lunedì 19 febbraio 2024

Lassù

Ieri prima camminata, una strada sentiero in crinale, in parte sopra calanchi  una buona ora e mezza. Le gambe vanno bene, ora.

All'orizzonte il cupo strato di inquinamento sulla val Padana, sopra un sole barbaro, ho rimpianto le braghe corte, aridità intorno.

Una stalla anni settanta chiusa e in via di diventare rudere, la copertura in eternit ceduta in molti punti. Suino o bovino, direi, ora nulla di buono viene più, solo prati e seminativo, per venderli, fieno e grani. Ecco, alcune torrette per la caccia al cervo. La fauna selvatica prende lo spazio abbandonato dagli umani: molte le tracce, sulle argille azzurrine, di lupi, caprioli, cervi, cinghiali. Pochi lustri e tutto cambia velocemente.

Lunghi tratti con roverella ritorte e basse, sofferte, ginepri, pini austriaci. Sono terreni alcalini, ostili, addirittura abiotici, a tratti, dove le sabbie offiolitiche emergono.

Camminare, in silenzio, lassù, un po' di brezze termiche nella stasi generale, piacere, gioia.

Dopo molto tempo sono tornato a vedere le guance di Rosa Canina un po' colorite: periodo di salute problematico per lei, la frattura fu epifania di altri problemi.

23 commenti:

  1. Sarà un mesetto che non mi faccio un bel giro in montagna. Mi hai fatto venire voglia!

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    1. Dopo un anno e mezzo di stasi dovuta all'anca sbilenka pure Rosa Canina ed io c'avevamo una bella voglia.
      Anzi, ora è solo rinforzata.
      Buoni giri, Davide.
      UUiC

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  2. se ancora si può fare il giretto senza portarsi dietro un revolver, allora è bene approfittarne che poi anche lì ci saranno lupi, cinghiali, branchi di cani abbandonati, migranti

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    1. Qui esiste già una banlieue nordafricana, a pochi km.
      Migranti un ciuffolo, si sono incistati e non c'è li toglieremo più dalle balle.
      Possiamo usare l'indicativo presente.
      UUiC

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    2. Quando i vari Governi distribuivano i "nuovi italiani" con gli autobus nottetempo, li scaricavano ovunque e quindi quando andavo in montagna li trovavo sempre a bighellonare nel centro di questi paesini, dove di solito c'è il monumento ai caduti, oppure nei pressi dell'oratorio.
      Qui dove vivo ormai sono la visibile maggioranza nelle scuole.
      L'unica cosa che compensa è che sono eterogenei, nel senso che ci sono i Sudamericani e gli Slavi oltre gli Africani.

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  3. salire con le proprie forze al di sopra della coltre triste di nebbia e smog della pianura è una gran soddisfazione, soprattutto se un malanno grave aveva messo in dubbio che lo potessimo ancora fare.
    massimolegnani

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    1. Prima uscita Rosa Canina ancora non in forma, dislivello limitato, penso non più di 200m.
      Buondì Carlo Massimo.
      UUiC

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  4. Sono contenta che hai ripreso il tuo cammino, con accanto la tua compagna. Posso affermare di capire la tua gioia e serenità. Anch'io con il mio consorte amo camminare sulle nostre colline e quando valico, la brezza che m'invade rigenera sia il mio corpo che la mente.
    Dimentico tutto e mi sento leggera.

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    1. Rigenerante e corroborante. E salutare.
      Camminare fa bene pure alla crapa. :)
      UUiC

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  5. Anche io sono una camminatrice e quando cammino mi sento fortemente ancorata alla terra, alla natura, a me stessa, al mio centro. Comprendo le sensazioni che descrivi.

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    1. Quando conoscemmo (mi sarebbe venuto conobbimo, sbagliavo) Gianfry, in Val Grande (ci sono un paio di pagine in questo diario che lo ricordano) egli camminava, a volte, a piedi nudi per "sentire la terra".
      Eh, proprio così, Katrina, sentirsi in contatto con natura e terra, camminando in esse.
      UUiC

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  6. Noi camminiamo verso il mare: ieri c'era il sole e poi d'un tratto tutta la costa è stata avvolta dalla caligo.

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    1. Mia nonna materna usava spesso caligine per indicare la foschia, densa.
      Il golfo di Liguria è soggetto alla caligo marittima, nuvole basse, a fine inverno, se ricordo bene.
      UUiC

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  7. Potresti andare in giro con un sacchetto di semi e piantare nuove piante, almeno ti renderesti utile invece di fare solo la lagna.

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    1. Non avevo semi ma, nella parte sommitale, quella dove, sulle morene della falesia di arenaria c'è il bosco, ho devitalbizzato qualche albero.
      Sono terreni ostili pure alka semina: bisognerebbe fare un po' di scasso, aggiungere un po' di humus, piantare e, all'inizio, innaffiare nei lunghi periodi di aridità.
      Basterebbe non tagliare ciò che cresce,: invece, sopra, hanno abbattuto un pezzo di pineta per ... trasformarla in cippato "verde". Follia.
      UUiC

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    2. Una volta ho visto che c'erano delle persone, credo fossero in Canada, che camminavano in un terreno bruciato da un incendio con un bastone e un sacco di semi, ogni tot metri facevano un buco col bastone, ci mettevano dentro dei semi, lo tappavano con la scarpa e continuavano.
      Dovresti fare cosi anche te, dopo esserti informato quali sono le specie pioniere autoctone ed esserti procurato i semi.

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    3. Su quei terreni cresce poco. Addirittura, dove le argille plioceniche/pleistoceniche vengono sostituite dalle sabbie di degradazione delle ofioliti, delle peridotiti, non cresce neppure l'erba; i metalli pesanti contenuti in esse sono potenti anti-biotici anche per i vegetali.
      Nei terreni argillosi circostanti, la vegtazione e' scarsa e ridotta male: il problema e' che sono terreni alcalini, a volte perfino salati (quando arrivai da queste parti, c'er aun calanco localmente relativamente noto, sul quale si inerpicavano le capre a cercare sale) e... aridi in quanto impermeabili.
      Quindi, qualche ritorta e sofferta roverella, dei ginepri, la sulla, qualche pino nero (questi, pero', sono malvisti dagli emiliani, li considerano specie non autoctona).

      Nella parte superiore del percorso, quei terreni argillosi lasciano il passo alle arenarie e relative degradazioni: in un paio di metri la flora cambia radicalmente, dallo spelacchiato al bosco.
      Potrei anche mettere semi (lo fa un mio amico scout, quando camminiamo insieme) ma temo avrebbero poche possibilita' di vgeteaizone.

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  8. A me piace camminare e la montagna ma non avendola vicino, andarci in macchina magari per l'escursione di un giorno, non mi pare valerne la pena...
    Comunque ottimo recupero, complimenti!

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    1. Vapore Sodo, noi abitiamo in collina, con pochi km arriviamo in montagna bassa. Per noi , quindi, un'uscita letteralmente fuoriporta (stesso territorio comunale, per quanto esteso).

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  9. Commento essenzialmente scorrelato al post (perdono, e perdono anche per non fermarmi a leggere gli altri commenti, prima di scrivere, che non ho tempo immediato).

    "Braghe". Anch'io dico braghe. Ma è italiano? Intendo, è anche italiano, o è dialettale del nord Italia?
    Perché mio figlio diceva braghe e si è accorto, durante l'erasmus in Puglia, che nessuno capiva, e lì ha imparato che si dice pantaloni... Io ovviamente sapevo "pantaloni" ma l'ho sempre usato quando, per esempio, mi trovo a dover dire o scrivere: "un paio di pantaloni eleganti" (uso necessariamente pantaloni e non braghe). Ma nel parlato, "braghe", "braghine" etc etc etc, pantaloni non lo uso mai.

    :)

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    1. Il vocabolario Treccani riporta:
      "Nome con cui s’indicò in origine (comunem. al plur., brache) un indumento maschile simile ai calzoni, ma più corto e meno ampio, già in uso presso i popoli antichi, e poi nel medioevo, e da cui, nel sec. 16°, ebbero origine le mutande. Oggi la parola sopravvive nell’uso region. o scherz. come sinon. di pantaloni o, meno spesso, di mutande;"

      Ricordo che mia nonna paterna, lombardissima, usava il termine calzoni. Anche calzoni mi pare sia desueto, ormai.
      Buonpomeriggio, Io!

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    2. Prego leggere QUI - brache.
      Prego leggere QUI - pantalone.
      Riassunto, "brache" o "braghe" è un termine in uso fino da epoche remote presso tutte le genti europee, nelle diverse variazioni, ad indicare il capo di abbigliamento che si portava dalla cinta in giù.
      Quindi è la versione "nobile" di "pantalone", che invece è un termine gergale veneziano.

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    3. Grazie per le segnalazione etimologiche.
      Io che sono così germanico, per vari aspetti, vengo a sapere che i Germani utilizzavano brache larghe che sono quelle che mi piacciono: detesto (eufemismo) le strette braghe a sigaretta che imperversano da almeno un lustro.

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