Attirano (sia me che Rosa Canina) le zone minori, cosiddette "depresse" (e il Polesine lo è letteralmente in senso di altimetrie, a poco meno di un'ottantina di chilometri dal mare le quote sono incredibnilmente basse, pochi metri- meno di dieci! - sul livello del mare, pendenze tendenti allo zero!). Il Polesine rodigino (o rovigotto) ebbe la batosta della drammatica alluvione del 51, che infierì su un territorio già povero, e dal quale risultò uno spopolamento che la contraddistingue tutt'oggi. Spopolamento!? => Interessante! (l'algoritmo non sbaglia quasi mai!).
Ciò significa spazi, silenzio, campagne ubertose, ben coltivate, un fantastico vuoto pieno di vita. Usciti dalla bolgia autostradale ad Occhiobello (al ritorno solo splendida e deserta viabilità minore) il contrasto è stato sconcertante.
La bassità, tra i placidi e grandi Po e Adige, tra canali, rogge, ponticelli, argini alberati, di gorghi, nel suo splendore, non fatica ad affascinare!
Ho notato, purtroppo, che meravigliose rimanenze del passato sono accompagnate da edilizia brutta, disordinata. Non solo: il verde è incredibilmente capace di mitigare la insuperabile bruttezza dei manufatti umani. Ecco, in quella parte di Polesine (come nella parte ferrarese di delta) la maggior parte degli orribili edifici, assai abbondanti, erano accuratamente, ingegneristicamente, precisamente privi persino di qualche filo d'erba spontanea. Sistematico e sconcertanti le potature barbare, le capitozzature brutali, e presenza diffusa di ridicoli mini alberi cotton-fioc (che siano il risultato di normative che impongono alberazioni, una normativa subita !?).
Quasi incomprensibile, considerati il nitore, la pulizia, l'ordine esemplari di queste genti venete. Com'è possibile questo contrasto!?
Nel passaggio al patavino, fino a Montagnana (la villa per Francesco Pisani, del Palladio, quasi sconcertante per la modernità, talmente contemporanea in volumi e minimalismo che, quasi, non mi è piaciuta), situazione un po' migliore, anche se la densità antropica è assai velocemente peggiorata.
La bassità, tra i placidi e grandi Po e Adige, tra canali, rogge, ponticelli, argini alberati, di gorghi, nel suo splendore, non fatica ad affascinare!
Ho notato, purtroppo, che meravigliose rimanenze del passato sono accompagnate da edilizia brutta, disordinata. Non solo: il verde è incredibilmente capace di mitigare la insuperabile bruttezza dei manufatti umani. Ecco, in quella parte di Polesine (come nella parte ferrarese di delta) la maggior parte degli orribili edifici, assai abbondanti, erano accuratamente, ingegneristicamente, precisamente privi persino di qualche filo d'erba spontanea. Sistematico e sconcertanti le potature barbare, le capitozzature brutali, e presenza diffusa di ridicoli mini alberi cotton-fioc (che siano il risultato di normative che impongono alberazioni, una normativa subita !?).
Quasi incomprensibile, considerati il nitore, la pulizia, l'ordine esemplari di queste genti venete. Com'è possibile questo contrasto!?
Nel passaggio al patavino, fino a Montagnana (la villa per Francesco Pisani, del Palladio, quasi sconcertante per la modernità, talmente contemporanea in volumi e minimalismo che, quasi, non mi è piaciuta), situazione un po' migliore, anche se la densità antropica è assai velocemente peggiorata.
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