Là in cima, sopra tutti e sotto tutto.
Per nevai e prati secchi. Sentivamo il battere del cuore, il sapore salato del sudore asciugato dal sole terribile sulla pelle. Tre donne e cinque uomini, consesso di anime, di cuori, di dubbi. Otto filosofi vita, mia ti osservo, la fatica di questo cammino, di questa vita, passo dopo passo. Cuore mio, anima mia.
L'età di mezzo ti porta a sentire il tempo che passa.
Quei larici di Piandios, contorti, resistevano la fatica e vivevano. Da sette od ottocento anni. Quante vite hanno visto passare?
Sì torniamo a contatto con te Madre Natura, con la fatica.
Si nasce e si muore da soli. E si cammina da soli.
Alla sera, intorno al fuoco, c'erano i tizzoni e le scintille profumate di peccio e di larice. Ma anche le nostre.
Vette e crinali e zaini pesanti e fatica e passi e cuori che rimbombavano.
Passi sulla Madre Terra.
La fatica.
La fatica di vivere.
La gioia di vivere.
Lunghe ore ci permettono di capire amico mio che il tempo passa che stiamo cadendo.
Lasciami capire che sto camminando.
Lasciami capire che sto vivendo.
Non aver paura per quando sarai solo
Sarò meglio di com'ero prima
Camminando su questa Terra Madre.
lunedì 4 aprile 2011
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