente e non capisco niente in un caso o nell'altro.
Semplicemente, come capita da sempre, mi trovo in una certa compagnia per accidente, perché mi ci portano gli amici, perché c'è una che mi voglio trombare, perché mi sembra che sia gente simpatica, perché ci sono le salamelle, eccetera.
Nessun operaio sedicente comunista ha mai letto Das Capital in tedesco e nemmeno nella traduzione italiana. Nessuna vecchietta inginocchiata o chirichetto guardato con cupidigia dal parroco hanno mai letto i vangeli in greco e nemmeno nella traduzione italiana. I Fascisti non avevano niente da leggere a parte certi manifesti di San Sepolcro rinnegati il giorno dopo. E via via.
La fede non richiede ne conoscenze ne ragione.
Sulla faccenda dei rivoltosi è un po' più sottile di cosi. Ovvero, i contadini che ammazzavano il nobile di quelle terre e saccheggiavano il palazzo non potevano concepire un mondo senza signori e senza contadini, era l'ordine naturale delle cose come il sole che sorge.
EliminaQuindi non potevano immaginare nessun esito della rivolta che non fosse il ritorno allo status quo ante.
I più ottimisti magari speravano di fuggire e riuscire a confondersi tra i contadini delle terre limitrofe, una cosa impraticabile in un mondo dove nessuno si spostava e tutti si conoscevano dalla nascita.
I più folli magari fantasticavano di interventi papali o di monarchi illuminati che concedessero l'amnistia e nominassero un nuovo signore delle terre che amasse i contadini.
Quelli normali sapevano che una volta finito di gozzovigliare sarebbero stati tutti ammazzati nel modo più brutale possibile ma, come capita agli sdentati russi oggi, non gli importava più di tanto per via delle condizioni di vita insopportabili da cui provenivano.
Una volta dicevano agli ufficiali di stare attenti a non portare la truppa all'esasperazione fino al punto che si rivoltasse contro i comandanti. Ecco, il lavoro del nobile nell'antichità era di tenere sotto i contadini ma evitare di esagerare.
Il vero spettacolo non è il giornale, ma l’antropologia che lo alimenta. Che si tratti del Fatto Quotidiano, di Pontida o del solito talk show da prima serata, il copione è identico: si vendono identità prefabbricate, appartenenze emotive travestite da opinione. La distinzione tra “destra” e “sinistra” è ormai ridotta a segnaletica identitaria: cambiano le coreografie, ma il bisogno antropologico di tifare resta intatto. Come scriveva Pasolini, il vero fascismo è quello del consumismo, quello che appiattisce le coscienze e trasforma il cittadino in spettatore compulsivo, o peggio, in commentatore compulsivo, felice di ripetere ciò che gli è stato servito, convinto che sia farina del suo sacco.
RispondiEliminaLo aveva intuito anche Ortega y Gasset: la massa non vuole essere educata, vuole essere confermata. E oggi, con i social, i giornali-agenzia e i partiti-agenzia, ognuno può sentirsi parte di una “élite” proprio nel momento in cui rinuncia al pensiero critico. È il trionfo del mediocre autosoddisfatto, del lettore che vuole solo vedersi riflesso nella pagina, non messo in discussione. Elias Canetti, parlando della massa, diceva che essa vuole solo aumentare e che ogni differenza, ogni distinzione, è vissuta come una minaccia. Esattamente ciò che accade quando la cultura viene democratizzata non per essere accessibile, ma per essere svuotata.
La scuola, che un tempo era lo strumento per emancipare, ha abdicato. Gramsci, che pure credeva nel potere liberatorio dell’istruzione, sapeva bene che senza rigore e senza fatica non esiste consapevolezza. E invece oggi la scuola, come il giornale, come il partito, non osa più chiedere, selezionare, far crescere. Si limita a trattenere. Pasolini lo scriveva con disperazione negli anni Settanta: abbiamo sostituito il popolo con la massa. Non più il povero che soffre e vuole elevarsi, ma il consumatore ignorante che pretende di essere al centro del mondo. E il tragico è che nessuno ha il coraggio di dirgli che no, non tutto si equivale, che non tutte le opinioni valgono, che l’ignoranza non è una virtù.
E così il “popolo”, una volta consapevole della propria condizione, e per questo dignitoso, è stato degradato a pubblico. Lo straccione ignorante, dicevi, oggi è contento del suo stato. Peggio: lo rivendica, lo impone, lo elegge a misura di tutte le cose. La democrazia, privata della sua dimensione formativa, diventa una grande messa laica dove tutti sono santi, e nessuno è più degno del martirio della verità. Come scriveva Flaiano, quando tutti pensano in coro, è perché nessuno sta pensando davvero
Pasolini, Gramsci e tutti gli altri si sbagliavano su un concetto fondamentale e ovvio.
EliminaNon c'è differenza tra "popolo" e "massa", quindi se la "massa" ha degli attributi negativi, gli stessi attributi li ha il "popolo".
Una verità che non si può dire perché si deve trovare sempre una ragione per Dio che si incarna nel figlio del falegname invece che nel figlio dell'imperatore, una cosa che è insieme priva di senso logico e manifestamente funzionale a vendere il prodotto ai figli dei falegnami piuttosto che ai figli degli imperatori.
Nota sul "fascismo". Il Fascismo fu un movimento-partito ideato da Mussolini e alcuni suoi accoliti in un preciso momento storico. A parte i fattori imposti dal contesto, il Fascismo non aveva nessuna teoria precisa, nessuna ideologia, era dare un colpo al cerchio e uno alla botte partendo da un vago socialismo, sempre perché Mussolini era figlio del fabbro e si rivolgeva ai figli dei fabbri.
Affermare che il "fascismo" coincide col "consumismo" è una ovvia scemenza, prima di tutto dal punto di vista storico ma poi perché si vuole dare una connotazione negativa al "consumismo" usando lo spauracchio tipico della "sinistra" che ironicamente era una eresia della stessa "sinistra".
Il "consumismo" è qualcosa che dipende dal vuoto che deve essere riempito da qualcosa, è la carota messa davanti al muso della bestia aggiogata al carretto. L'avrebbero volentieri usata, la stessa carota, nell'URSS del "paradiso dei lavoratori", se avessero avuto abbastanza da sostenere i consumi. Il Comunismo è collassato proprio perché ha dimostrato di non essere capace di generare benessere ma solo di propagare miseria.
Interessante. Ma non del tutto convincente. Dire che non c’è differenza tra “popolo” e “massa” è un’affermazione forte, ma storicamente, sociologicamente e persino semanticamente debole. Non lo diceva solo Pasolini, che pure distingueva tra il sottoproletariato “vivo” e la massa “omologata”, lo dicevano anche Elias Canetti, Ortega y Gasset, Simone Weil e perfino Tocqueville: la “massa” è una configurazione, un comportamento collettivo degenerato, non un sinonimo di “popolo”. Il popolo può essere plurale, creativo, contraddittorio; la massa è per definizione indistinta, ricettiva, cieca, ed è per questo che tanto le dittature quanto le democrazie decadenti la vezzeggiano.
EliminaSul fascismo: che Mussolini fosse figlio di un fabbro è un dato, ma non basta per spiegare tutto. È vero che il fascismo storico fu un ibrido opportunistico, ma dire che non avesse ideologia è riduttivo. Aveva eccome una visione del mondo, fondata su nazionalismo, ordine, gerarchia, culto della forza e dello Stato. Il fatto che fosse contraddittorio, proteiforme e camaleontico non lo rende meno ideologico. Come nota Emilio Gentile, il fascismo è una religione politica, che sostituisce il sacro con la nazione, l’autorità con il mito, e la partecipazione con il rito. Quanto al consumismo: nessuno ha detto che sia fascismo in senso storico. Pasolini usava fascismo come metafora della nuova omologazione, quella non imposta dallo Stato ma interiorizzata dal desiderio. Un consumismo che plasma i corpi e le menti molto più profondamente di quanto non abbia fatto il manganello. È una lettura culturale, non cronachistica. E funziona. Funziona perché descrive esattamente ciò che vediamo: gente che si crede libera mentre pensa, compra, vota e desidera in modo identico.
Infine, il solito sberleffo all’URSS. Ok, vero: è crollata. Ma se il fallimento del comunismo è ormai un dato assodato, il vero dramma è che il consumismo, lungi dall’averci resi liberi, ci ha solo resi più soli, più vuoti, più anestetizzati. Abbiamo i beni ma non il benessere. Abbiamo la scelta, ma non il senso. Se è questo l’esito della “bestia con la carota davanti”, forse era meglio restare un po’ più bestie, ma con un’idea in testa.
> trovare sempre una ragione per Dio che si incarna nel figlio del falegname invece che nel figlio dell'imperatore, una cosa che è insieme priva di senso logico e manifestamente funzionale
EliminaGenealogia della morale
Quando la scala, l'ordine di grandezza aumenta, cambia tutto.
EliminaPrendiamo il corpo degli Alpini: esso era la espressione di un popolo o di una massa?
Le comunità alpine si sono SEMPRE contraddistinte per civismo, ingegno, operosità, solidarietà.
Anche questa è una generalizzazione tuttavia con forza statistica rilevante. Prendi quelle comunità e inurbale, le cose cambiano.
Anche tra le bestie l'etologia cambia: molti cani possono diventare obesi, questo non succede per i gatti (interi :), non castrati) o per i lupi.
Il consumismo è un problema enorme e, come ogni altro grande problema, ha molteplici cause. Da tempo è un anestetico che illude menti e corpi creando problemi e dipendenza: peggio stai più consumi, più consumi e più aggravi, peggiori la tua condizione.
A sinistra direbbero che è un problema solo di cultura, a destra (quale?) che non è un problema.
Non ci siamo.
EliminaA parte che mi fa ridere qualcuno che cita gente vissuta in altre epoche storiche, il cui pensiero è stato ampiamente superato dagli eventi, per spiegare gli eventi stessi come se non fosse successo niente nel frattempo.
Come se il Comunismo fantasticato da Gramsci non fosse collassato e oggi Putin non andasse in giro esibendo le insegne imperiali zariste.
Gramsci non era un genio, era uno che col senno di poi non aveva capito una fava. Chiaro che dirlo nel 2025 è facile, proprio questo mi fa sbellicare dalle risate, c'è gente che nel 2025 non ha ancora metabolizzato il fatto che Gramsci non avesse capito una fava. Un po' come se qualcuno mi ripetesse che secondo (quello che sappiamo di) Aristotele la Terra è ferma al centro della volta stellata o che tra me e il tavolo c'è l'etere.
Sulla "ideologia" bisogna prima intendersi sul significato del termine. Secondo Marx l'ideologia è tutto quello che determina il comportamento di una "Classe". Quindi esiste la "ideologia" dei Borghesi, la "ideologia" del Proletariato. Questo spiega lo sproloquio sopra circa la coincidenza tra gli attributi o le proprietà del Fascismo (che non era statico, era un divenire) e la supposta "ideologia", perché si vorrebbe sostenere come Marx che il Fascismo fosse una emanazione della Borghesia in funzione anti-rivoluzionaria e anti-proletaria. Da cui poi l'idea di Gramsci di fare il lavaggio del cervello occupando i "luoghi della cultura" in modo da trasferire la "ideologia proletaria" ai giovani borghesi e, catastrofica ironia, rendere tutti "proletari". Il solito paradosso dei Comunisti di volere tutti straccioni tranne loro stessi, ovviamente, perché il "dirigente" si sfianca per il popolo quindi avrà ben diritto alla barca a vela e alle vigne.
Il "popolo" coincide con la "massa" ed è una osservazione puramente geometrica. Altrimenti dovremmo postulare che esista una "massa-non-massa", cioè una grande quantità di persone di "popolo" che non sono "massa". Cioè due "masse" una buona e una cattiva. Non fatemi ridere.
Riguardo gli Alpini, in origine avevano due caratteristiche principali. Una era di essere avvezzi alle privazioni, più di chiunque altro. Soggetti fin da piccoli ad una involontaria agoghè spartana. L'altra era di essere avvezzi al servaggio della gleba, quindi a vivere inseriti in un contesto gerarchico ed obbedire agli ordini. Questo perché, vivendo isolati in contesti remoti e difficili, non hanno mai conosciuto le succitate rivolte contadine ed operaie e organizzazioni sociali complesse. In ogni gruppetto di alpini c'è sempre una organizzazione gerarchica basata come minimo sulla anzianità ma più spesso sul "censo", ovvero il benestante del villaggio automaticamente comanda.
EliminaEquivoco sulla "educazione".
L'alpino non butta la buccia di banana per terra perché la mangia, non perché non voglia sporcare il sentiero. La banana per l'alpino ha un valore cosi esagerato che bisogna trovare il modo di mangiarla tutta, idealmente più volte.
"Infine, il solito sberleffo all’URSS. Ok, vero: è crollata."
EliminaDai, asciugati la lacrimuccia.
Grazie Andrea. Dovrei aggiungere un "ben tornato!" se ricordo bene.
RispondiEliminaGrazie per i due commenti di pregio. Risponderò appena possibile.
Siccome la Scuola italiana serve a pagare gli stipendi agli insegnanti e a incensare Gramsci, tocca ricordare che il Fascismo fu di fatto fondato a Milano, davanti alla chiesa del Santo Sepolcro e questo era il manifesto:
RispondiElimina«Italiani!
Ecco il programma di un movimento sanamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico e antidemagogico; fortemente innovatore perché antipregiudizievole. Noi poniamo la valorizzazione della guerra rivoluzionaria al di sopra di tutto e di tutti. Gli altri problemi: burocrazia, amministrativi, giuridici, scolastici, coloniali, ecc. li tracceremo quando avremo creata la classe dirigente.
Per questo NOI VOGLIAMO:
Per il problema politico
Suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.
Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni; quello per i deputati abbassato ai 25 anni.
L'abolizione del Senato.
La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.
La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell'industria, dei trasporti, dell'igiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.
Per il problema sociale:
NOI VOGLIAMO:
La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavori la giornata legale di otto ore di lavoro.
I minimi di paga.
La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria.
L'affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici.
La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.
Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.
Per il problema militare:
NOI VOGLIAMO:
L'istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione e compito esclusivamente difensivo.
La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.
Una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione italiana nel mondo.
Per il problema finanziario:
NOI VOGLIAMO:
Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera ESPROPRIAZIONE PARZIALE di tutte le ricchezze.
II sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.
La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell'85% dei profitti di guerra.»
Ci trovate qualcosa in comune con altri "manifesti"?