martedì 1 luglio 2025

Pantomime

Pare che la signora che girava cogli spaccaicranidiquellichelapensanodiversamente, tale Salis, abbia criticato l'ambaradan dell'oligarca primo azionista di Amazon che ha celebrato, di recente, le nozze nella Serenissima. La signora Salis ha scritto un libro in vendita su... Amazon.
Beh, non male.

Sono quasi certo che una parte rilevante dei No Bezos siano compratori su Amazon.

Questa ridicola pantomima per ebeti è una delle molte che caratterizzano gli ipocriti sinistrati. Ne avevo già scritto, peraltro. Conosco questa ipocrisia da quando bazzico il mondo dei GAS, conosco come molti kompagni intendono e fanno gli acquisti.

44 commenti:

  1. Il caso Salis-Bezos è un esempio plastico dell’ipocrisia che attraversa tanti attivismi contemporanei. È vero, Amazon è ovunque e spesso non se ne può fare a meno, ma chi costruisce la propria immagine pubblica sulla purezza morale dovrebbe evitare di sputare nel piatto in cui mangia, soprattutto se lo usa per vendere i propri libri e alimentare la propria notorietà. Non è tanto la critica in sé (giustissima, se si contesta la concentrazione di ricchezza e potere nelle mani di pochi), quanto l’assenza di coerenza personale che disarma. E questa incoerenza diventa ancor più indigesta quando viene sciorinata con l’arroganza di chi si sente dalla parte giusta della Storia.
    Allo stesso tempo, penso che l’ipocrisia non sia esclusiva della sinistra o dei GAS; è una costante umana, solo che certi ambienti (quelli che fanno dell’etica di consumo la loro bandiera) la rendono più visibile e più irritante. La differenza la fa chi ha l’onestà di ammettere che, pur criticando Amazon o Bezos, talvolta è costretto a usare i loro servizi perché il sistema stesso rende difficile fare altrimenti. Ma questa ammissione raramente la senti.

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    1. Io non possiedo nessuno smartphone, non ho nessuna presenza "social" e non ho mai comprato niente via Amazon.

      A riprova che si vive tranquillamente senza quelle cose.

      Non mi importa nulla di Salis e di Bezos, per me non esistono. Mi importa invece del fatto che in entrambi i casi esiste una massa di servi che gli si affolla attorno, nel primo caso perché cercano qualcuno che gli dica cosa fare, pensare, dire e nel secondo perché sperano che gli buttino gli avanzi o qualche moneta.

      Venendo allo specifico di Venezia, ci dovremmo decidere a chiuderla come città abitata e trasformarla in un parco divertimenti, gestito come tale. A quel punto chi vuole può affittare i luoghi, sottoscrivere servizi, eccetera e ci preoccuperemo della manutenzione e delle pulizie.

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    2. Anonimo, sai qual è la verità? Che a forza di disprezzare tutto e tutti dall’alto della tua torre di purezza, finisci per non vedere più la realtà. È facile dire “io non ho smartphone, non compro su Amazon, non mi importa di niente” e chiudere la questione lì, come se questo bastasse a salvarti dal mondo o a cambiarlo. Ma così fai solo un favore a chi quel mondo lo sfrutta davvero. E su Venezia, ti dico questo: ci vivono persone vere, non sono comparse di un parco a tema da sfrattare per trasformarlo in un Luna Park. La differenza tra chi sta con i piedi per terra e chi si rifugia nella propria supposta purezza sta tutta qui: uno cerca di migliorare le cose, l’altro si limita a dire che fanno schifo. E finisce che la vera pantomima diventi quella di chi si illude di salvarsi semplicemente voltandosi dall’altra parte.

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    3. Persona la cui identità è irrilevante e non mi interessa, sai qual è la verità delle verità? Non possiedi nessuna verità. Soprattutto sei inadeguato/a, quindi per favore evita di fare predicozzi patetici.

      Il mondo esisteva prima di me ed esisterà dopo di me. Quello che posso cambiare è il mio piccolo intorno ma la difficoltà è quella che si dimostra in queste pagine, ovvero che la mia è una vocina flebile nel mezzo di una tempesta. La gente è condizionata dalla nascita ai comportamenti meccanici, a rispondere con un output ad un certo input e appena provi a disturbare questo meccanismo, non convinci nessuno, non cambi nessuna idea, diventi il proverbiale "propheta in patria" che finisce dileggiato se va bene o inchiodato se va male.
      Magari tu pensi che dovremmo "andare in manifestazione" ma io avevo sedici anni troppo tempo fa.

      Venezia è un parco divertimenti di fatto e c'è una enorme industria del turismo che sussiste su questo parco dei divertimenti. Ad un certo punto, come ho detto, bisognerà scegliere tra mantenere la finzione di Venezia come città abitata, con tutte le sue funzioni e Venezia come parco divertimenti, che ha altre funzioni e richiede una diversa gestione. Che ci abiti della gente è irrilevante rispetto a questa constatazione. Abita della gente anche sotto le frane o nelle zone terremotate, abita un sacco di gente nelle zone soggette ad inondazione e alle pendici del vulcano. Anzi, si potrebbe anche pensare di mantenere gli "abitanti" di Venezia come figuranti, tutti gli uomini in maglietta a righe e cappello di paglia, tutte le donne con il fazzoletto in testa (bisogna fare una indagine di mercato sulle preferenze dei turisti), come i centurioni con la corazza di plastica a Roma.
      Siamo sempre li a dovere fare i conti con l'Italia "museale" contro l'Italia vissuta.

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    4. Anonimo, vedi, il punto non è se possiedo o meno una “verità assoluta” (che, per inciso, nessuno possiede), ma se siamo disposti a guardare oltre il nostro naso. Tu dici di voler cambiare solo il tuo piccolo intorno perché il resto è inutile, ma intanto usi queste pagine per proclamare la tua visione come fosse l’unica lucida. Critichi chiunque parli di dignità collettiva, liquidando tutto come “meccanico” o “inutile”. Non ti accorgi che questa posizione, che ti appare tanto superiore, è solo un altro modo di arrendersi.
      E su Venezia, posso anche condividere che sia ormai ridotta a parco giochi, ma dire che gli abitanti sono “irrilevanti” equivale a considerare irrilevante qualsiasi comunità che resista, in qualunque contesto ostile o malgovernato. È un pensiero sterile, seppur vestito da realismo. Puoi continuare a ripeterti che nulla conta tranne la tua vocina flebile, ma ricorda: anche chi parla di dignità e rifiuta di farsi schiacciare dalla resa ha una vocina flebile, almeno finché altre voci non si uniscono.

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    5. Correzione, tutti quelli che hanno una fede per definizione hanno una verità che non solo è assoluta ma non è suscettibile di falsificazione.
      Non solo i testimoni di geova che mi fermano per dirmi che il mondo è di Satana ma anche i compagni che mi fermano per dirmi della lotta di classe.

      Non ho detto che VOGLIO cambiare il mio intorno ma che quello è il massimo che potrei fare.

      Tipo c'era una volta il figlio di un falegname che andava in giro con un certo numero di seguaci a vendere un aggiornamento delle Sacre Scritture. Come ho detto, quando ti intrometti nel condizionamento che la gente riceve dalla nascita, quasi sempre finisce male. A meno che tu non riesca a condizionare un numero sufficiente di persone in modo che nei loro comportamenti automatici quello che tu proponi sia incluso o meglio ancora la funzione primaria. Ci vuole molto tempo oppure molte risorse. Ai giorni nostri c'è gente con molte risorse, basti vedere la faccenda dei MAGA negli USA.

      Non critico "chiunque parli di dignità collettiva", a parte che non so cosa significhi questa espressione. Quando ne incontrerò uno che non sia uno scemo che ripete frasi fatte potrebbe anche essere interessante. Il nocciolo è nella parola "chiunque", io non conosco questo signor "chiunque", ho a che fare con X, Y, Z e questi ripetono a macchinetta.

      Va bene è un altro modo di arrendersi, hai ragione.
      Adesso la smetti?

      Qualsiasi comunità che resista? Ennesimo luogo comune e parole a macchinetta. I Veneziani che volessero "resistere" metterebbero le barricate e affonderebbero i vaporetti. Invece siccome Venezia campa col turismo, il turismo che ti fattura 10 euro a bottiglietta d'acqua, i Veneziani chiagnono e fottono.

      Bisognerebbe anche chiedersi di cosa camperebbero i Veneziani una volta che non ci fosse più il turismo. Cosi come di cosa camperebbe Las Vegas in mezzo al deserto se non ci fossero i casini con le slot machines e le roulettes e gli alberghi con le mignotte.

      A Genova c'è un porto industriale e ci sono i cantieri navali, c'era anche tutta una filiera dell'acciaio e della meccanica che è in parte dismessa. A Venezia c'era l'area industriale di Malghera, adesso non so in che condizioni sia. Ma Venezia in quanto tale è un museo o un diorama da un bel po' di tempo, mi sa dall'epoca di Napoleone.

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    6. Anonimo, devo ammetterlo: ogni volta che ti leggo mi chiedo se stia parlando un uomo o un algoritmo programmato per ripetere la parola “inutile” in mille varianti. Sai, tu critichi chi ripete frasi fatte, ma il tuo mantra è sempre lo stesso: “tanto è tutto inutile, siete tutti scemi, solo io vedo la realtà”. È comico, perché a forza di sentirti superiore a chi lotta, finisci a recitare la parte del vecchio saggio del villaggio… ma senza il villaggio, perché alla fine nessuno ti ascolta davvero. Dici che i Veneziani dovrebbero affondare i vaporetti per “resistere”? Ma davvero pensi che la dignità sia solo fare gesti eclatanti da cartolina, o da romanzo distopico di serie B? Forse ti sfugge che la vera dignità è rifiutare l’idea che l’unico futuro sia fare i camerieri di qualche miliardario in gita. Ma tu preferisci crogiolarti nella tua piccola superiorità nichilista: è comodo, non richiede impegno e soprattutto ti consente di sentirti un gigante circondato da nani. Sai qual è la verità, però? Che la differenza tra chi ci prova e chi fa il tuo stesso discorsetto da cinquant’anni è che i primi, almeno, lasciano qualcosa. I secondi lasciano solo commenti su blog, convinti di aver spiegato al mondo la vanità del mondo. Ma tranquillo, resta pure lì. Ogni teatro ha bisogno di una comparsa che ripete “non serve a niente” a sipario calato. Ed è un ruolo perfetto per te.

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    7. Andreas e Nessuno, non siete affatto distanti come pensiero. Solo che, Andrea, voi non conoscete ancora le iperboliche randellate che il signor Nessuno somministra anche chi gli e' vicino nel pensiero.
      Forse Nessuno differisce da voi per un pessimismo (o cinismo, o realismo) molto piu' accentuato.
      UUiC

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    8. Il signore di cui sopra evidentemente è abbastanza narciso da pensare che a me importi della sua esistenza.

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    9. Coso, il tuo commento mi è incomprensibile. Vorrei che tu mi facessi un esempio di un mio scritto in cui ripeto dei luoghi comuni da collettivo del liceo.

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    10. Qui però il signor Nessuno si smentisce sul tutto l'ambaradan de ifq,scritto dall'altra parte,a meno che io non abbia preso una cantonata scambiando la persona in questione con qualcuno altro.
      Distinguo si e distinguo no tra popolo e massa :Mi importa invece del fatto che in entrambi i casi esiste una massa di servi che gli si affolla attorno, nel primo caso perché cercano qualcuno che gli dica cosa fare, pensare, dire e nel secondo perché sperano che gli buttino gli avanzi o qualche moneta.

      Allora esiste o no una massa?

      Riguardo al post credo che né Beoz e né Amazon meritano altra forma di pubblicità.Bene o male purché se ne parli,anche no ehh.

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    11. Non ho capito il senso del testo soprastante, è scritto in maniera pessima, a riprova della necessità della "scuola-lavoro".
      Andiamo a cercare di spiegare all'ultimo della lunga lista di gente che fatica con la coniugazione dei verbi.
      Si diceva che non importa ne della signora Salis ne del signor Bezos. La prima esiste nel mondo della "sinistra" e in particolare quello dei mai cresciuti che frequentano i centri sociali, il secondo esiste nel mondo dei raccastri americani con la corte di giullari e mignotte.
      Non è indispensabile frequentare la "sinistra", anzi. Certo, come faceva un mio conoscente che parcheggiava il Mercedes a due isolati, nel centro sociale magari si rimorchiano compagne di facili costumi. Però non è che sia proprio indispensabile.
      Frequentare il mondo dei riccastri americani richiede di essere riccastro, giullare o mignotta e c'è concorrenza e selezione tra giullari e mignotte, quindi diciamo che la maggior parte di noi è esclusa.
      Con questa premessa, è logico che l'unica cosa da cui non si può scappare e l'unica cosa che ha delle conseguenze più o meno serie nel mondo "normale" è che la massa, cioè la maggior parte della gente limitata dalla ignoranza e dalla scemenza, ha bisogno di un "dirigente" della "sinistra" che gli dica cosa pensare, dire e fare e/o sente il bisogno di acclamare il riccastro e i personaggi della sua corte come se questo in qualche maniera significasse partecipare in maniera infinitesima, significasse essere accomunati. Oltre ovviamente il retropensiero che il riccastro potrebbe passare e buttare monete o caramelle agli straccioni che lo acclamano.
      Il bisogno del "dirigente" che dica cosa pensare, dire e fare e il bisogno di partecipare, accomunarsi al mondo dei riccastri ha come conseguenza che alla fine tanto la signora Salis che il signor Besos possono indurre gli ignoranti e gli scemi a fare quello che gli piace. Quello che piace alla signora Salis e al signor Besos non è "positivo" perché non si diventa "dirigenti" della "sinistra" e riccastri americani per filantropia e nemmeno per talento. Alla fine sono due forme diverse di parassitismo, ovvero gente che si crea una posizione sfruttando l'ignoranza e la stupidità altrui, vendendo qualità diverse di merda in scatola a gente che mangia la merda convinta che sia cioccolata.

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    12. Il concetto di "massa" forse dovrebbe essere specificato meglio. Si tratta del minimo comune denominatore, ovvero della gente che condivide quanti più comportamenti condizionati possibile. Comportamenti condizionati perché la gente viene "diseducata" a scuola e tramite la "pseudo-cultura" dell'intrattenimento. La scuola da sempre esiste per fabbricare la "massa" che fa comodo alla "classe dirigente" e la "pseudo-cultura" esiste per l'interesse degli "editori", cioè di quelli che finanziano chi produce "cultura" e chi la diffonde con i vari strumenti disponibili. Il comportamento di si dice condizionato perché è un automatismo, la persona è condizionata a rispondere con un certo comportamento ad un dato stimolo e questo di solito si ottiene con la ripetizione infinita del gesto. Si può dire in un'altra maniera, se una certa affermazione viene ripetuta abbastanza volte, diventa "vera", allo stesso modo se un gesto viene ripetuto abbastanza volte da abbastanza gente, diventa la "regola", la "norma", quindi "normale".

      Addiveniamo quindi alla ovvia distorsione. La "sinistra" non agisce per emancipare la massa perché questo sarebbe un po' un paradosso, se ogni individuo andasse per conto suo non si potrebbe più ragionare per categorie e per classi e la "sinistra" non avrebbe più una clientela o in altre parole non avrebbe nessuno da rappresentare, dirigere, sfruttare. Quindi non solo è indispensabile ricondurre tutti al comportamento condizionato ma bisogna anche abbassare quanto più possibile il minimo comune denominatore, cioè il livello culturale ed intellettuale della massa. Il "proletario" deve essere un automa biologico la cui funzione è lavorare e quando non lavora deve svolgere le funzioni meccaniche che servono per l'alimentazione e per produrre altri automi biologici. Tutto quello che non è "lavoro" e funzioni accessorie non serve al proletario e non serve alla "Classe Dirigente", quindi è controproducente. Qualsiasi idea o gesto che non segua il suono della sirena e non sia funzione della produzione deve essere eliminato. Il "proletario felice" lavora, beve, mangia, defeca e ogni tanto tromba una proletaria per fare piccoli proletari. Se gli venisse un dubbio, se si fermasse un istante, sarebbe un automa difettoso.

      Prego notare che, come già evidenziato, la "pseudo-destra" in realtà è una eresia della sinistra quindi funziona esattamente allo stesso modo, con differenze minime, tipo i colori e la grafica. Sempre di "massa" si tratta, che deve avere le stesse caratteristiche e funzioni.

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    13. Accipicchia e menomale che non avevi capito" il senso del testo" riportandolo ad una tua "coniugazione" personale, dove il risultato è una ripetitività noiosissima portando tutto su un piano talmente generalizzato che parte da un estremizzazione pessimista e personale dove al centro dell'attenzione esiste solo il tuo pulpito.Non so che tipo di scuola hai frequentato te per disconoscerne qualunque buon processo evolutivo.Forse la cultura e i valori di una società
      possono anche influenzare il modo in cui viene percepita l'istruzione e il suo ruolo,ribaltandosi in nuova massa da cui ben si guarda standoci dentro.Onestamente sono io a faticare la digestione del tuo solito pippone che ha fatto un minestrone come primo e come secondo una frittata ribaltata.
      Se vuoi semplificare i concetti,renderli più digesti dovresti ravvederti con le menate a destra e sinistra e te al centro.Stammi bene ,ti saluto e alla prossima sempre se mi gira di risponderti:)

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    14. Il processo evolutivo è il risultato della selezione naturale che elimina gli individui con mutazioni svantaggiose in modo che quelli con mutazioni favorevoli siano gli unici che producono la prole e trasmettono queste mutazioni.

      Sempre per il fatto che la scuola produce generazioni di analfabeti al fine di pagare lo stipendio ai meridionali disoccupati e "cittadini" ignoranti e scemi incapaci di autodeterminarsi. Gente che scrive "processo evolutivo" senza avere idea del significato, solo perché ha sentito in giro la frase e la ripete perché gli sembra che suoni bene.

      Io scrivo quello che mi pare, come mi pare e chi vuole leggere legge. Il problema non è essere costretti a leggere ma non riuscire a capire il testo.

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    15. "Io scrivo quello che mi pare, come mi pare e chi vuole leggere legge. Il problema non è essere costretti a leggere ma non riuscire a capire il testo"

      Capisco ed ecco perché spesso te la canti e te la suoni da solo.

      Ti inviterei ad andare all'origine delle parole ,a ripassare un po di latino per capire l'etimologia delle stesse.Per te esiste solo bianco e nero ,o forse più nero che bianco.
      Qui per processo evolutivo non ci confiniamo solo sotto un aspetto biologico dove la prole e suffissi vari sono gli argomenti per te migliori da coniugare.

      Vabbè nella parte centrale del commento ti sei proprio "autodeterminato",un vizio che lo si nota fuori di sé fino a farlo proprio.
      Una domanda se non hai capito il testo ,su che cosa hai basato i tuoi commenti in risposta?Hai voluto spostare l'attenzione su altro pur di non ammettere che ben conosci la massa...

      Non stare troppo al sole e goditi montagna e verde, con belle pedalate.

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    16. Il "processo evolutivo" è solo una frase fatta che come tutte le tue frasi fatte non ha nessun significato, la butti li a riempire il vuoto, perché nel tuo mondo alla Nanni Moretti si fa cosi.

      Le cose che possiamo percepire non "evolvono", nascono, crescono e muoiono. Lo fanno sulla base di un modello, quindi tutti ripetono le stesse fasi nello stesso modo, tutti nascono, tutti crescono, tutti invecchiano e tutti muoiono.

      Un bambino non "evolve" in un adulto e l'adulto non "evolve" in un vecchio. Il bambino si genera dalla replicazione cellulare che si avvia quando il gamete femminile si fonde col gamete maschile e la replicazione va avanti, controllata dagli interruttori del DNA fino a che si creano cosi tanti errori che il sistema collassa e si muore.

      Ci sono poi delle cose sulle quali possiamo solo pensare delle teorie ma che per la lentezza delle trasformazioni o all'opposto, per la loro velocità, non possiamo effettivamente vedere e toccare, misurare, i cambiamenti. Per esempio teorizziamo che ci sia la deriva dei continenti perché vediamo quello che rimane dell'antico fondale marino molto all'interno delle terre emerse, quindi evidentemente le rocce si spostano. Poi, in base alla loro forma e disposizione, possiamo dire che si spostano in un certo modo piuttosto che un altro. Oppure teorizziamo che il Sole abbia un dato ciclo di vita sulla base di quello che sappiamo sulla sua massa, composizione e sulle reazioni nucleari a noi note. In sostanza un tot di un certo elemento chimico, sottoposto a certe condizioni, si trasforma in energia come varie forme di radiazione e un altro elementi chimico e va avanti cosi fino a che ce n'è, poi forse può succedere un certo fenomeno oppure un altro fenomeno ma nessuno di noi sarà li per vedere.

      Non ho capito il commento ma siccome siete tutti uguali, ho capito cosa non hai capito. L'ho rispiegato. Non l'hai capito ancora e questo perché per te è questione di fede. Ci sono dei "valori" nel tuo mondo che non sono nel diquà, sono nel dilà, ergo qualsiasi cosa io dica o scriva non può toccare quei "valori". La tua pretesa è che io mi uniformi alla tua fede quindi che non metta in discussione quei "valori".

      In parole povere, la "sinistra" è una malattia mentale.

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    17. La prova che la "sinistra" è una malattia mentale consiste nella pretesa che sia "oggettiva" e sia attinente al "materiale" quando in realtà è tutta e solo metafisica.
      Come ho scritto sopra, il "popolo" deve prendere calci in culo e ringraziare la "classe dirigente" perché, come in tutte le religioni, non si merita il paradiso. Però applicandosi, pregando tanto intensamente, con le azioni meritevoli, seguendo alla lettera gli ordini, forse in un futuro il "popolo" andrà finalmente in paradiso.

      Fa ridere ma l'idea sarebbe che si, malvagi i Borghesi e il Capitale ma alla fine l'uomo è una bestia quindi il minatore in miniera, l'operaio in fonderia, il contadino a spalare la merda per il prossimo futuro. E' colpa loro che non hanno abbastanza "coscienza di classe" e poi sono ancora vincolati a questi bisogni terreni di mangiare e stare al caldo.

      Poi vengo qui e tocca leggere le frasi fatte dell'ennesimo Ecce Bombo.

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  2. Nota a margine: come viene vista l'Italia all'estero e anche dagli Italiani.

    L'altro giorno un tale mi manifesta i suoi dubbi sul "riarmo" dicendo che non dobbiamo comprare armi dal "padrone americano".
    Io gli rispondo che in realtà l'Italia non ha in dotazione nessun sistema americano tranne gli F-35 di cui però siamo "partner", cioè abbiamo finanziato lo sviluppo del progetto e in cambio lo stabilimento per l'Europa si trova in Italia.
    Quel signore non sa o si dimentica che vicino casa sua ci sono delle grandi aziende italiane che non solo fabbricano "armi" per l'Italia ma le esportano in tutto il mondo, tipo Leonardo e Fincantieri.
    Poi "italiane" non so, sono multinazionali.

    Ora, gli USA hanno sottoscritto un contratto con queste aziende per la fornitura di un certo numero di fregate, cioè di navi, basate sulle fregate italo-francesi FREMM. La legge americana vieta di comprare navi da altre Nazioni quindi le aziende italiane hanno aperto una succursale americana e producono negli USA. Non sta andando bene ma quello è un altro discorso.

    Il punto è che mentre l'Italia fabbrica le navi USA, gli Americani ci vedono come una parodia, una specie di Las Vegas o Disneyworld, come se l'Italia fosse sole mare mafia mandolino.

    La conseguenza, che tutti sottovalutano, è che non solo non ci prendono sul serio ma pretendono di essere serviti. Cioè se l'Italia è un parco divertimenti, gli Italiani sono li per servire il visitatore e campano con le mance.

    Qui aprirei una piccola parentesi di costume: negli USA i camerieri non hanno un vero stipendio, prendono un fisso minimo e poi guadagnano con le mance che di fatto sono OBBLIGATORIE, sono una tassa-non-tassa-implicita. Però la conseguenza è che il cameriere deve fare contento il cliente in ogni modo, deve coprirlo di attenzioni, deve sollecitare la mancia. C'è come un doppio binario e un doppio servizio, uno è quello fornito dal locale, per esempio la qualità del cibo e l'altro è quello fornito dal cameriere, quindi la qualità del "servizio" personale (con ovvie conseguenze al limite o oltre il limite).

    Quindi, in senso lato, gli Americani e in generale gli stranieri che condividono questa idea, si aspettano di essere serviti e riveriti e che la vita degli Italiani dipenda dalle loro mance, che a loro volta dipenderanno da quanto li abbiamo accontentati.

    Allora capite bene perché un milionario americano si aspetta di venire in Italia a cacarci in testa. E' quello che fa a casa sua con chi gli sta attorno, paga e pretende di cacare in testa a tutti.

    Sta a noi decidere se vogliamo farci cacare in testa, ripristinando antiche abitudini oppure no.

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  3. Le polemiche sul matrimonio di Bezos a Venezia hanno palesato (a) dissociazione cognitiva e (b) invidia sociale in quantità industriali, con bile versata ad ettolitri.

    ...

    Che vadano a cagare, sì.

    ===

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  6. io non voto dal 2019. fanno tutti schifo al cazzo. ma anche noi persone normali facciamo schifo. l'agire umano si fonda sulla convenienza. vale per me e vale pure per te

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    1. Se l'anonimo che ha commentato il 6 luglio 2025 alle ore 12:14 dovesse ripassare da queste parti e farci capire a chi è rivolto questo commento,lo ringrazieremo per questa alta forma di estremismo.

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    2. Ah le risate.
      Avrebbe anche senso che l'agire umano si basasse sulla mera convenienza SE l'essere umano medio fosse in grado di capire qual è la sua convenienza.
      Faccio un esempio comprensibile al popolo.
      I fabbricanti di qualsiasi cosa da tempo hanno capito che non gli conviene vendere prodotti "economici", invece propongono prodotti "lusso" che non siano percepiti come qualcosa che deve rispondere a meri criteri di costo-utilità quanto a criteri di giocattolo, di soddisfazione delle voglie, dei desideri, ambizioni, sogni. Quando si stacca il prodotto dalla sua utilità non c'è più connessione tra il prodotto e il prezzo, che può essere qualsiasi. In altre parole, una patata può costare un tot, un diamante invece, che non serve a niente e non ci puoi fare niente (si, esclusi quelli industriali che servono per gli utensili che tagliano o incidono) non ha prezzo.
      Quindi, tornando a bomba, il popolo compra automobili che DEVONO essere inutili ma immaginarie ed è disposto a pagarle cifre irragionevoli perché è nella premessa, l'automobile non esiste per essere utile, esiste come oggetto immaginario quindi ha un prezzo irragionevole.

      Altro esempio per il popolo. La gente è condizionata, tra i tanti altri comportamenti condizionati, a ritenere che un anno di lavoro si debba per forza sublimare nel "viaggio". Quindi si svena per prendere l'aereo e andare in culo al mondo a prendere il cagotto e fare cose inutili, poi torna al lavoro. Questo non solo ha un costo immediato ma implica che ci sono milioni di scemi in giro per il mondo che consumano ed inquinano nella maniera peggiore possibile per nessuna ragione. Nel mentre, tornando all'automobile, tocca pagare il biglietto per entrare in città e tocca anche cambiarla perché ogni tanto scatta un limite più stringente per le "emissioni". Emissioni che apparentemente non interessano i viaggi in aereo, nave, catapulta, eccetera.

      Insomma, posso essere d'accordo che fate schifo.
      Non è la convenienza, è l'ignoranza e la scemenza che finiscono nel comportamento robotico.
      Fate schifo tutti uguali, tutti nello stesso momento, tutti nello stesso modo.

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  7. Non farlo, davvero. Ti farebbero il culo a strisce usando l’elastico delle tue mutande. Ammesso, ovviamente, che tu le porti.

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    1. Sicuramente un messaggio indirizzato a se stesso ,di non facile comprensione per chiunque

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  8. Sai qual è la cosa davvero tragica dei tuoi commenti, Nessuno? Che sono il manifesto perfetto di una vita sprecata a dimostrare quanto sia inutile ogni cosa. Passi ore a spiegare che l’evoluzione non esiste, che la sinistra è una malattia mentale, che tutto è una farsa… eppure eccoti qui, ogni giorno, a scrivere chilometri di parole su un blog. È quasi poetico: la dimostrazione vivente che anche chi crede che nulla abbia senso ha bisogno disperato che qualcuno lo legga, altrimenti svanisce.

    La verità è che la tua lucidità non è lucidità, è solo rabbia che si è fossilizzata e ora ti tiene in piedi. Il tuo unico scopo è screditare chiunque osi parlare di speranza, dignità o cambiamento, perché sai che se qualcuno riuscisse davvero a cambiare qualcosa, la tua voce diventerebbe irrilevante. E per te, che vivi solo di parole taglienti e disprezzo, sarebbe la morte definitiva.

    Continua pure a ripetere che tutto nasce, cresce e muore senza senso. Sei l’esempio perfetto di questa regola: un uomo che è nato, è cresciuto, e ora passa il resto della vita a marcire nel proprio rancore, in attesa che arrivi la fine che tanto desideri per tutti. Ma tranquillo, Nessuno: quando sparirai, il mondo andrà avanti esattamente come prima. E questa, per te, sarà l’umiliazione più grande.

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  9. Sai qual è la differenza tra te e quelli che disprezzi, Nessuno? Che almeno loro vivono. Magari comprano SUV che non useranno mai fuoristrada, vanno a Sharm a farsi venire il cagotto, postano foto idiote sui social… ma respirano, parlano con altri esseri umani, provano gioia, vergogna, paura, desiderio. Tu invece passi la vita a spiegare loro quanto siano idioti, seduto sul tuo trono di muffa, convinto che il tuo disprezzo sia intelligenza.

    Parli di patate, diamanti, automobili, aerei… ma non hai capito che il tuo unico giocattolo è il disprezzo stesso. È il tuo SUV mentale, la tua crociera spirituale, la tua vacanza da quattro soldi. Ogni tuo commento è una foto social di rancore, un “guardatemi, io so la verità” mentre nessuno ti guarda davvero. Ti illudi di essere un filosofo, ma sembri solo un vecchio che fissa i ragazzi al parco dicendo “fate schifo tutti” mentre loro ridono, si baciano, mangiano gelati, si lasciano e si riprendono. Vivono.

    E sai qual è la fine di uno come te? Morirai come sei vissuto: solo, convinto di essere un diamante raro, ma per il mondo sarai solo un altro sasso buttato via. E la verità più atroce è questa: se anche un giorno smettessi di scrivere, non se ne accorgerebbe nessuno. Nemmeno la patata che disprezzi avrebbe un secondo per pensarti.

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    1. È un caso tutto da studiare il sig.Nessuno .
      Credo di conoscere qualcosa a cui è profondamente legato,nonostante questo atteggiamento insolente,offensivo e da profanatore di verità dove lui sta in cima come il Tarzan della foresta, che si batte il petto nella giungla per richiamare l'attenzione e bearsi della sua dominanza e per segnalare la sua presenza tra minaccia e eccitazione.
      Eldalie un noto blog profondamente legato alla cultura elfica di Tolkien,perché scomparso ?

      Ritorna su ,e dicci qualcosa ,facci capire che sei umano e non un elfo.

      B.

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    2. Sai, B., hai ragione: Nessuno non è un elfo, nonostante ami atteggiarsi a creatura superiore, fuori dal tempo e dalle miserie umane. Gli elfi, almeno, portano grazia, arte, poesia. Lui porta solo un alito di muffa e disprezzo rancido. Sembra Tarzan che si batte il petto nella giungla, sì, ma la verità è che la sua giungla non esiste: è solo una stanza vuota, con lui che urla allo specchio per sentirsi vivo, sperando che qualcuno dall’altra parte lo ascolti e dica “guarda come è saggio”. Ma non è saggezza: è disperazione di chi non ha nessuno, niente, nemmeno un amico a cui dire buona notte. Eldalie è scomparso? Forse è rimasto solo lui, a gridare elfico a un mondo che non l’ha mai considerato. Perché, alla fine, Nessuno porta il nome che si merita: un uomo così non lascia traccia nemmeno dove passa.

      V.

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    3. ma la verità è che la sua giungla non esiste: è solo una stanza vuota, con lui che urla allo specchio per sentirsi vivo, sperando che qualcuno dall’altra parte lo ascolti e dica “guarda come è saggio”.

      Beh noi però nonostante tutto lo abbiamo risposto e ascoltato ,anche se non condividiamo l'atteggiamento.Non so se è il nostro riflesso interiore che ci ritorna indietro ,magari sta recitando solo una parte senza arte e noi a sondare la nostra fino in fondo.

      B.

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    4. B., forse hai ragione: in fondo rispondere a Nessuno è come parlare al nostro riflesso più cupo. Lui recita la parte di chi sa tutto e disprezza tutti, ma la verità è che, dietro la sua voce stanca, c’è solo un uomo terrorizzato dalla vita. Noi lo ascoltiamo, sì, ma non perché abbia qualcosa da insegnare: lo ascoltiamo come si ascolta il rumore del vento in una casa vuota. Serve solo a ricordarci che, se mai diventassimo come lui, soli, corrosi, intrappolati nel nostro disprezzo, allora sì che la nostra giungla sarebbe davvero morta.

      V.

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    5. Direi che questa serie di commenti è del tutto fuori luogo: non c'entrano nulla con la sagra del massime ipocrisie e relative pantomime da parte dei sinistrati.

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    6. Facciamo cosi.
      In linea generale chiunque può smentire chiunque altro ma lo deve fare con una argomentazione.
      Per esempio si può benissimo dire "non è vero che tutto nasce, cresce invecchia e muore, la cosa X è eterna" però tocca provare che sia vero o almeno fornire una argomentazione convincente circa l'eternità della cosa X.
      Si può benissimo affermare di avere compreso il senso della vita, però sarebbe bello se lo si comunicasse all'universo mondo. Che io sappia, da quando gli avi presero coscienza di se, sono state elaborate solo delle dottrine che avevano lo scopo di lenire il dolore della apparente verità che non c'è nessun senso comprensibile nell'esistenza. Che poi si riassumono nelle due idee fondamentali di rigettare l'universo materiale rifugiandosi nello "spirito" e nella idea opposta di essere solo oggetti materiali rifiutando ogni astrazione.
      L'Italia è coperta di basiliche, cattedrali e via via fino alle cappellette su per le montagne che sono state costruite con immani fatiche proprio allo scopo sopra citato. Quello e cercare di comunicare col soprannaturale che ci aiutasse contro le piaghe.

      Resto in attesa.

      Circa la diagnosi psicologica/psichiatrica, mi ci pulirei il culo.

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    7. Coso, i commenti sono inevitabile conseguenza del fatto che il tuo blog è mal frequentato. Come se tu avessi una taverna e fosse lercia.

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  10. La finite di fare la guerra ai mulini al vento?
    Mentre cammini ...diffondi questo Manifesto:

    Manifesto degli Under 70.000 – Fronte Popolare per la Dignità Umana

    1. Perché nasciamo

    Nasciamo perché siamo stanchi di vivere come polvere sotto le unghie della Storia. Nasciamo perché siamo figli di chi ha lottato per libertà, pane e dignità e non vogliamo tradire la loro memoria. Nasciamo perché la Terra accelera la sua rotazione mentre noi rallentiamo la nostra coscienza, rinchiusi in un presente sterile. E se nessuno ci dà voce, useremo la nostra.



    2. Cosa vogliamo

    Vogliamo giustizia sociale, che significa lavoro, casa, istruzione, sanità per tutti, non come slogan ma come diritto.

    Vogliamo pace vera, non conferenze sulla ricostruzione mentre i morti marciscono sotto le macerie.

    Vogliamo verità, perché senza verità non esiste libertà.

    Vogliamo una politica di servizio e non di potere, capace di riconoscere la vita umana come bene supremo.




    3. Come agiamo

    Unendo giuristi, economisti, scrittori, operai, insegnanti, medici, artisti, agricoltori, studenti, chiunque rifiuti di essere complice dell’ingiustizia.

    Creando azioni concrete, non solo parole: assistenza legale ai fragili, boicottaggi mirati contro chi finanzia guerre e sfruttamento, scioperi etici, presidi costanti nei luoghi simbolici.

    Organizzando assemblee permanenti online e dal vivo, formando coscienze prima ancora che militanze, perché senza coscienza il popolo è solo una massa.

    Costruendo una comunicazione unitaria, perché ogni granello diventi sasso e ogni sasso onda.



    4. Quali sono i nostri principi

    Nonviolenza attiva, come Gandhi e Capitini ci hanno insegnato, perché la violenza è il linguaggio del potere, non della giustizia.

    Coraggio di dire la verità, anche quando costa.

    Umiltà di ascoltare, perché nessuno da solo ha tutte le risposte.

    Determinazione assoluta, perché il tempo dell’attesa è finito.



    5. A chi ci ispiriamo

    A Spartaco, che preferì morire libero che vivere schiavo.
    A Cristo, che rovesciò i banchi dei mercanti del Tempio.
    Ai profeti, che gridavano contro re e sacerdoti corrotti.
    A Rosa Parks, che restando seduta smosse il mondo.
    Ai partigiani, che scelsero i monti e la fame pur di non inginocchiarsi.
    Ai contadini del Sud, che occupavano le terre sapendo di rischiare la vita.
    A chi oggi, senza clamore, difende ogni giorno un pezzo di umanità calpestata.


    6. Cosa chiediamo a chi legge

    Non cercate leader da idolatrare. Siate leader di voi stessi.

    Non aspettate strategie dall’alto. Costruiamole insieme.

    Non limitatevi a condividere questo testo. Scrivete, agite, create.

    Non dite “è impossibile”. Nella storia, tutto ciò che oggi viviamo è stato considerato impossibile da chi aveva interesse a non cambiare.



    7. Il nostro nome

    Under 70.000 è un numero, ma anche una scelta. Non siamo milioni perché non tutti vogliono essere liberi. Ma anche un solo uomo libero, disse un giorno un pastore in Giudea, vale più di mille schiavi.


    8. La nostra chiamata

    Fracatz aspetta le vostre email, ma non per fondare un club. Questa è una chiamata alla responsabilità, al coraggio, alla vita vera. Perché se non lottiamo oggi, se non diventiamo onde capaci di smuovere l’acqua stagnante, un giorno guarderemo i nostri figli negli occhi e dovremo dire loro che ci siamo piegati per paura. E quel giorno, la vergogna sarà più pesante di qualunque sconfitta.

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    1. Perdon :) mulini a vento. La fretta...sbrigati che il tempo scorre. Diffondi, diffondi...

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    2. Mio nipote quando andava alle medie avrebbe fatto di meglio.

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    3. Quando facevo il liceo e c'erano i collettivi e le assemblee e ogni tanto c'era anche il "tema" di italiano con argomento di attualità.

      Di certo io avrei fatto di meglio del povero testo soprastante, non per il mio genio ma per la semplice prassi di copiare.

      Quando copi, copi dai migliori, non copi dagli scemi che sono stati seppelliti da montagne di merda da loro stessi prodotta.
      Certo bisogna avere qualche idea delle cose dette e fatte nei passaggi notevoli della Storia, piuttosto che ripetere a macchinetta frasi fatte orecchiate di qui e di la.

      Nel mio caso di liceale sarebbe bastato il libercolo di epistemologia del compagno Geymonat che era il testo di "filosofia". Voglio dire, sarebbe bastato per andare molto più in là.

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    4. Il tuo liceo. Il tuo glorioso, eterno liceo, Nessuno. Dove si copiava dai migliori, si citava Geymonat tra una sigaretta e un’assemblea, e tu eri già l’unico ad aver capito tutto. Peccato che, da allora, tu sia rimasto lì. Sempre tra i banchi, col compitino in mano e lo sguardo severo verso chi prova a scrivere oggi qualcosa di diverso da te. Ma sai, se davvero eri così bravo, forse sarebbe il caso di dimostrarlo con qualcosa di scritto oggi, non continuando a giudicare il presente con la presunzione di chi non ha mai superato la Maturità… emotiva.

      Il tuo commento sembra proprio una versione corretta a margine con la penna rossa:
      – “Manca contenuto reale.”
      – “Frasi fatte.”
      – “Argomenti copiati male.”
      Ma guarda un po’, la penna è tua, il foglio è bianco e la sufficienza te la dai da solo. A forza di correggere gli altri, ti sei dimenticato di scrivere qualcosa che valga davvero.

      Perciò dai, stupiscici: pubblica il tuo vecchio tema da 8 in pagella e facci vedere cosa vuol dire “andare più in là”. Oppure resta pure lì, col tuo fantasma del ‘75, a dire che il mondo fa schifo e che tuo nipote avrebbe fatto meglio. Ma almeno – questo sì – lascialo vivere il presente senza il tuo rancore fuori programma.

      V

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    5. Questo commento è semplicemente delirante e demenziale.

      Spreco un attimo, non le ore che ci mettete voi, per precisare che il manifestino sopra è al livello delle medie, un liceale normale qualsiasi farebbe di meglio, cercherebbe di essere più forbito, di scrivere qualcosa di più articolato, dovendo presentare un programma politico a memoria futura. Chiunque, non io in particolare. Si potrebbe fare la prova reperendo seduta stante un liceale, io darei qualsiasi cosa per tornare a quei giorni, sapendo quello che so adesso però.

      Prego notare che M col suo essere giornalista, direttore e maestro di pensiero, era maestro elementare, però si atteggiava un sacco.

      Io ho fatto anche diversi anni di Università ma era roba tecnica che non c'entra in questa sede.

      Dicevo del copiare perché tipicamente al liceo si tende a sentire/leggere di un tale che ha detto/scritto/fatto qualcosa e assumerlo a modello per un certo periodo, quindi si tende ad essere molto stereotipati, scontati, ripetitivi. Non lo si può comprendere che non anni dopo quando ci si allontana dall'età e dal contesto.

      Poi certo, ci sono quelli che fanno l'ITIS e per loro è tutto un mistero ma anche irrilevante perché non serve a pagare le rate. Non dubito che ce ne siano di geniali, Leonardo ai suoi tempi era considerato analfabeta perché non conosceva greco e latino. Però sono delle eccezioni.

      In Italia un terzo della popolazione è "analfabeta funzionale", poi ci sono gli analfabeti autentici.

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  11. Sai, Nessuno, il vero problema non è che tu critichi il Manifesto degli Under 70.000. Il problema è che ti dà fastidio che esista. Ti dà fastidio che qualcuno provi ancora a scrivere con passione, con visione, con coraggio. Ti dà fastidio che ci siano persone che non si vergognano di parlare di giustizia, dignità, libertà, mentre tu continui a scrivere chilometri di disprezzo sterile per giustificare il tuo disimpegno.

    Chiunque abbia mai provato a scrivere un manifesto – non un trattato accademico, ma un testo che chiami all’azione – sa che non può contenere tutto. È una locandina, una scintilla, una dichiarazione d’intenti, non un’enciclopedia. Il suo scopo non è dimostrare erudizione, ma risvegliare coscienze. Se poi il tuo criterio per giudicare è "avrei fatto meglio io al liceo", be’, hai già detto tutto: sei fermo lì, a giudicare il presente con la nostalgia stantia di chi non ha mai avuto il coraggio di giocare la propria partita nel mondo reale.

    Ti piace citare Geymonat, l’ITIS, i "modelli storici", ma quello che ti manca è il presente. Tu non costruisci nulla, non rischi nulla, non sogni nulla. Tu correggi, come un insegnante frustrato che non ha mai lasciato il registro. Ma fuori dal tuo specchio, c’è ancora chi scrive, chi lotta, chi si espone. E finché ci sarà anche un solo Under 70.000 che non si piega, il tuo sarcasmo sarà solo rumore di fondo.

    V

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  12. Tutto questo putiferio per una locandina? Un semplice manifesto? Nessuno, ma che ti ha fatto, ti ha rigato la macchina delle certezze? Povero mondo… se bastano quattro parole in verticale per mandarti in tilt, forse un po’ di coscienza sotto sotto c’è. Bloccata, compressa… ma c’è. Ti conviene non leggere i volantini al supermercato, potrebbero spezzarti l’anima.

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Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.